- "Il mondo è un arazzo con molti colori e motivi. Un sovrano saggio dovrebbe apprezzarlo, non tentare di disfarlo."
- ―Solimano I[src]
Solimano I (Trebisonda, 6 Novembre 1494 - Szigetvár, 6 Settembre 1566) detto Solimano il Magnifico, è stato il decimo sultano dell'Impero Ottomano. Governò dal 1520 fino al 1566, cioè l'anno in cui morì. Inoltre, è considerato uno dei più grandi sovrani dell'Impero.
Figlio di Selim I, in Occidente era conosciuto come "Solimano il Magnifico", in quanto il suo Regno costituì l'Età d'Oro di Costantinopoli, mentre in Oriente venne definito "Solimano il Legislatore".
Nel 1511, è stato coinvolto nella lotta tra Assassini e Templari, e dopo un tentativo fallito di rapimento da parte dei Bizantini guidati da Manuele Paleologo, Solimano fa l'amicizia con il Mentore degli Assassini Italiani Ezio Auditore da Firenze, il quale si complimentò con lui per il suo atteggiamento progressista avuto alla guida dell'Impero Ottomano.
Oltre ad essere Sultano dell'Impero, Solimano è stato anche padiscià e califfo dell'Impero Ottomano.
Biografia[]
Primi anni e incontro con Ezio[]
- "È stato un piacere parlare con voi, efendi. Spero che qui troverete qualcosa di vostro interesse."
- ―Solimano ad Ezio[src]
Solimano nacque a Trebisonda presumibilmente il 6 Novembre 1494 da Selim I e da Ayşe Hafsa Sultan. A sette anni frequentò la scuola nel Palazzo Topkapı di Costantinopoli, dove studiò storia, scienze, teologia, letteratura e tattiche militari. In questo periodo, fa amicizia con lo schiavo Pargalı Ibrahim, che gli resterà affianco per gran parte della sua vita. Quando aveva 17 anni, il nonno, Bayezid II, riconobbe il suo grande talento, e lo proclamò governatore di Kaffa, una regione molto importante a nord del Mar Nero. Solimano continuò a ricevere posizioni simili fino al 1520.[1]
Solimano non aveva nessuna intenzione di diventare sultano, però con il passare del tempo cambiò idea. Nel 1511, incontrò l'Assassino Ezio Auditore da Firenze su una nave diretta a Costantinopoli. Nella conversazione, il sultano gli fece credere che fosse solo uno studente, mentre l'Assassino disse semplicemente che era alla ricerca di ispirazione. Quando la nave arrivò a Galata, Solimano aiutò una giovane donna di nome Sofia Sartor a trasportare dei pacchi pesanti per lei.[2]
Lotta contro i Templari[]
- "Ezio... risparmiate mio zio, se potete."
- ―Solimano ad Ezio[src]
Tempo dopo, durante una festa al Palazzo Topkapı, Solimano fu il bersaglio di un presunto tentativo di assassinio da parte di alcuni Templari. Fortunatamente, fu salvato dallo stesso Ezio e dal suo amico Yusuf Tazim, Maestro Assassino della Gilda di Costantinopoli, i quali erano entrati alla festa travestiti da menestrelli italiani. Dopo questo episodio, Solimano ed Ezio strinsero una forte alleanza ed una amicizia.[3]
La mattina seguente, Ezio tornò da Solimano, che gli chiese di spiare una riunione programmata da lui, insieme a suo zio Ahmet, e Tarik Barleti, il capitano dei Giannizzeri. Nella conversazione con Ezio, Solimano spiegò che il nonno voleva Ahmet come suo successore, invece i giannizzeri sostenevano il padre di Solimano, Selim.[4]
Tempo dopo, Solimano chiese ad Ezio di spiare Tarik Barleti, al Gran Bazaar, dove trascorreva più tempo, perché credeva fosse un traditore. Dopo aver scoperto che Tarik forniva armi al bizantino Manuele Paleologo, Ezio tornò da Solimano, che nel frattempo stava giocando a scacchi con Ahmet nel Distretto di Costantino. Saputo questo, il giovane si infuriò, e chiese all'Assassino di uccidere Tarik, nonostante l'amicizia che correva tra lui e suo padre. Dopo che Ezio lo uccise, andò subito a riferire a Solimano che egli non era un traditore, ma stava localizzando il covo dei Bizantini. Per questa cosa, Ezio chiese un favore a Solimano: offrirgli una nave per inseguire Manuele Paleologo.[5][6]
Quando Ezio ritornò dalla Cappadocia dopo aver ucciso Manuele, trovò il corpo senza vita di Yusuf, e per vendicarlo voleva uccidere Ahmet, scoperto essere il Gran Maestro dei Templari. Solimano era nascosto e ascoltò i discorsi che faceva suo zio Ahmet ad Ezio, e una volta che egli andò via, chiese al suo amico Assassino se poteva risparmiare suo zio, anche se sapeva che suo padre non avrebbe fatto lo stesso nella sua posizione.[7]
L'ammirazione che provava per Ezio, Solimano lo raccontò a suo padre. Quando questi vinse la disputa per il trono, rintracciò il fratello Ahmet per ucciderlo e risparmiò la vita ad Ezio, proprio per l'ammirazione del figlio verso di lui.
Sultano dell'Impero[]
Nel 1520 a causa di una brutta malattia, il padre, Selim I, morì lasciando il posto del sultanato, e per questo gli succedette Solimano. Il giovane, di soli 26 anni, attraverso le sue riforme, migliorò l'aspetto burocratico dell'Impero.[1]
Il 29 agosto 1526 Solimano sconfisse il re Luigi II d'Ungheria e di Boemia (Lajos II) nella Battaglia di Mohács, le forze ottomane occuparono la maggior parte del territorio e il ventenne re ungherese morì, cosa di cui - si dice - Solimano si dispiacque. La morte del re fece collassare l'autorità centrale magiara e si scatenò una lotta per il potere. Alcuni nobili offrirono la corona d'Ungheria all'Arciduca d'Austria Ferdinando I d'Asburgo legato con parentela alla famiglia reale ungherese. Altri nobili, però, si volsero a Giovanni Zápolya che era supportato da Solimano, ma non venne riconosciuto dalle potenze dell'Europa cristiana.[1]
Terminati i conflitti sul fronte europeo, Solimano continuò con successo su un altro fronte: la secolare rivalità con l'Impero Safavide che governò la Persia e l'odierno Iraq. Solimano condusse contro i persiani tre campagne, il cui fatto storicamente più importante fu la presa di Baghdad nel 1534. Da quel momento per la città cominciò il lento ma inarrestabile declino che la portò da città fra le più popolose del Medio Oriente a quello di ridotta quasi di frontiera, eclissata dallo sviluppo demografico e politico di Istanbul.[1]
La seconda campagna portò, invece, alla temporanea conquista di Tabriz e dell'Arzebaigian e ad una stabile presenza nella provincia di Van e in alcune fortezze in Georgia, nel Caucaso. Nella terza campagna Solimano, pur non riuscendo ad eliminarne l'esercito nel Luristan, costrinse lo Scià, con il trattato di Amasya, a riconoscere i confini esistenti e a promettere di porre termine agli attacchi verso l'Impero ottomano.[1]
Solimano continuò la sua espansione anche nel Nord Africa conquistando tutta l'Africa del Nord, tranne il Marocco che rimase indipendente. Solimano estese l'impero anche in tutto il Medio Oriente arrivando fino alle montagne dell'India, grazie a lui l'impero ottenne la sua massima espansione.[1]
Durante gli anni del Sultanato si alleò più volte con Francesco I di Francia che voleva sconfiggere il suo acerrimo nemico, l'Imperatore Carlo V. Carlo, infatti, divenne a soli 17 anni re di Spagna, e nel 1519 riuscì a corrompere i Grandi Elettori di Germania, per poter così divenire anche l'Imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. Ma Carlo aveva a sua disposizione moltri altri domini, tra cui l'America Centro-Meridionale, ma anche il Belgio e le Fiandre. Francesco I si sentiva, quindi, schiacciato dal potere di Carlo, così scatenò una serie di guerre che coinvolsero molto da vicino anche la penisola italiana.[1]
Così, pochi anni prima della sua morte, Francesco tentò di sconfiggere Carlo V in una guerra, alleandosi con Solimano, ma fallì e morì pochi anni dopo.[1] Invece, Solimano riuscì ad uscire da questa breve guerra da vincitore, costringendo Carlo V a pagare dei risarcimenti per le spese di guerra.
Ultimi anni[]
Solimano morì a Szigetvár in Ungheria il 6 settembre 1566, mentre conduceva una campagna militare contro l'imperatore Massimiliano II d'Asburgo. Fu sepolto a fianco alla sua sposa preferita, Roxelana, nel mausoleo vicino alla moschea Süleymaniye di İstanbul.[1]
Caratteristiche e personalità[]
- "Suppongo che la morale di qualunque storia si adatti all'indole del narratore."
- ―Solimano nel 1511[src]
Solimano era un ragazzo gentile, educato ed un uomo molto riflessivo e sveglio, dalla giovinezza fino alla vecchiaia. Addirittura Ezio lo definì come "un ragazzo con una mente eccezionale, magnifica", ma non solo da lui, anche da tutti i suoi connazionali.
Nonostante la preferenza del padre nei suoi confronti, aveva un buon rapporto con Ahmet, suo zio. Inizialmente, Solimano aveva un carattere molto duro con Tarik, visto il suo tradimento, però poi, scoprendo che non era vero, diventò più tollerante e cauto nell'agire, come dimostra la richiesta fatta ad Ezio, cioè quella di non uccidere Ahmet.
Trascorse molto della sua giovinezza a studiare e viaggiare, e una volta, tenne una mostra culturale nel suo Palazzo, in cui invitò anche menestrelli stranieri. Durante il suo sultanato, divenne un'uomo di cultura e ospitò molti artisti. Tuttavia, Solimano mostrò anche un lato spietato della sua persona, ma che mostrava solo nei casi più gravi, ad esempio non esitò ad uccidere suo figlio, Şehzade Mustafa, accusato falsamente di tradimento, a causa di un complotto ordito dal suo gran visir, Rüstem Pasha.
Curiosità[]
- Il doppiatore di Solimano, Haaz Sleiman, è lo stesso di Malik Al-Sayf in Assassin's Creed.
Galleria[]
Note[]
- ↑ 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6 1,7 1,8 Solimano I su Wikipedia
- ↑ Un caldo benvenuto - Assassin's Creed: Revelations
- ↑ Il Banchetto Del Principe - Assassin's Creed: Revelations
- ↑ Un Incontro Difficile - Assassin's Creed: Revelations
- ↑ I Giannizzeri - Assassin's Creed: Revelations
- ↑ Latore Di Notizie - Assassin's Creed: Revelations
- ↑ Scoperta - Assassin's Creed: Revelations