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"Il sogno del nostro Ordine è universale. Ottomani, bizantini... Non sono che etichette, costumi e apparenze. Dietro questi ornamenti, tutti i Templari fanno parte della stessa famiglia."
―Manuele Paleologo[src]

Manuele Paleologo (Despotato di Morea, 1455 - Derinkuyu, Marzo 1512) è stato un nobile Bizantino ed un erede al trono dello stesso Impero prima che crollasse. Cedette il diritto al trono in cambio di una vita più "comoda".

Era il figlio minore di Tommaso Paleologo e di Caterina Zaccaria. Nato dopo la caduta di Costantinopoli, avvenuta nel 1453, Manuele visse la sua prima infanzia nella Morea, governata dal padre Tommaso.

Durante la sua gioventù, Manuele si alleò all'Ordine Templare, alimentando le speranze di ristabilire un Impero perduto dalla sua famiglia.

Fingendosi un ricco cittadino Ottomano, Manuele tornò a Costantinopoli, e insieme al suo braccio destro Shahkulu, ampliò il suo esercito segretamente nascosto in Cappadocia. Si alleò quindi con il principe ottomano Ahmet, erede al trono e segretamente un Templare, per cercare la biblioteca di Altaïr Ibn-La'Ahad. In seguito cercò di procurarsi dei fucili per armare il suo esercito acquistandoli da Tarik Barleti, ma questo gli fu fatale: ciò permise infatti al Mentore Ezio Auditore da Firenze di raggiungere la Cappadocia e, dopo averlo trovato, di uccidere Manuele.

Biografia[]

Primi anni[]

Manuele Paleologo nacque nel 1455, due anni dopo la caduta di Costantinopoli. Erede al trono Bizantino, viveva con la sua famiglia in Morea, ma nel 1460 si trasferirono a Corfù. Successivamente, andarono a Roma, dove suo padre, Tommaso Paleologo, veniva riconosciuto da tutti come l'Imperatore Bizantino.

Durante il loro soggiorno a Roma, Manuele e suo fratello Andrea speravano in una rifondazione dell'Impero Bizantino. Grazie al fratello, Manuele fece conoscenza con Rodrigo Borgia, Gran Maestro dell'Ordine dei Templari, e Cem, fratello del sultano Ottomano Bayezid II. Così, i due fratelli divennero subito membri dell'Ordine dei Templari, e con il sostegno di Rodrigo attuarono il piano di ripristino delle forze dell'Impero Bizantino.

Mentre Andrea preferiva avere un controllo più duro della città, Manuele tendeva ad andare con più tranquillità.

Vita a Costantinopoli[]

"Vent'anni in questa città a vivere come un pidocchio, e finalmente tutto si ricompone."
―Manuele Paleologo[src]

Nel 1485 tornò a Costantinopoli dove cedette il trono per una vita più tranquilla, ma comunque lussuosa. Ebbe due figli, Loannes e Andreas. Nel 1492, quando Rodrigo Borgia divenne papa con il nome di Alessandro VI, perse competamente i suoi interessi nei confronti dei Paleologo, quindi i due fratelli dovettero continuare i loro piani senza il suo sostegno. Nel 1509, un terremoto colpì Costantinopoli, dando il tempo a Manuele di fuggire dalla città. Poi, egli portò un esercito di Templari Bizantini in pubblico, facendo innescare una guerra segreta tra Bizantini e Ottomani in tutto il paese.

Nel 1511, Manuele fece una spedizione con dei Templari a Masyaf, per recuperare le Chiavi necessarie ad aprire una biblioteca segreta fatta costruire dal leggendario Mentore degli Assassini del Levante Altaïr Ibn-La'Ahad. Attraverso il diario di Niccolò Polo, i Templari trovarono una chiave sotto il Palazzo Topkapi di Costantinopoli, che poi fu presa dallo stesso Paleologo.

Le Porte Dell'Arsenale 1

L'incontro tra Manuele e Tarik.

Alla fine dello stesso anno, Manuele fece un accordo con Tarik Barleti, capitano dei Giannizzeri, cioè quello di comprare armi ottomane per il suo esercito segreto in Cappadocia, più precisamente nella città di Derinkuyu. Insieme al suo compagno Templare, Shahkulu, Manuele controllò tutti gli armamenti nell'Arsenale di Costantinopoli. In tutto questo, lo scambio fu osservato dal Mentore degli Assassini Italiani Ezio Auditore da Firenze, che, dopo essere stato scoperto dai Giannizzeri, fuggì. Dopo l'incontro, Manuele e i suoi alleati lasciarono la città di Costantinopoli, per inoltrarsi nella Cappadocia, ma Ezio li seguì anche grazie all'aiuto del compagno Assassino Piri Reis.

Morte[]

L'Ultimo Dei Paleologi 4

Manuele affronta Ezio.

Quando il Mentore degli Assassini Italiani arrivò a Derinkuyu, si diede da fare nel far diminuire l'influenza delle forze Bizantine dalla città: quindi, con l'aiuto di una spia inviata da Tarik Barleti, Dilara, uccise il Rinnegato Shahkulu.

Successivamente all'uccisione del turkmeno ottomano, Ezio fece esplodere dei rifornimenti di munizioni dei Templari, facendo innescare un'esplosione a catena. Vedendo i cittadini terrorizzati dalle fiamme e dalle case infuocate, Manuele cercò di predicare calma alla popolazione, ma, quando vide l'Assassino, fuggì in profondità delle caverne.

Dopo una lunga corsa, Manuele si dovette fermare davanti ad un corso d'acqua sotterraneo, dove fu costretto a tornare indietro e di affrontare Ezio. Senza troppa fatica, l'Assassino sconfisse e uccise Manuele, ottenendo così l'ultima chiave di Masyaf.

Ultime parole[]

L'Ultimo Dei Paleologi 5

Ultimi momenti di vita di Manuele.

  • Manuele: Avrei dovuto essere il successore di Costantino. Avevo così tanti progetti.
  • Ezio: Il tuo sogno muore con te, Manuele. Il tuo impero è perduto.
  • Manuele: Ah, ma non sono l'unico ad avere quella visione, Assassino. Il sogno del nostro Ordine è universale. Ottomani, bizantini... Non sono che etichette. Costumi e apparenze. Dietro a questi ornamenti, tutti i Templari fanno parte della stessa famiglia.
  • Ezio: Bando alle ciance. Sono qui per la Chiave di Masyaf.
  • Manuele: Prendila, dunque. (Risata) Prendila e cerca la tua fortuna.

Manuele consegna ad Ezio l'unica Chiave di Masyaf in mano ai Templari.

  • Manuele: Vedi se riesci ad arrivare a cento leghe da quella biblioteca prima che uno di noi ti finisca.

Manuele muore.

Caratteristiche e personalità[]

Manuele era un uomo diplomatico e saggio, infatti contrattò con Tarik per avere dei fucili e inoltre rimproverò Shahkulu per la crudeltà contro i prigionieri ottomani sostenendo che anche loro erano pur sempre umani.

Galleria[]

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