I lealisti, chiamati anche con il nome di Tories, Realisti e Uomini del re, sono stati una fazione presente nelle tredici colonie in Nord America formata dai coloni americani che decisero di rimanere fedeli alla corona inglese durante la rivoluzione americana e alla guerra successiva.
Si stima che almeno un colono su cinque fosse un lealista durante la guerra. Tuttavia, i lealisti erano soggetti molto spesso ad aggressioni verbali e fisiche a tal punto che i patrioti li prendevano e li trascinavano fuori dalla loro casa per poterli picchiare in strada. A volte, li torturavano bruciandoli con le candele oppure coprendoli con il catrame e le piume.[1]
Tra i ranghi dei lealisti, vi erano anche diverse tribù appartenenti alla Confederazione irochese, i quali vedevano nell'autorità britannica di re Giorgio III una maggiore sicurezza nel rispetto dei loro confini. Il villaggio Kanien'kehá:ka di Kanatahséton, dopo esser rimasto neutrale durante la guerra, si schierò apertamente con gli inglesi dopo esser stato informato da Charles Lee che i patrioti volevano distruggerlo. Contemporaneamente, manipolò Kanen'tó:kon facendogli credere che lo stesso Ratonhnhaké:ton lo avesse tradito combattendo per i patrioti.[1]
Inoltre, anche molti schiavi o ex schiavi come George Davidson decisero di unirsi alla causa lealista con la promessa della libertà, venendo reclutati da Lord Dunmore e assegnati in reggimenti creati appositamente per loro.[2]