- "Una biblioteca nascosta sotto il castello di Masyaf. Un santuario colmo d'una saggezza inestimabile. Che cosa vi troverò una volta giunto? Chi mi accoglierà? Un manipolo di zelanti Templari, come temo? O nient'altro che il sibilo di un vento freddo e solitario?"
- ―Ezio Auditore in una lettera alla sorella[src]
La ricerca delle Chiavi di Masyaf, all'inizio del XVI secolo, coinvolse il rito bizantino dei Templari e più tardi il Mentore della Confraternita italiana degli Assassini, Ezio Auditore da Firenze.
Le chiavi servivano ad aprire la biblioteca fatta costruire dal leggendario Mentore della Confraternita levantina, Altaïr Ibn-La'Ahad, sotto la fortezza di Masyaf nel mezzo del XIII secolo. Altaïr le affidò in seguito ai fratelli Niccolò e Maffeo Polo, che le nascosero a Costantinopoli e raccontarono il loro incontro con l'anziano Mentore nel diario La Crociata Segreta.
Il principe ottomano Ahmet, seguendo il sogno dello zio Cem, cercò di accedere alla biblioteca convinto che contenesse la posizione del Grande Tempio, dove sperava trovare il potere necessario ad imporre la visione Templare sul mondo. Ahmet si alleò con Manuele Paleologo ed organizzò una spedizione a Masyaf con le forze rimaste fedeli ai Bizantini.
Ezio Auditore, che aveva scoperto l'esistenza della biblioteca in una lettera del padre, si recò in pellegrinaggio nell'antica roccaforte degli Assassini e si scontrò per la prima volta con i Templari bizantini. Dopo aver appreso delle cinque Chiavi, Ezio partì per Costantinopoli per recuperarle. Nella capitale imperiale, scoprì che le chiavi erano anche dei sigilli della memoria contenenti dei ricordi di momenti chiave della vita di Altaïr.
Collaborando con la Confraternita ottomana e la libraia Sofia Sartor, Ezio si impossessò delle cinque Chiavi, eliminò la minaccia bizantina ed entrò nella biblioteca di Altaïr nel 1512.
Antefatto[]
- Altaïr: Prendete queste e abbiatene cura. Nascondetele, se serve. [...] Sono chiavi, ciascuna contenente un messaggio.
- Niccolò: Un messaggio... Per chi?
- Altaïr: Vorrei saperlo.
- —Altaïr consegna le Chiavi a Niccolò Polo[src]
Altaïr Ibn-La'Ahad divenne Mentore della Confraternita levantina degli Assassini nel 1191, e studiò tutta la sua vita la Mela dell'Eden in suo possesso. Dopo aver perso il controllo della Confraternita di Masyaf nel 1228,[1] Altaïr si esiliò ad Alamut, dove scoprì un tempio Isu contenente dei sigilli della memoria, manufatti capaci di registrare dei ricordi.[2] Altaïr li portò con sé quando fece ritorno a Masyaf nel 1247 per riprendere il controllo della Confraternita dalle mani di Abbas Sofian. Dopo essere nuovamente diventato Mentore, Altaïr fece costruire una biblioteca sotto alla fortezza, e usò cinque dei sigilli come chiavi. Ognuna delle Chiavi conteneva un ricordo di Altaïr di un momento importante della sua vita.[3]

Altaïr affida le Chiavi ai Polo.
Nel 1257, Altaïr invitò a Masyaf Niccolò e Maffeo Polo, per farli addestrare. Prima di mandarli via di fronte alla minaccia mongola, l'anziano Mentore affidò loro le cinque Chiavi e il suo Codice.[4] Dopo aver lasciato la Siria, i fratelli Polo si recarono a Costantinopoli, dove stabilirono una nuova gilda dell'Ordine e nascosero le Chiavi. Niccolò Polo raccontò la vita di Altaïr nel suo diario, che chiamò La Crociata Segreta.[3]
L'esistenza della biblioteca e il mistero che la circondava fecero sognare molti: per esempio, Giovanni Auditore da Firenze ne parlò in una lettera del 1458.[5] Anche i Templari speravano di scoprire i segreti della biblioteca: per questo il principe ottomano Cem cercò di ottenere il diario di Polo. Durante la sua prigionia in Europa, Cem scrisse delle lettere al nipote Ahmet, figlio del sultano Bayezid II, iniziandolo all'Ordine dei Templari e convidivendo il segreto della biblioteca di Altaïr e de La Crociata Segreta.[6] I Templari entrarono in possesso del diario nel 1495, acquistandolo all'Inquisizione spagnola.[7]
Scoperta della prima Chiave e spedizione di Masyaf[]
- "Ci ho messo un anno a trovare questa camera. E negli ultimi tre mesi ho provato a oltrepassare questa porta. [...] Non l'ho neanche scalfita! Questa pietra è più dura dell'acciaio."
- ―Un lavoratore sui progressi dei Templari a Masyaf[src]
Dopo il terremoto di Costantinopoli del 1509, i Bizantini riapparvero nella città, cercando di ricreare il defunto Impero bizantino, segretamente sotto la guida di Manuele Paleologo, nipote di Costantino XI Paleologo. Ahmet si alleò con il Rito bizantino dell'Ordine dei Templari; più giovane e carismatico di Manuele, ne divenne rapidamente il Gran Maestro.[8] Ahmet incaricò Hasan Pasha di esplorare i tunnel sotto al Palazzo Topkapı, dove nel 1510 fu scoperta una delle Chiavi di Masyaf.[6]
Ahmet e Manuele si divisero le responsabilità: mentre Ahmet si sarebbe occupato della ricerca delle Chiavi, Manuele avrebbe addestrato le forze Templari nelle loro basi, in particolare a Derinkuyu, in Cappadocia. Nello stesso momento si scatenò una guerra civile quando il fratello di Ahmet, Selim, cercò di deporre il padre con la forza e il supporto dei Giannizzeri.[3]
Convinti che nella biblioteca avrebbero trovato le indicazione per la posizione del Grande Tempio, i cui poteri avrebbero permesso di imporre un Nuovo Ordine Mondiale, i Templari bizantini organizzarono una spedizione per esplorare Masyaf, mentre cercavano le quattro Chiavi restanti a Costantinopoli. L'impresa fu affidata a Leandros, che ricevette La Crociata Segreta da seguire come guida. I Bizantini occuparono l'antica roccaforte degli Assassini e il vicino villaggio di Atlas, ma malgrado i notevoli mezzi impiegati non fecero molti progressi: misero più di un anno a trovare l'entrata della biblioteca, una porta che mesi di sforzi non riuscirono ad aprire.[9]
Il pellegrinaggio di Ezio Auditore[]
- "Oggi ho più domande che risposte. Per questo mi sono spinto tanto lontano, per fare chiarezza. Per trovare la saggezza lasciata dal grande Altaïr, in modo da comprendere meglio lo scopo della nostra lotta e il mio ruolo in essa."
- ―Ezio Auditore riflette sul motivo del suo viaggio[src]
Nel 1510, il Mentore della Confraternita italiana degli Assassini Ezio Auditore da Firenze scoprì la lettera in cui il padre Giovanni accennava alla biblioteca di Altaïr.[5] Ezio cercava di capire il suo ruolo di "Profeta": nel 1499, così come predetto nel Codice di Altaïr, aveva aperto la Cripta Vaticana e ricevuto un messaggio di Minerva destinato ad un misterioso Desmond.[10] Dopo aver definitivamente sconfitto la famiglia Borgia, Ezio cercò delle risposte alle domande che si poneva sulla lunga guerra tra Assassini e Templari e sul suo ruolo, e pensò che le avrebbe trovate nella biblioteca di Altaïr. Decise quindi di lasciare la guida degli Assassini italiani alla sorella Claudia e di partire per Masyaf.[5][11]
Giunto ad Acri, apprese che la strada di Masyaf era controllata da mercenari stranieri, e si chiese se l'antica fortezza della Confraternita, abbandonata dall'Ordine da più di 250 anni, fosse ormai sotto controllo Templare. Ezio continuò comunque il suo viaggio; giunto a Masyaf nel marzo 1511, fu sopreso dall'armata bizantina e catturato, ma riuscì a fuggire.[5]

Ezio ed Adad davanti alla porta della biblioteca.
Ezio esplorò i sotterranei di Masyaf e trovò l'ingresso della biblioteca, sorvegliato da guardie. Dopo averle eliminate, parlò con un lavoratore, Adad, che gli spiegò le difficoltà degli scavi. Ezio apprese dall'uomo che il capitano Templare aveva con sé un diario in cui era indicata la posizione delle Chiavi, e decise dunque di rintracciare Leandros per recuperare il libro.[9]
Dopo un lungo e difficile inseguimento,[12] Ezio scovò Leandros nel villaggio di Atlas e lo uccise, recuperando così il libro, che si rivelò essere il diario di Polo. Quando Ezio disse che i segreti di Altaïr non erano per i Templari, Leandros replicò che loro cercavano solo la posizione del Grande Tempio, ma morì prima che Ezio potesse porgli altre domande.[13]
Ezio lesse La Crociata Segreta ed apprese che le Chiavi erano nascoste a Costantinopoli, e decise così di recarvisi per trovarle prima che potessero farlo i Templari.[3][2]
Scontri e scoperte a Costantinopoli[]
- "Benvenuto a Kostantiniyye, il crocevia del mondo. Molti uomini hanno governato questa città, ma non l'hanno mai soggiogata. Lei li ha sempre respinti."
- ―Yusuf accoglie Ezio[src]

Ezio e Yusuf in cima alla torre di Galata.
Ezio si recò a Rodi e da lì si imbarcò per Costantinopoli, dove giunse nel maggio 1511, sulla stessa nave che un giovane ottomano, segretamente il principe Solimano. Il Mentore italiano fu accolto sul molo dal Maestro Assassino a capo della gilda locale, Yusuf Tazim, che aveva udito dello scontro a Masyaf e lo accompagnò al covo di Galata.[14] Ezio combatté al fianco della Confraternita turca per difendere i covi degli Assassini sparsi per la città.[15][16] In seguito, il Mentore reclutò degli Apprendisti e li addestrò,[17] affinché potessero aiutarlo a combattere gli agenti Templari nella città.[18][19] Ezio inviò anche degli Assassini in missioni nelle città del Mediterraneo per difenderle dall'influenza dei Templari.[20]
La stazione commerciale dei Polo[]
- Sofia: Che strani simboli. E questi sono titoli di libri. Libri rari! Alcuni di questi non si vedono da più di mille anni. [...]
- Ezio: Sofia, potete decifrare la mappa e aiutarmi a trovare quei libri?
- Sofia: Me li presterete, quando avrete finito?
- Ezio: Troveremo un accomodamento.
- —Sofia ed Ezio esaminano la mappa dei Polo[src]
Dopo aver appreso i princìpi della fabbricazione delle bombe da Yusuf, Ezio si recò al Gran Bazaar per incontrare Piri Reis, marinaio e cartografo, per chiedergli la posizione dell'antica stazione commerciale dei Polo. Piri gli indicò dove trovarla, ad ovest dell'Hagia Sophia.[21]

Ezio nella bottega di Sofia.
Ezio si recò quindi al luogo indicatogli, che scoprì ospitare ormai una libreria. La proprietaria si rivelò essere una donna veneziana, Sofia Sartor, che era da poco tornata nella città sulla stessa nave su cui Ezio si era imbarcato a Rodi. Fingendo di cercare dei libri, Ezio usò il senso dell'aquila per cercare degli indizi e trovò una porta segreta, di cui attivò il meccanismo con la sua lama celata. Sofia, attirata dal rumore, fu sorpresa dalla scoperta, e si domandò dove portasse il passaggio. Ezio si propose di esplorare, al che lei gli chiese chi fosse. Ezio, da incorreggibile donnaiolo, rispose che era l'uomo più interessante che lei avesse mai incontrato. Sofia lo accusò di essere presuntuoso, ma Ezio si limitò a rispondere che sarebbe tornato presto.[22]
Il passaggio condusse il Mentore nella cisterna di Yerebatan, dove dei soldati bizantini stavano cercando le Chiavi da tredici mesi, senza successo. Malgrado la presenza Templare, Ezio esplorò la cisterna sotterranea senza essere individuato e trovò la stanza in cui era conservata la Chiave. Nello stesso luogo trovò una mappa di Costantinopoli.[23]
Tornato alla bottega di Sofia, i due italiani esaminarono insieme la mappa dei Polo, che aveva dei simboli nei margini nonché i titoli di libri rari. Ezio chiese a Sofia di aiutarlo a decifrare la mappa per trovare gli altri manufatti ed i libri; la donna accettò a condizione di poter leggere i libri riscoperti.[24]

Ezio mostra la Chiave a Yusuf.
Uscito dalla libreria, Ezio fu raggiunto da Yusuf, a cui mostrò la Chiave che aveva recuperato nella cisterna. Yusuf gli consigliò di tenerla al sicuro, nel covo degli Assassini.[24]
Nel covo di Galata, Ezio esaminò la Chiave, e scoprì che si trattava di un manufatto della Prima Civilizzazione, come la Mela dell'Eden che aveva posseduto prima di nasconderla a Roma. Il Mentore riuscì ad attivare il sigillo e assistette all'attacco a Masyaf ad opera di Haras nel 1189, in cui Altaïr difese il villaggio e salvò il suo Mentore, Al Mualim, guadagnandosi così il rango di Maestro Assassino. Ezio si interrogò sul messaggio che Altaïr voleva trasmettere con i suoi ricordi attraverso le Chiavi di Masyaf.[25]
L'alleanza con il giovane principe[]
- Articolo principale: Attacco a Solimano
- Ezio: Posizione delicata la vostra. Ma che c'entrano i Bizantini con tutto questo?
- Solimano: Speravo che poteste saperlo. Vi andrebbe di aiutarmi a scoprirlo?
- Ezio: Li sto tenendo d'occhio. Posso aiutarvi, fintanto che i nostri interessi coincidono.
- —Ezio e Solimano parlano dopo l'attacco[src]
Ezio fu informato da Yusuf di un attacco progettato dai Bizantini per uccidere il nipote di Bayezid, il principe Solimano. Ezio vide un'opportunità di stringere un rapporto con il potere e di scoprire informazioni sulla Chiave trovata sotto al palazzo del sultano. Il Mentore accompagnò quindi Yusuf e i confratelli sino al Palazzo Topkapı. Gli Assassini si travestirono da menestrelli per infiltrarsi nella festa; Ezio usò il senso dell'aquila per identificare i sicari, poi distrasse la folla cantando delle canzoni satiriche sui suoi avversari, attirando su di sé l'attenzione affinché gli Assassini turchi potessero silenziosamente eliminare i Templari.[26]

Ezio, travestito da menestrello, distrae la folla.
Gli Assassini controllarono i diversi cortili del palazzo, e videro il principe Solimano nel terzo cortile in compagnia dello zio Ahmet. La scoperta di uno dei cadaveri dei sicari provocò la reazione dei Giannizzeri incaricati di proteggere la famiglia del sovrano, e le guardie attaccarono gli Assassini credendo volessero uccidere il principe. Approfittando della situazione, un sicario tentò di attaccare Solimano, ma Ezio lo uccise con il manico del suo liuto. Solimano riconobbe Ezio, avendo parlato con lui sulla nave su cui avevano raggiunto Costantinopoli, e ordinò alle guardie di porre fine al combattimento. Ezio si presentò al principe, che lo invitò a tornare a vederlo per chiedergli la sua opinione sulla situazione.[26]
Dopo aver indossato le sue vesti da Assassino, Ezio incontrò nuovamente Solimano, che gli chiese di aiutarlo a scoprire quale fosse il ruolo dei bizantini nella guerra civile ottomana. Ezio accettò di collaborare con Solimano finché i loro interessi fossero rimasti concordanti. Solimano invitò quindi il Mentore ad assistere da una stanza segreta ad un incontro nel Divano con Ahmet e il capitano dei Giannizzeri, Tarik Barleti.[27]

Ahmet discute con Tarik.
Ahmet accusò Tarik di incompetenza, e il capitano promise un'indagine sulle mancanze. Solimano, tuttavia, annunciò voler condurre lui stesso l'indagine. Quando il giovane principe lasciò la stanza, Ahmet trattenne Tarik e lo accusò velatamente di aver permesso l'attacco per far apparire debole Ahmet, l'erede designato di Bayezid, ma Tarik negò qualsiasi legame con gli organizzatori dell'attacco. Ahmet chiese poi perché i Giannizzeri gli preferissero suo fratello Selim per succedere al sultano: Tarik gli rispose che lo credevano incapace di espandere l'impero, con una visione nel mondo più adatta ad un filosofo che a un sovrano.[27]
Solimano raggiunse poi Ezio nella camera segreta. Ezio fece notare al principe che l'apparente incapacità di Tarik a difendere il palazzo meritava di essere indagata. Il principe gli consigliò di investigare al Gran Bazaar, dove i Giannizzeri trascorrevano spesso il loro tempo libero.[27]
Ezio incontrò poi Sofia presso un porto, dove la donna attendeva una consegna. Ezio si offrì di recuperarla per lei, piuttosto che di aspettare che le guardie avessero finito di ispezionare la nave. Sofia tornò alla sua bottega, ed Ezio la raggiunse dopo essersi impossessato furtivamente del pacco, che si rivelò essere una mappa del mondo di Martin Waldseemüller, la prima ad usare il nome "America" per il nuovo continente, in onore di Amerigo Vespucci. Sofia si interrogò su cosa esistesse tra la costa del nuovo continente e l'Asia. Ezio, che aveva visto un'accurata mappa del mondo nel Codice di Altaïr, suggerì che vi fosse un oceano.[28]

Sofia consegna ad Ezio la posizione del libro.
Sofia lo informò poi che aveva risolto uno degli enigmi dei Polo, indicante la posizione di uno dei libri rari. La donna si lasciò trascinare dalla sua passione per il sapere, immaginando in qual modo avrebbe potuto diffondere le conoscenze racchiuse nei libri. Sofia si interruppe quando vide Ezio sorridere. Lui le spiegò che era un piacere vedere un'ispirazione nobile come la sua, sorprendendo la libraia, che commentò divertita che anche lui aveva un cuore.[28]
L'enigma dei Polo condusse Ezio a Hagia Sophia, dove il suo occhio dell'aquila identificò il simbolo dei Polo sul tetto dell'edificio. Sotto una tegola, l'Assassino trovò una copia di Missione a Costantinopoli di Liutprando di Cremona, che conteneva un indizio sulla posizione di una delle Chiavi.[29] Il libro condusse Ezio alla torre di Galata, dove scoprì un meccanismo dei Polo in cima all'edificio. Dopo essere caduto nel sottosuolo, Ezio esplorò le caverne del distretto di Galata e scoprì una stanza contenente la seconda delle Chiavi di Masyaf.[30]

Il giovane Mentore Altaïr con la Mela.
La Chiave conteneva un ricordo del 1191: le conseguenze dello scontro di Altaïr con Al Mualim, dopo che questi aveva usato la Mela dell'Eden per soggiogare Masyaf. Per essere convinto che il cadavere di Al Mualim non fosse soltanto un'illusione del Frutto, Altaïr decise di cremarlo, malgrado fosse proibito dagli usi della Confraternita. Abbas Sofian ne approfittò per accusare Altaïr, provocando uno scontro tra gli Assassini che sostenevano il Maestro Assassino e coloro che gli si opponevano, restii ad accettare il tradimento di Al Mualim. Mentre Altaïr cercava di calmare lo scontro, Abbas si impossessò della Mela e la attivò, ma fu sopraffatto dal Frutto. Abbas fu salvato dall'intervento di Altaïr, che recuperò la Mela. In seguito, Altaïr divenne il nuovo Mentore degli Assassini levantini, a soli ventisei anni. Ezio si chiese come avesse fatto Altaïr ad indossare una tale responsabilità, dovendo governare un Ordine scisso in due fazioni.[31]
L'indagine sui Giannizzeri[]
- Articolo principale: Rivolta al porto di Teodosio
- Solimano: Ottenete le informazioni e poi... Uccidetelo.
- Ezio: Ne siete certo? Mi avete detto che Tarik e vostro padre sono amici, Solimano.
- Solimano: Questo è vero, ma un simile tradimento nei confronti di mio nonno merita la morte.
- —Ezio e Solimano, dopo aver scoperto il legame tra Tarik e Manuele[src]
Ezio decise poi di indagare sui Giannizzeri e il loro capitano. Seguendo il consiglio di Solimano, il Mentore si recò al Gran Bazaar, dove trovò Tarik Barleti in compagnia di alcuni dei suoi uomini. Il capitano si stava recando ad un incontro con un uomo che lo aspettava alle porte dell'arsenale.[32] Una volta arrivati a destinazione, Ezio vide Tarik incontrare Manuele Paleologo, che aveva con sé uno scrigno per pagare un'imprecisata merce che Tarik gli vendeva. Quando gli uomini si addentrarono nell'arsenale, tuttavia, Ezio non poté seguirli.[33]

Tarik incontra Manuele.
Ezio fu poi raggiunto da Yusuf, venuto ad indagare dopo aver ricevuto l'informazione che un carico d'armi era stato visto entrare nell'arsenale. Ezio, incuriosito, avrebbe voluto vedere con i propri occhi le armi, ma come commentò Yusuf, sarebbe stato impossibile introdursi nell'arsenale senza combattere. Mentre cercavano un altro mezzo di entrata, gli Assassini osservarono un Giannizzero maltrattare un mercante. Ad Ezio venne l'idea di fomentare una rivolta contro i Giannizzeri, sfruttando le frustrazioni esistenti dovute ai soprusi a cui era sottoposto il popolo. Ezio corruppe quindi dei banditori, affinché con il loro discorso facessero aumentare il furore della folla, che attaccò le porte dell'arsenale. Ezio difese i civili quando questi furono attaccati dalle guardie.[33]
Le porte dell'arsenale non poterono resistere alla pressione della folla di rivoltosi, che riuscirono a penetrarvi.[33] Ezio si mescolò tra la folla per addentrarsi nel porto, ma poi se ne separò per cercare Manuele. Il Mentore lo osservò mentre questi esaminava la merce. Il compagno di Manuele rivelò nella sua conversazione che Manuele era il Paleologo a capo dei Bizantini. Dopo che i Templari, soddisfatti dalla merce, lasciarono la stanza, Ezio vi entrò per esaminare lui stesso le casse, che scoprì essere piene di armi da fuoco: abbastanza fucili da armare un esercito. L'Assassino, tuttavia, fu sorpreso dai Giannizzeri e costretto a fuggire.[34]
Ezio tornò poi alla ricerca delle Chiavi di Masyaf e fece visita a Sofia nella sua bottega, dove la donna gli annunciò d'essere sulle tracce degli altri libri. Ezio le mostrò quello che aveva trovato a Hagia Sophia, con gran meraviglia di Sofia. Ezio notò poi un disordine nella libreria: la donna gli spiegò che un ladro vi era entrato alla ricerca di ricchezze ed aveva rubato un quadro a cui teneva particolarmente. Ezio si offrì di ritrovarlo. Grazie all'occhio dell'aquila, l'Assassino rintracciò il ladro, che ammise aver venduto il ritratto ad un mercante per sfamarsi. Ezio recuperò il ritratto di donna e si recò nei pressi dell'acquedotto di Valente per incontrare Sofia, a cui restituì il quadro. La donna gli spiegò che il ritratto di lei era stato commissionato dal padre ad Albrecht Dürer. Sofia gli consegnò poi la posizione di un altro libro. Incuriosita dalla missione di Ezio, gli chiese se lavorasse per la Chiesa. Ezio le rispose di no, e disse di essere una sorta di insegnante, aggiungendo poi che un giorno le avrebbe spiegato tutto, non volendo coinvolgere un'innocente nel conflitto con i Templari.[35]

Ezio insegue i Bizantini.
Il simbolo dei Polo sull'acquedotto condusse Ezio ad un esemplare de La fanciulla col flauto di Menandro, che conteneva il luogo dov'era nascosta una delle Chiavi: il foro del bue.[36] Quando vi si recò, scoprì che anche i Bizantini stavano esplorando le rovine ed avevano trovato una porta simile a quella sotto al Topkapı. Non sapendo come aprirla, avevano deciso di usare della polvere da sparo per distruggerla. Ezio tentò di farla esplodere con la sua Pistola Celata, ma il proiettile colpì una delle guardie, allertando le altre. I Templari partirono a bordo di un'imbarcazione per percorrere il tratto sotterraneo del fiume Lycus; Ezio li inseguì con la corsa acrobatica lungo le rovine sugli argini del fiume. Dopo aver raggiunto ed eliminato le guardie, Ezio aprì la porta e recuperò la terza delle Chiavi di Masyaf.[37]
La Chiave conteneva un ricordo del 1228: il ritorno a Masyaf di Altaïr e della moglie Maria Thorpe dopo dieci anni di assenza per eliminare Gengis Khan. I coniugi avevano scoperto che Abbas aveva preso il controllo dell'Ordine e fatto uccidere il loro figlio minore, Sef, nonché l'amico di Altaïr Malik Al-Sayf. Durante un incontro, Abbas reclamò per sé la Mela dell'Eden. Le provocazioni di Swami fecero infuriare Altaïr, e nello scontro che ne suscitò Maria fu uccisa. Altaïr fuggì da Masyaf in compagnia del figlio Darim e si esiliò ad Alamut.[1]
Ezio incontrò nuovamente Solimano per esporgli le sue scoperte. Ezio intendeva scoprire da Tarik la destinazione delle armi vendute a Manuele Paleologo, per seguirle ed uccidere il Templare. Solimano gli disse che avrebbe trovato Tarik nella caserma dei Giannizzeri, ma l'Assassino avrebbe potuto infiltrarvisi solo se travestito come uno di loro. Il principe chiese poi ad Ezio di uccidere Tarik, malgrado fosse un amico di suo padre, per aver tradito Bayezid.[38]
Ezio trovò un Giannizzero isolato e lo uccise per derubarne l'abito.[38] Si unì poi ad una pattuglia che faceva ritorno alla caserma e trovò Tarik. Malgrado la sorveglianza, Ezio riuscì a colpire mortalmente Tarik, che con le sue ultime parole rivelò di non essere un traditore: non cercava di aiutare i Paleologi, ma voleva invece attirare i Bizantini in un'imboscata per eliminarli definitivamente. Come prova, consegnò ad Ezio una mappa che indicava la posizione dei Templari in Cappadocia. Ezio si scusò per l'errore, e Tarik gli chiese di difendere la sua patria eliminando Manuele. Ezio fuggì poi dall'accampamento malgrado fosse inseguito dai Giannizzeri.[39]
La missione in Cappadocia[]
La grande catena del Corno d'Oro[]
- Articolo principale: Distruzione della grande catena
Le spie ottomane[]
Battaglia per le Chiavi[]
- Articolo principale: Battaglia per le Chiavi di Masyaf
L'eredità di Altaïr[]
Conseguenze[]
Galleria[]
Note[]
- ↑ 1,0 1,1 Assassin's Creed: Revelations - Un nuovo regime
- ↑ 2,0 2,1 Assassin's Creed: La Crociata Segreta
- ↑ 3,0 3,1 3,2 3,3 Assassin's Creed: Revelations
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Passaggio di testimone
- ↑ 5,0 5,1 5,2 5,3 Assassin's Creed: Revelations - Il Carnefice
- ↑ 6,0 6,1 Assassin's Creed: Recollection
- ↑ Assassin's Creed: Rebellion - Il contatto ottomano
- ↑ Assassin's Creed: Enciclopedia
- ↑ 9,0 9,1 Assassin's Creed: Revelations - Uno strano diario
- ↑ Assassin's Creed II - Nella tana del lupo
- ↑ Assassin's Creed: Revelations (romanzo)
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - A rotta di collo
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - L'aquila ferita
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Un caldo benvenuto
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Alla difesa
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - All'attacco
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Il prigioniero
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - La sentinella, parte 1
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - La sentinella, parte 2
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Contratti di gilda
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Fabbricazione di bombe
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Un volto familiare
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - La cisterna di Yerebatan
- ↑ 24,0 24,1 Assassin's Creed: Revelations - Do ut des
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Il custode del Mentore
- ↑ 26,0 26,1 Assassin's Creed: Revelations - Il banchetto del principe
- ↑ 27,0 27,1 27,2 Assassin's Creed: Revelations - Un incontro difficile
- ↑ 28,0 28,1 Assassin's Creed: Revelations - La quarta parte del mondo
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Segni e simboli, parte I
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - La torre di Galata
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - La veglia del Mentore
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - I Giannizzeri
- ↑ 33,0 33,1 33,2 Assassin's Creed: Revelations - Le porte dell'arsenale
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Infiltrazione nell'arsenale
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Ritratto di donna
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Segni e simboli, parte II
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Il Foro del Bue
- ↑ 38,0 38,1 Assassin's Creed: Revelations - Nell'ombra
- ↑ Assassin's Creed: Revelations - Onore perduto e vinto
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