Uberto Alberti (1416 - 30 dicembre 1476) è stato un Gonfaloniere di Giustizia di Firenze durante il Rinascimento. Era considerato uno dei più grandi avvocati dell'epoca, se non il migliore in quanto non perse nemmeno una causa, nonostante fosse un autodidatta negli studi giuridici. Fu inoltre un amico della Famiglia Auditore e un alleato di Lorenzo de' Medici.
Nel 1476 Uberto tradì i suoi potenti amici, ordinando l'arresto della famiglia Auditore e la condanna a morte di Giovanni Auditore e di due dei suoi figli, Federico e Petruccio; sotto l'ordine dei Templari e del loro Gran Maestro, Rodrigo Borgia.
Biografia[]
Alleato dei Medici[]
Nonostante fosse un autodidatta, divenne un avvocato di successo, vincendo tutte le cause che gli vennero affidate.
Inizialmente, Uberto fu un alleato dei Medici, ma quando la sua famiglia venne sfrattata dalla banca dei Medici, covò propositi di vendetta, perciò si alleò coi Templari, che promisero di appoggiarlo. Uberto aiutò sia Giovanni, sia Lorenzo, dando loro consigli e torturando addirittura i suoi compagni Templari, ma quando Giovanni scoprì le possibili prove dei piani dei Templari, Uberto si sbarazzò dell'Assassino, rivelando la sua vera fedeltà.
Esecuzione degli Auditore[]
Ezio incontrò Uberto nell'ufficio di Giovanni, mentre i due conversavano riguardo qualcosa di urgente, anche se Ezio venne respinto dal padre prima di poter capire di cosa stessero parlando. Poche ore dopo, Giovanni venne fatto arrestare da Uberto, e mentre conversava con Rodrigo Borgia quella stessa sera, vennero interrotti da Ezio, che diede le prove della congiura dei Pazzi ad Uberto per far scarcerare il padre ed i fratelli.
Uberto conoscendo perfettamente il contenuto della busta, chiese ad Ezio se avesse intenzione di rimanere a casa sua per la notte, però Ezio declinò la proposta: una decisione che gli salvò la vita. La mattina seguente, Uberto accusò Giovanni, Federico, Petruccio ed Ezio di tradimento.
Durante l'esecuzione, Giovanni ricordò ad Uberto delle prove dategli da Ezio, che provavano l'innocenza della famiglia, ma, Uberto affermò che non sapeva di che cosa Giovanni stesse parlando, perciò condannò a morte i tre.
Vedendoli morire, Ezio corse verso la parte anteriore del patibolo, giurando vendetta per ciò che aveva fatto contro la sua famiglia, ma una guardia disarmò Ezio prima che potesse arrivare abbastanza vicino. Fuggito dalle guardie, Ezio si rifugia da Paola, capo delle cortigiane, che ospitava la madre e la sorella. Dopo alcuni giorni di addestramento, Ezio si trovò a casa di Leonardo da Vinci dove però irruppe una guardia mandata da Uberto. Questa picchiò Leonardo ma Ezio gli si avvicinò alle spalle ed assassinò l'uomo, salvando Da Vinci. Ezio scoprì da Paola che Uberto sarebbe stato al chiostro di Santa Croce, dove avrebbe partecipato ad una mostra d'arte del Verrocchio.
Morte[]
Ezio lo vide intento a parlare con Lorenzo sull'esecuzione, insultando il Magnifico. Dopo che Ezio raggiunse il cortile di Santa Croce dove si stava tenendo una mostra artistica, vide Uberto parlare con i vari nobili della città, che si congratularono con lui per l'esecuzione, insultando l'onore degli Auditore. Ezio si avvicinò ad Uberto, e prima che questo potesse chiamare le guardie, Ezio lo uccise brutalmente con la lama celata, pugnalandolo cinque volte al petto.
Ultime parole[]
- Uberto: Tu ...
Uberto viene pugnalato cinque volte al petto.
- Uberto: Tu avresti fatto lo stesso, per salvare coloro che ami ...
- Ezio: Si, certo. E l'ho fatto!
Curiosità[]
- Uberto salvò i Templari molte volte, distruggendo le prove della loro cospirazione, ed ostacolando i progressi dei loro nemici.
- Ezio uccide Alberti in un modo piuttosto "grezzo", visto che lo pugnala con la lama celata più volte sul petto, invece di sprofondare la lama nella gola come da tecnica di assassinio tradizionale. Ciò è spiegato dal fatto che è il primo assassinio di Ezio senza aver ricevuto un addestramento, e che Ezio stava sfogando la sua ira su di lui.
- Secondo il Database Animus, Uberto non è un Templare (nonostante complotti con loro). Tuttavia, quando si visualizzano i ritratti delle vittime di Ezio nella sua stanza a Villa Auditore, la descrizione del ritratto di Uberto dice il contrario.
- Vale la pena notare che, così come Uberto dice "Non v'è altro modo" nella lettera indirizzata alla moglie, Ezio, a volte, usa la stessa frase quando uccide altri bersagli.
- Nel romanzo Assassin's Creed: Rinascimento, Ezio consegna la lettera di Uberto alla moglie per dimostrare di non essere come lui.
- Nei titoli di coda di Assassin's Creed: Lineage, il suo nome viene indicato come "Umberto".
- Se si guarda con attenzione alla fine del suo video all'interno del Database, vengono mostrate quattro funi sul patibolo (invece delle tre viste nel gioco), probabilmente perché quella in più era stata destinata ad Ezio.