- "Ho fatto una promessa ad un vecchio amico."
- ―Nergüi[src]
Nergüi (1212 - 1279) è stato un membro della Confraternita mongola degli Assassini e un'apprendista del confratello Qulan Gal.
Biografia[]
Primi anni[]
Nergüi nacque nel 1212 nelle zone più remote del crescente impero mongolo. Suo padre era Elbegdorj, un allevatore di cavalli, che fu costretto ad entrare nell'esercito al servizio del Gran Khan Gengis Khan. Dopo la morte di suo padre durante la battaglia del fiume Kalka, Nergüi iniziò a nutrire rancore nei confronti della dinastia Khan, che lo portò ad unirsi agli Assassini.[1]
Nel 1227 la Confraternita mongola si preparava ad uccidere Gengis Khan per arrestare la sua avanzata, e pertanto inviarono Nergüi ad esplorare il campo in preparazione dell'attentato. Tuttavia venne catturato e imprigionato nel'accampamento dell'imperatore vicino Xiangping. Le torture subite gli lasciarono una profonda cicatrice sul volto. Nergüi fu infine salvato quando il suo maestro, assieme al confratello levantino Altaïr Ibn-La'Ahad, si infiltrò all'accampamento per uccidere il Gran Khan. Tuttavia, dopo che allertarono i mongoli, uno dei quali ferì Altaïr, i due Assassini furono costretti alla fuga ed entrarono in una yurta, dove trovarono Nergüi. Qulan uccise la guardia e liberò il novizio sfigurato. Successivamente, i tre Assassini fuggirono dal campo.[2]
Unendosi a Maria Thorpe e a Darim Ibn-La'Ahad sulle alture soprastanti il campo, da dove si occuparono di dare copertura a Qulan e ad Altaïr durante il loro fallito tentativo di assassinio, gli Assassini decisero di fare un altro tentativo. Il gruppo iniziò a sparare frecce infuocate sull'accampamento mongolo per spingere Gengis Khan a fuggire, mentre Darim e Qulan si sarebbero occuppati ad intercettare la fuga del loro bersaglio. Infatti, uccisero le poche guardie che proteggevano il Khan e lo uccisero. Più tardi, prima della separazione tra i due mongoli e i levantini, Altaïr suggerì a Qulan Gal di prendere Nergüi sotto la sua ala.[2]
Guerra con i Khan[]
Diversamente da quanto programmato dalla Confraternita mongola, l'impero mongolo non trovò una battuta d'arresto con la morte del suo fondatore. Infatti a salire sul trono fu il terzogenito di Genghis Khan, Ögedei. Circa in questo periodo, Nergüi si preparava ad essere introdotto nella Confraternita. Prima che ciò avvenisse però, venne incaricato da Qulan Gal di viaggiare fino a Samarcanda, dove il Gran Khan mongolo aveva inviato un intero tumen per rafforzare la difesa della città. Il compito principale di Nergüi stava nell'assassinare il loro capitano senza farsi individuare; completata la missione con successo venne riconosciuto come un Assassino completo e dal Mentore della Confraternita mongola ricevette la sua lama celata.[1]
Nel 1241, venne informato da Gal che Batu Khan, cugino del Gran Khan e fondatore del Khanato dell'Orda d'Oro, aveva guidato un enorme esercito lungo i confini della Russia e prossimo ad invadere l'Europa. Pertanto al fine di rallentare la sua avanzata, Nergüi venne incaricato di uccidere Ögedei, mentre il suo maestro avrebbe ucciso suo fratello Chagatai. Entrambi portarono con successo la loro missione e Batu fu costretto a tornare in Mongolia per salvaguardare l'onore della sua famiglia e rispettare le tradizioni del suo popolo partecipando al kuriltai, per eleggere un nuovo Gran Khan.[1]
Ventidue anni dopo, l'Assassino scoprì che il principe russo Alexander Nevsky aveva stretto un'alleanza con Hülegü Khan, mettendo il suo esercito personale a servizio dell'Orda d'Oro. Sospettando che il generale russo fosse un Templare, Nergüi lo raggiunse nel suo accampamento dove si confrontarono. Inizialmente, i due si studiarono con Nevsky che affermava di conoscere un po' la Confraternita dalle storie delle Crociate, mentre Nergüi giudicò l'alleanza del principe con i mongoli. Nevsky giustificò l'alleanza come una forma di protezione verso il suo popolo e per evitare che la Rus' di Kiev potesse fare la fine che i mongoli riservano ai loro oppositori. Nergüi, invece, gli raccontò di come gli Assassini combattevano continuamente i mongoli e di come la morte di Möngke Khan avesse creato divisioni tra i mongoli, che avevan iniziato a combattere tra di loro tra la guerra civile toluide e la guerra Berke-Hulagu. Dopodiché, Nevsky realizzò che l'Assassino era venuto a reclamare la sua vita e si affrontarono. Lo scontro terminò a favore di Nergüi. Nelle sue ultime parole, Alexander dichiarò di come aveva avvelenato Batu Khan per vendicare la morte di suo padre e Nergüi gli raccontò di suo padre e di com'era morto. Quando Nevsky morì, Nergüi mostrò rispetto per il principe.[1]
Nel 1265, Nergüi prese di mira Hülegü Khan, intenzionato a vendicare la caduta di Masyaf e la distruzione della Confraternita levantina portata avanti dallo stesso Hülegü. All'inizio del loro incontro, Hülegü sminuì immediatamente il basso rango di Nergüi. Inoltre, Hülegü affermò del privilegio che i discendenti di Gengis Khan possedevano nel vedere la Mongolia allargarsi a perdita d'occhio e portare la morte su tutti coloro che osano opporsi. Tuttavia, Nergüi gli fece notare come gli Assassini continuavano a combatterlo. Hülegü, invece, denigrò la Confraternita ricordando l'assedio di Alamut, che gli Assassini non difesero, e di come li aveva sconfitti a Masyaf, che affermavano di possedere un oggetto divino, con la sua spade dell'Eden. Nergüi gli ricordò che era solo l'Ilkhan, mentre suo fratello Kublai Khan rivendicava il trono di Gran Khan dell'impero. Hülegü lo inorò, sostenendo do preferire l'azione alla politica. Alla fine, i due si affrontarono in un duello che si concluse con la vittoria di Nergüi e la morte di Hülegü.[1]