Fidia (480 a.C. circa - 420 a.C. circa) fu uno scultore, pittore e architetto greco vissuto nel V secolo a.C. Era famoso per aver creato la colossale statua di Atena che si erigeva nel mezzo dell'Acropoli e l'Atena Parthenos nel Partenone di Atene. La sua Statua di Zeus contenuta all'interno del suo tempio a Olimpia era annoverata tra le meraviglie del mondo classico.
Amico dello statista ateniese Pericle, Fidia si ritrovò bersagliato dalla Setta di Cosmos, che lo costrinse a fuggire da Atene con l'aiuto della misthios Kassandra. Fidia trovò successivamente lavoro di nuovo a Olimpia, dove iniziò a lavorare su una misteriosa scitala. Tuttavia, venne raggiunto raggiunto e ucciso all'interno della sua bottega dall'arma della Setta, Deimos.
Biografia[]
Primi lavori[]
Nato ad Atene, Fidia si formò artisticamente come pittore e come scultore. Intorno al 456 a.C. Fidia scolpì la statua bronzea di Atena Promachos, alta circa 10 metri. Ci vollero nove anni per costruirla, al costo di mezzo milione di dracme. Incluso nei piani di Pericle per ricostruire l'acropoli, Fidia aiutò nella costruzione dei monumentali ingressi chiamati Propilei e del Partenone.
Nel 435 a.C. Fidia finì di lavorare alla Statua di Zeus per il santuario di Olimpia.
Fuga da Atene[]
Nel 431 a.C. Fidia entrò nel mirino della Setta di Cosmos, che lo voleva morto. In quell'anno la misthios spartana Kassandra scoprì la cosa, e quando raggiunse Atene le venne chiesto da Pericle di aiutare Fidia a fuggire dalla polis. Fidia venne raggiunto da Kassandra nella sua bottega, e Fidia le rivelò che il piano era di ucciderlo in seguito a una condanna in un processo in cui era accusato di aver sottratto dell'oro. Kassandra gli chiese quindi dove sarebbe voluto fuggire e le suggerì di portarlo sull'isola di Serifo, dove sarebbe stato accolto dal suo amico Theras. Al calar della notte Fidia raggiunse Kassandra al porto del Pireo per imbarcarsi sull'Adrestia. Arrivati sull'isola, i due si separarono.
Ritorno a Olimpia[]
Tempo dopo Fidia lasciò Serifo e nel 428 a.C. era già tornato all'opera nel santuario di Olimpia, all'interno della sua nuova bottega. Lì incontrò nuovamente Kassandra, a cui confessò le sue paranoie sulla Setta, che non aveva smesso di dargli la caccia. Fidia aveva recentemente ricevuto una scitala con una nota, e le chiese di aiutarlo a decifrare il messaggio misterioso cercando un simbolo sulla statua all'interno del Tempio di Zeus. Dopo aver decodificato il messaggio tuttavia il mistero si intricò ulteriormente. Il nuovo messaggio indicava altre tre statue situate a Citera, Taso e Samo. Le statue rappresentavano rispettivamente Afrodite, Teogene e Poseidone. Fidia chiese a Kassandra di tornare una volta trovati tutti i simboli.
Mentre Kassandra era alla ricerca dei simboli Fidia venne interrogato e torturato da Deimos, l'arma della Setta, alla ricerca di informazioni sui simboli misteriosi. Le uniche cose che Fidia poté dirgli a riguardo erano le parole "Itira! Korgath! Metin!", ma Deimos, insoddisfatto dalla risposta sconclusionata, continuò a torturare lo scultore fino a ucciderlo.
Lascito[]
Tornata dal suo compito Kassandra scoprì il cadavere di Fidia, pentendosi amaramente di averlo lasciato da solo. La sua statua di Zeus a Olimpia venne annoverata tra le sette meraviglie del mondo antico, anche se è andata distrutta, come anche la statua di Atena Promachos. Altri suoi lavori come il Partenone e statue minori sono ancora oggi tra i più famosi e ammirati in assoluto dell'antica Grecia.
Curiosità[]
- Storicamente Fidia morì intorno al 430 a.C. dopo essere stato fatto incarcerare dai nemici politici di Pericle.