Il vecchio covo è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Edward Kenway, rivissuta da un impiegato dell'Abstergo Entertainment nel 2013 attraverso l'Animus Omega.
Descrizione[]
Con l'aiuto di James Kidd, Edward Kenway viene a conoscenza dei segreti che si celano sul suo nuovo covo a Great Inagua.
Dialoghi[]
Mentre dorme su una palma da cocco, Edward Kenway ricorda una discussione avuta con la moglie, Caroline Scott.
- Edward: Ehi, dove te ne vai al mercato?
- Caroline: No, io... I miei vogliono che io torni a stare da loro. E io lo farò.
- Edward: Che vuol dire "stare da loro"? Tu vivi qui, con me.
- Caroline: Mi spiace, Edward. Mio padre ha ragione. Avevi una buona paga giù alla fattoria. Perché non potevi accontentarti? Per me?
- Edward: Buona paga!?! Quel lavoro era in pratica schiavitù! Vuoi essere la moglie di un contadino per tutta la vita?!
- Caroline: Va bene, Edward. Va bene.
Caroline si accinge a varcare la porta.
- Edward: Se te ne vai, Caroline, non saprai mai che cosa ci aspetta.
La donna se ne va.
- Edward: Caroline... Caroline!!
Edward sbatte con violenza la porta di casa. Dopodiché si sveglia, in compagnia di James Kidd.
- Edward: Mmmm... Ah Kidd.
- Kidd: Sveglia, Kenway.
Il giovane tenta di colpire il gallese con un ramo, ma quest'ultimo lo disarma prontamente.
- Edward: Thatch è in giro?
- Kidd: Stamane è salpato con il galeone. È convinto che troveremo un buon modo per usare il nostro covo.
- Edward: Già. Potremmo combinare qualcosa qui. Tenerci anche una flotta, magari. E con qualche miglioria diventerebbe una vera casa. Un giorno potrei convincere mia moglie a venire qui.
- Kidd: Quindi, sei sposato?
- Edward: Agli occhi di Dio, sì. Mi ha lasciato qualche anno fa.
- Kidd: Capisco, ma tieni la cosa per te. La maggior parte dei pirati non ha rispetto di chi non aspira solo al rum e al saccheggio.
- Edward: Sul mio onore. Dimmi se scopri qualcosa.
Kidd comincia ad allontanarsi, per poi tornare a rivolgersi a Kenway.
- Kidd: Edward! Vieni qui! C'è qualcosa! Vieni, devi vedere! Forza, amico!
I due giungono di fronte ad un'antica stele.
- Kidd: È roba strana, non trovi? Sembra antica.
- Edward: Dici che è un opera maya? O azteca?
- Kidd: Sei bravo con gli enigmi? Rebus, indovinelli e roba simile?
- Edward: Me la cavo discretamente. Perché?
- Kidd: Penso che tu abbia un talento naturale. Come agisci e rifletti. Il modo in cui vedi il mondo.
- Edward: Non ci scommetterei. Ora stai parlando per enigmi, e non capisco una parola.
- Kidd: Sali qui in cima, ti va Edward? Risolviamo l'enigma.
Edward sale in cima alla stele maya.
- Kidd: Concentrati e affina i tuoi sensi. Guarda oltre l'ombra più nera, dentro la materia. Finché non vedrai una sorta di luccichio.
- Edward: Un luccichio?
- Kidd: Hai capito?
- Edward: Credo di sì. L'ho già vista prima. Brillava come la luna sull'acqua.
Edward attiva l'occhio dell'aquila.
- Edward: Sì, conosco questa sensazione. La provo fin da ragazzo. E' come usare i sensi tutti insieme, vero? Come vedere suoni e sentire forme. Una bella armonia.
Edward risolve l'enigma e scende dalla stele maya.
- Kidd: Ogni uomo su questa terra ha in sé una sorta di istinto sepolto di sempre.
- Edward: L'ho sentito per tutta la vita... Solamente pensavo che in qualche modo fosse legato ai miei sogni.
- Kidd: Molti lo ignorano. Altri impiegano anni per scoprirlo. Ma per pochi fortunati è naturale come respirare.
Edward scava in punto individuato, trovando una sorta di antica chiave maya.
- Kidd: Tu sei un uomo dotato, Edward.
- Edward: Ha una forma strana. Vale qualcosa?
- Kidd: Non ha un prezzo. Ma se le troverai tutte, potresti arrivare ad un tesoro.
- Edward: Quante sono?
- Kidd: Qualche decina. Per di qua, ti mostro una cosa.
Edward mette il piccolo tesoro in una bisaccia, e poi si appresta a seguire Kidd.
- Kidd: Ho trovato qualcos'altro qui. Penso che capirai il suo segreto alla svelta.
Kidd conduce Edward in una grotta, che contiene piccoli forzieri.
- Kidd: Ci siamo. Che cosa ne pensi?
- Edward: Credo che il signor Du Casse avesse parecchi segreti.
- Kidd: Già. E guarda qui. Una solida scalinata per Dio solo sa dove. Cosa pensi ci sarà in cima?
- Edward: Da quanto so di Du Casse, non mi stupirei se trovassimo degli strumenti...di tortura. Una vergine di ferro, o una collezione di serra-pollici.
- Kidd: O una pera da bocca!
- Edward: (Risata).
I due giungono all'interno del salotto di una lussuosa residenza. L'occhio dei due pirati cade su una vistosa armatura, sbarrata da una gabbia a cinque serrature.
- Edward: Non è il miglior modo per cominciare, ma è un aggeggio di qualità.
- Kidd: Usa la chiave che aveva Du Casse.
Edward inserisce la prima chiave.
- Edward: E una. Ancora quattro.
- Kidd: Sì. Può essere che le abbiano i quattro Templari. Vedi questi nomi? Devono uccidere i quattro bersagli.
Edward si avvicina a Kidd, con cui osserva la mappa.
- Edward: Per Dio, questa è la mappa che ho venduto a Torres a L'Avana. Ha detto che indicava gli accampamenti degli Assassini.
- Kidd: Non credi di doverli avvisare subito? Se c'è un cuore che batte in quel tuo petto?
- Edward: Immagino di sì. Mi porterà alle altre quattro chiavi.
- Kidd: Pessimo motivo, ma meglio di niente.
Kidd si allontana, ed Edward inizia a ispezionare la sua nuova casa. Dopodiché i due si rincontrano al molo.
- Edward: Te ne vai già?
- Kidd: Penso che questo covo ti si addica, Edward. Molto più di quel costume.
- Edward: Ehi, insomma. Siamo pirati Kidd. Rubiamo a volontà e siamo quello che vogliamo. Uomini veri!
- Kidd: Ma non hai i panni giusti. Non sei chi sembri.
- Edward: Chi sono allora?
- Kidd: Difficile dirlo, temo. So solo che cerchi bottini pericolosi.
- Edward: Parli dell'Osservatorio? Credo che tu ne sappia di più di quel che hai detto a Nassau.
- Kidd: Te ne sei accorto, vero? Ci vediamo a latitudine venti gradi e tre primi a della costa dello Yucatan. Avrò qualcosa da mostrarti laggiù. Tra qualche settimana.
Kidd salpa per il mare aperto, mentre Edward si ritira nel suo nuovo covo.
Risultato[]
Edward si stabilisce definitivamente a Great Inagua, luogo pieno di segreti e misteri.