Uccellino in gabbia è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Ezio Auditore da Firenze, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione[]
Ezio Auditore da Firenze, confuso perché non capisce quali rapporti può aver il padre con le persone che ha appena incontrato per suo conto, torna a Palazzo Auditore. Una volta lì scopre che il padre e i suoi fratelli sono stati arrestati e rinchiusi a Palazzo della Signoria. Ezio allora decide di raggiungere il Palazzo per trovare i suoi familiari.
Dialoghi[]
Ezio Auditore da Firenze entra a Palazzo Auditore, che trova stranamente deserto.
- Ezio: Padre? Federico?
Ezio, preoccupato per il fatto che nessuno risponde ai suoi richiami, si volta e schiva appena in tempo un vaso lanciato contro di lui da Annetta, che non lo aveva riconosciuto.
- Annetta: Oh! Ser Ezio! Grazie a Dio!
- Ezio: Che è successo? Dove sono tutti?
- Annetta: Hanno portato vostro padre e i vostri fratelli a Palazzo della Signoria, in prigione!
- Ezio: E mia madre? Mia sorella?
Claudia e Maria escono dai loro nascondigli.
- Claudia: Ezio...
- Ezio: (Andando verso la sorella) Claudia!
Ezio e Claudia si abbracciano.
- Ezio: Stai bene?
- Claudia: (Guardando la madre) Sì. Ma nostra madre...
- Annetta: (Intervenendo nel discorso) È sconvolta. Ha... opposto resistenza. E loro...
- Ezio: (Ad Annetta) Qui sono in pericolo. Puoi portarle da qualche parte?
- Annetta: Si. Si! Da mia sorella.
- Ezio: Bene. D'accordo. Intanto andrò a trovare mio padre.
- Annetta: State attento, Messer Ezio. Le guardie cercavano anche voi.
Ezio raggiunge Palazzo della Signoria e si arrampica sulla torre per parlare col padre dalla finestra della cella dove è stato rinchiuso.
- Giovanni: Ezio!
- Ezio: Padre! Che è accaduto?
- Giovanni: Qualche percossa, ma sto bene. Che ne è di tua madre e di tua sorella?
- Ezio: Sono al sicuro.
- Giovanni: Ci ha pensato Annetta?
- Ezio: Si... Ma... ve l'aspettavate?!
- Giovanni: Non in questo modo e non così presto. Ma ora questo non conta.
- Ezio: Che volete dire? Spiegatevi!
- Giovanni: Non c'è tempo. Ascolta bene. Torna a casa. Nel mio studio c'è una porta segreta. Usa il tuo fiuto per scoprirla. Lì troverai una cassa. Prendi tutto ciò che contiene. Molte cose ti parranno strane, ma hanno tutte grande importanza. Hai capito bene?
- Ezio: Si.
- Giovanni: Bene. Tra queste c'è una lettera, assieme ad alcuni documenti. Ho bisogno che tu porti quelle carte a messer Uberto. Era con me nel mio studio stamane.
- Ezio: Il Gonfaloniere. Me ne ricordo. Ora, vi prego, ditemi che accade. È opera dei Pazzi tutto questo? C'era un messaggio per voi alla colombaia. Diceva-
I due sono interrotti dal rumore di una cella che si apre.
- Giovanni: Va', Ezio! Presto!
Ezio lascia il padre e i fratelli a Palazzo della Signoria e fa ritorno a Palazzo Auditore.
Risultato[]
Ezio parla col padre attraverso la finestra della cella e poi torna a Palazzo Auditore per seguire le sue istruzioni.
Curiosità[]
- Nonostante Ezio menzioni la lettera trovata alla piccionaia, e sembra averla letta lui stesso, il giocatore non può leggerla in nessun momento. La ragione di questo è sconosciuta.
- Questo è uno dei pochi ricordi in cui l'occhio dell'aquila viene menzionato da uno dei personaggi del gioco, anche se in modo indiretto.