Un lancio di dadi è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Ezio Auditore da Firenze, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione[]
Ritornato a Roma nel 1506, Ezio Auditore da Firenze visita il suo vecchio amico Leonardo da Vinci nella sua bottega. L'Assassino, dopo aver informato l'amico di aver messo al sicuro la Mela dell'Eden, gli chiede se sa dove può trovare una nave per la Spagna. Leonardo, nonostante sappia chi potrebbe aiutare l'amico, si ritrova impossibilitato ad accompagnarlo, poiché non può lasciare la bottega vuota. Ezio allora si reca a La Volpe Addormentata con l'intenzione di trovare l'assistente di Leonardo, Salaì, e riportarlo alla bottega. Dopo averlo convinto a tornare alla bottega con lui, i due vengono attaccati da alcuni uomini togati, che vogliono ucciderli. Passato il pericolo, Ezio e Salaì fanno velocemente ritorno alla bottega, dove scoprono che Leonardo è stato rapito.
Dialoghi[]
Ezio Auditore da Firenze entra nella bottega di Leonardo da Vinci, che, intento a studiare alcune carte alla scrivania, non guarda chi è appena arrivato.
- Leonardo: Salaì? Sei tu?
Leonardo, non ricevendo alcuna risposta, guarda chi è appena entrato nella sua bottega, riconoscendo Ezio.
- Leonardo: Ezio! L'età avanzata mi ha reso pigro. Non sapevo che fossi tornato a Roma.
Ezio e Leonardo si abbracciano.
- Ezio: Purtroppo non posso trattenermi. Cerco un passaggio via mare.
- Leonardo: Lascia che t'aiuti! Conosco un capitano, è assai discreto. Aspetta. Ho scritto il suo nome da qualche parte.
Mentre Leonardo cerca il foglio su cui ha annotato il nome del capitano della nave, Ezio osserva le carte alla scrivania su cui l'amico stava lavorando.
- Ezio: A che cosa stai lavorando?
- Leonardo: (Indicando le carte) Oh, questo? Un passatempo. Tu ovviamente conosci Pitagora!
- Ezio: Vagamente...
- Leonardo: Il geniale studioso greco che scoprì molteplici segreti sulle sfere celesti e sul nostro cosmo.
- Ezio: (Indicando dei simboli sulle carte) Questi simboli sono suoi?
- Leonardo: Da quando ho esaminato quella strana Mela, mi sono rimasti impressi nella mente. Ho trovato simboli molto simili negli scritti dei discepoli di Pitagora.
Leonardo rinuncia a cercare il foglio su cui aveva annotato il nome del capitano.
- Leonardo: Ehm... Temo che il nome del capitano mi sfugga.
- Ezio: La Mela non è più un problema.
Ezio si avvicina ad un dipinto ancora incompleto che si trova nella bottega.
- Ezio: (Indicando il dipinto) Sarebbe meglio che ti concentrassi sulla pittura. Mi pare che tu stia facendo un ottimo lavoro su questo.
- Leonardo: Ah! Sei cortese, tuttavia anch'io sono persuaso che non sia granché. E quel sorriso? Esagerato. Senza senso. Ma, pittura a parte, ho fatto una scoperta qualche giorno addietro. Una notevole scoperta.
(Urlando, al suo assistente) Salaì! Puoi portarmi...
Leonardo si rende conto che il suo assistente non è alla bottega.
- Leonardo: Oh, non è tornato! Volevo accompagnarti al porto, ma non posso lasciare la mia bottega senza il mio assistente.
- Ezio: Bene. Ci metto un attimo.
- Leonardo: Temo che tu sottovaluti Salaì!
- Ezio: Uhm! Aspetta e vedrai.
- Leonardo: Come vuoi. È probabile che tu lo trovi alla Volpe Addormentata.
Ezio lascia la bottega e si dirige a La Volpe Addormentata, dove trova l'assistente di Leonardo impegnato a giocare a dadi.
- Salaì: Di nuovo!
- Ermetista: Ve lo dicevo ch'eran dadi fortunati.
- Salaì: Vorrebbe la Fortuna esser brava quanto me.
Ezio si avvicina a Salaì, intenzionato ad interromperlo.
- Ezio: Gian Giacomo?
- Salaì: Io non rispondo a quel nome.
- Ezio: Salaì.
- Salaì: Meglio. Ma non abbastanza.
Salaì lancia nuovamente i suoi dadi.
- Salaì: Sì! Di nuovo!
- Ezio: Maestro Leonardo richiede la tua presenza.
- Salaì: Che aspetti.
Salaì allunga una mano per raccogliere un dado, che viene calpestato da Ezio.
- Ezio: No.
Salaì si alza da terra.
- Salaì: Bel cappuccio. Siete uno dei monaci di Giulio?
- Ezio: La mia chiesa non è di Dio.
- Salaì: Fuori dal regno di Dio v'è quello degli uomini. È quello che venerate?
- Ezio: Vieni con me a scoprirlo.
- Salaì: (All'Ermetista) È stato un piacere, ma devo andare.
- Ermetista: Oh, suvvia, restate, Messere: la partita non è ancora finita.
- Salaì: Mi duole, ma ho un'occasione migliore.
(Ad Ezio) Fate strada, messere.
Ezio e Salaì escono dalla locanda, seguiti da tre Ermetisti.
- Ezio: I tre uomini della partita a dadi ci seguono. Non fiatare...
- Salaì: Perché?
Salaì si volta e si rivolge ai tre uomini togati che li seguono.
- Salaì: State a sentire! Ho smesso di giocare.
- Ermetista: Già, anche noi!
Gli Ermetisti sguainano le loro spade ed attaccano Ezio e Salaì, aiutati da alcuni loro compagni, accorsi in loro aiuto. Tuttavia, Ezio e Salaì riescono ad eliminarli tutti.
- Salaì: C'è un solo uomo a Roma in grado di dar vita ad uno spettacolo simile. Voi dovete essere Ezio Auditore.
- Ezio: Vieni. Dobbiamo tornare immediatamente da Leonardo.
- Salaì: Non parlate granché, nevvero? Bene, faccio strada. Statemi dietro.
Nonostante la forte presenza di Ermetisti che li cercano, Ezio raggiunge Salaì nel centro di Roma.
- Salaì: Quei forestieri non desistono.
- Ezio: Ho già veduto dei discepoli con vesti simili. Cercavano un... oggetto in mio possesso.
- Salaì: Intendete, il Frutto dell'Eden?
- Ezio: Leonardo te ne ha parlato?
- Salaì: Mi dice sempre tutto.
- Ezio: Temo che la sua indiscrezione ci sia costata cara. Dobbiamo avvertirlo.
- Salaì: Non dite altro. Conosco la strada migliore. La prendo ogni mattina alla chiusura delle taverne. Seguitemi.
Ezio e Salaì iniziano a dirigersi verso la bottega di Leonardo.
Dopo aver visto un gruppo di Ermetisti, Salaì prende una strada secondaria.
- Salaì: Faccio il giro.
Ezio e Salaì vedono un gruppo di Ermetisti che li cercano.
- Salaì: Che ne dite di quattro salti sui tetti?
- Ezio: Leonardo mi diceva d'aver scoperto qualcosa di importante.
- Salaì: Sono anni ormai che esplora una catacomba segreta. Credo sia venuto a Roma apposta. È ossessionato, ve lo dico io. Lavora su questa cosa giorno e notte, non mi porta mai fuori. Ed è così avaro! Lo devo supplicare perché mi dia qualche soldo.
- Ezio: Ti dà del danaro? Sul serio?
- Salaì: Più o meno. Come si dice: "Occhio non vede, cuore non duole". Allora, voi siete di Firenze. Bella città, eh?
Ezio non risponde alla domanda di Salaì.
- Salaì: Sta bene, userò l'immaginazione.
I due vedono un altro gruppo di Ermetisti che li cerca.
- Salaì: È ancora troppo presto per duellare. Seguitemi.
- Ezio: Leonardo ha scoperto qualcosa nelle catacombe?
- Salaì: Ha trovato l'ingresso di un tempio, qualcosa di cui aveva letto in un libro. Erano anni che non lo vedevo così entusiasta.
- Ezio: Ha detto qualcos'altro?
- Salaì: Che il tempio contiene il numero perfetto, una scoperta fatta da uno studioso dell'antica Grecia.
- Ezio: Pitagora.
Ezio e Salaì vengono attaccati da un gruppo di Ermetisti.
- Salaì: Assaggia la mia lama!
Addosso!
Facciamoli fuori!
Forza! Prendi un po' questo!
Volete far ritorno alla svelta? Evitate le loro spade.
Ezio e Salaì riescono ad eliminare tutti gli Ermetisti.
- Ezio: Conoscendo Leonardo, immagino che parli delle sue scoperte a chiunque lo circondi. Hai notato uomini con strane vesti attorno a lui?
- Salaì: Perché dovrei sprecare il mio tempo in bottega quando posso spassarmela in giro? Chiedetelo al maestro quando arriveremo da lui.
Ezio e Salaì riescono a raggiungere la bottega di Leonardo e vi entrano. Una volta dentro, trovano il laboratorio a soqquadro.
- Salaì: Maestro!
- Ezio: L'hanno portato via.
- Salaì: No. Dev'essere qui.
- Ezio: Il tempio che aveva scoperto. Dov'è?
- Salaì: (Urlando verso la stanza accanto) Leonardo!
- Ezio: Salaì, se vuoi salvarlo devi dirmi dov'è quel tempio.
- Salaì: Io non lo so.
- Ezio: Diavolo!
Salaì, dopo essersi seduto su uno sgabello, nota qualcosa per terra.
- Salaì: Ezio... C'è una scritta sul pavimento.
- Ezio: Che cosa dice?
- Salaì: Non so leggere. Leonardo ha promesso d'insegnarmi, ma adesso...
- Ezio: "Villa. Dipinti." Vuole che esaminiamo dei quadri?
- Salaì: Ricordo che quando maestro Leonardo alloggiava alla vostra villa cercava la posizione delle catacombe.
- Ezio: Nella galleria erano esposte diverse sue opere. Che relazione possono avere con il tempio?
- Salaì: Forse le pagine delle sue ricerche sono nascoste in una delle cornici.
- Ezio: I dipinti non ci sono più. Sono bruciati nell'attacco.
- Salaì: No, non è vero. Soltanto "Leda" e "San Giovanni". Tutti gli altri li ha presi il Borgia.
- Ezio: Sei dipinti.
- Salaì: Cinque. Dissi al mercante che quel ritratto di dama era di Leonardo. Mi servivano i soldi per un farsetto. Ovviamente, ora è passato di moda.
- Ezio: Dove sono i quadri adesso?
- Salaì: Li ha Lucrezia Borgia, nel palazzo di suo marito fuori Ferrara.
- Ezio: Allora è tempo che mi riprenda ciò che è mio.
Ezio esce dalla bottega, intenzionato a raggiungere Ferrara.
Risultato[]
Ezio decide di recarsi a Ferrara per trovare i quadri che sono in possesso di Lucrezia Borgia.