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Questo articolo riguarda Kadar Al-Sayf. Potresti stare cercando il Rafiq a Gerusalemme.

Kadar Al-Sayf (? - 1191) è stato un membro della Confraternita levantia degli Assassini durante il XII secolo, il fratello minore di Malik Al-Sayf e lo zio di Tazim Al-Sayf, figlio di Malik.

Sebbene non fosse stato promosso in un rango molto superiore di un novizio dell'Ordine, Kadar fu tra gli Assassini inviati a recuperare il tesoro dei Templari nel 1191 al tempio di Salomone. Sfortunatamente, perse la vita in un combattimento scoppiato nel tempio.

Biografia[]

Primi anni[]

Nato come il figlio di Faheem Al-Sayf, un Maestro Assassino, Kadar crebbe nella fortezza di Masyaf assieme al fratello maggiore Malik e allenandosi fin dalla tenera età per diventare un Assassino ed essere inviato, di conseguenza, in missione per la Confraternita.[1]

Kadar vide il suo confratello, Altaïr Ibn-La'Ahad, come il fulgido esempio dell'abilità e del potere della Confraternita, che lo portò più volte a tentare di emularlo, scontrandosi, tuttavia, con la furia di suo fratello. Malik, infatti, trovava antipatico Altaïr e il suo carattere arrogante e cercò di persuadere il fratello a non imitarlo. Però, Kadar ignorò gli avvertimenti del fratello e continuò a seguire gli insegnamenti di Altaïr, piuttosto che i modi più cauti di Malik.[1]

Intorno al 1191, l'addestramento di Kadar aveva dato i suoi frutti, con il giovane Al-Sayf abile nell'uso di diverse armi ed essere ritenuto pronto per essere inviato nelle missioni pericolose e importanti della Confraternita. Il suo equipaggiamento consisteva nella lama celata, diversi pugnali da lancio e una spada, armi concesse solitamente ad Assassini molto abili e che avevano iniziato a scalare i ranghi della Confraternita.[2]

Tempio di Salomone[]

"Qual'è la missione? Mio fratello non m'ha detto nulla. Solo che devo essere onorato dell'invito."
―Kadar chiede informazioni ad Altaïr, 1191.[src]
Acquisizione 2

Malik e Kadar assistono all'assassinio di un innocente.

Nel 1191, Kadar venne incaricato di compiere un'importante missione con altri due Assassini; suo fratello Malik e il Maestro Assassino Altaïr. Tuttavia, non fu informato sui dettagli della missione e dato che neanche il fratello non gli disse nulla a parte di "essere onorato dell'invito", chiese ad Altaïr delucidazioni a riguardo. Quest'ultimo lo accontentò, rispondendogli che i Templari avevano trovato qualcosa sotto il tempio di Salomone, qualcosa che il loro Mentore riteneva importante.[3]

Il fatto che siano stati tenuti segreti a Kadar i dettagli della missione significava, che all'epoca, egli non era ancora abbastanza alto di rango per ottenerli, ma ritenuto comunque in grado di compiere tale missione.[3]

Poco prima, Altaïr assassinò un vecchio innocente all'ingresso delle gallerie del tempio e Kadar lo lodò per la splendida uccisione. Invece, Malik rimproverò Altaïr per aver ucciso un innocente e aver violato il Credo. Tuttavia, Altaïr rispose, di conseguenza, a Malik con la loro massima, convinto di comprenderla al meglio. Frustrato dalla piega che stava avendo la discussione, Malik decise di andare in avanscoperta lasciando suo fratello Kadar con Altaïr. In questo momento, Kadar chiese i dettagli della missione ad Altaïr.[3]

I tre Assassini continuarono a seguire le gallerie, superando diverse buche presenti nel terreno e uccidendo una guardia che si trovava sulla loro strada senza essere individuati. Alla fine, si trovarono su una sporgenza in pietra e in terra che si affacciava su una grande stanza. Le pareti della grande stanza erano sostenuti da diversi pilastri splendidamente scolpiti e una cassa dorata e decorata posizionata sopra un ingresso scavato sul lato opposto della stanza. Insieme a tutto ciò, vi erano presenti nella stanza anche diverse impalcature, poiché la camera era stata trovata attraverso degli scavi di operai di Gerusalemme.[3]

Malik indicò la cassa affermando che era il tesoro che stavano cercando e la chiamò l'Arca. Kadar chiese in maniera dubbiosa se fosse l'Arca dell'Alleanza, ma venne rimproverato da Altaïr come stupido, poiché l'Arca non era altro che una favola.[3]

Improvvisamente, un gruppo di cavalieri Templari entrò nella stanza, ignari della presenza degli Assassini sopra di loro. Tra questi, vi era Roberto di Sable, il Gran Maestro del rito levantino dell'Ordine dei Templari e nemico giurato degli Assassini.[3]

Immediatamente, Altaïr dichiarò che la vita di Roberto sarebbe stata la sua, nonostante Malik sostenesse che la loro missione era recuperare il tesoro e non uccidere Roberto. Tuttavia, Altaïr volle ucciderlo comunque in quanto la presenza del Gran Maestro si frapponeva tra lui e il tesoro. Malik cercò di consigliarlo ricordandogli discrezione, ma Altaïr gli rispose che essa era codardia. Nonostante Malik gli avesse ricordato che aveva violato già i due principi del Credo e prossimo al terzo, Altaïr, convinto della sua superiorità sia nel grado che in abilità, non gli dette ascolto e si avvicinò al suo bersaglio.[3]

Quando Altaïr si presentò davanti a Roberto di Sable, Kadar e Malik si unirono a lui. Altaïr si lanciò verso Roberto per assassinarlo, ma il Templare riuscì a bloccargli il braccio armato e, dopo avergli detto che lo avrebbe risparmiato in modo tale da informare il suo maestro che sarebbe dovuto fuggire, lo scaraventò fuori dalla stanza, facendogli colpire le assi che puntellavano il soffitto sopra di essa, provocando il crollo dell'entrata.[3]

Morte[]

Malik: No. Per colpa tua!
Altaïr: Mi hanno spinto fuori dalla sala! Non potevo rientrare! Non potevo fare niente!
Malik: Perché non hai voluto darmi ascolto! Questa si poteva evitare! E mio fratello... mio fratello sarebbe ancora vivo! Oggi la tua arroganza ci è quasi costata la vittoria.
—Malik accusa Altaïr della sua arroganza[src]

Per qualche tempo, i due Assassini combatterono contro i cinque Templari nella stanza, compreso l'abile spadaccino Roberto. Durante questo periodo di tempo, Malik fu in grado di prendere il tesoro e fuggire con esso a Masyaf al suo maestro, come era richiesto dalla missione.[3]

Sfortunatamente, Kadar non era abbastanza esperto e abile in battaglia per affrontare all'attacco di diversi nemici contemporaneamente e perì, anche se non era chiaro se Malik fosse fuggito prima o dopo questo evento. Tuttavia, non se ne andò illeso, poiché il suo braccio fu ferito gravemente che al suo ritorno a Masyaf non poteva guarire e, di conseguenza, amputato.[3]

Caratteristiche e personalità[]

Kadar: È... l'Arca... dell'Alleanza?
Altaïr: Non essere stupido. Quella non esiste. È solo una favola.
―Kadar guarda stupito l'Arca.[src]

Kadar era una persona molto eccitabile nella sua giovinezza, sempre pronto ad andare a combattere contro il nemico affrontandolo faccia a faccia, piuttosto che nascondersi nell'ombra, aspettando che il pericolo scappasse. Perciò, seguiva molto volentieri nella pratica l'esempio dei metodi di Altaïr rispetto alle tattiche più attente di suo fratello maggiore. Questo non fece altro che aumentare la frustrazione di Malik, il quale era più un rivale che un amico di Altaïr, nonostante in futuro essi divennero migliori amici.[2]

Kadar, nonostante la sua giovane età, si era guadagnato un rango molto più in alto del novizio, il che significava che aveva una certa abilità nell'utilizzo di diverse armi e ad affrontare un combattimento corpo a corpo. Molto probabilmente, Kadar si impegnò duramente nel suo addestramento per stare al passo con suo fratello all'interno dell'Ordine, ammirando sia Malik che Altaïr per ogni cosa.[2]

Kadar era obbediente al Credo degli Assassini e, sebbene ammirasse i modi avventati e arroganti del suo confratello Altaïr Ibn-La'Ahad, mostrava l'umiltà e la pazienza di cui un Assassino aveva bisogno per adempiere al meglio ai suoi compiti.[2]

A causa del suo luogo di nascita, Kadar, come suo fratello Malik, aveva una pelle abbronzata e sembrava avere una leggera peluria sul labbro e sul mento. I suoi occhi erano stranamente di un coloro chiaro, in contrasto ai comuni occhi di colore marrone scuro tipici degli abitanti del Medio Oriente. La sua testa era perlopiù nascosta alla vista da un cappuccio grigio e le sue maniche grigie andavano a rappresentare il suo basso rango nell'Ordine.[2]

Le sue vesti da Assassino erano formati da una fibbia triangolare legata sul petto e una fascia rossa legata sulla vita. I coltelli da lancio erano tenuti alla cintura, pronti all'uso, e la spada pendeva dal lato sinistro della sua vita e, sebbene fosse dotato di una lama celata, Kadar aveva ancora tutte le sue dita, cosa assai rara tra i suoi confratelli.[2]

Curiosità[]

  • In arabo, "Kadar"(da Qadir, قدير) significa "forte" o "potente", mentre Al-Sayf" si traduce in "la spada".
    • Al-Qadir è anche uno dei 99 attributi di Allah.
  • Kadar indossa gli abiti corti e col cappuccio scuro tipici degli Assassini di basso rango e delle guardie di Masyaf.

Galleria[]

Apparizioni[]

Fonti[]

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