Iskender è stato un chorbaji, cioè un ufficiale, all'interno del corpo dei giannizzeri vissuto tra il XV e il XVI secolo.
Biografia[]
Come il resto del corpo dei giannizzeri, Iskender fu un forte sostenitore di Selim come il vero erede al trono dell'impero ottomano a differenza da quello designato dal sultano Bayezid II, Ahmet, primogenito di Bayezid e fratello di Selim.[1]
Nel 1509, poco dopo il terremoto di Costantinopoli, Iskender era accampato nelle vicinanze di Trabzon. Lì, sentì Selim, il quale commentò il comportamento di suo padre che aveva abbandonato la città, capitale del suo impero, per il terremoto trovandolo vergognoso e lo ritenne uno sciocco. Infatti, Selim credeva che il terremoto fosse un segno della collera divina, mentre Bayezid continuava a regnare sperando nel sostegno di Dio.[1]
Tempo dopo, Iskender, insieme ad alcuni giannizzeri sotto il suo comando, giunse in un villaggio a nord di Varna per accogliere l'arrivo di Selim e del suo esercito. Nelle due settimane che ne seguirono, i giannizzeri informarono Selim che gli Assassini lo stavano studiando e, probabilmente, stavano preparando un attacco contro di lui oppure contro alcuni dei suoi consiglieri militari. Iskender non riusciva a capire come Bayezid potesse tollerare la loro presenza e ad essersi anche alleato con loro. Per certi versi, lo trovò offensivo che il suo sultano avesse fatto tutto ciò alle spalle dei giannizzeri, ma accettò anche l'idea che anche il corpo dei giannizzeri furono di dubbia lealtà in questo periodo, schierandosi apertamente a favore di Selim non accettando la legittimità dell'erede al trono, Ahmet.[2]
Nel mentre, i giannizzeri e l'esercito di Selim stavano collaborando per fortificare l'accampamento e il loro principe era inattesa di notizie dei suoi uomini che aveva inviato nel cuore dell'impero. Tuttavia, l'attesa che si stava protraendo da almeno tre mesi, li aveva arresi all'evidenza che era accaduto il peggio. Selim commentò ciò, dichiarando che suo fratello fosse era più abile del previsto.[2]
Nonostante il fallimento del suo gruppo di uomini, Selim rimase di buon umore in quanto avrebbe ricevuto la visita di suo figlio, Solimano. Iskender lo descrisse come "un ragazzo dalla mente acuta" che nonostante i suoi sedici anni rivaleggiava a suo padre in quanto a carisma e, forse, anche di intelligenza. Come mostrava il fatto, che appena avrebbe terminato gli studi all'università, gli aspettava la nomina di governatore di Kefe.[2]
Durante questo periodo di riposo e rifocillamento nell'accampamento, Iskender ebbe lo spirito alto e gli occhi sempre ben aperti, in quanto riteneva ormai una certezza che gli Assassini li stavano cercando. Anche se, gli erano ignoti il come e il quando del loro futuro attacco. Nonostante tutto, sapeva che il suo scopo primario e quello degli giannizzeri era di proteggere Selim pur mantenendo un basso profilo, visto che mostrare un totale appoggio al principe gli avrebbe potuto creare una posizione difficile con il sultano ancora in carica.[2]