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"Non voglio approvazioni. Voglio il potere."
―Rodrigo Borgia[src]

Rodrigo Borgia (Xàtiva, 1 gennaio 1431 - Roma, 18 agosto 1503), nato Roderico Llançol, poi Rodrigo de Borja y Borja, detto "lo Spagnolo", è stato Gran Maestro dei Templari durante il Rinascimento. Era il padre di Juan, Cesare, Lucrezia e Goffredo Borgia, e nonno dell'Assassino Giovanni Borgia.

Ideò diverse congiure per prendere il controllo dell'Italia, ma furono sventate dall'Assassino Ezio Auditore da Firenze, che divenne suo acerrimo nemico e col quale si scontrò più volte.

Fu eletto papa il 26 agosto 1492 con il nome di Alessandro VI. Fu uno dei più controversi papi del Rinascimento, e il suo cognome divenne sinonimo di guerra e corruzione.

Biografia

Gioventù

Rodrigo nacque a Xàtiva, nella Corona di Aragona. Era figlio di Jofré de Borja y Doms e di Isabella Borja, sorella di Alfonso Borgia, vescovo di Valencia. Lo zio gli permise di avviarsi a una carriera ecclesiastica.

Nel 1449, Rodrigo e il fratello Pedro si trasferirono in Italia, dove Rodrigo studiò giurisprudenza a Bologna. Nel 1455, il loro zio venne eletto papa col nome di Callisto III. Il papa nominò Rodrigo protonotario apostolico e il giovane ottenne la laurea in diritto canonico il 13 agosto 1456.

Carriera ecclesiastica

Il 17 settembre dello stesso anno Rodrigo divenne, a soli 25 anni, cardinale. Lo zio lo fece inoltre arcivescovo di Valencia, carica che Alfonso aveva ricoperto prima di essere eletto pontefice. In seguito, Rodrigo ricoprì anche il ruolo di Vicecancelliere della Chiesa romana, diventando uno degli uomini più potenti di Roma, secondo solo al papa. Il fratello venne invece nominato Prefetto di Roma. Quando, alla fine del luglio 1458, fu chiaro che Callisto III agonizzava, la città piombò nel caos. Gli abitanti assalirono tutti gli spagnoli giunti in città durante il pontificato di Callisto. Rodrigo e il fratello Pedro fuggirono dalla città. Mentre Pedro morì per la febbre, Rodrigo tornò a Roma, al capezzale dello zio, sino alla morte del papa, il 6 agosto.

Quando, il 17 agosto, i cardinali si riunirono in conclave, Rodrigo, a soli 27 anni, era il porporato più alto in carica. Sostenne Enea Silvio Piccolomini, vescovo di Siena, che diventò poi papa col nome di Pio II. Fu così riconfermato vicecancelliere, perché fu grazie a lui se molti cardinali sostennero Piccolomini. Fu la prima volta che Rodrigo dimostrò le sue abilità, e l'inizio del suo successo.

Pio II morì nel 1464, e dopo di lui regnarono Paolo II e Sisto IV. Anche sotto questi pontificati Rodrigo riuscì a essere vicecancelliere. Nel frattempo era diventato un membro dell'Ordine dei Templari.[1]

Intorno al 1465 conobbe conobbe Vannozza Cattanei, da cui ebbe diversi figli: Cesare, Juan, Lucrezia e Goffredo.

Nello stesso periodo incontrò Andrea e Manuele Paleologo, figli dell'ultimo imperatore de iure dell'Impero Bizantino dopo la morte di Costantino XI. Rodrigo fece diventare entrambi i fratelli membri dell'Ordine Templare.[2] Il cardinale frequentava anche i coniugi Caterina e Girolamo Riario. In seguito anche Girolamo divenne un Templare, probabilmente reclutato da Rodrigo.[3]

Cospirazioni

Circa nel 1476, Rodrigo divenne Gran Maestro.[3] Raggiunta questa posizione, Rodrigo aspirava di unire tutta l'Italia sotto i Templari. Perciò, pianificò diverse congiure per abbattere i sovrani dei principali stati d'Italia per farli sostituire dai suoi uomini.[4][1] Rodrigo iniziò quindi a pianificare la morte del duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, che sarebbe dovuta avvenire durante la messa del 26 dicembre 1476, al dodicesimo rintocco delle campane.[4]

Sempre nel 1476, Rodrigo cercò di lasciare Firenze con alcuni dei suoi uomini, quando, improvvisamente, Giovanni Auditore, un Assassino, lo intercettò. Rodrigo, dopo aver rischiato di morire per mano di Giovanni, fuggì, lasciandolo a combattere contro i suoi uomini. Nascosto dietro un palazzo, Rodrigo vide Giovanni catturare uno dei suoi uomini. Il prigioniero rivelò sotto tortura della congiura. Lorenzo de' Medici, che aveva partecipato alle indagini, inviò Giovanni a Milano per fermare il piano dei Templari. Tuttavia, Giovanni non fece in tempo a salvare il duca, e Rodrigo iniziò a programmare la sua mossa successiva.[4]

Esecuzione degli Auditore

Nello stesso anno, i Templari veneziani Marco e Silvio Barbarigo inviarono una lettera a Rodrigo. Giovanni intercettò il messaggio e lo consegnò a Lorenzo de' Medici, che chiese a Uberto Alberti, gonfaloniere di giustizia a Firenze, di cercare qualcuno che riuscisse a decodificarla. Uberto era però segretamente alleato dei Templari, e fece decodificare la lettera a un altro Templare, Antonio Maffei. Uberto in seguito convinse l'Assassino che l'unico modo per sapere chi si nasconde dietro alla vicenda era consegnare lui stesso la lettera. Una volta arrivato a Roma, Giovanni consegnò la lettera a un uomo, che a sua volta lo fece viaggiare di mano in mano prima di arrivare alla sua destinazione finale: Rodrigo.[4]

Rodrigo e Sisto IV

Rodrigo parla con Sisto IV.

Ricevuto il messaggio, Rodrigo si recò subito in Vaticano per chiedere al Papa Sisto IV di ricevere il permesso di uccidere Lorenzo de' Medici, ottenendo dal pontefice un supporto spirituale e militare, affinché fosse garantito il bene della Repubblica di Firenze e della Santa Sede.[4][1]

Soddisfatto, Rodrigo uscì dal Vaticano, e venne pedinato da Giovanni tra le strade di Roma. Sapendo di essere seguito dall'Assassino, Rodrigo entrò in una chiesa dove aveva preparato una trappola per lui. Giovanni, dopo essere entrato nella chiesa, incontrò un monaco che gli disse di non aver visto passare nessuno. Non credendogli, Giovanni avanzò all'interno della chiesa, ancora in costruzione.[4]

Cogliendolo di sorpresa, Rodrigo fece un discorso all'Assassino, dicendogli che, viste le sue grandi abilità in combattimento, sarebbe stato molto utile per la sua causa. Giovanni rifiutò, e, a quel punto, Rodrigo diede l'ordine ai suoi uomini, che erano rimasti nascosti, di ucciderlo. Giovanni riuscì a uccidere tutti i soldati, ma Rodrigo gli lanciò contro un pugnale che colpì l'Assassino al petto. A quel punto, Rodrigo fuggì dalla chiesa.[4]

Giorni dopo, appreso che Giovanni era ancora vivo, Rodrigo e gli altri Templari si riunirono, e insieme discussero sul fatto che Giovanni era il maggiore ostacolo dei Templari, e decisero che doveva morire. Rodrigo calmò i presenti dicendo di avere in mente qualcosa per lui.[4]

L'Ultimo Rimasto 5

Rodrigo e Uberto al processo degli Auditore.

Rodrigo cospirò quindi assieme al corrotto Uberto Alberti e alla famiglia Pazzi per far arrestare Giovanni e i suoi figli, per poi giustiziarli con l'accusa di "tradimento", approfittando dell'assenza di Lorenzo de' Medici.[1]

Dopo l'arresto di Giovanni e di due dei suoi figli, Rodrigo attese il processo alla famiglia Auditore a casa di Uberto Alberti. Ezio Auditore, figlio di Giovanni che era sfuggito all'arresto, quella notte venne a dare a Uberto le prove che aveva raccolto il padre, riguardanti una congiura contro gli Auditore e contro i Medici.[5] La mattina seguente, Rodrigo era sul patibolo quando Giovanni e due dei suoi figli, Federico e Petruccio, vennero giustiziati.[6] Anni dopo, Rodrigo affermò che non serviva che i fratelli di Ezio morissero, ma lui li aveva uccisi "giusto per farlo".[7]

Congiura dei Pazzi

"Signori, domani un nuovo sole sorgerà su Firenze."
―Rodrigo rivolto ai congiurati[src]
Conciliabolo Segreto 6

Rodrigo discute con gli altri cospiratori.

Nel 1477, Rodrigo cospirò per uccidere il capo di Firenze, Lorenzo de' Medici, e suo fratello Giuliano. Rodrigo partì quindi per la Toscana, dove si recò prima a un incontro con i Pazzi a San Gimignano[8], e in seguito, il 25 aprile 1478, a un altro incontro con i Templari nelle catacombe sotto la basilica di Santa Maria Novella. Dopo aver discusso su alcuni dettagli, dichiarò che il giorno dopo i Templari avrebbero preso il controllo della città.[9]

Tuttavia, Ezio intervenne e sventò la congiura a Firenze, salvando Lorenzo e uccidendo Francesco de' Pazzi. Rodrigo organizzò quindi un incontro tra i Templari previsto due anni dopo, con i congiurati rimasti in Toscana. I congiurati rimasti volevano chiedere asilo a Rodrigo, ma, nei mesi precedenti alla riunione, la maggior parte dei cospiratori furono uccisi da Ezio.[1]

Il 3 gennaio 1480,[10] solo Jacopo de' Pazzi si presentò alla riunione vivo. Lì, Jacopo fece ricadere la colpa del fallimento sul nipote Francesco per la sua impazienza, e su Emilio Barbarigo per aver fornito loro armi di scarsa qualità. Infuriato dalle scuse di Jacopo, Rodrigo lo sgridò, per poi pugnalarlo, aiutato da Emilio Barbarigo. Rodrigo poi chiamò Ezio, che aveva pedinato Jacopo alla riunione e che stava osservando l'incontro da lontano. Sarcasticamente, gli chiese scusa per avergli strappato la preda, poi ordinò quindi ai suoi uomini di ucciderlo, e se ne andò senza preoccuparsi del destino di Ezio, che riuscì a liberarsi e uccidere tutte le guardie.[11]

Congiura veneziana

"Ritengo necessario un mio coinvolgimento più diretto. I Pazzi ci hanno deluso a Firenze. Spero non facciate lo stesso."
―Rodrigo ai templari veneziani[src]
Parenti Serpenti 9

Rodrigo con i Templari veneziani.

Dopo il fallimento fiorentino, Rodrigo, insieme a Carlo Grimaldi e alla famiglia Barbarigo, architettò un piano per uccidere il Doge Giovanni Mocenigo. Durante un incontro, decise che Marco Barbarigo sarebbe diventato Doge, prendendo il controllo di Venezia. Li avvertì inoltre di fare attenzione da Ezio, che aveva sconfitto i Pazzi, e che si aggirava in città, senza sapere che in quello stesso momento Ezio li stava spiando.[12]
Carlo Grimaldi riuscì ad uccidere il doge Mocenigo avvelenandolo con la cantarella fornita da Silvio Barbarigo, ma fu ucciso da Ezio che si era introdotto nel Palazzo Ducale con la macchina volante di Leonardo da Vinci.[13]

Marco Barbarigo divenne doge, ma venne ucciso un anno dopo dall'Assassino.[14]

Spedizione a Cipro

In questo periodo, Rodrigo venne contattato da Cem, il figlio di Mehmet II e il fratello di Bayezid II, che era in possesso di una Mela dell'Eden che intendeva consegnare a Rodrigo dopo essersi accertato delle intenzioni del Gran Maestro. Il Borgia fece rapire Cem e lo imprigionò in Italia, sino a quando non venne a sapere che era nascosta nell'Archivio Templare di Cipro.[15]

Rodrigo organizzò una spedizione per recuperare la Mela, e per questo fece occupare l'Arsenale di Venezia dai Templari.[1] La spedizione doveva essere guidata da Silvio Barbarigo, che però venne ucciso da Ezio insieme a Dante Moro prima di poter partire.[16]

Confronto con Ezio

"Tu sostieni di non credere... eppure sei venuto. Non lo vedi? Il Profeta è già qui... Sono io il Profeta. Ora dammi la Mela."
―Rodrigo ad Ezio[src]
Adattarsi 5

Rodrigo confronta Ezio Auditore.

Il 25 giugno 1488, la nave con a bordo il Frutto dell'Eden arrivò a Venezia.[17] Ezio, sapendo che Rodrigo sarebbe stato nella città, dove sarebbe dovuto apparire il "Profeta" menzionato dal Codice, uccise la guardia che portava la cassa contenente la Mela e prese il suo posto. In questo modo, riuscì a raggiungere Rodrigo. I due iniziarono a combattere, e Rodrigo, rendendosi conto che non poteva sconfiggere da solo Ezio, chiamò delle guardie per sopraffare Ezio. Improvvisamente, molti degli alleati di Ezio, tutti Assassini, apparvero, tenendo a bada le guardie per permettere Ezio di sconfiggere Rodrigo, che fuggì prima di essere ucciso.[7]

Rodrigo scoprì poi che Girolamo Riario, il defunto marito di Caterina Sforza, aveva una mappa, rubata nel 1480 da Palazzo Pitti, dove vi era riportato dove si trovavano tutte le pagine del Codice, così assunse i fratelli Orsi per recuperarla. Gli Orsi scoprirono che Caterina aveva la Mela, e la presero per ottenere una paga supplementare. Purtroppo per loro, Ezio riuscì a ucciderli, anche se la Mela giunse nelle mani di Girolamo Savonarola, un nemico di Rodrigo.[1]

Con la Mela, Savonarola prese il controllo sulla città di Firenze dopo la morte di Lorenzo. Rodrigo inviava costantemente i suoi uomini a Firenze nella speranza vana di ottenere la Mela.[1]

Inquisizione spagnola

Negli anni seguenti, Rodrigo ingannò l'Inquisitore Generale di Spagna Tomas Torquemada al fine di catturare e uccidere gli Assassini nella penisola iberica, convincendolo del fatto che gli Assassini fossero eretici. Tomas, che era convinto della buona fede di Rodrigo, seguì ciecamente i suoi ordini. Tuttavia gli Assassini spagnoli seppero controbattere abilmente grazie all'aiuto di Ezio, il quale uccise tutti gli inquisitori a cui Torquemada aveva affidato il bracconaggio degli Assassini e convincendo lo stesso a terminare l'inquisizione dei loro confratelli.[18]

Nello stesso periodo, Rodrigo scoprì i piani di navigazione verso le Indie di Cristoforo Colombo. Il navigatore intendeva passare da ovest per raggiungere le Indie, ma Rodrigo era a conoscenza della presenza del continente americano e non voleva fosse scoperto. Pertanto, organizzò un incontro con Cristoforo a Venezia, che era in realtà un'imboscata. L'amico di Cristoforo Luis de Santángel, un Assassino, sospettava una trappola, e chiese l'aiuto di Ezio, che riuscì a salvare Cristoforo, che partì verso le Indie sbarcando però nei Caraibi.[18]

Elezione papale

"Sono diventato Papa perché mi dava l'accesso. Mi dava il potere! Tu pensi che io creda a una singola, maledetta parola di quel libro ridicolo? Tutte menzogne, superstizioni, come ogni altro testo religioso scritto negli ultimi diecimila anni!"
―Rodrigo ad Ezio sulla Bibbia, 1499[src]

Il 25 luglio 1492 morì Innocenzo VII, e Rodrigo, vicecancelliere da trentasette anni sotto quattro papi diversi, era il favorito, in quanto era stato al centro degli affari ecclesiastici per un trentennio. Il Borgia fu eletto Papa il 26 agosto 1492 e stabilì il suo potere a Roma. Il suo vero intento, tuttavia, era di ottenere lo scettro papale, un Bastone dell'Eden, e l'accesso alla Cripta, nascosta nelle Grotte Vaticane dove, secondo lui, vi era Dio.[1]

Dopo essere stato eletto, Rodrigo riuscì a controllare tutta la città di Roma. Nominò il figlio Juan capitano generale delle forze papali, mentre il figlio Cesare divenne cardinale a soli diciotto anni, decisione che scandalizzò tutta la città. Tuttavia Cesare non sopportava la decisione del padre, e fece quindi uccidere il fratello. In seguito alla morte di Juan, Cesare ebbe dal padre la dispensa dalla vita ecclesiastica e fu nominato capitano generale.[19]

Nel 1499, Rodrigo propose a Caterina Sforza, contessa di Imola e Forlì, di combinare un matrimonio tra sua figlia, Lucrezia, e Ottaviano Riario, il figlio della contessa. Rodrigo pensava che con un genero come Ottaviano, avrebbe potuto controllare le aree di Forlì e di Imola. Caterina rifiutò l'offerta, non solo perché si era alleata con gli Assassini, ma anche perché immaginava quali fossero i piani di Rodrigo. Inoltre, sapeva che precedenti mariti di Lucrezia erano morti prematuramente, assassinati su ordine di Cesare. Pare che la contessa rispose con una lettera contenente i germi della peste. Rodrigo approfittò dell'accaduto per ordinare al figlio Cesare, che stava conquistando la Romagna, di marciare su Forlì.[3]

Confronto in Vaticano

"Non sai che cosa è custodito all'interno? Vuoi dirmi che il grande e potente Assassino non c'è ancora arrivato? [...] Dio... Lì dentro c'è Dio!"
―Rodrigo ad Ezio sulla Cripta[src]
Nella Tana Del Lupo 9

Rodrigo usa il Bastone contro Ezio.

Il 28 dicembre 1499, Ezio si introdusse nella Cappella Sistina e tentò di assassinare Rodrigo. Credendo di averlo ucciso, l'Assassino diede a Rodrigo la benedizione finale. Tuttavia il papa utilizzò il Bastone dell'Eden per riuscire a rialzarsi. Ezio, a differenza degli altri presenti nella sala, resistette al potere del Frutto e utilizzò la Mela dell'Eden per creare delle copie di se stesso.[20]

L'Assassino riuscì a sconfiggere Rodrigo, che però utilizzò il potere del Bastone per bloccare Ezio e sottrargli la Mela. Dopo aver pugnalato l'avversario, Rodrigo aprì l'accesso alla Cripta nascosto nella Cappella e raggiunse l'ingresso della sala interna. Malgrado avesse combinato i due Frutti, Rodrigo non riuscì ad aprire l'ingresso.[20]

Rodrigo venne poi raggiunto da Ezio, che non era morto grazie all'armatura che indossava, mentre batteva furiosamente sulla porta. L'Assassino gli propose di combattere senza usare armi o manufatti, e Rodrigo accettò. Durante lo scontro, Rodrigo spiegò all'Assassino che non credeva in ciò che diceva la Bibbia, ritenendo che tutto ciò che dicevano la Chiesa e le altre religioni erano solo bugie. Inoltre gli disse che era convinto che nella cripta vivesse Dio. Secondo lui, i manufatti servivano proprio per controllare Dio. L'Assassino riuscì a sconfiggere il Gran Maestro, e gli disse che non era lui il profeta. Rodrigo, rotto da questa rivelazione, gli chiese di finirlo. Ezio tuttavia rifiutò, dicendogli che ucciderlo non gli avrebbe ridato la sua famiglia. Dopo essere stato sconfitto, Rodrigo vide Ezio aprire la porta della sala interna della cripta. Mentre l'Assassino ascoltava il messaggio destinato al Profeta, Rodrigo fuggì.[20][1][21]

Quando suo figlio Cesare, che guidava una campagna militare in Romagna, venne a conoscenza dello scontro, guidò un assedio a Monteriggioni per uccidere il più forte degli Assassini e impossessarsi della Mela.[21]

Ultimi anni

"Non si era parlato di conquistare l'Italia. [...] Rischi di rovinare il delicato equilibrio che abbiamo conquistato con tanta fatica."
―Rodrigo rivolto a Cesare[src]
Entrata E Uscita 6

Rodrigo parla con Cesare.

Rodrigo aveva rinunciato a combattere l'Ordine degli Assassini, optando per preservare l'equilibrio di potere tra gli stati che si era riuscito ad ottenere. Tuttavia, Cesare era ansioso di diventare il capo supremo dell'Italia, un piano che Rodrigo non approvava. Cesare, in qualità di capitano generale, controllò comunque l'esercito papale, e svolse i suoi piani senza la sua approvazione. Rodrigo discusse più volte con Cesare, che tuttavia ignorò i rimproveri del padre.[21][22]

Nei mesi successivi allo scontro con Ezio, Rodrigo fu perseguitato da cattivi presagi. Nel giugno del 1500, una guglia caduta dal tetto della Basilica di San Pietro fece precipitare una sbarra di ferro a pochi passi dal papa, e il giorno seguente crollò un'intera stanza: tutti i presenti morirono, tranne Rodrigo che si salvò grazie alla protezione del baldacchino che lo sovrastava. Verso la fine dell'anno, mentre era a caccia, subì la carica di un cervo. Dopo tali eventi, Rodrigo lasciò sempre più potere a Cesare.[21]

Rodrigo, nel 1501, si fece consegnare la Mela dal figlio e la tenne con sé. Pare che si affezionò al nipote Giovanni, figlio di Lucrezia e Perotto Calderon. A volte faceva giocare il nipote col Frutto dell'Eden, e rimase stupito quando il piccolo Giovanni materializzò un'aquila.[23]

Risalgono a questo periodo le voci che alimentarono per anni le dicerie sui Borgia. Si diceva che Rodrigo partecipasse a "feste carnali" con la figlia, durante le quali pare avesse rapporti incestuosi con lei. Altre dicerie molto diffuse accusavano il papa di avvelenare dei cardinali per impossessarsi dei loro beni.[21]

Morte

"Fatevi da parte, vecchio."
―Cesare Borgia al padre, prima di ucciderlo[src]

Dopo la morte di Juan Borgia il Maggiore per mano di Ezio Auditore, il 1 agosto 1503, Rodrigo nascose la Mela nel Cortile della Pigna, in Vaticano. Successivamente ordinò di che i finanziamenti di Cesare fossero reindirizzati al suo banchiere, Agostino Chigi.[21]

Dopo che la Confraternita uccise Octavian de Valois, il papa, ormai stanco della lotta contro gli Assassini e dell'ambizione di Cesare, decise di sbarazzarsi del figlio. Inviò a Cesare una lettera nella quale lo informava degli avvenimenti recenti, ma la lettera fu scambiata con una falsa dagli Assassini.[21][24]

Una Mela Al Giorno..

La morte di Rodrigo.

Il 18 agosto 1503, Rodrigo si procurò della cantarella ed avvelenò delle mele. Quando Cesare arrivò a Castel Sant'Angelo, Rodrigo lo incontrò negli appartamenti papali, dove comunicò al figlio la morte del barone di Valois. Quando Cesare chiese al padre se lo avrebbe aiutato, Rodrigo rispose negativamente, ricordandogli che era lui a possedere il Frutto dell'Eden e rimproverandolo per le sue azioni. Cesare addentò una delle mele avvelenate e accusò il padre di essere un fallito. Quando Lucrezia irruppe nella stanza per avvertire il fratello che il papa intendeva avvelenarlo, Cesare costrinse il padre a mordere una mela avvelenata. Lucrezia, tentando di salvare Rodrigo, disse al fratello che sapeva dov'era nascosta la Mela. Cesare si allontanò dal padre, ormai agonizzante, e si fece dire dalla sorella dov'era nascosta la Mela. Ezio Auditore, che aveva assistito alla scena, entrò nella stanza e diede a Rodrigo la benedizione finale, prima di chiudere gli occhi del cadavere.[25]

Venne sepolto nella Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli.

Eredità

Con la morte di Rodrigo, il potere dei Borgia svanì. Il figlio perse il comando dell'esercito papale e senza il supporto del padre Cesare perse tutto il potere che aveva a Roma. Quando i cardinali elessero papa Giulio II della Rovere, il 1 novembre 1503, il nuovo papa fece imprigionare Cesare.[21]

L'influenza templare in Europa, e soprattutto in Italia, si era notevolmente indebolita, tanto che il periodo nel quale Rodrigo fu Gran Maestro venne poi ricordata come "età oscura" per l'Ordine. I Templari del XXI secolo criticavano Rodrigo soprattutto per la sua sete di potere personale e la sua corruzione, che lo allontanarono dagli ideali templari, corrompendo l'Ordine.[21][2]

Curiosità

  • In Assassin's Creed II, anche se Ezio non ha ucciso Rodrigo, viene indicato come morto nell'elenco dei cospiratori una volta completato il gioco e rientrato nell'Animus. Ciò può essere dovuto semplicemente al fatto che Ezio ha rimosso Rodrigo dall'elenco.
  • In una scena in Assassin's Creed: Lineage, egli viene visto con una mela, probabile riferimento alla Mela dell'Eden che tenterà di ottenere negli anni seguenti.
  • L'abito di Rodrigo prima di diventare Papa somiglia alla tunica di Al Mualim in Assassin's Creed. Rodrigo condivide anche un' altra cosa con Al Mualim, in quanto entrambi mantengono i loro cappucci durante la maggior parte della trama dei due videogiochi.
  • Rodrigo è l'unico bersaglio con cui Ezio ha dovuto lottare più volte, ed è anche uno dei tre bersagli che vengono risparmiati (gli altri sono Tomas Torquemada e Micheletto Corella). È anche il più forte combattente in Assassin's Creed II.
  • È possibile uccidere Rodrigo nella Cappella Sistina con la Lama Avvelenata. Dopodiché, si può brandire il Bastone dell'Eden, anche se non è possibile utilizzarne i poteri.
  • Il destino di Rodrigo è differente nel romanzo Assassin's Creed: Rinascimento. Nel gioco, Ezio, lo risparmia, mentre nel romanzo, quando Ezio esce dalla Cripta, Rodrigo cerca di suicidarsi assumendo del veleno.
  • Nel video nel Database di Rodrigo, c'è una scena in cui Rodrigo, nel suo abito papale, è in piedi accanto ai suoi compagni Templari, seduti a un tavolo. Ciò è impossibile, poiché quando Rodrigo divenne Papa, Ezio aveva già ucciso tutti gli altri Templari. Lo stesso errore è presente anche nel video del database sui fratelli Orsi.
  • Rodrigo aveva numerosi figli: Cesare, Lucrezia, Giovanni, e Gioffrè, avuti dalla sua amante Vannozza dei Cattanei, ed una figlia, Laura, avuta da Giulia Farnese, e un numero imprecisato di bambini provenienti da altre amanti.
  • Raramente, durante la lotta contro Rodrigo, lo si può veder brandire una lancia invece del Bastone.
  • Rodrigo è un antenato di molte famiglie reali d'Europa attraverso i suoi figli Lucrezia, Juan e Cesare. Sopratutto quest'ultimo era legato con la casata reale dei Valois di Francia, dopo aver sposato Carlotta d'Aragona, e infine con le casate spagnole grazie al matrimonio successivo con Carlotta d'Amboise di Navarra.
  • Rodrigo morì a 72 anni, un numero chiave in Brotherhood in quanto il 72 è la chiave d'accesso al Tempio di Giunone.

Galleria

Note

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