- "Il geniale studioso greco che scoprì molteplici segreti sulle sfere celesti e sul nostro cosmo."
- ―Leonardo da Vinci parla di Pitagora[src]
Pitagora di Samo (570 a.C – 422 a.C) è stato un filosofo greco antico. Fu matematico, taumaturgo, astronomo, scienziato, politico e fondatore a Crotone di una scuola iniziatica, secondo quanto tramandato dalla tradizione.
Considerato uno dei più grandi geni mai conosciuti dalla storia, la sua figura è sempre stata messa in discussione in quanto ritenuta una mera leggenda popolare.
Pitagora divenne noto non soltanto per le sue incredibili scoperte scientifiche, ma anche perché come scoperto dagli analisti delle Abstergo Industries tramite il Data Dump Scanner ebbe molto a che fare con i misteri riguardanti gli Isu e i Frutti dell'Eden. Dai suoi insagnementi venne a crearsi oltretutto l'ordine occulto degli Ermetisti.
Entrato in possesso del Bastone di Ermete Trismegisto, Pitagora finse la sua morte e si ritirò all'interno della città di Atlantide per studiare gli Isu. Il Bastone di Ermete gli diede una temporanea immortalità di cui approfittò finché sua figlia, la misthios Kassandra, lo trovò. Pitagora le affidò il compito di sigillare il posto e le consegnò il Bastone, accettando di morire a circa 148 anni.
Biografia[]
Primi anni[]
Dell'effettiva vita di Pitagora si conosce poco e nulla, in quanto essa è principalmente un misto tra leggenda e fonti storiche ritenute odiernamente poco attendibili. Secondo alcune fonti nacque prima metà del VI sec. a.C. nell'isola di Samo, dove fu scolaro di Ferecide e Anassimandro subendone l'influenza nel suo pensiero.
Secondo alcune ricostruzioni, il padre potrebbe essere stato un cittadino facoltoso di nome Mnesarco. In tardà età sposò una donna di nome Teano, da cui ebbe ben quattro figli: Damo, Arimnesto, Telauge e Miya. Approfondì talmente tanto i suoi studi filosofici da elaborare una particolare teoria sulla trasmigrazione dell'anima molto apprezzata in tutta la Grecia. Tempo dopo assunse come allievo e protettore il giovane campione di atletica Kyros di Zarax.
Samo[]
- "I primi quattro numeri. I quattro elementi... Il numero perfetto! La vedo ora! La tetractys!"
- ―Pitagora dopo aver completato la tetraktys[src]
Poco tempo dopo l'assunzione di Kyros come discepolo prediletto e guardia del corpo, Pitagora decise di intraprendere un viaggio nella Magna Grecia alla ricerca della saggezza. Visitarono molte città, come Elis e la splendente e florida Atene, tornando a Samo solo dopo qualche anno più tardi. Di ritorno a casa, trovarono dunque un ospizio e il giorno dopo godettero di una frugale colazione. Si misero pertanto a camminare in città, entrando anche in una fucina di fabbri. Al suo interno Pitagora mostrò a Kyros ed agli altri lavoratori l'influenza che i martelli di diverso peso avevano sulle incudini e il modo di maneggiarli.
Dunque se ne portarono via dieci di diverse misure e ordinarono anche ai fabbri di consegnare un'incudine alla casa di Pitagora. Qui il sapiente ordinò al suo discepolo di battere quattro volte sull'incudine ciascun martello, in modo da comprendere meglio la natura del suono e della successione numerica del sistema naturale dell'aritmetica. Dalle sue osservazioni, Pitagora creò la tetraktys nel suo cortile di Estia, simbolo che interpretarono come la successione perfetta dei primi quattro numeri naturali in un triangolo equilatero.
Soddisfatto dei risultati, andò a dormire - ignaro del fatto che Kyros stesse studiando i suoi appunti privati per capire la tetraktys. Il giorno dopo, Pitagora espose le sue teorie di correlazione tra la musicalità e la tetraktys ai rinomati studiosi ed i venerabili anziani di Samo. Sebbene buona parte degli uditori fosse scettica riguardo a tali teorie, Oreste un collega di Pitagora, decise di celebrare la scoperta da lui compresa con un banchetto in onore del matematico.
Crotone[]
- "Il popolo di Crotone applaude! Chiunque nella città, pare, vuole parlare con Pitagora. Vogliono anche toccarlo, come se la sua conoscenza e la sua saggezza fossero contagiose."
- ―Kyros descrive l'arrivo a Crotone di Pitagora[src]
Tempo dopo Pitagora e Kyros si lanciarono in un secondo viaggio in Grecia, visitando luoghi famosi come Rodi, Nemea ed il Pireo. Visitarono per la seconda volta anche Atene, dove Kyros vinse tutte e quattro le manifestazioni delle olimpiadi venendo nominato Periodonikēs; Pitagora vide la cosa come un buon presagio. Tre anni dopo sbarcarono a Crotone, dove Pitagora avrebbe fondato una vera e propria scuola dedita alla sua dottrina teologica e filosofica. Al loro arrivo vennero accolti calorosamente dagli anziani della città.
Pitagora in particolare fu invitato ad attuare una seduta di colloquio con il Consiglio dei Cittadini. Questi chiesero al maestro di predicare le sue teorie ai giovani della città, cosa che il sapiente matematico fece davanti alla palestra in cui Kyros aveva temporaneamente deciso di allenarsi. I risultati e l'interesse mostrato dai ragazzi di Crotone, spinsero Pitagora a fondare una prestigiossima accademia in città. In essa entrò anche un filosofo molto arrogante di nome Alcmeone, che era solito mettere in discussione la dottrina pitagorica.
Proprio per questo il sapiente matematico lo prese come uno dei suoi allievi preferiti, acquietando molto spesso la sua esuberanza e il suo spiccato orgoglio. Quattro anni dopo si recò ancora una volta ad Atene, dove un allievo di Kyros, Milo, vinse brillantemente tutte le manifestazioni olimpioniche. Tornati a Crotone, celebrarono le vittorie di Milo con un grande banchetto; lì la giovane figlia del sapiente, Miya, rivelò il suo amore per Milo e Pitagora acconsentì dunque al loro matrimonio. Alcuni giorni dopo, Kyros riferì al suo maestro di aver visto Alcmeone mentre scuoiava un cane ancora in vita, reato gravissimo per la dottrina pitagorica sulla trasmigrazione dell'anima, ormai accettata da quasi tutta Crotone.
- "Alcmeone non è più un nostro fratello. Alcmeone è morto per noi. Alcmeone è morto."
- ―Pitagora celebra il finto funerale di Alcmeone[src]
Pertanto il sapiente matematico lo bandì dalla città; l'atto di considerarlo morto e l'ulteriore allestimento di un funerale allegorico suscitò l'ira dei non fedeli al modo di vivere ascetico dei pitagorici. Ben presto infatti fu tentato un complotto per stroncare la vita del sapiente. Non molto tempo il Consiglio dei Cittadini organizzò un banchetto in onore di Pitagora, che tuttavia venne sabotato dai non fedeli. Questi infatti allentarono una colonna della sala del banchetto, facendola spezzare in una reazione a catena che, se non fosse stato per l'intervento di Kyros e Milo, avrebbe ucciso molti cittadini.
A peggiorare la situazione, sulla via del ritorno Pitagora, Kyros e la loro scorta vennero assaliti da alcuni banditi. Fortunatamente l'atleta riuscì a sconfiggere gli assalitori insieme all'ultimo milite rimasto in vita. Tornati alla villa in cui risiedevano, Kyros e il suo maestro furono seguiti da una folla inferocita - Pitagora aveva previsto che un giorno i non fedeli avrebbero dato voce alla loro miscredenze, rivoltandosi contro la sua dottrina - e pertanto dovettero fuggire da Crotone attraverso un passaggio segreto al di sotto del tavolo della sala da pranzo.
Deserto[]
- "Tu sei un degno successore. Noi deteniamo la chiave dei misteri della vita."
- ―Il Caduceo sceglie Pitagora[src]
Molti anni dopo aver lasciato Crotone, Kyros e Pitagora continuarono il loro incessante viaggio alla ricerca di conoscienza: visitarono Babilonia, varcarono le montagne della Macedonia e si spinsero fino in Egitto. Un giorno si ritrovarono nel mezzo del deserto. Pitagora tuttavia non sembrava soffrire del caldo incessante, a differenza del suo discepolo, che lo pativa molto - mentre camminavano Kyros disse che il suo maestro sembrava muoversi con la velocità di un giovane atleta
Quando erano ad un passo dalla morte, tuttavia, incontrarono su una duna Ermete Trismegisto, a loro insaputa un membro degli Isu. Costui attivò il potere del suo Caduceo, selezionando come suo successore proprio Pitagora. Mentre Kyros sveniva per un'insolazione, il sapiente matematico ottenne la chiave dei misteri della vita da Ermete, ottenendo dunque dei poteri divini. Poco dopo pose la sua giovane guardia del corpo sotto una palma, svegliandolo successivamente e dandogli dimostrazione dei suoi nuovi poteri. Infine i due si separarono, andando ognuno per la loro strada.
Con i suoi poteri acquisiti, Pitagora viaggiò in tutto il mondo allora conosciuto. In un momento imprecisato dopo la sua separazione di Kyros, Pitagora rientrò in contatto con il suo allievo prediletto. Costui gli confidò di essersi innamorato della principessa Atalanta di Arcadia, la quale avrebbe sposato solo colui che la avrebbe battuta in una corsa.
Pitagora gli consigliò così di recarsi in pellegrinaggio al vicino tempio di Afrodite - anch'ella come Ermete Trismegisto un membro della Prima Civilizzazione - sapendo che vi avrebbe trovato una delle Mele dell'Eden.
Scoperta di Atlantide[]
Pitagora si mise in viaggio per compiere delle ricerche sugli Isu, che collegò alla civiltà minoica. Grazie all'immortalità momentanea donatagli dal Bastone Pitagora sopravvisse fino al V secolo a.C. Nel corso dei suoi viaggi incontrò Myrrine, figlia del re di Sparta Leonida I. Scoperto che Myrrine aveva in sé i geni degli Isu, i due ebbero insieme una figlia per assicurarsi il proseguimento della stirpe: Kassandra. Tuttavia, la sua ossessione per la civiltà Isu lo spinse a lasciare Myrrine. Scoperto un tempio Isu conducente ad Atlantide, Pitagora vi si isolò per proseguire i suoi studi.
Incontro con Kassandra e morte[]
Tempo dopo venne raggiunto nel tempio da sua figlia Kassandra. Grazie alla conoscenza ottenuta dal Bastone, Pitagora fu in grado di seguire i passi di Kassandra, a cui aveva inviato la sua aquila per vegliare su di lei. Dopo aver risposto alle domande di sua figlia, le chiese di recuperare quattro manufatti necessari a sigillare Atlantide per impedire la sua scoperta a persone sbagliate.
Kassandra recuperò entro il 422 a.C. tutti i manufatti, che portò da lui. Dopodiché, i due ascoltarono un'antica voce rivelare loro alcuni dei segreti di Atlantide. Con questa nuova scoperta Pitagora cambiò idea sulla sigillazione della città, ma sua figlia riuscì a riportarlo alla decisione iniziale. Pitagora morì nel momento in cui affidò il Bastone a Kassandra per sigillare il posto.
Eredità[]
Dopo aver professato la sua dottrina ascetica in Grecia per quasi tutta la vita, Pitagora lasciò una sontuosa eredità negli anni avvenire. In seguito alla sua scomparsa infatti i suoi seguaci costruirono un tempio in suo onore a Roma, in cui avevano rinchiuso un codice, probabilmente lasciatogli dal loro maestro, contenente le coordinate del Grande Tempio.
Dalla sua dottrina nacque anche il culto di Ermes, che durante il rinascimento si era eradicato in Italia sotto il controllo di Ercole Massimo. Nel 1503 questi fece rapire il noto artista e scienziato Leonardo da Vinci, il quale aveva scoperto come accedere e schiude la cripta pitagorica del tempio. Tuttavia gli ermetisti vennero fermati dal Mentore degli Assassini italiani Ezio Auditore da Firenze, che salvò da Vinci ed entrò con lui nel tempio.
Alcuni anni dopo anche Giovanni Borgia e la compagna Maria Amiel riuscirono a entrare nel tempio. Lì Giovanni entrò in preda ad uno stato confusionario, dichiarandosi Consus - il dio Erudito. Con gli anni il culto ermetico andò scomparendo, venendo per breve tempo rilanciato nell'epoca vittoriana a Londra da Samuel Liddell Mathers, William Robert Woodman e William Wynn Westcott.
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