La resistenza cipriota è stato un gruppo di ribelli ciprioti insorti contro l'occupazione dei Templari dell'isola di Cipro. Era composta soprattutto da uomini che ebbero un ruolo chiave quando il Mentore della Confraternita levantina degli Assassini Altaïr Ibn-La'Ahad arrivò sull'isola, alfine di eliminare la presenza dei Templari.
Storia[]
Re Riccardo I d'Inghilterra conquistò Cipro e spodestò Isacco Comneno, imperatore dell'isola, per vendicare l'affronto subito da quest'ultimo. Alla fine, fu convinto dal Rito levantino dell'Ordine dei Templari a vendergli Cipro. Il Gran Maestro, Armand Bouchart, iniziò a dominare l'isola attraverso i suoi uomini più fidati e fece ritirare anche i suoi uomini dalla Terra Santa, a causa della fine della terza crociata, sull'isola di Cipro. Tuttavia, sin dall'inizio il governo dei Templari si rivelò brutale e oppressivo, abusando del loro potere ai danni del popolo.[1]
Durante l'autunno del 1191, l'Assassino Jabal contattò il capo della resistenza a Limassol, Alessandro di Limassol, informandolo dell'arrivo di Altaïr a Cipro, bisognoso di assistenza. Alessandro si incontrò con Altaïr non appena arrivato, informandolo su alcune importanti figure Templari presenti in città, impostando come obiettivo Federico il Rosso. Inoltre, Alessandro disse ad Altaïr di contattare un uomo di nome Osman, una loro spia e un Templare, per ricevere informazioni ed assistenza per entrare nel castello di Limassol.[1]
Dopo l'assassinio di Federico, i Templari distrussero ed incendiarono il rifugio della resistenza di Limassol, uccidendo molti suoi membri. Nel frattempo, Armand Bouchart iniziò un discorso davanti a una folla nella piazza della cattedrale per ottenere il loro appoggio nel scoprire chi aveva ucciso Federico il Rosso, ma non ottenendo risposta decise di dare l'immunità ai suoi uomini fino a indagine conclusa. Osman, che lo affiancava, volle consigliare a Bouchart di ripensare all'ordine dato in quanto il popolo era già esasperato, ma venne ucciso dal suo superiore.[1]
Nonostante le molte vittime tra la resistenza, altri si salvarono, tra cui Alessandro. Egli diede il suo aiuto finale ad Altaïr, prima di iniziare a ricostruire la resistenza. Disse ad Altaïr di contattare il pirata Pasha, alfine di trovare un passaggio sicuro per Kyrenia. Inoltre, disse anche di, non appena arrivato, cercare il capo della resistenza locale, Barnaba.[1]
Arrivato a Kyrenia, Altaïr si incontrò con un membro della resistenza, Marko, e i suoi uomini, che avevano salvato Maria Thorpe da un attacco dei pirati. Altaïr chiese a Marko di tenere Maria al sicuro, e si allontanò alla ricerca del rifugio. Lì, incontrò Barnaba, che chiese ad Altaïr di assassinare Giona, in cambio del suo aiuto. Eseguito l'assassinio, Altaïr si rese conto che i cittadini avevano scatenato una rivolta per la morte di Giona. Prima di occuparsi a sedare le rivolte, Altaïr raggiunse il porto di Kyrenia, dove Marko e Maria furono attaccati dai pirati per riscuotere la taglia sulla testa di Maria. Dopo averli salvati, ordinò a Marko di raggiungere il rifugio della resistenza assieme a Maria.[1]
Tornato anch'egli alla base, Altaïr trovò sia Marko che Maria, ma non vide Barnaba. Marko lo informò di un certo Moloch, capo dei fanatici che erano la causa dei disordini nel distretto, e l'Assassino si diresse subito ad uccidere per porre fine alla sua minaccia. Tuttavia, tornato di nuovo al rifugio, lo trovò saccheggiata, con la maggior parte dei membri e Maria scomparsi. Altaïr scoprì dallo stesso Marko che furono attaccati dai Templari e che Barnaba era stato ucciso prima del suo arrivo, ma prima di preoccuparsi sulla persona che aveva incontrato in precedenza Altaïr si doveva occupare a salvare i membri della resistenza catturati. Altaïr si diresse immediatamente a salvare i membri imprigionati e prossimi all'esecuzione, anche se Maria non era tra loro.[1]
Marko prese il comando della resistenza locale, ed aiutò Altaïr ad eliminare l'influenza dei Templari, iniziando dall'Oracolo Oscuro, per poi proseguire con i gemelli Shahar e Shalim. Dopo la morte di quest'ultimi due, i rimanenti Templari fuggirono da Kyrenia, finalmente libera dalla loro influenza. Quando Marko disse che Kyrenia era finalmente al sicuro, Altaïr seguì i Templari in fuga che tornavano a Limassol.[1]
Altaïr incontrò di nuovo Alessandro, che tuttavia lo accusò di tradimento, a causa della testa di Barnaba a lui consegnata. Altaïr chiarì immediatamente la situazione einformandolo che Barnaba era morto prima del suo arrivo a Kyrenia e che aveva creduto ad un impostore. Successivamente, Alessandro ed Altaïr continuarono a lavorare insieme per aggiustare i disordini creati dai Templari a Limassol, anche se, qualche tempo dopo, Alessandro venne ucciso e portato nella corte del castello di Limassol, dove Altaïr incontrò di nuovo l'impostore di Barnaba.[1]
Dopo gli eventi di Cipro, Altaïr lasciò definitivamente l'isola, per riprendere il suo lavoro all'interno dell'Ordine degli Assassini. Anche se, il popolo di Cipro fu felice di accogliere gli Assassini nella loro isola, consentendogli di stabilire una loro base, non si sa cosa accadde alla resistenza.[1]
Organizzazione[]
La resistenza era per lo più segreta, che teneva d'occhio la città e le azioni del governo. Per la maggior parte del tempo, essi si rifugiavano in dei rifugi poco appariscenti sparse per i distretti, in cui vi erano libri, rifornimenti, armi e, ogni tanto, dei prigionieri. Inoltre, la resistenza aveva un leader specifico per ogni città, che coordinava i loro sforzi con negoziati e negoziava con i loro contratti.[1]
Molti dei membri erano ben informati e conoscevano molto bene le loro località, potendo sfruttare vicoli e scorciatoie per raggiungere varie parti della città, che si potevano utilizzare quando la situazione diventava complicata. Come gli Assassini, la resistenza lavorava in segreto contro il governo, mantenendo i loro rifugi all'oscuro di tutti e ben protetti dai loro uomini.[1]
Equipaggiamento[]
Abitualmente, i membri della resistenza indossavano degli abiti scuri di color marrone, con delle spade ben in vista. Tuttavia, in pubblico, si comportavano come dei normali civili. Quando si scatenavano disordini contro le guardie Templari, preferivano proteggere i loro concittadini, anziché attaccare i Templari a testa alta, forse a causa dell'inferiorità numerica.[1]
Membri conosciuti[]
- Alessandro di Limassol
- Marko
- Osman
- Barnaba
Alleati[]
- Jabal
- Pasha
- Altaïr Ibn-La'Ahad
Curiosità[]
- Molti membri indossavano delle lunghe tuniche nere, in maniera simile ai vigilanti.
- I rifugi della resistenza erano strutturate similmente a quella degli Assassini, poiché avevanp l'entrata sul tetto e delle aree di riposo.
- Per ottenere altri pugnali da lancio, bastava tornare al rifugio, dove vi era una cassa
- Pur essendo alleato della loro causa, Altaïr veniva spesso insultato se si scontrava con i membri della resistenza.
Apparizioni[]
Fonti[]
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