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Palazzo Auditore è stato un palazzo di Firenze, residenza dell'omonima famiglia durante il Rinascimento. Attorno al palazzo nelle strade c'erano numerosi stendardi con lo stemma della famiglia, e nei suoi pressi c'era un'area commerciale.

Storia[]

Concezione e costruzione[]

Alcuni schizzi del palazzo vennero disegnati da Leon Battista Alberti, ma fu il committente e proprietario della casa, Giovanni Auditore a progettare la casa basandosi sugli schizzi di Alberti.[1] La costruzione del palazzo fu pagata da Lorenzo de' Medici come ringraziamento per il ruolo di Giovanni nelle trattative della banca Medici con il papato.[2] Il palazzo venne ultimato nel 1473; Lorenzo, in una lettera a Giovanni, complimentò il manco di "ostentazione" della facciata.[1]

Nel palazzo vi erano passaggi e stanze segrete, dove Giovanni poteva svolgere i suoi doveri da Assassino.[3][4]

Esecuzione degli Auditore[]

Il 28 dicembre 1476 tutti i membri maschi della famiglia Auditore, tranne Ezio, vennero arrestati e imprigionati a Palazzo della Signoria dalle guardie fiorentine, su ordine del gonfaloniere Uberto Alberti. Il giorno seguente, vennero giustiziati tramite impiccagione con l'accusa di tradimento. Di conseguenza, Palazzo Auditore venne abbandonato, ma un contingente di guardie cittadine rimase di stanza sui tetti del palazzo, presumibilmente per trovare e catturare l'unico superstite maschile degli Auditore, Ezio. In seguito al fallimento della congiura dei Pazzi, le guardie vennero rimosse dai tetti, lasciando il palazzo completamente disabitato.[3]

Nel 1494, l'edificio fu nuovamente occupato, anche se per breve tempo, dalle truppe francesi quando entrarono a Firenze, grazie al libero accesso garantitogli da Piero de' Medici. I francesi usarono il palazzo come abitazione finché non partirono acon la loro discesa verso la conquista del regno di Napoli. Durante il falò delle Vanità, il palazzo venne spogliato dei suoi resti. Nel 1498, dopo l'esecuzione di Girolamo Savonarola, l'Assassino Ezio Auditore da Firenze fece ritorno al palazzo, dove ebbe una visione spettrale dei suoi familiari.[5]

Distruzione[]

Tra il 1498 e il 1500, giunsero alle orecchie di Ezio Auditore voci sulla presunta distruzione del palazzo di famiglia. Quando Ezio arrivò a Roma nel gennaio del 1500, Niccolò Machiavelli gli confermò che il palazzo era stato demolito.[6]

Curiosità[]

Galleria[]

Apparizioni[]

Fonti[]

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