Pierre, Marquis de Fayet (1675 - 8 luglio 1737) è stato un aristocratico francese ed il governatore generale di Port-au-Prince dal 1732 fino alla sua morte, avvenuta nel 1737.
Biografia[]
Primi anni[]
De Fayet nacque in una famiglia rispettata con poche rivendicazioni territoriali. Dopo una lunga e brillante carriera navale, in cui vennero riconosciute le sue capacità di capitano, de Fayet fu ricompensato con la nomina di Governatore Generale di Saint-Domingue, l'8 ottobre 1732. Lasciò la moglie e i figli in Francia, sperando che con un breve mandato come governatore potesse guadagnare rispetto, potere e ricchezza, con cui sarebbe potuto tornare a casa e andare in pensione.
Diventò subito un conoscente di Bastienne Josèphe, frequentando il suo bordello e, occasionalmente, fornì informazioni per la sua rete di servizi segreti. Sotto il dominio di de Fayet, la popolazione di schiavi di Saint-Domingue crebbe dai 2000 alle 6000 unità superando di tre volte la quantità di coloni europei che vivevano lì.
Arrivo di Adéwalé e Morte[]
Quando l'Assassino Adéwalé arrivò a Port-au-Prince nel 1735, de Fayet stava tentando di utilizzare Bastienne come un intermediario di negoziazione per un accordo con il leader dei Maroon, Augustin Dieufort, per mantenere l'incolumità degli schiavi, dandole una lettera che le condizioni per le quali delineò la presunta pace. Bastienne diede la lettera ad Adéwalé con il compito di consegnarlo ad Augustin. L'arrivo di Adéwalé nel covo dei Maroon fu coinciso da un agguato di sorveglianti. Uccisi gli aggressori, entrambi si convinsero che il governatore era un bugiardo.
Non molto tempo dopo, de Fayet ospitò numerosi ospiti della Missione geodetica francese, tra questi lo scienziato e contrabbandiere Louis Godin. Fu qui che Godin disse a de Fayet che la spedizione sarebbe costato più di quello che avevano calcolato inizialmente. Nonostante Pierre accusò che Godin di appropriazione indebita dei fondi, accettò di prestare ulteriore sostegno economico convinto da Godin che la spedizione avrebbe facilitato anche il trasporto degli schiavi dall'Africa in America. Inoltre, lo avvertì di non che cambiare le navi degli spagnoli in quelle dei francesi avrebbe potuto scatenare la guerra tra le due nazioni, o almeno avrebbe potuto far suscitare dei sospetti sui loro traffici di contrabbando. Per un breve periodo, de Fayet fu sollevato dalla sua carica dal suo sottoposto Étienne Cochard de Chastenoy.
A causa dei numerosi schiavi liberati dalle piantagioni o dalle navi di schiavi oppure anche in giro della città di Port-au-Prince da parte dei Maroon di Augustin e dall'Assassino Adéwalé, portò de Fayet ad attuare delle punizioni più frequenti e dure agli schiavi e ad emettere anche il coprifuoco. Abbandonando la diplomazia, avvertì Bastienne di riferire ai Maroon che qualsiasi attività illegale e violenta da loro commessa, lui avrebbe risposto con altrettanta violenza.
Adéwalé saputa la situazione degli schiavi da Bastienne, rifiutò lo stesso l'avvertimento, e partì con l'Experto Crede insieme ad Augustin a liberare una nave di schiavi, ma le navi di scorta la affondarono. Intuito l'avvertimento e la vera crudeltà di de Fayet, ciò fece crescere la rabbia di Adéwalé, ancor più convinto che il governatore merita di morire.
Dopo che una pattuglia catturò dei Maroon liberati, de Fayet ne interrogò uno, torturandolo brutalmente con il ferro per la marchiatura pur di avere le informazioni sul covo e sul capo dei Maroon. Durante l'interrogatorio, Adéwalé uccise con la sua spingarda cinque delle guardie personali de Fayet.
Quest'ultimo scappò, circondato dai membri rimanenti della sua guardia personale ed inseguito dall'Assassino. Il governatore raggiunse una caserma, circondandosi di un intero esercito di guardie, ma la rabbia di Adéwalé, insieme alla sua leggendaria maestria in combattimento, gli permisero di uccidere tutte le guardie presenti e di disarmare de Fayet dal ferro per la marchiatura ed usarlo contro di lui, ferendolo a morte. Accasciato a terra, Adéwalé conficcò nello stomaco di de Fayet il suo machete, facendogli gridare ancor di più per il dolore, poi lo lasciò morire lentamente per il dolore e se ne andò.
Ultime parole[]
- de Fayet: Aiuto!
- Adéwalé: (conficca il machete nello stomaco di de Fayet) Chi verrà a salvarti? I tuoi schiavi? I guardiani che obbediscono agli ordini? Sei patetico. Sei un uomo che non sa difendersi da solo!
- de Fayet: Perché?
- Adéwalé: (spinge il machete più in profondità) Ho già ucciso per principio, ma non ho mai inflitto dolore a nessuno, prima d'ora. Ma tu scoprirai cosa si prova a soffocare, come gli innocenti che hai annegato.
- de Fayet: Ti riferisci a quegli schiavi? Sulla nave? Ma non sono umani! Senza la frusta e la guida dei padroni diventano ribelli e uccidono. Come te!
- Adéwalé: Vorrei che fosse vero.
Adéwalé leva il machete dal suo addome, uccidendolo, e gli gira il corpo, in segno di disprezzo.
Caratteristiche e personalità[]
Pierre de Fayet, in certe situazioni, apparse come un uomo metodico e diplomatico e che ricoresse alla violenza, con molta riluttanza. Ma i continui attacchi dei Maroon e l'aumento degli schiavi liberati, portò de Fayet a mostrare la sua vera natura sadica e crudele. Infatti, non esitò ad ordinare di aumentare le pene e le punizioni degli schiavi e non provò alcuna pietà negli schiavi innocenti morti affogati nella nave di schiavi che Adéwalé provò a salvare. Anzi, Pierre sostenne i suoi ideali razzisti definendoli che non "sono umani", come nelle sue ultime parole. Ed insistette sul fatto che senza la guida dei padroni bianchi, gli schiavi sarebbero ribelli ed omicidi. Questa affermazione, infuriò ancora di più Adéwalé, che disse che desiderava fosse vero.
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