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Hagia Sophia, italianizzato in basilica di Santa Sofia o basilica della Santa Sapienza e ufficialmente nota Grande Moschea Benedetta della Santa Sofia, è stata una basilica cristiana della Chiesa ortodossa situata nel distretto Imperiale di Costantinopoli.

A seguito della caduta di Costantinopoli nel 1453 in mano ottomana, il sultano Mehmet II decise di convertire la basilica in una moschea per il culto islamico, venendo utilizzato anche come libreria.

Storia[]

Costruzione[]

Progettata dagli architetti bizantini Isidoro di Mileto e Antemio di Tralle, Hagia Sophia fu costruita su un sito che precedentemente aveva ospitato due chiese diverse, entrambe distrutte a causa di un incendio nell'arco di un secolo dalla loro costruzione. Voluta dall'imperatore Giustiniano I, Santa Sofia venne completata nel 537.[1]

Conquista ottomana[]

Nel 1453, dopo la caduta di Costantinopoli da parte dell'esercito ottomano di Mehmet II, quest'ultimo trasformò la basilica di Santa Sofia in moschea ribattezzandola in "Ayasofya Camii". Ammirando la struttura e l'incredibile storia, il sultano decise di mantenere inalterati la struttura e i decori interni. Mentre i quattro minareti attorno al perimetro furono aggiunti gradualmente successivamente dai successori di Mehmet.[1]

XVI secolo[]

Nell'anno 1510, l'Assassino e giannizzero Murat Bin Husn nascose l'armatura di Ishak Pasha all'interno della basilica di Santa Sofia.[2] L'anno successivo, il Mentore della Confraternita italiana Ezio Auditore da Firenze, durante il suo soggiorno in città, recuperò le pagine del diario di Ishak Pasha scoprendo il nascondiglio della sua armatura. Quindi, Ezio entrò nella moschea e in pochi minuti riuscì a raggiungere il soffitto della cupola, dove attivò un meccanismo che permise di accedere ad una stanza sotterranea posta sotto il pavimento della basilica. All'interno, vi era anche una vasca, che permise ad Ezio di effettuare una rapida discesa dal soffitto con un semplice tuffo. All'interno della stanza, vi era una tomba che Ezio aprì ed ottenne l'armatura. Quindi, Ezio uscì da una porta della stanza, ritornando in città attrvarso le fogne della città.[3]

Più o meno nello stesso periodo, mentre stava cercando la seconda chiave di Masyaf, Ezio si arrampicò su uno dei minareti di Hagia Sophia, dove usò l'occhio dell'aquila per individuare un libro su uno dei tetti del punto di riferimento. [4]

Tempo dopo ma sempre nel medesimo anno, Sofia Sartor chiese ad Ezio dei tulipani bianchi. Quest'ultimo pedinò un fioraio fino alla basilica di Santa Sofia, scoprendo che si riforniva dai cortili lì presenti. Ezio raccolse con la lama celata diversi tulipani bianchi e si incontrò con Sofia al punto d'incontro per consegnarle il bouquet, scoprendo al contempo che la libraia aveva organizzato un pic-nic.[5]

Tempi moderni[]

Nei tempi moderni, la basilica di Santa Sofia smise di essere un luogo di culto islamico e venne ufficialmente trasformato in un museo.[1]

Curiosità[]

  • È possibile ottenere l'obiettivo "Assassino felino", se si riesce a raggiungere da terra la cima di Santa Sofia in meno di 25 secondi.
  • Una delle pagine di memorie di Ishak Pasha si trovava sul pinnacolo del punto di riferimento.
  • La basilica di Santa Sofia è stato un punto di riferimento acquistabile a Costantinopoli al prezzo di 60.400 akçe.
  • Nella realtà, la basilica di Santa Sofia aveva solo due dei quattro minareti attuali nel 1511. Darby McDevitt ha spiegato che la rappresentazione del punto di riferimento con quattro minareti "era l'immagine iconica di Hagia Sofia" e doveva essere presente nel gioco.
  • L'interno della Basilica di Santa Sofia appariva molto più grande dell'intera struttura stessa quando si trovava all'esterno dell'edificio.

Galleria[]

Apparizioni[]

Fonti[]

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