Tutto passa è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Ezio Auditore da Firenze, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione[]
Antonio de' Magianis espone ad Ezio Auditore da Firenze il suo piano per assaltare il Palazzo della Seta ed uccidere il mercante Templare Emilio Barbarigo. Seguendo il piano di Antonio, Ezio elimina le guardie che si trovano sui tetti degli edifici vicini, dopodiché penetra nel Palazzo ed assassina il mercante Templare.
Dialoghi[]
Ezio Auditore da Firenze si reca alla gilda dei ladri di Venezia e bussa alla porta dello studio di Antonio de' Magianis.
- Antonio: Ti prego, entra.
Ezio entra nello studio, dove, oltre ad Antonio, lo aspettavano anche Rosa e Ugo.
- Antonio: Il tuo lavoro ci ha ridato la forza che avevamo, Ezio. Siamo pronti a colpire.
- Ezio: Dimmi solo che cosa devo fare, e io lo farò.
- Antonio: Agirai col favore delle tenebre, dai tetti. Emilio a posto degli arcieri attorno al palazzo. Uccidili, ma senza strepiti. Verranno rimpiazzati dai miei uomini.
- Ezio: E le guardie invece?
- Antonio: (Indicando un palazzo sul plastico del sestiere che si trova nel suo studio) Quando avrai spacciato gli arcieri, ci vedremo di fronte a questo edificio, qui. E discuteremo sul da farsi.
- Ezio: Nessun problema. Sistemerò gli arcieri e tornerò da voi.
- Antonio: (Mettendo una mano sulla spalla di Ezio) Allora è deciso. In bocca al lupo.
- Ezio: (Mettendo una mano sulla spalla di Antonio) Crepi il lupo!
Ezio svolge il compito che gli era stato assegnato uccidendo tutti gli arcieri presenti sui tetti degli edifici che si trovano nei pressi del Palazzo della Seta. Dopodiché incontra Antonio, Rosa e Ugo nel luogo stabilito dal piano.
- Antonio: Ben fatto, Ezio. Tutto procede secondo il piano. I miei stanno sostituendo gli arcieri che hai eliminato. Adesso la via per il Palazzo è libera.
- Ezio: Ma non l'edificio stesso. Le guardie di Emilio pattugliano ancora il perimetro.
- Ugo: Usa i miei uomini. Possono distrarre le guardie; ed evitarti di combattere.
- Rosa: E quando viene il momento dell'assalto, ricorda ciò che ti ho insegnato.
- Antonio: Sii cauto, Ezio. Attendiamo nuove del tuo successo.
Come consigliato da Ugo, Ezio manda un piccolo gruppo di ladri a distrarre le guardie che si trovano al cancello del Palazzo. Una volta liberata la via per il Palazzo, Ezio utilizza il salto ascensionale per scalare l'edificio fino al tetto, dalla quale riesce ad ascoltare una conversazione tra il suo bersaglio, il mercante Emilio Barbarigo, e uno dei consiglieri del Doge, Carlo Grimaldi.
- Carlo: Il tuo castello di carte sta crollando, Emilio.
- Emilio: Non è che un fastidio Me ne occuperò. Quel povero scemo di Antonio ed i suoi ladri...
- Carlo: Non parlo di loro! È l'Assassino che dovresti temere!
- Emilio: Perché? È... È qui a Venezia?
- Carlo: È qui da settimane! Come fai a non saperlo?!
- Emilio: A differenza di te, ho avuto da fare! Qualcuno doveva pur fornire le armi ai nostri fratelli di Firenze.
- Carlo: Già, e abbiamo visto quanto è servito...
- Emilio: Bando alle ciance. Che cos'è che vuoi, Carlo?
- Carlo: Il Maestro chiede un incontro; tra tre giorni a Santo Stefano.
- Emilio: Molto bene. Ci sarò.
- Carlo: Sempre che tu sia vivo. Se mi permetti un consiglio, fossi in te aspetterei in un luogo meno compromesso.
- Emilio: Questa è una fortezza!
- Carlo: Se lo dici tu. Addio, Emilio.
Carlo lascia il Palazzo della Seta.
- Emilio: (Parlando tra sé) Diavolo! E se avesse ragione. (Ad una guardia) Tu, chiama la mia barca, deve essere vicina. Quando arriva, caricate a bordo quelle casse, e preparatevi a navigare. Io torno subito. (Torna a parlare tra sé) Se Carlo dice il vero, devo trovare un posto dove nascondermi fino al giorno dell'incontro. Poi ci occuperemo dell'Assassino. Collabora con Antonio, certo. Ecco il perché degli attacchi. No, il mio lavoro non andrà sprecato!
Ezio colpisce a morte Emilio, prima che quest'ultimo abbia la possibilità di fuggire con la sua barca.
- Ezio: Non avere paura.
- Emilio: Non provo paura, Assassino. Ma rimpianto. Volevo unità... stabilità... ordine.
- Ezio: Già, ma a quale prezzo.
- Emilio: Il progresso impone sacrifici.
- Ezio: Non provo alcuna gioia in questo, ma non v'è altro modo. Requiescat in pace.
Emilio Barbarigo muore.
Le guardie del Palazzo avanzano verso di Ezio, ma vengono uccise tutte da una tempesta di frecce, lanciate dai tetti degli edifici vicini alla fortezza di Emilio. Una delle frecce si pianta nel pavimento a pochi centimetri dal piede di Ezio, che alza lo sguardo verso i tetti, dove vede i ladri di Antonio, tra cui Rosa, travestiti da arcieri.
- Rosa: Scusa! Non resistevamo.
Rosa raggiunge Ezio all'interno del cortile interno del Palazzo della Seta.
- Rosa: Vieni. Apriamo la porta ad Antonio.
Rosa apre la porta del Palazzo, permettendo ad Antonio e ai ladri che erano rimasti all'esterno di entrare.
- Antonio: (A Ezio) Il palazzo è caduto, ed Emilio è morto! Tutto grazie a te, Ezio!
(Ai ladri) Bene, tirate giù gli stendardi di Emilio! Restituite ciò che ha rubato alla gente!
(A Ezio) Dimmi, Ezio. Come posso ricompensare i tuoi servigi? - Ezio: Il denaro fa sempre comodo.
- Antonio: Nessun problema.
Un ladro passa a Ezio un sacchetto di fiorini.
- Antonio: Che altro?
- Ezio: Emilio ha incontrato un uomo di nome Carlo. Sembrava un funzionario del governo. Sai chi sia?
- Antonio: Carlo Grimaldi. Membro del consiglio dei Dieci. Perché lo chiedi? Che intendi fare?
- Ezio: Assistere a un incontro.
Ezio saluta Antonio con un cenno del capo e lascia il Palazzo della Seta.
Risultato[]
Ezio libera il Sestiere di San Polo dalla presenza di Emilio Barbarigo.
Curiosità[]
- È possibile uccidere i ladri travestiti da guardie senza che questo abbia alcun effetto sul gioco. Gli altri ladri travestiti da guardie, infatti, non attaccheranno Ezio.
- Carlo Grimaldi accenna ad Emilio Barbarigo che l'Assassino è a Venezia già "da settimane". Questo è strano poiché Ezio Auditore arriva a Venezia nel 1481 e l'assassinio di Emilio Barbarigo avviene nel 1485, quattro anni dopo.
- C'era un bug per cui, se Ezio stava appollaiato su una trave sopra il cortile del Palazzo della Seta, poteva rimanere bloccato lì mentre la scena si svolgeva in basso con la telecamera bloccata su di lui. Quando la scena finiva, il controllo tornava a Ezio, bloccandolo al punto in cui la scena era finita. Ezio sarebbe poi caduto morendo, desincronizzando la simulazione e ricominciando dall'inizio della sequenza successiva.
- Sebbene nel ricordo precedente Ugo dica ad Ezio che i ladri devono impersonare gli arcieri, dopo che il giovane li ucciderà sui tetti, gli alleati indosseranno l'armatura indossata dai capitani, invece delle uniformi dei nemici morti.