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Monteriggioni è una città italiana, nella regione della Toscana. Fu costruita nell'anno 1213 dai signori di Siena, e svolse il ruolo di roccaforte di difesa delle genti di Toscana contro l'aggressività fiorentina, in cerca di nuovi territori.

Tra i protagonisti del conflitto vi fu la famiglia Auditore, che governò e protesse la città durante il Rinascimento. Agli Auditore si deve la costruzione delle possenti mura, ancora oggi intatte, oltre alla lussuosa Villa a nord del borgo.

Monteriggioni fu anche sede della confraternita italiana degli Assassini, dagli inizi del Trecento, quando Domenico Auditore ristrutturò la villa, fino al Quattrocentro, quando la città venne assediata da Cesare Borgia.

Storia[]

Medioevo[]

"[...] però che, come in su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona,
così la proda che ’l pozzo circonda
torreggiavan di mezza la persona
li orribili giganti, cui minaccia
Giove del cielo ancora quando tuona."
Dante Alighieri, Inferno canto XXXI, v. 40-45[src]

Il borgo venne costruito dai senesi tra il 1214 e il 1219. Nel 1290 venne eretta una villa, la cui facciata fu danneggiata da un attacco fiorentino nel 1320.[1]

L'Assassino veneziano Domenico Auditore, che aveva ereditato la fortuna di Marco Polo, si finse un nobile fiorentino e nel 1325 circa acquistò e ristrutturò la villa, che divenne villa Auditore. La nuova facciata annunciava già il Rinascimento. La villa aveva anche un ruolo militare: oltre a combattere l'espansionismo fiorentino, Monteriggioni divenne la sede della Confraternita italiana degli Assassini. Insieme al figlio Renato, si dedicò alla ricerca delle pagine del Codice di Altaïr Ibn-La'Ahad. Domenico fece costruire un Santuario sotto alla villa, dove nascose l'armatura di Altaïr. Infine, fece costruire una cripta, dove su delle stele raccontò l'origine della famiglia Auditore per le generazioni successive, e dove Domenico e Renato furono sepolti.[1]

Malgrado le origini fiorentine, gli Auditore divennero i signori di Monteriggioni, che difesero contro i ripetuti attacchi. Agli Auditore si deve anche la costruzione delle possenti mura, che fecero la fama di Monteriggioni a traverso i secoli.[1]

PL Monteriggioni, Italia

Gli Assassini esaminano la Sindone.

Nel 1355, gli Assassini entrarono in possesso della Sindone, rubata al Templare francese Geoffroy de Charny. Venne portata a Monteriggioni, per essere esaminata da Renato. Dei misteriosi sussurri provenivano dall'oggetto, e Renato ordinò che fosse nascosta sotto il borgo. Una copia fu creata per rimpiazzarla, e gli Assassini diffusero voci che si trattasse di un falso.[2]

Rinascimento[]

"Le nostre difese sono pronte per qualsiasi cosa manderanno i fiorentini. Questa città fu costruita per la battaglia! Si sfalderanno contro le mura di Monteriggioni!"
―Mario Auditore[src]

I nipoti di Renato, Mario e Giovanni, vennero addestrati sin da giovani per diventare Assassini. Nel 1454 Giovanni si trasferì a Firenze, dove divenne un banchiere nel Banco della famiglia Medici.[1] Mario, essendo il signore del borgo, restò a Monteriggioni, occupandosi della difesa della città contro un eventuale attacco fiorentino. Mario era inoltre a capo della confraternita italiana, e accolse a Monteriggioni dei fratelli per discutere delle minacce Templari, e per accordarsi sulle future vittime dell'Ordine.[3]

Lungo i bastioni

Le mura di Monteriggioni nel 1454.

Sempre nel 1454, Mario cominciò a sospettare che una spia si fosse infiltrata nella città per creare discordia tra i cittadini. Dopo essere stato catturato, Luciano Pezzati rivelò che Firenze stava per attaccare Monteriggioni. Le forze fiorentine, guidate dal condottiero Federico da Montefeltro, furono respinte da Mario e i suoi uomini.[3]

Dopo questo successo, Mario continuò ad interrogare Luciano, e scoprì che lo scopo dell'attacco fiorentino era quello di acquisire un antico artefatto nascosto sotto la città. Dopo varie ricerche, Mario scoprì che qualcosa era stata nascosto nei sotterranei accessibili dal pozzo della città. Mario fu ferito dalle trappole e perse un occhio. Una volta recuperato la Sindone, Mario la affidò al fratello Giovanni, il quale la portò lontando dal borgo, tra le braccia degli Assassini.[3]

Malgrado le vittorie militari, il borgo si impoverì. Mario non aveva "né tempo né denaro" per ristaurare la villa o le botteghe. La situazione cambiò dopo l'arrivo di Ezio Auditore da Firenze, nel 1476. Il secondogenito di Giovanni si era rifugiato a Monteriggioni con la madre Maria e la sorella Claudia dopo la morte del padre e dei fratelli ad opera dei Templari. Mario informò il nipote dell'esistenza degli Assassini e lo addestrò. Dopo aver scelto di restare in Toscana, Ezio investì nella ristrutturazione del borgo, finanziando i lavori di un architetto impiegato dallo zio, mentre Claudia Auditore divenne la tesoriera del borgo. Furono riaperte o rinnovate diverse botteghe: il fabbro, il medico, il sarto, il mercante d'arte e la banca. Inoltre, furono restaurati il bordello, la miniera, la chiesa, la caserma, la gilda dei ladri e il pozzo. Ciò aumentò notevolmente la ricchezza di Monteriggioni.[1]

ACII Villa Auditore

Villa Auditore nel 1499.

Anche villa Auditore venne progressivamente restaurata. Ezio riempì la galleria di dipinti di grandi maestri, quali Botticelli e Leonardo da Vinci. Inoltre, vi conservò le armi e armature acquistate nei suoi viaggi. Delle bandiere con lo stemma degli Auditore sventolavano sul borgo, più tardi sostituite da bandiere con il simbolo degli Assassini.[1]

Nell'ultimo decennio del XV secolo, Mario invitò Leonardo da Vinci a visitare la villa. Fu lì che l'artista decifrò le ultime pagine del Codice trovate da Ezio. Dopo aver riunito le trenta pagine ed essere entrati in possesso della Mela dell'Eden, gli Assassini si riunirono a Monteriggioni nel 1499. La Volpe, Niccolò Machiavelli, Paola, Bartolomeo d'Alviano, Teodora Contanto, Antonio de Magianis e Mario Auditore erano presenti quando Ezio attivò la Mela e scoprì che la Cripta menzionata nel Codice si trovava a Roma. Gli Assassini andarono a Roma per creare dei disordini, permettendo ad Ezio di infiltrarsi nel Vaticano.[1]

Al loro ritorno, il 1 gennaio 1500, Ezio e Mario furono informati da Claudia dell'arrivo di Caterina Sforza, contessa di Forlì, venuta a chiedere l'aiuto dei mercenari di Monteriggioni nella sua guerra contro l'esercito papale. La sera, Ezio spiegò agli alleati la decisione di lasciare Rodrigo Borgia in vita, e rivelò il messaggio di Minerva.[4]

Calunnia 3 TEC

Monteriggioni sotto assedio.

Il mattino seguente, Cesare Borgia, capitano generale dell'esercito pontificio, attaccò Monteriggioni dopo aver appreso dal padre la sua sconfitta. Malgrado la resistenza degli Auditore, che si difesero con i cannoni recentementi aggiunti alle mura, le forze dei Borgia riuscirono a penetrare nel borgo. Caterina fu catturata e Mario fu ucciso da Cesare, che si impossessò della Mela. Ezio e i mercenari difesero gli abitanti di Monteriggioni, che fuggirono grazie ai sotterranei accessibili dai Santuario di villa Auditore. Gli Auditore superstiti lasciarono il borgo, e gli Assassini si stabilirono a Roma per combattere i Borgia.[4]

Dopo gli Auditore[]

Negli anni successivi la morte di Mario e la partenza di Ezio nella capitale, il borgo passò in mano alla Famiglia Medici, la quale mise dei soldati della Repubblica di Siena a guardia della città. Ad eccezione di Villa Auditore, tutti gli edifici e le case vennero ristrutturate.[5]

Con gli Assassini ormai stabilitisi a Roma, solo uno di loro, Lo Sparviero, rimase a Monteriggioni, proteggendone i cittadini e custodendo i sotterranei segreti del borgo.

Un giorno dell'anno 1502, Pietro de Galencia, una spia al servizio templare sotto le spoglie di un medico per alcuni anni, scoprì un percorso nascosto per la cripta da un vecchio signore ferito, che era stato imprigionato e torturato dallo stesso Pietro. Utilizzò dunque tre Mercenari, travestiti da esattori delle tasse, per derubare i residenti e corruppe il Capitano delle guardie, per tutelarli. Quando Lo Sparviero agì per difendere i cittadini,  Pietro andò di corsa verso la cripta, rubando una cassa contenente i progetti per la Lama celata. Lo Sparviero tornò dunque al Santuario, scoprendo che qualcuno aveva trafugato il forziere di Mario e si mise alla ricerca del responsabile.

Due giorni dopo, il vecchio riuscì a fuggire dalla cantina e ad avvertire i cittadini del tradimento di Pietro, appena prima che il Templare partisse dalla città. Costretto a cambiare i suoi piani, Pietro convocò il suo scagnozzo davanti alla chiesa, ma venne presto individuato dall'Occhio dell'Aquila dello Sparviero, che era appostato sopra di loro. Quando Pietro vide l'Assassino, fuggì nel cortile sul retro di Villa Auditore, proteggendosi dietro le guardie. Fu, però, tutto inutile, l'Assassino si fece strada tra di loro per uccidere Pietro, scoprendo purtroppo che la cassa non era più in suo possesso. L'Assassino andò di corsa verso la casa del Templare, ma tutto ciò che riuscì a trovare fu una pila di lettere in uno scompartimento celato nel muro. Attraverso le lettere, l'Assassino scoprì che Pietro era un inviato di Cesare Borgia.

In un momento imprecisato dopo la morte di Cesare, Ezio tornò a Monteriggioni per lasciare nel Santuario un indizio per la password del tempio di Giunone dove aveva nascosto la Mela. Anni dopo, gli Auditore tornarono a governare la città, tuttavia la Villa, saccheggiata durante l'assedio, non tornò più al suo antico splendore.[4]

Monteriggioni continuò a respingere gli assalti di Firenze fino al 1554, quando la città fu tradita. Giovannino Zeti, capo della guarnigione ed esule fiorentino, consegnò le chiavi della città in cambio del permesso di poter ritornare a Firenze. Monteriggioni entrò a far parte del ducato di Firenze, ma agli Auditore fu permesso di continuare a governare la città, dimostrando così che i Medici non dimenticavano mai gli amici.[1][4]

Tempi moderni[]

Desmond: Un momento... Siamo a Villa Auditore?
Lucy: Sì, il nostro ultimo rifugio in Italia.
―Desmond e Lucy[src]

Nel XXI secolo, Monteriggioni era rimasta sostanzialmente identica all'epoca rinascimentale. Villa Auditore era stata riconosciuta come Sito patrimonio mondiale dall'UNESCO. Dei nuovi commerci esistevano nel borgo, negli edifici antichi: il sarto era stato sostituito da un panificio e bar chiamato "Caffe degli Auditore", il mercante d'arte da un punto d'informazioni turistiche, il medico dalla trattoria "da Claudia", e il fabbro da un hotel di nome "Le Torri". Solo la banca non aveva cambiato di funzione.[4] La città possedeva il proprio settimanale, il Corriere di Monteriggioni, che aveva in prima pagina una citazione dantesca sul borgo: "torreggiavan li orribili giganti".[6]

Monteriggioni veduta tempi moderni

Gli Assassini arrivano a Monteriggioni nel 2012.

Il 16 settembre 2012, la squadra di Assassini composta da Lucy Stillman, Rebecca Crane, Shaun Hastings e Desmond Miles trovò rifugio a Monteriggioni, dopo una fuga dal loro nascondiglio romano, essendo impossibile attraversare la frontiera per raggiungere la Svizzera.[6] Per evitare la sorveglianza cellulare dell'Abstergo Industries, cercarono di nascondersi nel Santuario sotto la villa. Desmond e Lucy si addentrarono nei sotterranei del borgo per giungere al Santuario e sbloccarne l'entrata dall'interno. In seguito, i quattro portarono nel Santuario il loro equipaggiamento, incluso l'Animus 2.01 usato da Desmond per rivivere i ricordi di Ezio Auditore. Rebecca fornì dei relè a Desmond, che riuscì a deviare dell'elettricità al Santuario per poter usare la loro attrezzatura.[4]

Nelle settimane seguenti, gli Assassini lasciarono il Santuario solo per comprare provviste. Malgrado le interazioni limitate, Shaun si fece notare dagli abitanti di Monteriggioni, ed ebbe una rissa con un uomo[4] il 29 ottobre, che fu menzionata dal numero successivo del Corriere. Lo stesso numero conteneva articoli sulla crisi economica, annunciando che la Banca Popolare di Monteriggioni era in passivo, sugli scavi menati dal professore Trevisani, e sul ritorno del professore Ilario Lannotti, fratello di un assessore comunale. Il numero seguente, datato 8 ottobre, annunciava la celebrazione di una "settimana Medicea", una rassegna di eventi dedicati all'arte rinascimentale e contemporanea. Un articolo parlava dei nuovi gusti di gelato inventati dai gelatai del paese, che avevano creato "gelati al gorgonzola, al pepe verde e persino all'aragosta e alla vodka". Si faceva inoltre notare che dei segni di attività erano stati notati a villa Auditore, spingendo alcuni a chiedersi se fosse in vendita.[6]

Malgrado le precauzioni, gli Assassini erano sorvegliati dai Templari, grazie al tradimento di Lucy, e dagli Iniziati.[6] A differenza dei compagni, Desmond uscì dal Santuario solo di notte. Durante le sue esplorazioni di Monteriggioni, Desmond trovò dei manufatti appartenuti agli Auditore.[4]

Nelle prime ore del 10 ottobre, gli Assassini scoprirono dove Ezio aveva nascosto la Mela dell'Eden, e risolvettero l'enigma lasciato nel Santuario, ottenendo così la password del tempio di Giunone. La squadra lasciò Monteriggioni in piena notte per recarsi a Roma.[4][6]

Sempre nel 2012, una ricostruzione virtuale di Monteriggioni fu usata come mappa nella prima fase del Programma di Addestramento Animi dell'Abstergo.[4]

Monteriggioni veduta panoramica

Veduta di Monteriggioni

Rinnovamento[]

"Ho stilato una lista di preventivi per le nuove botteghe e le ristrutturazioni. Portate l'oro, scegliete l'edificio e io mi metterò al lavoro. [...] Finanziando botteghe e ristrutturazioni aumenterete il numero dei visitatori, accrescendo le entrate. Per cui, perché non dare un'occhiata ai progetti?"
―L'architetto di Monteriggioni a Ezio.[src]
Cambiamento Di Piani 13 TEC

Il modellino di Monteriggioni dell'architetto.

Tra il 1478 e il 1499, Ezio investì il suo denaro in restauri e ristrutturazioni, portando la città al massimo splendore. Fece riaprire diverse botteghe e rinnovare altri edifici. Ciò aumentò il valore del borgo, e di consequenza la rendita della Villa. Ogni ristauro delle botteghe aumentò lo sconto che Ezio vi riceveva. Dopo le ristrutturazioni, delle bandiere furono aggiunte anche agli edifici, cambiando dal simbolo degli Auditore al logo degli Assassini quando la villa fu completamente rinnovata.[1]

Claudia Auditore tenne traccia sul suo registro delle ristrutturazioni, ma anche degli oggetti acquistati da Ezio: armi, armature, dipinti. Inoltre, conservò in uno scrigno le entrate di Monteriggioni, lasciando al fratello il compito di portare il denaro in banca. Qualora lo scrigno fosse pieno, Claudia tenne per sé i soldi che non vi entravano.[1]

Dopo il ristauro delle loro sedi, cortigiane, mercenari e ladri furono visti più spesso in città.[1]

Nella ricostruzione virtuale dell'Animus, ogni restauro aumenta le entrate del borgo del 10% del costo del restauro: ad esempio, rinnovando il pozzo per 4000 fiorini, il reddito periodico generato dalla città aumenta di 400 fiorini. I depositi avvengono ogni 20 minuti, e lo scrigno si riempie dopo 4 depositi.[1]

Botteghe
Nome Primo rinnovo
(5% di sconto)
Secondo rinnovo
(10% di sconto)
Terzo rinnovo
(15% di sconto)
Mercante d'arte 1000 ƒ 5000 ƒ 8000 ƒ
Banca 1500 ƒ 5000 ƒ 9000 ƒ
Fabbro N/A 7000 ƒ 12000 ƒ
Medico N/A 3000 ƒ 5000 ƒ
Sarto 1000 ƒ 2500 ƒ 5000 ƒ
Edifici restaurati
Nome Costo
Bordello 3000 ƒ
Miniera 4000 ƒ
Chiesa 4000 ƒ
Caserma 3000 ƒ
Gilda dei ladri 3000 ƒ
Pozzo 4000 ƒ

Curiosità[]

Assassin's Creed II

  • A Monteriggioni vi sono 8 statuette, raffiguranti gli dei romani. Trovandole e collocandole sui piedistalli, si ottengono 2000 fiorini.
  • Ristrutturando il Pozzo, la Miniera, e la Chiesa, si sbloccano dei tesori nascosti all'interno delle strutture.
  • Tramite Uplay, si può sbloccare la Cripta degli Auditore, contenente le vere origini della famiglia Auditore.
  • Ristrutturando le strutture e completando le collezioni, Monteriggioni conterà un massimo di 3500 abitanti.
  • Il tunnel e le trappole che attraversò Mario Auditore nel 1454 per recuperare la Sindone, sembrano essere assenti nel momento in cui Ezio arriva a Monteriggioni.
  • Se si ristruttura l'80% di Monteriggioni si sblocca l'obiettivo/trofeo "Podestà di Monteriggioni".

Assassin's Creed: Brotherhood

  • Monteriggioni ospita una mappa del multiplayer.
  • Nella sequenza 1, l'entrata della Cripta degli Auditore è assente. È tuttavia presente nella Monteriggioni moderna.
  • Nella Monteriggioni moderna, con l'Occhio dell'aquila è possibile notare delle impronte che, dalla fontana sotto al simbolo degli Assassini conduce allo studio di Mario. Le impronte non sono visibili dopo aver completato la Sequenza 6.
  • A fianco della villa nella moderna Monteriggioni, vi si trova una targa con delle informazioni storiche. Tuttavia, vi è un errore nel testo in italiano: la villa è stata danneggiata nella campagna militare di papa Alessandro VI e non di Papa Alessandro IV.
    • Nelle nuove versioni del gioco per PS4 e Xbox, il cartello appare nel posto sbagliato, davanti alla vecchia bottega del fabbro.
  • Se, con Ezio, si entra nello studio di Mario alla villa, e si guarda la parete del Codice con l'occhio dell'aquila, la mappa del mondo non è visibile, a differenza di Assassin's Creed II.
  • In seguito al ritorno dalla battaglia a Roma, Ezio non può comprare nulla dalle varie botteghe.
  • Durante l'ultimo ricordo della Sequenza 1, si può notare che la torre di guardia centrale nelle mura è ancora in piedi, e che, dietro le macerie, la bottega del fabbro è aperta, con l'uomo al suo interno.
  • Nella vecchie versioni del gioco, all'interno della bottega del mercante d'arte e del dottore non vi era nessuno.
  • Dopo che Ezio è ritornato a Monteriggioni nel 1500, sembra che la città conti al massimo 500 abitanti, contro i 3500 che aveva in precedenza.

Galleria[]

Apparizioni[]

Fonti[]

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