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"Ma non si può definire virtù ammazzare i propri concittadini, tradire gli amici e dimostrarsi senza lealtà, senza pietà, senza religione. Sono modi che possono far acquistare potere ma non gloria."
―Niccolò Machiavelli[src]

Niccolò di Bernardo dei Machiavelli (Firenze, 3 maggio 1469 - Firenze, 21 giugno 1527) fu un filosofo, letterato e politico italiano, considerato uno dei principali fondatori della politica moderna. Era un uomo diplomatico, un musicista e drammaturgo, ma soprattutto era un funzionario della repubblica fiorentina. Sopratutto in quest'ultima, egli amministrava le milizie popolari (elette a consiglio del popolo) e regolari della città. Dal 1500 al 1503 è stato il capo degli Assassini italiani prima che nominasse Ezio Auditore da Firenze.

Biografia[]

Primi anni[]

Niccolò nacque a Firenze dall'avvocato Bernardo di Niccolò Machiavelli e da sua moglie, Bartolomea Nelli.

Niccolò fu addestrato e inserito nell'Ordine degli Assassini fin dalla tenera età. Tra gli Assassini che lo addestrarono c'era anche Paola, la matrona del bordello Rosa Colta.

Acquisizione della Mela dell'Eden[]

A 30 anni, Niccolò e un gruppo di altri Assassini si riunirono a Venezia per acquisire la Mela dell'Eden che Rodrigo Borgia, il Gran Maestro dell'Ordine dei Templari, fece importare da Cipro. Quando il gruppo arrivò da Rodrigo, lo trovarono intento a combattere con Ezio Auditore da Firenze, il figlio del defunto Assassino Giovanni Auditore. Gli altri Assassini si precipitarono ad aiutare Ezio, mentre Niccolò li guardava da lontano. Dopo che il gruppo uccise le guardie e mise in fuga Rodrigo, tutti si rivelarono Assassini ad Ezio, che ignorava ciò. Si recarono sopra una torre a Venezia, dove introdussero Ezio ufficialmente nell'Ordine, prima che uno dopo l'altro eseguissero il salto della Fede.

Battaglia di Forlì[]

Niccolò, Mario Auditore, Ezio e Leonardo da Vinci studiarono la Mela dell'Eden nella bottega di Leonardo. Attivata in modo accidentale, i tre conclusero che il potere della Mela era troppo potente e che Rodrigo avrebbe tentato di riprendersela a tutti i costi. Mario intuì che il modo migliore per proteggere la Mela sarebbe stato quello di portarla a Forlì, che era governata dall'alleata Caterina Sforza.

Niccolò ed Ezio incontrarono Caterina fuori da Forlì. Caterina spiegò ai due che aveva fatto uccidere il marito Girolamo Riario. Mentre si stavano avvicinando a Forlì, incontrarono un gruppo di cittadini che fuggivano terrorizzati. Una di loro ha spiegato che la città era sotto attacco da parte dei fratelli Orsi, gli stessi uomini che Caterina assoldò per uccidere il marito. Niccolò concluse che i due sono stati assunti da Rodrigo per ottenere la mappa che Girolamo possedeva ed aveva completato dopo averla fatta rubare da Palazzo Pitti alcuni anni prima, che conteneva la posizione incompleta delle pagine del Codice. Poco dopo il gruppo arrivò a Forlì, ma gli Orsi avevano già assunto il controllo della città e chiusero le porte. Ezio riuscì ad entrare furtivamente in città nuotando sotto un cancello in acqua, ed aprì le porte della città.

Niccolò, Ezio e Caterina poi procedettero verso la Rocca di Ravaldino, uccidendo i soldati che incontravano sulla loro strada. Quando finalmente arrivarono alla cittadella, la liberarono dagli occupanti, ma scoprirono che i fratelli Orsi avevano preso in ostaggio due dei figli di Caterina. Ezio andò a salvare i due bambini e lasciò la Mela nelle mani di Caterina e Niccolò, rimasti nella cittadella. Quando Ezio tornò, i Templari attaccarono di nuovo e la Mela fu recuperata da Checco Orsi (gli altri furono uccisi da Ezio per salvare i figli di Caterina). Ezio rintracciò ed uccise Checco, ma l'Assassino rimase ferito. Mentre cercava di tornare a Forlì, perse conoscienza e vide la Mela in mano ad un monaco, che scoprì essere Girolamo Savonarola. Saputo del fallimento del recupero della Mela, Niccolò tornò a Firenze.

Il Falò delle vanità[]

Nel 1497, Niccolò si incontrò con Ezio a Firenze e lo informò che Savonarola aveva preso il controllo della città utilizzando la Mela. Ezio pensò che se avesse ucciso tutti e nove i luogotenenti di Savonarola, la sua presa sarebbe indebolita. Niccolò informò La Volpe e Paola del piano di Ezio, e con ogni luogotenente ucciso, i tre incoraggiarono la gente ad insorgere contro Savonarola.

BOF5

Machiavelli e Ezio proteggono Caterina dall'attacco dei Templari.

Quindi, la folla inferocita venne a manifestare davanti alla residenza di Savonarola, Palazzo Pitti. Girolamo cercò di calmare la folla con la Mela, ma Ezio gli ferì la mano con un pugnale da lancio, ed uno degli uomini di Rodrigo Borgia la prese, costringendo Ezio a recuperarla. Savonarola fu messo a giudizio del popolo che,con incitamento e accanimento, lo portò in Piazza della Signoria per giustiziarlo. Egli fu bruciato e subito dopo arso sul posto. Pensando che nessuno debba morire in quel modo, Ezio lo pugnalò con la Lama Celata. Dopodiché, Ezio tenne un discorso per ispirare la gente a seguire la propria strada in modo indipendente, e gli Assassini lasciarono la scena fiduciosi di aver guidato i cittadini verso un nuovo modo di pensare per evitare, in futuro, di avere padroni simili a Savonarola.

Guerra con i Borgia[]

Nel dicembre del 1499, Niccolò, Ezio Auditore, Mario Auditore, Bartolomeo d'Alviano, La Volpe, Antonio de' Magianis, Paola e Teodora Contanto, alcuni degli Assassini più importanti, si riunirono a Villa Auditore, a Monteriggioni per discutere sulla posizione della Cripta. Essi arrivarono alla conclusione che la Cripta era situata a Roma, e che Rodrigo Borgia divenne Papa solo perché il Bastone Papale era il secondo Frutto menzionato nel Codice. Tutti loro partirono per Roma per distrarre le guardie dei Borgia mentre Ezio si infiltrava nel Vaticano.

Riunificazione 2

Ezio racconta ai suoi amici ciò che ha scoperto nella Cripta.

Niccolò tornò a Monteriggioni per ascoltare ciò che Ezio aveva scoperto all'interno della Cripta. Saputo che Ezio aveva risparmiato Rodrigo, egli partì arrabbiato per Roma, col fine di uccidere i Borgia una volta per tutte. La mattina seguente, Monteriggioni fu attaccata da Cesare Borgia, figlio di Rodrigo. La scomparsa di Niccolò appena prima l'assedio suscitò dei sospetti alla Volpe, che pensò che Machiavelli stesse lavorando per i Borgia. Durante l'attacco, Mario Auditore fu ucciso e, in seguito, Niccolò prese il comando dell'Ordine, stabilendo una nuova sede sull'Isola Tiberina, a Roma.

Dopo l'attacco, Ezio partì per Roma, ma svenne in seguito alle ferite riportate nell'assedio. Niccolò lo raccolse e lo portò da una donna, che abitava nella campagna di Roma e che si prese cura delle ferite di Ezio. Lasciò anche un messaggio per Ezio, in cui gli chiede di incontrarsi con lui davanti al Mausoleo di Augusto. Dopo aver incontrato Ezio, Niccolò, dopo essersi finto sorpreso per aver visto Ezio in vita, lo informò dello stato corrotto di Roma e gli diede dei soldi per comprare un'armatura e uno Stiletto. Gli parlò anche dei Seguaci di Romolo, che ipotizzava lavorassero per i Borgia, e poi gli mostrò la rete fognaria della città, utilizzate dagli Assassini per spostarsi velocemente e senza intoppi. Arrivati alla sede degli Assassini in città, uno dei loro pochi alleati, Fabio Orsini, che possedeva il nascondiglio, li stava aspettando.

Nel 1503, la Volpe credeva di aver raccolto prove sufficienti per sostenere che Niccolò stesse lavorando per i Borgia, quindi disse a Ezio che doveva "fare quello che doveva fare". Ezio, seppur incredulo, ammise che aveva ragione, e lasciò fare La Volpe. Ezio però, in seguito, scoprì che il vero traditore era un membro della Gilda dei Ladri di Monteriggioni, quindi, arrivato velocemente all'Isola Tiberina, fermò La Volpe, che fece finta che nulla fosse accaduto, e tornò subito in riappacificazione con Niccolò.

Ascensione 4

Macchiavelli e Ezio durante la Cerimonia di iniziazione di Claudia.

Nel corso di questi tre anni, Niccolò iniziò a rendersi conto che Ezio era il vero capo, e che era lui ad aver combattuto veramente i Borgia, ed aver ricostruito l'Ordine. Così, dopo che la sorella di Ezio, Claudia, fu introdotta ufficialmente nell'Ordine, Niccolò abdicò al ruolo di Mentore in favore di Ezio. Quando Ezio gli chiese il perché di questo improvviso cambiamento, Niccolò ammise di aver sempre aiutato Ezio, sia quando lo aveva portato a Roma, sia quando ha inviato i Mercenari al Colosseo, sia quando ha causato l' esplosione a Castel Sant'Angelo, permettendo la fuga di Ezio. Ezio ringrazia Niccolò, e gli dice che è il suo consigliere più fidato. Niccolò progetta di scrivere un libro su di Ezio, e quest' ultimo gli dice scherzosamente di farlo breve in questo caso.

Capo della Milizia fiorentina[]

Poco dopo, tra il 1503 e il 1506, Machiavelli tornò a Firenze, dove divenne responsabile della milizia fiorentina. A differenza degli altri comandanti, come Bartolomeo, preferì assumere gli uomini che combattevano con il cuore per Firenze, scartando la maggior parte degli assetati di denaro. La sua milizia, grazie a questa selezione, riuscì a sconfiggere Pisa nel 1509. Tuttavia, nel mese di agosto 1512, furono sconfitti dai Medici, aiutati dalle truppe spagnole e da Giulio II. Firenze tornò in mano ai Medici. Machiavelli fu rimosso dalla carica nel 1512 e arrestato nel 1513, accusato di cospirazione contro Leone X, secondogenito di Lorenzo de'Medici. Fu torturato, e, per mancanza di prove, fu esiliato, e si ritirò nella sua tenuta a Sant'Andrea in Percussina.

Ultimi anni[]

Durante il suo soggiorno nella sua proprietà, scrisse Il Principe, un breve libro che illustrava le caratteristiche tipiche dei principi del tempo. Il Principe fu scritto durante e per un momento specifico della storia italiana (i Medici costituirono un forte stato nell'Italia centrale, esiliandolo). Ha anche scritto i Discorsi di Tito Livio. Questa tesi (che fu scritto in un periodo significativo della sua vita) riflette Machiavelli repubblicano più nozioni di governo, ed è una tesi molto più completa rtispetto al Principe. Insieme, i Discorsi e Il Principe ci mostrano che era un individuo con tendenze repubblicane, ma era disposto ad accettare un principato se ciò assicurava la sopravvivenza dello Stato.

Machiavelli morì il 21 giugno 1527, a 58 anni. Fu sepolto nella Basilica di Santa Croce a Firenze.

Curiosità[]

  • Il fatto che in-game Machiavelli era il capo dei mercenari fiorentini non corrisponde pienamente alla realtà. Nella vita reale, Machiavelli era contro i mercenari, perché credeva che non fossero molto attendibili. Tuttavia è possibile che i mercenari rappresentino la milizia fiorentina che Machiavelli comandò nella vita reale. Ciò è confermato dal fatto che ricevette denunce dei mercenari nel Falò delle vanità.
  • Storicamente, Machiavelli ebbe buoni rapporti con la famiglia Borgia. Nel 1502, fu inviato in missione diplomatica con Cesare Borgia. Ha definito Rodrigo Borgia come politico di grande successo, perché era il prototipo di un comandante che non ha scrupoli per raggiungere il suo obiettivo, e storicamente, si dice anche che Machiavelli ammirava moltissimo Cesare Borgia.
  • Se Ezio (tramite il giocatore) sceglie di non fare nulla nel momento in cui Savonarola tenta di mettere a tacere la folla nel Falò delle Vanità, è Niccolò stesso ad intervenire, ed essere quello a ferire Savonarola.
  • In Assassin's Creed: Brotherhood, prima che Ezio esegua un salto della fede dopo la Cerimonia di iniziazione di Claudia, Niccolò dice che vuole scrivere un libro su Ezio. Ezio è d'accordo, ma chiede di farlo breve. Questo è un riferimento al suo libro più famoso: Il Principe.

​Galleria[]

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