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"Il Frutto dell'Eden è la tentazione resa tangibile."
―Rashid ad-Din Sinan parla della Mela[src]

La Mela dell'Eden 2 è stata una delle sei Mele dell'Eden conosciute per essere state create dalla Prima Civilizzazione con lo scopo di controllare la mente degli umani. Costruite con un leggerissimo e resistentissimo metallo di origini sconosciute, esse fungevano anche da arma, registro e fonte di conoscenza.

Storia[]

Egitto tolemaico[]

Dopo la prima Civilizzazione i primi possessori conosciuti della Mela furono l'Ordine degli Antichi durante la metà del I secolo a.C.. Nel 49 a.C. l'Ordine venne a conoscenza di una cripta, situata a Siwa, appartenente agli stessi creatori della Mela, gli Isu, e mandarono cinque membri dell'Ordine: Flavio, Settimio, Potino, Rudjek e Medunamun; insieme al faraone, Tolomeo XIII, durante la sua visita all'oasi di Siwa. I membri dell'Ordine trovarono la cripta sotto il Tempio di Amon ma non riuscirono ad aprirla con la Mela. Interrogarono chiunque nel tempio e catturarono il medjay Bayek, che per farlo parlare catturarono anche suo figlio, Khemu. L'interrogatorio fallì con la morte del bambino e con la cripta ancora chiusa.

L'Ordine degli Antichi diede la Mela a Medunamun e convinsero il faraone a nominarlo come Oracolo di Siwa, così facendo poterono di nuovo studiare la cripta e trovare un modo per entrarci. Nel 48 a.c. Medunamun venne assassinato da Bayek, in cerca di vendetta contro coloro che uccisero suo figlio, e gli sottrò la Mela. Bayek la diede ad Aya, quando la incontrò nel suo nascondiglio ad Alessandria, che a sua volta la diede ad Apollodoro, suo alleato e servitore di Cleopatra. Quest'ultimo venne ucciso dai soldati romani e la Mela gli venne rubata da Flavio, capo dell'Ordine degli Antichi, che insieme a Settimio prese il Bastone di Alessandro e fuggì a Siwa. Grazie all'unione del Bastone e della Mela Flavio e Settimio riuscirono ad aprire la cripta per poi dividersi. Mentre Settimio cavalcò per Alessandria con il Bastone, Flavio ritornò nella Cirenaica usando il potere della Mela per asservire il popolo alla sua volontà. Bayek gli diede la caccia e ingaggiò uno scontro contro Flavio, che nonostante utilizasse i poteri della Mela riuscì a ucciderlo. Presa la Mela Bayek lo ripose in una cassa nel nascondiglio di Aya.

Medioevo[]

"Pensiamo che i Templari abbiano trovato qualcosa sotto il monte del Tempio."
―Altaïr parla della Mela[src]
Fallimento 4

Un Assassino porta la Mela a Rashid.

Nel Medioevo la Mela passò nelle mani degli esponenti del ramo levantino dell'Ordine degli Assassini. Nel 1191, nel mezzo della Terza Crociata, il loro Mentore Rashid ad-Din Sinan inviò una squadra di Assassini al comando del priore Altaïr Ibn-La'Ahad a recuperare il manufatto alle catacombe del Tempio di Salomone. Sebbene la missione causò molte perdite a causa dell'arroganza di Altaïr, gli Assassini riuscirono a strappare il manufatto dalle mani di Roberto di Sable, Gran Maestro dei Templari.

Tuttavia Rashid si ritrovò costretto a punire il suo miglior adepto declassandolo dal rango di Maestro a quello di novizio. Con clemenza gli diede però un occasione di riscatto: uccidere nove Templari in cambio del suo ruolo nella Confraternita. Durante l'assenza del suo pupillo, il Mentore passò molto tempo a studiare la Mela, decidendo di impiegarla per ipnotizzare tutti gli abitanti di Masyaf, mentre Altaïr braccava l'ultimo dei suoi bersagli: Roberto di Sable. Con la sua azione Rashid sperò di poter creare la vera pace, svelando però una sua afflizione con i Templari e la corruzione dal potere che lo avvelenava.

La Veglia Del Mentore 11

La Mela prende il controllo di Abbas.

Fortunatamente Altaïr lo uccise nei giardini della fortezza e gli rubò la Mela. Ma quando l'Assassino decise di cremare il corpo del defunto Mentore, incontrò il dissenso del suo confratello Abbas Sofian, che lo accusò di farsi beffe del Credo e degli altri Assassini. Costui poi lo spinse tra la folla radunatasi per la morte di Rashid e prese la Mela con sé.

Gli Assassini si divisero dunque tra chi era fedele ad Altaïr e coloro che indignati dal poco rispetto verso i loro usi gli si schierarono contro. Intanto Abbas raggiunse una delle torri di guardia, dove permise alla Mela di prendere il sopravvento su di lui. Questa, essendo fuori controllo, cominciò a sprigionare forti onde di energia che fecero svenire tutto il popolo di Masyaf. Essendo l'unico capace di resistervi, Altaïr strappò la Mela ad Abbas, disattivandola.

"Hai qualcosa da insegnarci, o ci condurrai tutti alla rovina?"
―Altaïr dopo aver sottratto la Mela ad Abbas[src]

Una volta placati gli animi della rivolta ed aver accettato le scuse di Abbas, Altaïr venne proclamato nuovo Mentore della Confraternita levantina. Da quel momento passò molto tempo a studiare la Mela e le sue proprietà, sfruttando il sapere del manufatto per ideare nuove armi e tecniche di assassinio per gli Assassini. Nonostante si fosse interrogato a lungo sulla vera funzione del manufatto, Altaïr non riuscì mai a definire con precisione cosa fosse, tanto che la definì come un'arma e un registro combinati, come scrisse nel suo Codice.

Il Mentore la portò con sé anche durante il suo viaggio a Cipro, dove la utilizzò per placare una folla rivoltatasi contro di lui per false accuse. Tenne con sé il manufatto anche quando lui, sua moglie Maria Thorpe e il suo primogenito Darim partirono per la Mongolia con lo scopo di aiutare la Confraternita locale ad uccidere il conquistatore Gengis Khan. Durante la sua assenza però, Abbas fece uccidere suo figlio minore Sef, gettando la colpa al suo consigliere Malik Al-Sayf, che morì più tardi a causa delle pietose condizioni di prigionia.

Un Nuovo Regime 8

Altaïr usa la Mela per controllare Swami.

Per terminare quello che fin dall'inizio era un golpe, Abbas formò un consiglio per farsi eleggere Mentore al posto di Altaïr. Quando quest'ultimo tornò per reclamare il suo titolo e per avere risposte riguardo alla condanna di suo figlio, Abbas gli impose come compromesso la rendita della Mela. Facendosi beffe del suo usurpatore, Altaïr glie la porse e Abbas mandò il suo agente Swami a recuperarla.

Quando Swami di rivelò l'uccisore di Sef, Altaïr prese il controllo della sua mente con il manufatto, costringendolo a suicidarsi. Il tentativo di Maria di placare l'ira di suo marito le costò la vita. Sollecitato dalle ultime parola della moglie, Altaïr raggiunse suo figlio Darim e scappò con lui ad Alamut. Lì passò ben vent'anni di esilio volontario per continuare i suoi studi sulla Mela. Sfruttando quanto appreso, il deposto Mentore riuscì a creare il primo modello di Pistola Celata. Inoltre durante la sua permanenza in città, rinvenne sei sigilli della memoria fatti di un materiale simile a quello della Mela.

"Se ve lo chiedono, dite che mi sono disfatto della Mela. Dite che l'ho mandata a Cipro, o nel Cipango, o che l'ho gettata in mare. Dite qualunque cosa tenga gli uomini lontano da qui. Questa Mela non deve essere trovata, fino a quando non verrà il momento."
―Le ultime volontà Altaïr riguardo alla Mela[src]

Solo dopo vent'anni Altaïr tornò a Masyaf a rivendicare il suo titolo, uccidendo Abbas con la nuova arma da lui progettata. Ripreso il controllo dell'Ordine, riportò gli Assassini al loro antico potere; ordinò anche la costruzione di una biblioteca dove conservare tutto il suo sapere. La costruì in modo che soltanto cinque dei sigilli della memoria trovati ad Alamut potessero aprirla, poiché essa avrebbe in realtà avuto la funzione di una cripta ideata per proteggere la Mela.

L'eredità perduta 3

Altaïr ripone la Mela nella Cripta.

Nel 1257, Darim conobbe i due esploratori e mercanti veneziani Niccolò e Maffeo Polo, invitandoli a soggiornare presso Masyaf in compagnia sua e del padre. I due rimasero molto affascinati dagli usi, i costumi e gli ideali degli Assassini, tant'è che decisero di diventarne membri effettivi sotto l'addestramento di Altaïr. Quando i due dovettero ripartire, Altaïr donò loro il suo Codice e le cinque chiavi della sua biblioteca.

La partenza fu ritarda da un attacco dei mongoli, che il Mentore riuscì a sbaragliare temporaneamente con il potere della Mela. Assicurata la partenza dei due fratelli, Altaïr diede l'ultimo saluto a suo figlio, diretto ad Alessandria d'Egitto con il resto dei suoi libri. Completata la diffusione degli Assassini in tutto il mondo, il Mentore levantino ripose la Mela nella sua cripta ed esalò il suo ultimo respiro all'interno della biblioteca.

Rinascimento[]

"Un'altro manufatto! No, tu rimarrai qui. Ho visto abbastanza per una vita sola."
―Ezio Auditore all'interno della biblioteca di Altaïr[src]

Nel 1509, il Mentore degli Assassini italiani Ezio Auditore da Firenze trovò una lettera scritta anni prima da suo padre Giovanni, in cui accennava alla biblioteca di Altaïr e all'immensa saggezza che si presumeva vi fosse contenuta. Stimolato dalla voglia di apprendere quel sapere, Ezio si mise in viaggio verso la Terra Santa.

Il messaggio 2

Ezio scopre la Mela di Altaïr all'interno della biblioteca.

Giunto a Masyaf nell'inverno del 1511, Ezio sconfisse una guarnigione di superstiti Templari capeggiati da Leandros. A quest'ultimo rubò La Crociata Segreta, un libro scritto da Niccolò Polo. Scoperto che la biblioteca era accessibile solo attraverso i cinque sigilli che il Mentore levantino aveva dato ai fratelli Polo. Sapendo che i Templari ne avevano già trovata una sotto il Palazzo Topkapi a Costantinopoli, Ezio si diresse in città.

Lì recuperò le quattro chiavi rimanenti, con l'aiuto della Confraternita locale e della libraia veneziana Sofia Sartor. L'ultima invece la rubò al Templare Manuele Paleologo a Derinkuyu, in Cappadocia. Insieme a Sofia, Ezio tornò a Masyaf dove aprì la biblioteca di Altaïr, dove raggiunse la Mela dell'Eden. Tuttavia decise di lasciarla lì dove era. In quel momento, la Mela attivò il giunto sincronico, permettendo al discendete di Ezio, Desmond Miles, di incontrare Giove e risvegliarsi dal coma.

Era elisabettiana[]

"Potresti pensare a questo dipinto come un enigma, un'allegoria, la fantasia dia un artista. No, non lo è. L'oggetto che tiene in mano la regina è reale. Questo è il suo potere."
―John Dee descrive il dipinto donato ad Elizabeth Jane Weston.[src]
Glifo 2-1

La regina Elisabetta I con la Mela dell'Eden nascosta nel crugiger globus.

Secoli dopo, la Mela entrò misteriosamente in possesso di Elisabetta I d'Inghilterra, un'importantissima monarca britannica vissuta nel XVI secolo che utilizzò il potere del manufatto per salire al trono dopo la morte di sua sorella Maria per mano degli Assassini.

Tra i pochi a conoscenza del fatto che il manufatto era la reale fonte del suo potere, vi era il suo consigliere personale John Dee, che ebbe l'occasione di armeggiare con il manufatto durante la sua permanenza a Praga. Dopo la morte della regina inviò un ritratto di sua maestà ad Elizabeth Jane Weston, figliastra del suo vecchio collega Edward Kelley. Il dipinto ritraeva la regina che portava la Mela in uno sfondo con tre divinità, in uno scenario simile al Giudizio di Paride.

Tempi moderni[]

Glifo 3-3

Ghandi con la Mela dell'Eden durante la marcia del sale.

Durante la prima metà del XX secolo, la Mela fu posseduta da Mahatma Gandhi, che utilizzò il suo potere per attuare un grande movimento religioso in India, al fine di proclamare l'indipendenza del paese. Ma il 30 gennaio 1948, i Templari commissionarono il suo omicidio al fine di tenere il manufatto per loro stessi.

Nel 1963, i Templari impiegarono diverse Mele dell'Eden, la prima e la seconda, durante l'omicidio del presidente americano John F. Kennedy, a sua volta in possesso del terzo manufatto. Infatti, William Greer, l'agente dei Servizi Segreti che venne incaricato di guidare la limousine del presidente, venne addestrato nell'utilizzo della Mela dell'Eden 2 e venne incaricato di rubare la Mela dell'Eden 3 dopo la morte di Kennedy.

Il risultato fu una perfetta copertura sia durante l'attentato che durante il recupero della Mela appartenuta al presidente. La seconda Mela fu successivamente impiegata dalle Abstergo Industries, società gestita in segreto dai Templari, per alcuni esperimenti al Denver International Airport. Tuttavia i test causarono il fallimento del lancio del satellite DIA, in quanto la Mela si spaccò in due causando la morte di centinaia di civili.

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