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Durante la sua permanenza presso la [[Villa Auditore]], [[Leonardo da Vinci]] fece delle ricerche sul Tempio. Con la sua ricerca avanzata, decise di disegnare una mappa per il suo ingresso, ed ha utilizzò un inchiostro invisibile per delineare i pezzi della mappa nascosti sui suoi [[Dipinti di Leonardo da Vinci|dipinti]] sulle pareti della villa. Tuttavia, quando la città fu attaccata, i dipinti caddero nelle mani della [[Famiglia Borgia]]. |
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− | Leonardo continuò la sua ricerca fino al 1506 a [[Roma]], alla fine entrò in contatto con il [[Ermetisti|culto di Pitagora]]. Frequentò la biblioteca personale del leader della setta, [[Ercole Massimo]], al fine di acquisire più informazioni su questo argomento. Alla fine, |
+ | Leonardo continuò la sua ricerca fino al 1506 a [[Roma]], alla fine entrò in contatto con il [[Ermetisti|culto di Pitagora]]. Frequentò la biblioteca personale del leader della setta, [[Ercole Massimo]], al fine di acquisire più informazioni su questo argomento. Alla fine, venne rapito dagli ermetisti, che volevano l'ubicazione del tempio, e l'"Unificatore pitagorica" che è stato detto di essere nascosta all'interno di esso. |
L'[[Assassino|assassino]] [[Ezio Auditore da Firenze]] è riuscito a raccogliere i quadri e, con l'aiuto dell'assistente di Leonardo [[Salaì]], ha scoperto la posizione del tempio. Dopo il salvataggio di Leonardo dagli ermetisti, Ezio e Leonardo esplorarono il Tempio di Pitagora insieme, fino a quando finalmente si imbatterono nella camera finale, una volta con un dispositivo strano al centro. Quando Ezio ha posto la sua mano su di esso, il suo DNA in comune con il piedistallo si azionò rivelando le seguenti coordinate: 43 39 75 27 19N 42W. Infine, Ezio, decise che sarebbe stato meglio non fare nulla, dicendo che il messaggio non era destinato a loro. |
L'[[Assassino|assassino]] [[Ezio Auditore da Firenze]] è riuscito a raccogliere i quadri e, con l'aiuto dell'assistente di Leonardo [[Salaì]], ha scoperto la posizione del tempio. Dopo il salvataggio di Leonardo dagli ermetisti, Ezio e Leonardo esplorarono il Tempio di Pitagora insieme, fino a quando finalmente si imbatterono nella camera finale, una volta con un dispositivo strano al centro. Quando Ezio ha posto la sua mano su di esso, il suo DNA in comune con il piedistallo si azionò rivelando le seguenti coordinate: 43 39 75 27 19N 42W. Infine, Ezio, decise che sarebbe stato meglio non fare nulla, dicendo che il messaggio non era destinato a loro. |
Versione delle 10:15, 2 lug 2012
Il Tempio di Pitagora era un antico tempio che si trovava sotto la città di Roma, costruito dai membri della Prima Civilizzazione.
Storia
Durante la sua permanenza presso la Villa Auditore, Leonardo da Vinci fece delle ricerche sul Tempio. Con la sua ricerca avanzata, decise di disegnare una mappa per il suo ingresso, ed ha utilizzò un inchiostro invisibile per delineare i pezzi della mappa nascosti sui suoi dipinti sulle pareti della villa. Tuttavia, quando la città fu attaccata, i dipinti caddero nelle mani della Famiglia Borgia.
Leonardo continuò la sua ricerca fino al 1506 a Roma, alla fine entrò in contatto con il culto di Pitagora. Frequentò la biblioteca personale del leader della setta, Ercole Massimo, al fine di acquisire più informazioni su questo argomento. Alla fine, venne rapito dagli ermetisti, che volevano l'ubicazione del tempio, e l'"Unificatore pitagorica" che è stato detto di essere nascosta all'interno di esso.
L'assassino Ezio Auditore da Firenze è riuscito a raccogliere i quadri e, con l'aiuto dell'assistente di Leonardo Salaì, ha scoperto la posizione del tempio. Dopo il salvataggio di Leonardo dagli ermetisti, Ezio e Leonardo esplorarono il Tempio di Pitagora insieme, fino a quando finalmente si imbatterono nella camera finale, una volta con un dispositivo strano al centro. Quando Ezio ha posto la sua mano su di esso, il suo DNA in comune con il piedistallo si azionò rivelando le seguenti coordinate: 43 39 75 27 19N 42W. Infine, Ezio, decise che sarebbe stato meglio non fare nulla, dicendo che il messaggio non era destinato a loro.
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