La canna da zucchero e i suoi frutti è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Edward Kenway, rivissuta da un impiegato dell'Abstergo Entertainment nel 2013 attraverso l'Animus Omega.
Descrizione[]
Edward Kenway si reca in un villaggio pirata, dove incontra uno dei tre fondati della repubblica di Nassau, James Kidd. Sotto il suo consiglio, segue un ufficiale del noto mercante Peter Beckford sino ad una piantagione. Infiltrandosi nella zona, Kenway riesce a svuotare il magazzino, ottenendo un più che lauto bottino.
Dialoghi[]
Edward Kenway si unisce ad un falò, cui stanno partecipando vari e pirati e James Kidd.
- Edward: Ma guarda, il figlio bastardo del vecchio William Kidd! Soltanto un ragazzo ma... vale almeno dieci volte più di suo padre!
Un marinaio porge ad Edward un pesce arrosto.
- Kidd: È buffo vederti qui, Kenway. Sempre aitante e azzimato. E il costume? L'hai rubato a un dandy a L'Avana?
- Edward: No amico, l'ho preso ad un cadavere, che qualche secondo prima era vivo e che ha osato mancarmi di rispetto.
Edward addenta un boccone e poi restituisce il pasto. Dopodiché torna a rivolgersi a Kidd.
- Edward: Dimmi, cos'è questa storia del furto ad una piantagione? Tu non hai segreti per me, vero?
- Kidd: Non so tenerli. Ogni giorno salpano golette cariche di zucchero dalle piantagioni qui vicine. E spesso si fermano qui, per vendere qualche cassa. Arriverà un uomo che ti frutterà un bel bottino oggi. Se vuoi derubare la piantagione, ti darò qualche dritta.
- Edward: Mmm... Ci sto.
I due iniziano a passeggiare per l'isola.
- Edward: La piantagione è di un certo signor Beckford?
- Kidd: Proprio lui. Ne possiede a decine in queste isole. È ricco da fare schifo.
- Edward: Il tipo d'uomo che mi piace derubare.
- Kidd: Il suo agente è qui in giro. Trovalo, seguilo, e ti porterà dritto al malloppo.
Sfruttando l'occhio dell'aquila, Edward individua un ufficiale inglese mentre tratta con un mercante. Incuriosito il pirata inizia ad ascoltare la loro conversazione.
- Agente: Sì, sì... Vendiamo ai prezzi che il signor Beckford stabilisce. E la qualità con lui è una certezza.
- Mercante: Sì. Questa bella melassa, e questa canna grezza! Per me va bene.
- Agente: Mi rallegra molto sentirvelo dire. Nonostante l'incertezza della vostra impresa, vedo che siete uomini d'intelletto.
Concluso l'affare, Edward inizia a seguire l'agente, che inizia una discussione con dei soldati.
- Agente: Beauford, Manning, con me! Abbiamo finito qui!
- Beauford: Sì signore! Dove andiamo?
- Agente: Torniamo alla piantagione a far il punto delle nostre riserve. È stato un buon raccolto quest'anno.
- Manning: Non dovreste farvi sentire, signore. Questo non è certo un posto sicuro.
- Agente: Assurdo, amico. Ho appena parlato piacevolmente con un signore. Siamo giunti ad un buon accordo.
- Beauford: Certo, signore.
L'agente e i due soldati salgono su una fregata.
- Agente: Spiegate le vele, gente! Si torna a casa!
La nave dell'agente inizia ad allontanarsi. Velocemente, Edward torna alla Jackdaw, dove si riunisce ad Adéwalé, il suo quartiermastro.
- Adéwalé: Capitano, hai la faccia di chi ha in mente qualcosa. Uno sguardo che conosco.
- Edward: Hai ragione, Adé. Ho appena sentito un uomo Beckford che tesseva le lodi della sua piantagione e delle merci che ci conserva. E così ho pensato che potrei privarlo di tutta quella roba e venderla in giro ad un prezzo più basso del suo.
- Adéwalé: Ah! Un uomo d'ingegno. L'idea mi piace!
Seguendo la fregata dell'agente, la Jackdaw si ritrova in una zona strettamente controllata dalla marina inglese, alla quale è vietato l'accesso ad imbarcazioni estranee.
- Edward: Ehi, Adé. Ci sono guai in vista.
- Adéwalé: Li vedo.
- Edward: Quell'uomo lavora per un certo Peter Bekford. Lo conosci? Beckford e il suo impero dello zucchero?
- Adéwalé: Sì, i Beckford e anche i Drax. Non ho lavorato nei loro campi, ma conosco quei nomi dalle storie che raccontavano gli altri.
- Edward: Lavoravi in una piantagione, tu?
- Adéwalé: In una piccola, sì. Io lavoravo solo alla bollitura.
- Edward: Alla bollitura. Fanno bollire l'acqua? O qualcos'altro?
- Adéwalé: Il succo della canna. E' difficile fare lo zucchero. E pericolo. Forse è per questo che costa così caro.
- Edward: Com'è sgobbare giorno e notte in una piantagione?
- Adéwalé: Sai prima si raccoglieva la canna da zucchero, poi la si metteva tra due rulli di metallo che estraevano il succo della canna. Una volta raccolto il succo, bisogna farlo bollire per togliere tutta l'acqua. Usavamo dei grandi calderoni di rame. La sai una cosa, fratello? Quando lo zucchero bolle scotta più di tutto. Basta toccarlo e si attacca come colla, e brucia da morire. E ti resta una cicatrice.
- Edward: Cristo.
La nave dell'agente attracca al molto della piantagione, mentre Edward e Adé si fermano in una zona appartata.
- Edward: È un rischio ancorarsi vicini. I soldati in giro per la piantagione ci vedranno subito.
- Adéwalé: Scendi qui, allora, e nuota a riva. Noi penseremo alla Jackdaw.
Edward scende sino al molo opposto dell'isola, da cui raggiunge l'ingresso della piantagione. Lì, nota l'agente di Peter Beckford discutere con una guardia.
- Agente: Che succede qui? Perché tanto scompiglio?
- Soldato 1: Nulla di che, signore, davvero. È il compleanno di Wilmington.
- Agente: E ti sei anche ubriacato in servizio!
- Soldato 1: Non temete, signore. È tutto sistemato.
- Agente: Lo vedremo, giusto? Intanto raddoppiate la guardia stanotte.
- Soldato 1: Raddoppiarla? Ma perché?
- Agente: Credo mi abbiano seguito, ragazzo. Dei pirati, se non mi sbaglio. Anche se era una nave troppo grossa per quei bifolchi. Certamente non schiavisti, con una nave di quelle dimensioni.
I due giungono di fronte a delle guardie ubriache.
- Agente: (Ad una guardia) Raddoppia la guardia, ubriacone! E tieni gli occhi ben aperti, senza mai distrarti.
(All'altra guardia) Tu, laggiù! Sveglia, amico! Hai un compito! - Soldato 2: Mi spiace signore, terrò gli occhi aperti.
- Agente: In nome di Dio, ma che diavolo è successo oggi? Come credi di suonare l'allarme se sei ubriaco marcio e non ti reggi quasi in piedi?
- Soldato 2: Scusatemi, signore. Sono in piena forma! Se vedo qualcosa di strano , suono l'allarme in un batter d'occhio. Lo giuro.
Edward segue l'agente sino alle porte del magazzino.
- Agente: Voglio parlare con chi comanda, qui. Devo entrare subito nel magazzino. Chi diavolo ha la chiave del magazzino? Eh? Nessuno è sobrio qui? Voglio la chiave del magazzino e subito!
(Ad un soldato) Portami la chiave del magazzino, per favore.
Edward uccide il custode della chiave, ed entrando nel magazzino, lui e la sua ciurma lo svuotano del tutto, riempiendo la stiva della Jackdaw.
Risultato[]
Edward svuota il magazzino di una piantagione, acquisendo un grossa e preziosa quantità di merci.