La gilda dei ladri di Venezia era la sede di Antonio de Magianis e dei suoi ladri, che aiutarono l'Assassino Ezio Auditore da Firenze negli omicidi di importanti membri dell'Ordine dei Templari.
Storia[]
Fondata intorno al 1465, la gilda dei ladri di Venezia, a causa della sua illegalità, non ebbe sedi permanenti. Nonostante gli sforzi dei magistrati per reprimere i furti, non riuscirono mai a catturare i membri della gilda.[1] L'Assassino Antonio de Magianis era a capo della gilda nel 1481.[2]
Nel 1481, guidati da Rosa, i ladri veneziani cercarono di attaccare il Palazzo della Seta del mercante Templare Emilio Barbarigo. Furono respinti, e dovettero ritirarsi. L'Assassino Ezio Auditore da Firenze, da poco giunto a Venezia, li aiutò a fuggire, e li difese lungo il tragitto per tornare alla gilda. Dopo averlo ringraziato per aver salvato Rosa,[3] Antonio invitò l'Assassino nel suo ufficio, e gli propose un'alleanza.[4]
Nella sede della gilda, Rosa insegnò a Ezio il salto ascensionale.[5]
In seguito, Ezio collaborò con il ladro Ugo per diverse missioni: liberò i ladri catturati da Barbarigo,[6] e rubò delle armature affiché i ladri potessero travestirsi da guardie durante l'attacco.[7] Infine, Antonio chiede ad Ezio di trovare ed eliminare i ladri che avevano tradito la gilda.[8]
L'11 settembre 1485, Ezio e i ladri attaccarono il palazzo della Seta: dopo aver eliminato gli arcieri, permettendo ai ladri di sostituirli, una distrazione permise a l'Assassino di penetrare nel palazzo per uccidere Emilio Barbarigo. Dopo la sua morte, la gilda dei ladri si transferì nel palazzo.[9]
Tre giorni dopo, i ladri accesero dei falò sui tetti veneziani per permettere a Ezio di raggiungere il Palazzo Ducale di Venezia con la macchina volante di Leonardo da Vinci.[2]
L'anno seguente, dopo l'assassinio del doge Marco Barbarigo, Antonio e Ezio incontrarono il nuovo doge, il fratello di Marco, Agostino Barbarigo. I tre discussero dell'occupazione dell'Arsenale di Venezia da parte di Silvio Barbarigo, e decisero di cercare l'assistenza di Bartolomeo d'Alviano.[10]
Nel 2012, nella ricostruzione virtuale dell'Animus 2.0 dei ricordi di Ezio Auditore, Desmond Miles trovò uno dei glifi del Soggetto 16 sul tetto della gilda.[2]
Note[]
- ↑ Assassin's Creed II - Database: Gilda dei ladri di Venezia
- ↑ 2,0 2,1 2,2 Assassin's Creed II
- ↑ Assassin's Creed II - Resterà il segno
- ↑ Assassin's Creed II - Elementi base
- ↑ Assassin's Creed II - Guarda e impara
- ↑ Assassin's Creed II - Evasione
- ↑ Assassin's Creed II - Stratagemma
- ↑ Assassin's Creed II - I panni sporchi...
- ↑ Assassin's Creed II - Tutto passa
- ↑ Assassin's Creed II - Una svolta spiacevole