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Murat Bin Husn (2 maggio 1474 - ?) è stato un giannizzero Ottomano e un membro della Confraternita ottomana degli Assassini.

Biografia[]

Nato a Costantinopoli, all'età di 11 anni, i genitori di Murat firmarono per farlo arruolare nell'esercito imperiale, alla ricerca di una vita migliore per loro figlio. In pochi anni, Murat divenne un leader rispettato dei giannizzeri, i soldati scelti dell'esercito e le guardie del sultano. Di conseguenza, venne reclutato dal generale, e Mentore, Ishak Pasha per la sua guardia personale.[1]

Dopo aver avuto Murat nella propria guardia per qualche tempo, Ishak Pasha decise di presentarlo alla Confraternita ottomana come una recluta promettente. Murat riuscì a distinguersi sia durante le missioni di Assassino sia durante i suoi doveri da giannizzero, arrivando ad entrare in tutte le squadre costituite da Ishak Pasha.[1] Ad un certo punto della sua vita, Murat incontrò Aleksei Zima, un sacerdote ortodosso e un membro profondamente turbato e smarrito dell'Ordine dei Templari. Riuscì a convincerlo ad unirsi nella Confraternita, il quale si rivelò un informatore preziosissimo grazie alle sue conoscenze dei Templari bizantini.[2]

Nel 1495, Aleksei scoprì un complotto dei Templari bizantini in Spagna, i quali avrebbero ottenuto dall'Inquisizione spagnola il diario di Niccolò Polo. Per questo, Ishak Pasha si recò in Spagna, portando con sé una piccola squadra dei suoi migliori e più leali Assassini, tra i quali c'era la sua fidata guardia del corpo Murat Bin Husn.[3]

Dopo la morte del suo Gran Visir e riconoscendo il valore di Murat, il sultano Bayezid II gli affidò l'armatura di Ishak Pasha, che alcuni credevano avesse poteri magici. Murat nascose l'armatura in una tomba sotto la basilica di Santa Sofia, e, in seguito, rinnovò la grande catena per proteggere al meglio la città.[4]

Tuttavia, pochi mesi dopo, il Mentore della Confraternita italiana degli Assassini, Ezio Auditore da Firenze, arrivò a Costantinopoli,[5] dove recuperò l'armatura[6] e distrusse la Grande Catena.[7] Temendo per la loro vita, Murat e la sua famiglia fuggirono dalla città.[4]

Curiosità[]

  • Quando l'utente di Facebook visualizza la discendenza di Murat, il software indica che l'utente connesso è il XXVI pronipote di Murat.

Galleria[]

Apparizioni[]

Fonti[]

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