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Sigurd Styrbjornsson (842 - ?) è stato il figlio del re Styrbjorn di Fornburg. Marito di Randvi, divenne anche fratellastro maggiore di Eivor, che venne adottata da Styrbjorn in seguito alla morte dei suoi genitori. Era inoltre una reincarnazione dell'Isu Tyr, conosciuto tra i norreni come il dio della guerra e della giustizia.
Biografia[]
Gioventù[]
Sigurd era figlio di re Styrbjorn, a capo di un clan norreno stabilitosi a Fornburg. Nell'856, quando aveva circa quattordici anni, accompagnò suo padre al banchetto organizzato a Heillboer per festeggiare l'unione tra il suo clan e un altro. Durante i festeggiamenti però il clan di Kjotve lo Spietato attaccò all'improvviso il villaggio, costringendo il giovane Sigurd e gli altri a respingere l'offensiva. Nel corso dello scontro, Sigurd salvò la piccola Eivor Varinsdottir da un membro del clan di Kjotve. Pochi istanti dopo però, il clan di Kjotve riuscì a fare prigionieri diversi guerrieri e Kjotve stesso propose a Varin, il padre di Eivor, di sacrificarsi per risparmiare la vita al suo clan.
Varin accettò, ma dopo averlo ucciso Kjotve non mantenne la parola e ordinò di continuare il massacro, in cui morì anche Rosta, la madre di Eivor. Sigurd montò subito su un cavallo e prese Eivor con sé per fuggire via, ma vennero però intercettati nella foresta da un soldato del clan. Fortunatamente, sia Sigurd che Eivor sopravvissero comunque allo scontro. Ciò che restava del clan del Corvo in seguito allo scontro si stabilì insieme a Fornburg, dove sotto la guida di Styrbjorn continuò a lottare per la propria sopravvivenza, mentre Eivor venne adottata da Styrbjorn, diventando quindi sorellastra di Sigurd.
Viaggio in Medio Oriente[]
Cresciuto, Sigurd si sposò nell'869 circa con Randvi ma la loro unione, nata per motivi politici, non fu molto sentita da nessuno dei due. Intorno all'870 Sigurd partì in viaggio verso le terre orientali, attraversando la Rus' di Kiev e il Khanato dei Cazari fino ad arrivare a Costantinopoli, dove strinse amicizia con due Occulti del Califfato Abbaside, Basim Ibn Ishaq e Hytham, a Costantinopoli, dove era arrivato a suo dire per riposare e rifornirsi, anche se aveva probabilmente intenzione di razziare Santa Sofia.
Vedendo qualcosa di speciale in lui, Basim convinse Sigurd di discendere direttamente da una stirpe di antichi semidèi chiamati Isu e gli disse che aveva davanti a sé un grande futuro. Dopo aver viaggiato con Basim e Hytham tra l'Africa e Roma, Sigurd fece ritorno con i suoi due compagni a Fornburg.
Ritorno a casa[]
Mentre tornava a casa, Sigurd scoprì da alcuni mercanti che Eivor fosse stata catturata da Kjotve, ma una volta arrivato a casa la trovò lì ad attenderlo. Quella sera suo padre organizzò un banchetto per festeggiare il suo ritorno, in cui Sigurd raccontò al clan alcune delle sue avventure. Sigurd chiamò poi a sé Eivor, a cui fece regalare da Basim una copia della lama celata, che Eivor decise di indossare sulla parte superiore dell'avambraccio, non volendo rischiare di perdere un dito.
Dopo che Eivor imparò dai due Occulti come utilizzare la sua nuova arma, passò un po' di tempo al porto con sua sorella, a cui accennò la sua volontà di partire per razziare l'Inghilterra, l'Irlanda e il Regno franco dopo aver annientato definitivamente il clan di Kjotve.
Il mattino seguente Sigurd provò a convincere Styrbjorn ad attaccare Kjotve, quando arrivò Eivor con la notizia di aver trovato e ucciso tre ricognitori di Kjotve arrivati da Nottfall, un villaggio di balenieri controllato da Kjotve. Furioso per l'affronto, Sigurd decise di attaccare il villaggio.
Dopo aver massacrato insieme a Basim, Eivor e la sua ciurma gli uomini di Kjotve, Sigurd conobbe Harald Bellachioma e suo zio Guthorm il Saggio, giunti lì su richiesta di Styrbjorn per aiutare il clan del Corvo a conquistare la fortezza di Kjotve. Sigurd accettò l'aiuto, a patto che fosse lui a guidare i suoi uomini per l'assalto. Sigurd affidò comunque il comando della sua nave per l'assalto a Eivor, a cui concesse anche di affrontare Kjotve per vendicare la sua famiglia.
Eivor sfidò in un holmgang Kjotve, che morì per sua mano prima che Sigurd e gli altri diedero inizio all'assedio della fortezza. Gli uomini del clan del Corvo e di Harald ottennero quindi la vittoria sul clan di Kjotve, di cui restarono solo pochi uomini e suo figlio Gorm, che riuscì a fuggire.
Ottenuta la vittoria, Sigurd tornò a Fornburg per dare la notizia della sconfitta di Kjotve a suo padre prima di partire per Alrekstad, dove Harald lo aveva invitato per un althing. All'interno di una taverna di Alrekstad, Sigurd si incontrò nuovamente con Eivor, che dovette dissuadere dall'idea di attaccare Gorm, anche lui presente. Sigurd lasciò poi Eivor a bere con Basim, mentre lui raggiunse suo padre per accompagnarlo all'althing nella casa lunga.
All'althing Sigurd scoprì che re Harald aveva intenzione di sottomettere diplomaticamente i piccoli regni norvegesi sotto il suo comando, cosa a cui suo padre acconsentì, deludendo le aspettative di Sigurd che protestò veemente contro la sua decisione. In preda alla rabbia e alla delusione, una volta tornato a Fornburg Sigurd riuscì a convincere molti membri del clan a unirsi a lui in direzione dell'Inghilterra, dove avrebbero potuto costruire una nuova casa e prosperare. Dopo aver discusso della sua partenza con suo padre, Sigurd e il suo clan partirono alla ricerca di un insediamento costruito dai figli di Ragnar.
Arrivo in Inghilterra[]
Nel gennaio 873, dopo una settimana di viaggio, il clan del Corvo arrivò nella Mercia. Temendo pericoli in vista Sigurd decise di agire con cautela, proseguendo con la sua nave in avanscoperta mentre gli altri rimasero indietro. Una volta arrivati all'accampamento dei Ragnarsson, lo trovarono però occupato da un branco di banditi, intenzionati a combattere gli invasori. Sigurd non si tirò indietro e insieme ai membri del suo clan fu in grado di uccidere gli occupanti. All'interno della casa lunga Eivor, Sigurd e Dag trovarono due prigionieri: lo stalliere Rowan e la mercante Yanli, giunti lì per commerciare con i figli di Ragnar ma vennero imprigionati dai banditi. Sigurd ed Eivor decisero quindi di accoglierli e farli restare per aiutarli nel loro nuovo insediamento, che Eivor ribattezzò Ravensthorpe, il "villaggio dei corvi".
Poco tempo dopo, Sigurd partì per raggiungere Repton nel Ledecestrescire per incontrare Ubba e Ivarr Ragnarsson. Sigurd affidò a Eivor il compito di cercare altri alleati e chiese a Dag di seguire gli ordini di sua sorella e se ne andò. A Repton Sigurd strinse amicizia con i Ragnarsson, che aiutò a spodestare re Burgred per installare al suo posto il thegn Ceolwulf in cambio di un'alleanza. Anche Eivor lo raggiunse, unendosi alla spedizione per conquistare la fortezza di Tamworth. Durante il viaggio verso Tamworth, Sigurd confessò al giovane Ceolbert, figlio di Ceolwulf, di ammirare profondamente le abilità e la personalità di re Harald, mentre aveva ancora del risentimento verso suo padre.
Una volta espugnata la fortezza, Eivor scoprì che re Burgred era riuscito a fuggire, aiutato dalla mercenaria Tonna. Sigurd ed Eivor si offrirono quindi di andare al suo campo per discutere con lei. La discussione volse a loro favore e i due scoprirono da Tonna che Burgred le aveva affidato la protezione di Ledecestre e Templebrough. Sigurd andò con Ubba a Templebrough, dove catturarono alcuni soldati fuori dal forte da cui scoprirono che al suo interno ci fosse la moglie di Burgred, Aethelswith. Sigurd ed Eivor si introdussero quindi all'interno del forte, dove trovarono lady Aethelswith circondata dalle sue ancelle. Sigurd iniziò a interrogare la regina, ma Eivor si accorse dalle mani consumate che fosse soltanto un'ancella travestita e si mise all'inseguimento della vera regina, che venne così catturata. Eivor chiese poi a Sigurd cosa farne dei soldati prigionieri, che decise di liberare.
Aethelswith confessò il nascondiglio del marito, così Sigurd si occupò insieme a Ubba e Ivarr di liberare la via di fuga a Eivor, per permetterle di fuggire dopo aver rapito Burgred. Eivor ebbe successo e si incontrò con loro a Venonis, da cui partirono per raggiungere Tamworth, combattendo contro gli uomini di Burgred venuti a salvare il loro re. Burgred venne costretto quindi a cedere la corona a Ceolwulf, ma poco dopo giunse la notizia dell'attacco di alcuni uomini di Burgred a Repton. Sigurd mandò Eivor verso la battaglia, mentre lui restò a proteggere Ceolwulf.
La difesa di Repton andò bene quindi, una volta stipulata l'alleanza con Ubba e Ivarr, Sigurd poté finalmente andarsene verso l'Oxenefordscire per stipulare nuove alleanze con alcuni thegn. Eivor gli chiese di accompagnarlo, ma lui le disse che l'avrebbe fatta chiamare in seguito, quando avrebbe avuto bisogno di lei. Ceolwulf gli chiese di poter lasciare Ceolwulf a Ravensthorpe mentre la situazione si stabilizzava, così Sigurd accettò di accompagnarlo fino al fiume Nene, raccontandogli durante il viaggio le sue avventure giovanili al fianco di Eivor.
Ricerca della Pietra della Saga[]
Il vero obiettivo primario di Sigurd tuttavia non era quello di stipulare un'alleanza, bensì trovare la Pietra della Saga, un manufatto Isu che sarebbe stato in grado di rivelargli se fosse davvero o no un discendente degli Isu. In Oxenefordscire Sigurd e Basim scoprirono che il manufatto fosse in mano alla chierica esoterica Fulke e si misero alla sua ricerca. I due entrarono in contatto anche con il thegn ribelle Geadric, che volle collaborare con loro per rovesciare lady Eadwyn, aiutata nel suo sforzo contro i danesi da re Aelfred del Wessex, in cambio di una futura alleanza e informazioni su Fulke.
Durante uno dei loro incontri a Buckingham, la taverna in cui si trovavano venne attaccata dai soldati di Eadwyn, che costrinsero alla fuga Sigurd e Basim, mentre Geadric venne catturato. I due si rifugiarono all'interno di un capanno dei pescatori dove vennero trovati da Eivor, giunta in quel momento in loro ricerca. Insieme a lei, Sigurd e Basim salvarono Geadric, tenuto prigioniero nella casa lunga. Dopo aver fatto irruzione, i tre si trovarono di fronte a lady Eadwyn, che teneva Geadric prigioniero. Sigurd le intimò di prostrarsi a lui, poiché era destinato a diventare sovrano di tutta l'Inghilterra. Eadwyn ignorò le sue folli richieste e ordinò ai suoi uomini di attaccarli, ma i tre li respinsero e salvarono Geadric, che disse loro che tra gli altri thegn ribelli imprigionati ci fosse Holt, che governava la terra in cui viveva Fulke.
Mentre raggiungevano la guarnigione della Villa di Leah, Sigurd diede a Eivor solo spiegazioni vaghe su Fulke e su cosa cercavano da lei. Una volta lì, i tre salvarono i thegn dalla condanna a morte. Holt raccontò loro che Fulke fosse tenuta prigioniera da Eadwyn e Basim teorizzò che fosse in un monastero. Sigurd si rifiutò nuovamente di dare spiegazioni a Eivor, che inviò a parlare con Geadric mentre lui e Basim avrebbero dato priorità alla ricerca di Fulke.
Sigurd e Basim rintracciarono Fulke nell'abbazia di Sant'Albano e si accamparono a Linforda in attesa di Eivor, discutendo nel frattempo di come comportarsi con Fulke. Sigurd si rifiutò ancora di dare spiegazioni a Eivor, sempre più dubbiosa sulle intenzioni di Sigurd. I tre riuscirono a individuare Fulke nella cripta del monastero e liberarla, chiedendole conferma sulla Pietra della Saga nelle sue mani. Sigurd si decise quindi di dire a Eivor che Fulke avrebbe potuto aiutarlo a scoprire la sua discendenza dagli antichi dèi, lasciandola ancora più confusa e irritata dal suo comportamento.
Insieme raggiunsero quindi la torre di Evinghou, dove scoprirono però che i soldati di Eadwyn avevano saccheggiato i suoi tesori e ucciso Paul, un sacerdote eretico leale a Fulke. Arrabbiato, Sigurd se la prese con Eivor per averlo rallentato, ma il litigio venne interrotto dall'arrivo di Eadwyn e alcuni soldati. Sigurd le chiese quindi se fosse stata lei a rubare la pietra e Basim iniziò a intavolare con lei un accordo di pace. Scendendo a patti con Eadwyn, Sigurd accettò di farsi consegnare la pietra in cambio del loro ritiro e della testa di Geadric.
Eivor non accettò di tradire le promesse date al loro alleato e uccise un soldato di Eadwyn, accendendo uno scontro tra le due parti. Respinti i soldati, Sigurd si arrabbiò con Eivor per il suo comportamento avventato, spiegandole che in realtà non aveva intenzione di tradire Geadric, mostrandosi deluso per la mancanza di fiducia nei suoi confronti.
Sigurd e Basim si trovarono quindi costretti a radunarsi con Geadric per organizzare l'assedio al castello di Cyne Belle in cui Eadwyn si era rifugiata. Una volta terminati i preparativi, Sigurd partì all'assalto votandosi a Tyr, signore della giustizia e araldo del sommo trionfo. L'esercito di Geadric si affrettò quindi a conquistare il castello, cercando di anticipare l'arrivo dei rinforzi di re Aelfred.
Una volta conquistato il castello, Sigurd si fece mostrare la pietra da Fulke, ammettendo davanti a lei di avere la sensazione di averla già vista e di essere in grado di leggere e comprendere in qualche modo le antiche scritte incise sopra di essa. Sigurd confermò a Basim la veridicità delle sue parole, ma in quel momento arrivarono le truppe di re Aelfred, che avrebbero inevitabilmente conquistato il forte data la loro superiorità.
Per scongiurare una sconfitta, Sigurd si offrì di trattare con lui personalmente, accompagnato da Basim ed Eivor. Basim gli suggerì di offrire al re uno scambio e Sigurd accettò il suo consiglio. Propose quindi al re uno scambio tra i loro due migliori soldati in segno di pace, prima di una ritirata congiunta. Sigurd stava per offrire Eivor, ma Basim lo fermò, offrendosi volontario. Tuttavia, Fulke irruppe improvvisamente nella tenda, chiedendo ad Aelfred di prendere Sigurd, denunciando le sue abilità di guerriero e le eresie di cui lo aveva convinto. Fulke convinse quindi Aelfred a farlo imprigionare e tenere Sigurd sotto la sua tutela.
Prigionia[]
Sigurd venne quindi condotto in catene da Fulke a Canterbury, dove venne imprigionato e torturato nelle catacombe della sua cattedrale. Fulke studiò a fondo Sigurd, facendogli leggere le iscrizioni sulla Pietra della Saga ad alta voce, ma non riuscendo a tradurle.
Sigurd venne torturato ripetutamente da Fulke, che iniziò a lasciarlo completamente isolato all'oscurità, con lo scopo di spingerlo a far fuoriuscire la sua essenza divina. Durante la sua prigionia Sigurd mangiò esclusivamente pane e acqua, maledendo Fulke e cercando costantemente un modo di liberarsi dalle catene. Durante le successive conversazioni con Fulke, la voce di Sigurd venne a volte interrotta dai pensieri confusi nella sua mente. In seguito, Fulke iniziò a praticargli dei piccoli tagli sugli avambracci, ottenendo però pochi progressi mentre Sigurd aveva iniziato a perdere forza e peso. Tormentato da ripetute visioni, Sigurd lottò per mantenere il controllo di sé stesso.
Fulke decise di provare un approccio più violento, torturandolo con diversi metodi e sfruttando anche calore e pressione. Mentre Fulke gli stringeva il capo in una morsa, Sigurd le disse di essere il Signore della giustizia, facendole intuire di essere una reincarnazione di Tyr. Conoscendo la storia della divinità norrena, Fulke proseguì la sua ricerca amputandogli l'avambraccio destro. Sapendo di essere ricercata da Basim ed Eivor, Fulke trasferì Sigurd a Portcestre, lasciando a Canterbury il suo braccio da far ritrovare a Eivor.
Eivor e Basim non demorsero e continuarono a cercare Sigurd. Per salvarlo, Eivor chiamò in suo aiuto gli alleati con cui aveva stretto un legame e assediò Portcestre. Fulke riuscì a trasportare Sigurd dal torrione alla chiesa durante la battaglia, ma fu costretta a lasciarlo per tentare di fuggire. Eivor raggiunse comunque Fulke e la uccise, così Basim accompagnò Sigurd nel ritorno a Ravensthorpe, mentre sua sorella restò per respingere l'attacco delle truppe di re Aelfred.
Rientro a Ravensthorpe[]
Una volta a Ravensthorpe, Sigurd scoprì che in sua assenza Eivor avesse ucciso Dag durante uno scontro, dopo che quest'ultimo l'aveva accusata di voler prendere il posto di Sigurd. Quando Eivor tornò, Sigurd la accusò di aver impiegato molto tempo per salvarlo proprio perché voleva occupare il suo posto il più a lungo possibile. Sigurd le chiese poi perdono e andò alla tomba di Dag. Eivor lo raggiunse, e insieme parlarono della morte di Dag e delle agonie subite durante la sua prigionia da Fulke, a cui era diventato grato poiché gli aveva aperto gli occhi sulla sua identità. Sigurd le chiese poi di tornare al suo banchetto e festeggiare anche a nome suo.
Galleria[]
Apparizioni[]
- Assassin's Creed Valhalla: Il Canto della Gloria
- Assassin's Creed: Valhalla
- Assassin's Creed: Rebellion – La ferita del Corvo (menzionato)
Fonti[]
- Assassin's Creed Valhalla: Il Canto della Gloria
- Assassin's Creed: Valhalla
- Assassin's Creed: Rebellion – La ferita del Corvo
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