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"Più conosciamo del mondo e meno sembriamo saperne."
―Sofia Sartor[src]

Sofia Sartor (Costantinopoli, 1476 - ?) fu una libraia ottomana di origine veneziana vissuta tra il XV ed il XVI secolo. È stata la moglie del Mentore degli Assassini italiani Ezio Auditore da Firenze, da cui ebbe due figli, Flavia e Marcello.

Biografia[]

Giovinezza[]

"Abitavo qui con i miei genitori quando ero fanciulla. La guerra ci ha allontanato. Ma ho sempre saputo che sarei tornata."
―Sofia ad Ezio riguardo la sua giovinezza[src]

Sofia Sartor nacque a Costantinopoli nel 1476 da genitori veneziani con cui visse nel quartiere veneziano della città per gran parte della giovinezza. Nel 1498, lei e la sua famiglia, in pericolo a causa dello scoppio della guerra tra ottomani e veneziani, furono costretti a fuggire in Italia.[1][2]

Nel 1505, il padre di Sofia commissionò al pittore tedesco Albrecht Dürer un ritratto della figlia, come regalo per il suo ventesimo compleanno, offrendo all'artista qualunque prezzo volesse per il suo lavoro. Tuttavia, il pittore non chiese nessun compenso per il quadro, poiché avere l'onore di ritrarre la bellezza di Sofia su una tela era per lui una paga più che sufficiente.[2]

Successivamente, nel 1507, conclusasi la guerra tra i veneziani e gli ottomani, Sofia fece ritorno alla sua città natale, dove rilevò la libreria che era stata in precedenza di proprietà del padre. In questo modo, iniziò a perseguire il suo scopo di diffondere tra il povero popolo ottomano la conoscenza e la sua grande passione per i libri e la letteratura.[1][2]

L'incontro con Ezio Auditore[]

Sofia: Voi chi siete, Messere?
Ezio: Solo l'uomo più interessante della vostra vita.
Sofia: Ah, che presuntuoso!
—Sofia ed Ezio nella libreria della donna[src]

Nel 1511, dopo un viaggio a Rodi, Sofia tornò a Costantinopoli a bordo della stessa nave su cui viaggiavano il giovane principe ottomano Solimano I e il Mentore del ramo italiano dell'Ordine degli Assassini, Ezio Auditore da Firenze.[3] A sua insaputa, la sua libreria sorgeva nel luogo dove una volta si trovava la stazione commerciale dei fratelli veneziani Niccolò e Maffeo Polo, gli uomini che fondarono la gilda degli Assassini di Costantinopoli.[2]

Un volto familiare 3

Sofia ed Ezio all'interno della libreria.

Per questo motivo, Ezio Auditore, alla ricerca delle Chiavi della biblioteca di Altaïr nascoste in città dai due Polo, visitò la bottega di Sofia, facendo così la sua conoscenza. In quell'occasione, Ezio trovò un passaggio nel retrobottega della libreria per la sottostante Cisterna di Yerebatan,[4] dalla quale recuperò una delle Chiavi e una mappa lasciata dai fratelli Polo mostrante la posizione di alcuni loro antichi e rari libri nascosti in città.[5]

Ezio, dopo aver mostrato a Sofia le sue scoperte, le spiegò che i libri indicati sulla mappa avrebbero condotto alle Chiavi mancanti e le chiese aiuto per trovarli. La donna accettò con entusiasmo, reputando Ezio e la sua ricerca interessanti, chiedendo però in cambio i libri rari ritrovati, una volta che l'uomo gli avesse utilizzati per i suoi scopi.[6]

La ricerca dei libri[]

Sofia: Ezio, ditemi, che cosa c'è dietro? Non siete uno studioso, questo è più che certo. Lavorate per la Chiesa?
Ezio: No, la chiesa no. Ma sono un insegnante. Una specie.
―Sofia ed Ezio riguardo la vita dell'uomo[src]
Ritratto Di Donna 7

Sofia chiede ad Ezio della sua vita.

Un giorno, Sofia lasciò la sua bottega e andò a uno dei porti della città di Costantinopoli per ritirare da una nave appena approdata un pacco contenete un manoscritto a lei indirizzato. Tuttavia, la donna attese per ore sulla banchina poiché le guardie le impedivano di recuperare ciò che era suo, dicendole che stavano effettuando dei controlli ai documenti del capitano della nave, che sembravano essere fuori regola. Ad un certo punto, un italiano la notò e cercò di corteggiarla, interrompendosi quando vide arrivare Ezio, che definì "il diavolo in persona". Sofia, sorpresa, chiese spiegazioni al fiorentino. L'uomo le rispose che si trattava di Duccio de Luca, in passato fidanzato con la sorella, malgrado frequentasse anche altre ragazze. Quando venne a conoscenza del suo problema, Ezio si offrì di recuperare il manoscritto della donna, affermando di conoscere "qualche modo per aggirare le regole". Ciò permise a Sofia di tornare nella sua bottega per dedicarsi ai suoi affari.[7]

Ezio recuperò e portò a Sofia il pacco a lei destinato. In cambio, la donna gli disse di aver decifrato la prima parte della mappa dei Polo, rivelandogli dove trovare il primo dei libri.[7]

Dopo qualche tempo, Ezio tornò a fare visita a Sofia nella sua bottega per portarle il libro che aveva recuperato grazie al suo aiuto. In quell'occasione, Sofia disse a Ezio che dalla libreria era stato rubato un quadro dipinto dal pittore tedesco Albrecht Dürer, a cui era molto affezionata. Così, Ezio uscì dal negozio per recuperare il dipinto, che le restituì poche ore dopo. Dopo avergli indicato la posizione del prossimo libro raro, la donna, sempre più incuriosita e affascinata dall'Assassino, gli chiese qualcosa in più riguardo la sua vita. Ezio le rispose che era una specie di insegnante. Vedendo il volto dubbioso di Sofia alla sua risposta, Ezio promise di spiegarle tutto una volta conclusa la sua ricerca.[8]

Nonostante la segretezza del covo degli Assassini situato nel distretto di Galata, intenta a fare delle consegne nella zona, Sofia lo raggiunse e vi entrò. Stupito dalla presenza della donna, Ezio evitò le sue domande riguardanti il luogo e quello che si faceva lì e le mostrò la biblioteca, dove erano conservati alcuni dei libri rari trovati dall'Assassino. Poi, prima di lasciare il covo, Sofia chiese ad Ezio di mandarle i suoi studenti nel caso in cui avessero avuto bisogno di una insegnante di letteratura.[9]

Commissioni 6

Sofia ed Ezio nei giardini di Hagia Sofia.

Successivamente, Ezio fece di nuovo visita alla bottega di Sofia, dove si fermò per leggere uno dei libri del negozio, condividendo così l'interesse della donna per la letteratura. In quell'occasione, Sofia disse a Ezio della sua intenzione di recarsi ad Adrianopoli pochi giorni dopo per visitare una nova stamperia e chiese all'Assassino di accompagnarla. Tuttavia, Ezio dovette declinare l'invito, poiché la sua ricerca non gli permetteva delle distrazioni troppo lunghe. Sofia annuì e prese subito a decifrare la mappa lasciata dai Polo al fine di trovare la posizione dell'ultimo libro, chiedendo però a Ezio di attendere fino al giorno dopo per conoscerla perché lei quel giorno sarebbe stata impegnata in una commissione. Ezio si offrì di sbrigare lui quella commissione per offrire così a Sofia il tempo necessario per localizzare il libro. Accettando l'offerta, la donna chiese all'Assassino di recuperare dei tulipani bianchi e di portarglieli successivamente in un parco nei pressi della moschea di Hagia Sophia.[10]

Ezio si procurò i fiori e si recò al luogo dell'appuntamento, dove Sofia aveva preparato del cibo e della bevande da consumare insieme in una sorta di pic-nic, dopo il quale gli rivelò dove era nascosto l'ultimo libro lasciato dai fratelli Polo.[10]

Il rapimento[]

Ezio: Non volevo coinvolgerti in tutto questo. Perdonami.
Sofia: Non sei responsabile delle azioni di altri uomini.
―Sofia ed Ezio dopo il salvataggio della donna[src]
Lo Scambio 10

Ezio si accerta delle condizioni di Sofia dopo averla salvata.

Dopo aver fatto ritorno dalla sua visita alla stamperia di Adrianopoli, Sofia riprese a badare agli affari della sua bottega, sotto la protezione del capo della gilda degli Assassini di Costantinopoli, Yusuf Tazim, che svolse il compito su ordine di Ezio.[11] Tuttavia, nel marzo del 1512, Sofia fu rapita dai Templari Bizantini guidati dal principe ottomano Ahmet, che uccisero Yusuf nella cattura.[12]

Sapendo che Sofia era in pericolo, appena tornato dalla Cappadocia, Ezio si recò nella bottega della donna, dove trovò solamente il corpo morto di Yusuf, circondato da quelli di molti soldati Bizantini. L'uomo mobilitò gli Assassini della città contro l'Arsenale al fine di uccidere Ahmet, vendicare la morte di Yusuf e trovare Sofia. Tuttavia, una volta trovato il principe Ahmet, Ezio fu costretto ad accettare di scambiare le cinque Chiavi della biblioteca di Masyaf in suo possesso con la giovane donna veneziana.[12]

Lo Scambio 11

Sofia ed Ezio si lanciano all'inseguimento di Ahmet.

Gli uomini si incontrarono per effettuare lo scambio alla base della torre di Galata, in cima alla quale Sofia era prigioniera di un Bizantino, pronto a lanciarla nel vuoto nel caso in cui l'Assassino non si fosse attenuto ai patti. Una volta consegnate le Chiavi, Ezio si arrampicò in cima alla torre per salvare la donna; solo in cima scoprì che colei che stava salvando non era Sofia, bensì un'esca. Tuttavia, dalla cima della torre Ezio vide la vera Sofia appesa per il collo ad un albero poco distante dalla torre di Galata; così si precipitò a salvarla.[13]

Una volta soccorsa, Ezio le chiese scusa per averla trascinata nella sua pericolosa vita a cui la donna rispose che purtroppo non era lui il responsabile delle azioni degli altri uomini. Prima ancora di avere il tempo di chiedere a Ezio chi fossero gli uomini che le avevano fatto del male, l'uomo la trascinò su un carro che lanciò all'inseguimento del principe Ahmet, che stava lasciando la città con le cinque Chiavi.[13]

L'inseguimento di Ahmet[]

Sofia: Hai fatto la cosa giusta, Ezio. Questa non è la tua guerra.
Ezio: Ma dove finisce una, e inizia la successiva?
―Sofia ed Ezio dopo l'intervento di Selim[src]

Ezio e Sofia, a bordo del loro carro, inseguirono la carrozza di Ahmet nella campagna di Costantinopoli. Dopo aver distrutto due carrozze delle guardie Bizantine, il carro dei due si scontrò contro un muro, facendo sbalzare Sofia fuori dal carro, a cui la donna riuscì ad aggrapparsi prima di cadere. Nel tentativo di salvarla, Ezio scivolò e, dopo essere caduto dal carro, si aggrappò a una fune attaccata sul retro. Dopodiché, l'Assassino aprì il suo paracadute, con cui veleggiò dietro al carro a cui era appeso. In quel momento, Sofia riuscì a risalire sul carro, che poi guidò dietro a quello di Ahmet, trascinando Ezio appeso al paracadute, che la difese dalla guardie Bizantine durante l'inseguimento per la campagna turca.[14]

La Fine Del Viaggio 24

Sofia impedisce ad Ezio di colpire Selim.

Il suo carro venne però distrutto in uno scontro con quello del principe ottomano; non essendo ferita, la donna spinse Ezio a proseguire il suo inseguimento da solo senza preoccuparsi per lei. Dopo aver recuperato le Chiavi, Ezio si preparò allo scontro finale con Ahmet, interrotto sul nascere dall'arrivo del fratello del principe e padre di Solimano I, Selim I. Appena nominato Sultano da loro padre, Selim uccise il fratello scagliandolo giù da una scogliera. Sofia raggiunse Ezio nel momento in cui questo si stava presentando al nuovo Sultano, che lo esiliò dal suo impero per i suoi crimini sebbene lo avesse involontariamente aiutato con la sua lotta contro Ahmet. La donna riuscì a fermare Ezio prima che potesse colpire Selim I, dicendogli di seguire l'ordine del nuovo Sultano di lasciare Costantinopoli, aggiungendo che quella non era più la sua battaglia dal momento che Ahmet era stato sconfitto e le Chiavi recuperate.[14]

Il viaggio a Masyaf[]

Sofia: Farai meglio a uscire vivo di lì.
Ezio: Lo spero anche io.
―Sofia ed Ezio dopo l'apertura della porta della biblioteca di Altaïr[src]
Ritorno a casa ACR 3

Sofia ed Ezio prima che l'uomo entri nella biblioteca di Altaïr.

Dopo aver recuperato le Chiavi della biblioteca di Altaïr, Sofia, decisa a conoscere di più della vita di Ezio, partì con lui verso la fortezza degli Assassini di Masyaf, che i due raggiunsero dopo una tappa a San Giovanni d'Acri.[15]

Sofia ed Ezio raggiunsero il villaggio di Masyaf e si diressero verso il castello abbandonato da secoli. Durante la salita, Ezio raccontò alla donna la storia degli Assassini e quella di Altaïr Ibn-La'Ahad, confidandole la sua scelta di abbandonare quel tipo di vita.[15]

Una volta raggiunta la porta della biblioteca di Altaïr, Sofia aiutò Ezio a risolvere l'enigma che permetteva di aprirla; dopo l'apertura, gli chiese di uscire vivo dalla biblioteca.[15] Dopo che Ezio uscì dalla cripta e raggiunse Sofia, i due fecero ritorno insieme a Costantinopoli.[16]

Vita in Italia[]

Sofia ed Ezio lasciarono Costantinopoli, dove la libreria della donna passò in gestione ad Azize e divenne un archivio degli Assassini, e raggiunsero Venezia, dove si sposarono. Dopodiché, i due raggiunsero Roma, dove Sofia conobbe la sorella di Ezio, Claudia.[16]

Successivamente, Ezio lasciò il ruolo di Mentore degli Assassini italiani a Ludovico Ariosto durante una cerimonia a cui poté partecipare anche Sofia. In quel momento, Sofia era incinta della loro figlia, Flavia.[16]

Ezio Sofia osservano figli dormire

Sofia ed Ezio osservano i loro figli dormire.

Nel 1514, Sofia ed Ezio ebbero il loro secondo figlio, Marcello, e, nel 1519, grazie al denaro guadagnato vendendo la libreria di Costantinopoli, i due acquistarono una casa nella campagna toscana.[16]

Pochi anni anni dopo, Niccolò Machiavelli fece visita ai due per informare Ezio della mancanza di salute del loro amico Leonardo da Vinci, al cui fianco i due restarono fino alla sua morte.[16]

Nel 1524, mentre Sofia era in visita a Claudia a Roma insieme Marcello, Ezio ricevette la visita dell'Assassina cinese Shao Jun. Al suo ritorno, Sofia propose alla ragazza di restare come loro ospite per qualche giorno, nonostante il parere contrario di Ezio. Tuttavia, il giorno successivo, i nemici di Shao Jun scoprirono dove si trovava, così Ezio mandò Sofia ed i figli dal loro amico Machiavelli, per metterli al sicuro.[17]

Ezio Sofia Flavia Piazza del Duomo

Sofia e Flavia con Ezio a Firenze.

Poco tempo dopo la partenza di Shao Jun, Sofia, insieme ad Ezio e Flavia, si recò a Firenze per fare degli acquisti. Stanco per il viaggio, Ezio si sedette su una panchina, mentre Sofia e la figlia si recarono a fare acquisti ad un banco di alimentari nelle vicinanze. Dopo aver acquistato ciò di cui avevano bisogno, Sofia e Flavia videro Ezio appoggiato immobile alla panchina. La donna e la bambina, insieme ad alcuni cittadini presenti, corsero preoccupate verso l'uomo, ormai deceduto.[17]

Prima di morire, Ezio lasciò nel suo studio una lettera indirizzata a Sofia. Nello scritto, l'uomo ragionava sulla vita che aveva condotto e che stava conducendo e rivelava alla donna che era il suo amore ciò che lo aveva tenuto in vita fino a quel momento.[17]

Caratteristiche e personalità[]

"Ci sono giorni in cui non riesco a fare a meno di trascorrere qualche ora con lei, ad ascoltare la sua voce e a contemplare il suo viso animarsi di gioia mentre parla di ciò che la appassiona, i suoi libri, la sua città, i suoi ricordi. Non posso fare a meno di pensare che sarà un peccato quando troverò l'ultima Chiave..."
―Ezio Auditore su Sofia Sartor[src]
Ritratto Di Donna 2

Sofia incuriosita da un libro raro.

Sofia era una donna laboriosa ed intelligente, doti che la rendevano più matura delle persone sue coetanee, ed amava discutere con chiunque considerasse al suo stesso livello intellettuale. Molto legata al suo lavoro e alla libreria del padre, non mostrava di avere del tempo da perdere in frivolezze; tuttavia, il suo ingegno ed il senso dell'umorismo stemperavano la sua freddezza, in realtà solo apparente.[1]

Esperta di lingue, scritture a cifrari antichi, Sofia era una grande amante di letteratura, arte ed architettura; queste doti e passioni la resero l'aiutante perfetta per Ezio, in cerca di antichi libri nascosti a Costantinopoli dai fratelli Polo. Dopo una vita passata a portare avanti il lavoro iniziato dal padre, infati accettò con entusiasmo di iniziare una caccia al tesoro al fianco di un italiano misterioso che portò nella sua vita una emozionante sfida intellettuale.[2]

La passione per la letteratura, nata soprattutto dopo l'invenzione della stampa, portava Sofia a viaggiare molto in cerca di libri rari ed antichi. Inoltre, era solita visitare stamperie per informarsi sui nuovi metodi di stampa; il suo desiderio era infatti quello di riuscire a trovare un modo di diffondere la sua passione per la letteratura anche alle persone più povere del popolo ottomano.[2]

Curiosità[]

  • Il nome "Sofia" deriva dal greco "sophia" (σοφία), che significa letteralmente "sapienza", "saggezza".
  • Originariamente il suo cognome avrebbe dovuto essere "Sorto".
  • Il volto di Sofia è basato su quello del soggetto del dipinto Ritratto di giovane veneziana di Albrecht Dürer.
  • Il dipinto di Dürer ritraente Sofia può essere notato appeso al muro del soggiorno della casa della donna e di Ezio in Assassin's Creed: Embers.

Galleria[]

Note[]

  1. 1,0 1,1 1,2 Assassin's Creed: Enciclopedia
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 2,4 2,5 Assassin's Creed: Revelations
  3. Un Caldo Benvenuto - Assassin's Creed: Revelations
  4. Un Volto Familiare - Assassin's Creed: Revelations
  5. La Cisterna Di Yerebatan - Assassin's Creed: Revelations
  6. Do Ut Des - Assassin's Creed: Revelations
  7. 7,0 7,1 La Quarta Parte Del Mondo - Assassin's Creed: Revelations
  8. Ritratto Di Donna - Assassin's Creed: Revelations
  9. Assassin's Creed: Revelations - Cutscene bonus osservabile facendo ritorno al covo degli Assassini del distretto di Galata dopo aver trovato tutti i libri presenti nel gioco
  10. 10,0 10,1 Commissioni - Assassin's Creed: Revelations
  11. A Vele Spiegate - Assassin's Creed: Revelations
  12. 12,0 12,1 Scoperta - Assassin's Creed: Revelations
  13. 13,0 13,1 Lo Scambio - Assassin's Creed: Revelations
  14. 14,0 14,1 La Fine Del Viaggio - Assassin's Creed: Revelations
  15. 15,0 15,1 15,2 Ritorno A Casa - Assassin's Creed: Revelations
  16. 16,0 16,1 16,2 16,3 16,4 Assassin's Creed: Revelations (romanzo)
  17. 17,0 17,1 17,2 Assassin's Creed: Embers

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