Un passo alla volta è la rappresentazione virtuale di un ricordo di Ratonhnhaké:ton.
Descrizione[]
Ratonhnhaké:ton s'incontra con Thomas Jefferson in un vicolo di New York. Questi rivela la scomparsa di Paul Revere, pedina fondamentale delle forze ribelli. L'indiano si offre di prendere il suo posto e vagare per la città creando disordini e scatenando rivolte. Dopodiché, raggiunge la piazza antistante il palazzo di Re Washington, dove viene avvertito da Benjamin Franklin che lo stesso Washington sta per tenere un discorso ai cittadini.
Dialoghi[]
Ratonhnhaké:ton trova Thomas Jefferson un un vicolo mentre dialoga con un informatore ribelle.
- Ratonhnhaké:ton: Cos'è successo?
- Jefferson: Il mio amico Paul Revere è scomparso tre giorni fa. Quell'uomo mi ha confermato che sono scomparsi anche la moglie e il figlio.
- Ratonhnhaké:ton: Mi dispiace.
- Jefferson: Revere era un uomo abile e capace. Cercava di indebolire il controllo dei soldati sulla città. Quartiere dopo quartiere, conquistava la fiducia e il sostegno dei cittadini.
- Ratonhnhaké:ton: Prenderò il posto di Revere per rinsaldare la città. Se la gente lotterà con noi, un nuovo capo sostituirà Washington.
- Jefferson: Questo paese deve essere governato dal popolo!
Ratonhnhaké:ton si reca in alcuni quartieri di New York, per creare disordini e scatenare così una rivolta popolare.
Più tardi, Ratonhnhaké:ton incontra Benjamin Franklin nella piazza antistante il palazzo di Re Washington, e rivela che lo stesso Re sta tenendo un discorso ai cittadini.
- Franklin: Washington sta tenendo un discorso. Forse potremmo farci un'idea delle sue reali forze. Vieni con me.
Washington emerge da una balconata dell'enorme palazzo.
- Washington: Cittadini degli Stati Uniti! Sono dinanzi a voi con umiltà. Ogni volta che osservo queste terre immense, vedo ognuno di voi soffrire. Già, soffrire! E lottare per una vita migliore, un futuro migliore, un'America migliore. Ognuno di voi si sacrifica, si immola per questo grande paese, per la libertà! Perciò umilmente vi dico: il vostro sacrificio mi dà forza. E non soffrite invano!
La folla acclama il sovrano.
- Washington: Lo so che la vita è difficile: devastazioni della guerra, carestie, crimini. Fardelli imposti dai sediziosi seguaci di Thomas Jefferson! Ma noi, noi abbiamo un grande scopo che ci unisce e ci eleva al di sopra di tutte queste difficoltà. Per noi la repressione di questi "ribelli" non è altro che l'assaggio del banchetto che verrà! Cittadini! Qui davanti a voi, sento i quattro milioni di cuori americani battere in questo mio petto. Per questo voglio annunciare un nuovo, grande progetto. Stiamo radunando immensi eserciti. Stiamo addestrando delle potenti armate. Presto muoveremo guerra contro il nostro vero nemico: l'Inghilterra!
Ratonhnhaké:ton e Franklin si allontanano prima che Washington concluda il suo discorso.
- Washington: Invaderemo le loro terre e le irrigheremo con il loro sangue. Sfrutteremo le braccia inglesi per coltivare i nostri campi e renderemo nostri schiavi quelle genti. Tutti voi trarrete profitto dal sudore delle loro fronti! La nostra nazione si ergerà al ruolo che le spetta. Il ruolo più importante. Siamo il regno più forte, siamo gli Stati Uniti d'America!
Washington conclude il discorso e rientra a palazzo, mentre Ratonhnhaké:ton continua a vagare per i vari quartieri di New York, intento a scatenare una rivolta popolare.
L'indiano porta a termine il compito, e si reca al mercato per osservare il comportamento dei cittadini nei confronti delle guardie.
- Uomo 1: Abbasso il re!
- Donna: Lottiamo per Jefferson!
- Uomo 2: Per la nostra libertà!
Risultato[]
Incoraggiati da Ratonhnhaké:ton, molti cittadini di New York si ribellano a Washington.