- "Il disordine ha preso Monteriggioni. [...] Ciò non è naturale per la nostra umile comunità; sospetto che stiamo avendo a che fare con un esperto agitatore."
- ―Mario Auditore riguardo a Luciano.[src]
Luciano Pezzati è stato un nobile italiano che lavorò per il governo fiorentino e lo aiutò nella conquista della campagna toscana.
Biografia[]
- "Luciano Pezzati. Solo un nome per adesso, ma sappiamo che si nasconde a Monteriggioni. Lo troveremo!"
- ―Mario Auditore.[src]
Nel 1454, Luciano andò a vivere sotto copertura a Monteriggioni, in Toscana, per raccogliere informazioni sul borgo e sul suo governo. Iniziò anche a seminare malcontento tra i cittadini, incitandoli a risse e causando il disordine nelle strade, per indebolire la città all'imminente assedio fiorentino.[1]
Il signore di Monteriggioni all'epoca, Mario Auditore, si accorse presto che nella sua città regnava il caos, come le "nubi prima di una tempesta", e quindi mandò molti dei suoi uomini a identificare la causa dei recenti disordini. Sebbene molti cittadini abbiano fornito diversi nomi, quello di Luciano fu quello che venne fuori più spesso.[1]
Sapendo di essere braccato, Luciano assunse diversi mercenari per difendersi e ne seguì uno scontro tra loro e le forze di Mario. Ci furono vittime da entrambe le parti, ma Luciano fu infine costretto a rifugiarsi nella locanda della città.[1]
Dopo che Mario e i suoi uomini sfondarono la porta, Luciano li affrontò a viso aperto da solo, armato solo di un pugnale. Tuttavia, Mario fece cenno ai suoi soldati di stare indietro e sguainò di conseguenza il suo pugnale. I due ingaggiarono un duello, dove entrambi parvero essere alla pari, ferendosi raramente, nonostante i loro potenti attacchi.[1]
Nel corso del duello, però, Mario, evitando un forte colpo di Luciano, riuscì a pugnalarlo alla spalla destra, disarmandolo. Sebbene Luciano avesse tentato di estrarre una seconda lama con il braccio sinistro, venne steso rapidamente.[1]
Poco dopo, Luciano fu fatto incarcerare e fu interrogato a Villa Auditore, dove in fine rivelò che l'esercito fiorentino, guidato dal condottiero Federico da Montefeltro, era venuto non per conquistare Monteriggioni, ma per recuperare un tesoro che si diceva fosse nascosto sotto le sue mura.[1]
Apparizioni[]
Fonti[]