Nicolas Flamel (1330 - 22 marzo 1418) è stato un famoso alchimista, scrittore e naturalista francese vissuto tra il XIV e il XV secolo. La sua reputazione come alchimista nacque dopo la sua morte, quando venne collegato alla leggenda della pietra filosofale da una serie di opere alchemiche, pubblicate nel XVII e a lui attribuite, ma considerate apocrife.
Biografia[]
Nato a Pontoise nel 1330, in gioventù Flamel ebbe un sogno molto particolare: secondo le testimonianze un angelo gli apparve nella mente, donandogli un libro dal potere unico intitolato Libro di Abramo Eleazer, che gli avrebbe rivelato i segreti dell'alchimia. Così Nicolas andò in pellegrinaggio presso la tomba dell'apostolo Giacomo di Compostela, in Spagna, con l'intento di ottenere la rivelazione suprema riguardo al libro. Lì incontro un cabalista ebreo chiamato Canches che gli diede diverse indicazioni per interpretare il misterioso tomo. Completata la sua missione Flamel si trasferì a Parigi, ove con il sapere del libro di Abramo ottenne un'incredibile fama come scrivano.
Stabilì anche un laboratorio segreto sotto il museo del Louvre, dove impiegò il libro di Abramo per i suoi esperimenti alchemici: studiando le formule in esso contenute scoprì la pietra filosofale e l'elisir della vita. Prima della sua morte, Flamel divise il libro di Abramo in due volumi, che intitolò Vera Magia e Scienza Divina. Sebbene secondo le leggende metropolitane la pietra filosofale gli avrebbe garantito l'immortalità, Nicolas morì il 22 marzo 1418. Venne sepolto accanto alla moglie al museo Cluny; ma diversi anni dopo Giovanni Borgia e Maria Amiel aprirono la sua tomba trovandola vuota.
Fonti[]