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Vessillo del culto

I Seguaci di Ares erano i seguaci di un culto minore dedicato ad Ares, il dio greco della guerra. Erano noti per la loro sete di sangue e per i loro attacchi nei confronti delle sfortunate vittime che venivano sacrificate al loro dio. Erano ostili nei confronti di chiunque li intralciassero.

Al tempo della guerra del Peloponneso i Seguaci caddero sotto l'influenza della Setta di Cosmos tramite il loro capo Arpalo, membro del ramo Gli Adoratori della Stirpe. Ciò li portò in conflitto aperto con la misthios spartana Kassandra, che finì per uccidere Arpalo e mandare in rovina il culto.

Storia[]

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Sacerdoti dei Seguaci ad Atene.

Prima della guerra del Peloponneso Arpalo, membro della Setta di Cosmos, si avvicinò ai Seguaci di Ares da cui venne accolto. I sermoni di Arpalo ottennero molto consenso tra i Seguaci, che ne fecero presto il loro capo. Con il consenso degli altri membri del suo ramo Arpalo li sfruttò per gli scopi della Setta.

Arpalo venne cacciato e ucciso dalla misthios Kassandra, intenta a distruggere la Setta. I gruppi dei Seguaci di Ares si scontrarono più volte con lei attraverso la Grecia, tra cui un gruppo composto da sole donne che si erano stabilite all'interno della Tomba di Polibote sull'isola di Kos. I loro canti fecero nascere voci sulla presenza di sirene nella tomba, attirando alcune vittime verso di loro tra cui Euriloco.

Nel periodo della guerra del Peloponneseo la presenza dei Seguaci era comunemente vista male. Indipendentemente dalle loro attività, la popolazione comune era terrorizzata da loro. D'altro canto erano considerati come avvelenatori che non avrebbero esitato a rubare un cane per sacrificarlo e ingannare le persone per derubarle.

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Un fanatico dei Seguaci ad Atene.

Nel corso della peste di Atene i Seguaci di Ares camminavano tra le strade della polis molestando i cittadini. In particolare presero di mira il medico Ippocrate per via della sua idea di dare fuoco ai cadaveri degli infetti, una pratica che secondo lui consideravano sacrilega. Tuttavia, la misthios Kassandra fu in grado di eliminarli.

Pratiche[]

Descritti come un sadico culto di fanatici alla ricerca di violenza e morte, attaccavano chiunque gli si avvicinasse. Il cannibalismo era parte delle pratiche di cui erano accusati con un fondo di verità, secondo quanto testimoniato dalla misthios Kassandra in Messara. I loro membri erano emarginati dalla società e preferivano avvelenare le proprie vittime piuttosto che ricorrere alla forza bruta.

Secondo Ippocrate i Seguaci credevano che la cremazione dei cadaveri fosse sacrilega, ma nonostante i suoi sospetti alcuni cadaveri bruciati potevano essere trovati in diversi accampamenti, tra cui uno in Malide.

I Seguaci erano facilmente identificabili grazie ai loro vestiti scuri con cappucci e alla vernice bianca spalmata sui loro corpi e visi a imitazione di teschi e ossa. Durante le loro cerimonie si radunavano in venerazione del loro dio e, a differenza di altri culti greci, sacrificavano non solo la fauna locale ma anche persone.

Galleria[]

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