Haiti è uno stato del Centro America, la cui capitale e città più importante è Port-au-Prince.
Situato sull'isola di Hispaniola, al confine orientale del mare delle Indie Occidentali, lo stato di Haiti confina ed est con la Repubblica Dominicana e si trova ad est di Cuba e della Giamaica ed a sud dell'arcipelago delle Bahamas.
Dopo la scoperta dell'isola da parte di Cristoforo Colombo, l'intera isola di Hispaniola venne rivendicata dalla Spagna, sebbene fosse già abitata da popolazioni Taino ed Arawak, che furono rapidamente ridotti in schiavitù ed utilizzati come manodopera pesante. Questo portò tuttavia ad una netta riduzione della popolazione indigena, che obbligò gli spagnoli a sopperire alla mancanza di manodopera deportando schiavi dal continente africano.[1]
Nel XVII secolo, l'interesse della Spagna nei confronti dell'isola diminuì sensibilmente, permettendo così ai pirati di stabilirsi nelle zone abbandonate, tra cui la costa occidentale. I francesi cominciarono così dal 1625 a colonizzare la parte occidentale di Hispaniola, che poi rivendicarono ufficialmente nel 1664, ottenendola con il Trattato di Ryswick nel 1667.[1]
Da quel momento, Haiti vide il suo periodo più prospero con un'economia basata sull'esportazione di zucchero e cacao, possibile grazie alla grande quantità di schiavi presenti. All'epoca, infatti, la colonia era abitata da tre gruppi etnici principali: gli europei, gli indigeni e gli schiavi africani. Vi era inoltre un gruppo definito Maroon, che riuniva tutti gli schiavi che erano riusciti a sfuggire al controllo degli europei e che vivevano in maniera indipendente sulle alture.[1] Questi, nel 1735, si impegnarono in una lotta contro gli oppressori francesi, aiutati dall'Assassino Adéwalé, che infine uccise l'allora governatore de Fayet.[2]
Negli anni successivi, sull'isola nacque una gilda stabile dell'Ordine degli Assassini. Nel 1758, il loro Mentore, François Mackandal, venne catturato e poi giustiziato dopo un tentativo fallito di avvelenare alcuni europei. Dopo il fallimento dell'uomo, i suoi due allievi, Agaté e Baptiste, fuggirono dall'isola e si rifugiarono nella colonia francese della Louisiana.[3]
Alla fine del XVIII secolo, il nipote di Adéwalé, Eseosa, fu uno dei responsabili, insieme ad altri Assassini da lui reclutati nella Confraternita come Dutty Boukman e Toussaint Louverture della ribellione degli schiavi che portò nel 1804 all'indipendenza di Haiti dalla madrepatria francese.[4]
Nel 1957, François Duvalier venne eletto presidente di Haiti, che dominò come un dittatore fino al 1971, anno in cui venne ucciso dagli Assassini.[5]
Note[]