Che cosa? Chi è Desmond? Non capisco! Il titolo di quest'articolo è una congettura. Malgrado sia canonico, non esiste un nome ufficiale per il soggetto della pagina. |
"La Tirannia di Re Washington" è un ricordo di Ratonhnhaké:ton.
Descrizione[]
George Washington, dopo la fine della guerra di indipendenza americana, parla con Connor della Mela dell'Eden di cui è entrato in possesso, che gli causa strani sogni. Quando anche Connor tocca la Mela, questa genera un'illusione in cui Washington è diventato Re degli Stati Uniti d'America. Quando l'illusione finisce, Washington affida la Mela a Connor per non esserne più tentato.
Dialoghi[]
In un momento successivo alla fine della guerra di indipendenza americana, Connor è accampato nella frontiera. Viene raggiunto da George Washington, che lo stava cercando.
- Washington: Connor! Grazie al cielo sei qui.
- Connor: Comandante Washington?
- Washington: Devo affrontare un nuovo nemico! E temo che soccomberò.
- Connor: Che cosa vi prende?
- Washington: Al diavolo, amico! Mi serve aiuto!
- Connor: Forse dovreste sedervi e spiegarvi meglio.
Washington si siede su una roccia.
- Washington: Dio mio. Non so che mi succede. Sono preda... di strani sogni. Sto impazzendo!
- Connor: Non vi credevo il tipo che si lascia influenzare dai sogni.
- Washington: Non capisci... Non puoi capire! Mi illudono con visioni fantastiche. Nel sogno sono a Mount Vernon durante la guerra. (Si alza) Solo che nel mio sogno non c'è la guerra! Resto con Martha, mi occupo delle terre. Felice e contento.
- Connor: Sembra il paradiso in terra.
- Washington: Ma non si fermano qui: la pace che provo mi spinge a... Poi i sogni diventano ineffabili. Ci sei anche tu, Connor. Credo che le visioni vengano da questa.
Washington estrae una Mela dell'Eden.
- Connor: (Si alza) Dove l'avete presa?
- Washington: Ce l'aveva un ufficiale fatto prigioniero a Yorktown. Ha suscitato subito il mio interesse, così l'ho tenuta con me. È strano, non ricordo più il volto di quell'uomo.
- Connor: Posso vederla?
Washington si allontana da Connor, stringendo la Mela perché l'Assassino non la prenda.
- Connor: Vi comportate in modo strano.
- Washington: Hai ragione. Colpa dei sogni che vengono da questa Mela.
Connor tocca la Mela, che mostra ai due un'illusione in cui Washington si è proclamato Re delle tredici colonie alla fine della guerra grazie al potere della Mela.
Dopo che nell'illusione Connor tocca la Mela, l'artefatto si disattiva, ponendo fine all'illusione, e cade al suolo. Washington guarda sospettoso l'Assassino, poi si china e raccoglie la Mela.
- Connor: Comandante!
Dopo una breve esitazione, l'uomo si rivolge a Connor.
- Washington: Prendila! (Mette la Mela nelle mani di Connor) Portamela via. Non la voglio!
- Connor: Nessun uomo deve possedere un tale potere.
Washington monta a cavallo.
- Washington: Gettala nell'oceano. Appesantiscila e affondala negli abissi più profondi del mare!
Washington fa voltare il cavallo e si allontana al galoppo.
Successivamente, Connor si imbarca sull'Aquila portando con sé la Mela dell'Eden. Mentre Connor esce dalla cabina del capitano, Washington si trova nel suo studio, seduto alla scrivania mentre scrive.
- Timoniere: Dove siamo diretti, allora?
Connor non risponde. Nello stesso momento, un'illusione appare a Washington.
- Uomo: Comandante Washington.
- Washington: (Voltandosi verso l'uomo) Pensavo di essere solo.
- Uomo: Mi duole interrompere.
- Washington: Non ce n'è motivo.
- Uomo: Sembra che siamo a un punto morto.
- Washington: Temo anch'io.
- Uomo: Posso suggerire, comandante, che una repubblica non può certo sopravvivere in un mondo così profondamente travagliato?
- Washington: Domando scusa?
- Uomo: Un governo eletto, certo. La guerra aveva questo scopo. Ma perché la nazione prosperi, perché diventi grande, la debolezza della repubblica deve essere bilanciata dall'interno dalla forza di un uomo.
Sull'Aquila, Connor prende in mano un sacco nel quale ha messo la Mela.
- Uomo: Un uomo potente, comandante, che... se posso dirlo, risulterebbe nobilitato agli occhi del mondo se soltanto portasse il titolo di re.
- Washington: Signore. (Si alza.) Credo di potervi rispondere in tutta onestà. La vostra proposta causerebbe il peggior danno possibile alla mia povera patria!
Sull'Aquila, Connor tende la Mela oltre il bordo nella nave, pronto a lanciarla in mare.
- Washington: Non avreste potuto trovare persona meno incline ai vostri intrighi. Per questo vi scongiuro: se avete rispetto per la vostra patria, per voi stesso e per i posteri, e magari anche per me...
Sull'Aquila, Connor lascia cadere la Mela dell'Eden nell'oceano.
- Washington: ...di scacciare questi pensieri dalla vostra mente, e di non confessare mai, né a voi stesso né a nessun altro, sentimenti di cotale natura.
Washington si accorge che l'uomo è scomparso e si guarda intorno confuso, prima di abbassare lo sguardo.
Sull'Aquila, Connor si rivolge al timoniere.
- Connor: Abbiamo finito qui.
- Timoniere: Torniamo indietro?
- Connor: Sì, indietro. Andiamo.
L'Aquila si dirige verso la tenuta di Davenport.
Risultato[]
Washington si convince del fatto che gli Stati Uniti d'America non possono essere un regno da lui governato grazie alla Mela, che affida a Connor. L'Assassino provvede poi a gettare il Frutto dell'Eden nell'oceano Atlantico.