Il club dei giacobini è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Arno Dorian, rivissuta da un Iniziato nel 2014 attraverso il sistema Helix dell'Animus.
Descrizione[]
Arno fa rapporto al Consiglio, informandoli del piano e della morte di Lafrenière. Viene di conseguenza incaricato di indagare all'Hôtel de Beauvais e di informare il Consiglio.
Dialoghi[]
Arno giunge al covo della Confraternita, dove il Consiglio sta discutendo.
- Trenet: Quattrocento nobili armati, Honoré! Se non fosse per il generale Lafayette...
- Mirabeau: Basta, basta! Sono stufo di queste chiacchiere! Aria fritta e niente azione.
Mirabeau vede arrivare Arno.
- Mirabeau: Ecco un uomo con buone notizie, spero. Arno, cos'hai saputo dell'argentiere?
Arno posa sul tavolo la lama costruita da Germain. Bellec vedendola, la esamina.
- Bellec: Veleno. Migliorano.
- Arno: Germain ne ha realizzati diversi per un uomo di nome Lafrenière.
- Mirabeau: Sei sicuro?
- Arno: Sicuro.
- Mirabeau: Il Gran Maestro de la Serre lo credeva leale. Hm, molto bene. Suppongo tu sappia cosa fare, Arno. Trova il signor Lafrenière...
- Arno: L'ho già fatto, signore. Non è una minaccia.
- Bellec: Che stai dicendo, idiota?
- Arno: Avevo una traccia su Lafrenière. L'ho seguita, e l'ho ucciso.
Alle parole di Arno, tutti i presenti si adirano.
- Quemar: Incredibile!
- Bellec: Cosa diavolo avevi in mente?
- Trenet: Mai ho visto una tale superbia!
- Beylier: Come osi sfidare il Credo?
- Bellec: La prossima volta che ignori il Consiglio, ti apro il culo in due!
- Trenet: Tanta arroganza è strabiliante!
- Quemar: Un omicidio del genere!
- Beylier: Chi ti ha dato il diritto?
Mirabeau interrompe e zittisce il Consiglio.
- 'Mirabeau: Anche se il Consiglio ammira il tuo zelo, non sta a te scegliere i bersagli. Dovevi fare subito rapporto a noi.
- Arno: Chiedo scusa, Mentore. Io credevo di aver trovato il mandante dell'omicidio di de la Serre. E quando ho scoperto ulteriori prove che dimostravano che stava per attaccare in forze la Confraternita, ho agito.
- Quemar: Credevi? Ne dubiti?
- Arno: Io non sono più certo del ruolo di Lafrenière. Nei suoi ricordi l'ho visto scrivere la lettera che avvertiva de la Serre del tradimento. Quando parlava dell'attacco imminente, ha menzionato un club nel Marais, non uno dei nostri rifugi.
- Mirabeau: Che cosa ne desumi?
- Arno: Non lo so. Vorrei investigare ancora.
- Beylier: Non mi piace. Il ragazzo è un abile Assassino, ma temo che sia guidato dalla sete di vendetta. Che ci pensi un altro.
- Arno: Non c'è tempo! Qualsiasi cosa preparasse Lafrenière, è per stanotte!
Mirabeau si rivolge al suo pari.
- Mirabeau: Ha chiesto il permesso Guillaume.
- Beylier: Bah!
Mirabeau torna a volgere lo sguardo ad Arno.
- Mirabeau: Vai pure. Scopri ciò che puoi. Ma niente iniziative, hm?
- Arno: Sì, Mentore.
Arno si dilegua e raggiunge l'Hôtel de Beauvais.
- Arno: Il posto è questo. Perché interessava tanto a Lafrenière?
Arno nota un uomo sospetto scendere da un carro con un manipolo di soldati ed un prigioniero.
- Rouille: Portatelo di sopra. Svelti.
Arno scorge anche Aloys la Touche, il vecchio tirapiedi del Roi des Thunes, giungere nel club.
- Arno: La Touche, vecchia canaglia. Riesci sempre a cavartela, eh?
- Guardia 1: Ma perché diavolo pattugliamo le catacombe? Ora i cadaveri valgono forse più dell'oro?
- Guardia 2: È per i lavori. Finché non finiranno, i tunnel portano dritto fino in cantina. Non vorrai che i ladri salgano dal sottosuolo e si portino via tutto?
- Guardia 1: Direi di no.
- Guardia 3: Dov'eri ieri notte?
- Guardia 4: Mio figlio aveva la febbre. Ho dovuto vegliarlo io. Che mi sono perso?
- Guardia 3: Roger si è sbronzato e ha sfidato a duello un capitano dei Dragoni.
- Guardia 4: Di nuovo?
- Guardia 3: Quell'uomo pensa di essere un moschettiere!
Arno s'infiltra nell'edificio, seguendo la Touche.
- Guardia 5: Che cosa succede nel retro?
- Guardia 6: Non so. E se fossi in te, non chiederei
- Guardia 5: Che cosa vorresti dire?
- Guardia 6: Che è meglio non ficcare il naso in certe faccende. Chiaro?
Intanto Maximilien de Robespierre prende la parola in sala, mentre Arno cerca di individuare la Touche.
- Ospite 1: Pensi che faranno tardi stasera?
- Ospite 2: E chi lo sa! Quando i politici iniziano a parlare, chi li ferma più.
- Ospite 1: Sarà meglio preparare del caffé, allora.
- Robespierre: Sotto Tiberio, lodare Bruto era un delitto punito con la morte. Caligola condannò a morte coloro che erano così sacrileghi da svestirsi davanti all'immagine dell'imperatore. Quando la tirannia inventò il reato di lesa maestà per azioni indifferenti o eroiche, chi avrebbe osato pensare che costoro potevano meritare una pena più lieve della morte senza rendersi egli stesso colpevole di lesa maestà? Quando il fanatismo, nato dalla mostruosa unione dell'ignoranza e del dispotismo, inventò a sua volta il reato di sacrilegio, quando concepì nel suo delirio di vendicare Dio stesso, è necessario che fosse versato del sangue? Era necessario mettersi al medesimo livello dei mostri che combatteva? La pena di morte è necessaria, dicono i sostenitori di questo antico e barbaro uso. Senza di essa non esiste un vero deterrente contro i delitti. Chi ve l'ha detto? Avete calcolato tutti i mezzi con i quali le leggi penali possono agire sulla sensibilità umana. Ahimé, prima della morte quanto dolore fisico e immorale deve patire l'uomo? Il desiderio di vivere si piega all'orgoglio, la più imperiosa delle passioni umane. La punizione più terribile di tutte per l'uomo sociale è l'obbrobrio, l'orrenda vista dell'esecuzione pubblica. Quando il Legislatore può colpire i cittadini da tanti lati e in tanti modi perché deve ridursi alla pena di morte? Le pene non sono fatte per tormentare i colpevoli, ma per prevenire i delitti nel timore di esse. Si è osservato che nei paesi liberi, i delitti più rari e le leggi penali più miti. Le cose vanno insieme. I paesi liberi sono quelli che rispettano i diritti dell'uomo e dove pertanto le leggi sono giuste. Dove queste offendono l'umanità per eccesso di rigore accade che la dignità dell'uomo non è considerata e nemmeno quella del semplice cittadino. Accade che il Legislatore non è che un padrone che comanda i suoi schiavi e che li frusta spietatamente su suo capriccio. Ne concludo che la pena di morte va abrogata.
Grazie. Grazie. Mille grazie. - Ospite 3: Bel discorso.
- Ospite 4: Vero.
- Ospite 5: Abolire la pena di morte? Presto dirà che dobbiamo eliminare le classi!
Arno segue la Touche, che si riunisce ai suoi compagni Templari.
- Lévesque: Quanto ancora c'è da aspettare? Ho altri affari da sistemare.
- La Touche: Non manca molto. Il Gran Maestro vuole che i politici escano prima di iniziare.
- Le Peletier: Suppongo che ci verrà spiegata la ragione delle ultime... attività.
- La Touche: Tutto sarà chiarito.
- Lévesque: Non mi piace. Il piano è troppo rischioso, e non dimentichiamo che Lafrenière è ancora la fuori, pronto a bruciarci sul rogo!
- La Touche: Quindi non lo sapete?
- Lévesque: Che cosa?
- La Touche: Lafrenière è morto. Poche ore fa. Gli Assassini.
- Le Peletier: Davvero... opportuno.
- La Touche: Ah, è così che agiscono gli Assassini. Se gli sveli un complotto Templare non fanno domande. Uccidono e basta. Sono prevedibili.
I Templari ridono.
- La Touche: Bene. Andiamo dal capitano e iniziamo.
Arno segue i tre Templari, che lo conducono ad una camera in cui il capitano Rouille sta interrogando il suo prigioniero.
- Rouille: È molto semplice domanda. Dimmi quello che voglio sapere.
Voglio una risposta, amico.
Avanti, adesso parla!
Tic toc, amico. - La Touche: Avete finito?
- Rouille: Manca poco. Vedi, il fatto è questo. Posso continuare tutto il giorno. Ma a te... resta sì e no un'ora. Due al massimo. O mezz'ora, se ci vado pesante. Quindi perché non andiamo dritto al sodo? Dimmi dov'è e sarà tutto, tutto finito.
- Prigioniero: Luxembourg...
- Rouille: Cos'hai detto?
- Prigioniero: Al Palais du Luxembourg.
- Rouille: Che tipo sveglio.
- La Touche: Rouille? Ripulite tutto. È ora.
- Rouille: Arrivo subito.
Le guardie scaraventano il prigioniero fuori dalla finestra.
- Rouille: L'avete sentito, ragazzi?
Arno pedina La Touche e Rouille all'incontro.
- La Touche: E l'avete gettato dalla finestra?
- Rouille: Del resto era spazzatura.
- La Touche: Pessimo. Potevano vedervi.
- Rouille: Chi? I miei ragazzi pattugliano la zona. Penseranno loro ai buoni samaritani.
- La Touche: Sarà meglio. Il Gran Maestro non esulterà se il suo piano dovesse fallire per via di un poveraccio morto.
Arno segue il gruppo di Templari, che tuttavia si chiudono in una camera segreta. Procedendo dunque per le cantine del club, l'Assassino riesce a spiare l'incontro. Qui vede, ma non riconosce per della veste da Gran Maestro, l'argentiere Germain.
- Rouille: Avevate ragione. Re Luigi è in contatto con persone assai losche. Con una mano cospirava contro la Rivoluzione mentre con l'altra... con l'altra firmava a sostegno della Costituzione.
- Germain: Bene. Potete passare queste informazioni alle persone giuste, signor le Peletier?
- Le Peletier: Ma certo, Gran Maestro. Con queste prove la condanna del re è ormai certa.
- La Touche: Te lo dicevo che avrebbe parlato.
- Germain: Ottimo lavoro, capitano. Marie?
- Levésque: Il prezzo del grano è più alto che mai, Gran Maestro. Gli agenti dirotteranno i carichi ai nostri porti. Aspettano il vostro ordine.
- Germain: Affamateli. La fame e la furia selvaggia sveleranno ai loro occhi i falsi maestri... ma attenti. Se avremo fretta attireremo attenzioni sgradite, hm?
- Levésque: Per ciò che chiedete ci vorrà un anno, Gran Maestro. Se non due.
- Germain: Per le grandi opere serve pazienza, amica mia. E se Parigi deve soffrire a lungo per redimere il mondo, così sia.
- Rouille: Perché non ucciderlo e farla finita? Uno dei miei, un coltello, un vicolo buio... ed è fatta!
- Germain: Voglio un capro espiatorio, non un martire. Pazientate!
- Le Peletier: Se posso, Gran Maestro, la pazienza va bene, ma più aspettiamo e più rischiamo che ci scoprano.
- La Touche: Gli Assassini hanno già ucciso Sivert e il Roi des Thunes.
Il Gran Maestro inizia ad avanzare verso la Touche.
- Germain: Sivert e il re hanno già raggiunto lo scopo. La loro morte, assai triste, non ci ostacola. E gli Assassini si dimostrano utili, quando sono ben diretti.
- Rouille: E la figlia di de la Serre? Potrebbe essere un pericolo se riunisse la vecchia guardia.
- Germain: La situazione verrà risolta.
- Levésque: E come?
- Germain: La signorina de la Serre si recherà presto all'Hôtel Voysin, per parlare con il signor Lafrenière. Purtroppo Lafrenière non avrà più nulla da dire.
Arno capisce subito di chi stanno parlando ed impreca sottovoce.
- Arno: Élise!
Arno si appresta ad abbandonare il luogo e raggiungere Élise.
- Rouille: Astuto, Gran Maestro. Ma avete avuto fortuna con gli Assassini. Dovete credermi, non andrà sempre così.
- Germain: È vero. Lascio l'esecuzione del piano a voi, signore e signori. Io mi ritirerò al rifugio, in attesa della fase finale. Questo vi sta bene capitano?
- Rouille: Triplicherò le guardie.
- Germain: Ottimo. Che il padre della comprensione vi guidi.
- Tutti: Che i Padre della Comprensione ci guidi.
Ottenute le informazioni, Arno si appresta a lasciare l'edificio, ma le cantine si sono riempite di guardie.
- Guardia 7: Forza. Chiudiamo quaggiù e beviamo una pinta.
Nel tentativo di scappare, Arno viene individuato.
- Guardie: Qui c'è una spia, ragazzi!
Prendiamolo!
Io non mi faccio scappare le spie!
Fermatelo! È una spia realista!
Attenti alle uscite! La spia proverà a fuggire!
C'è una spia qui attorno!
Troviamo la spia!
Risultato[]
Anche se inizialmente viene rimproverato per l'assassinio di Lafrenière, Arno ha avuto il consenso di indagare ulteriormente su ciò che ha scoperto. Intercettando una riunione Templare, viene a conoscenza di un'imboscata ai danni di Élise.