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Emilio Barbarigo (1421 - 11 settembre 1485) è stato un mercante veneziano, e segretamente un membro dei Templari.

Biografia[]

Primi anni[]

Emilio salì al potere grazie al sostegno della sua potente famiglia, i Barbarigo. Riuscì a conquistare il mercato di Venezia grazie alla sua concorrenza spietata, mettendo sotto pressione anche il governo della città. Con il denaro acquisito, manteneva le diverse pattuglie di guardie di Venezia, così da mettere le sue finanze al sicuro da imposte di vario tipo, e ripulendo la strada dalla criminalità, eliminando qualsiasi forma di rivolta o di opposizione.[1]

Incontro con i Pazzi[]

Nel 1480, Emilio partecipò ad un incontro all'antico teatro romano situato in Toscana, poco distante da San Gimignano. L'incontro fu organizzato e condotto dal Gran Maestro Templare, Rodrigo Borgia. Inizialmente, esso era destinato a tutti i membri della Congiura dei Pazzi, ma l'unico che riuscì ad arrivare fu Jacopo de' Pazzi.[2]

L'Assassino Ezio Auditore da Firenze, venuto a conoscenza dell'incontro, pedinò Jacopo fino al teatro. Una volta arrivati, Ezio si nascose ed origliò i tre Templari. Durante l'incontro, Jacopo ammise a Rodrigo ed Emilio il suo fallimento nel complotto per far deporre i Medici a Firenze, anche se cercò di dare la colpa allo stesso Emilio, sostenendo che egli non aveva fornito a loro delle armi di qualità.[2]

Tuttavia, Rodrigo rifiutò le sue scuse, sgridandolo, per poi accoltellarlo con un pugnale al ventre. Jacopo supplicò di essere risparmiato, ma Emilio lo spinse lentamente a terra, ridendo sadicamente.[2]

Con amici così 7

Emilio e Rodrigo all'incontro.

Rodrigo estrasse la sua spada, e trafisse il collo di Jacopo. Subito dopo, pulì la lama, e, con grande sorpresa, chiamò Ezio, affermando che egli era consapevole fin dall'inizio della sua presenza. Mentre due guardie lo reggevano, Rodrigo ordinò la sua uccisione, per poi andare via insieme a Rodrigo. Tuttavia, Ezio riuscì a liberarsi delle guardie, anche se era troppo tardi per inseguire Emilio e Rodrigo.[2]

Mercante a Venezia[]

"Sta cercando di unire i mercanti sotto un'unica egida. C'è stata una certa resistenza, anche violenta."
Alvise da Vilandino parla del piano di Emilio.[src]

Nel 1481, a Venezia, Emilio prese il controllo del sestiere di San Polo, il quartiere commerciale della città, che governava con pugno di ferro. Egli si faceva pagare un affitto dai mercanti, e aveva anche delle guardie che si aggiravano nel mercato, intente a controllare la situazione e a prendere provvedimenti verso i mercanti rivoltosi. Inoltre, egli ordinava alle sue guardie il pattugliamento del sestiere, per garantire che esso rimanesse sotto il suo controllo.[1]

Tutto Passa 3

I ladri prendono il posto degli arcieri di Emilio intorno al Palazzo della Seta.

Emilio ebbe la responsabilità di fornire armi di qualità ai Templari situati a Firenze, divenendo così uno degli uomini di affari più importante all'interno dell'Ordine. Egli risiedeva in un grande palazzo situato nel sestiere da lui governato, chiamato Palazzo della Seta, che era fortemente protetto da una recinzione di grandi dimensioni, da vigili arcieri, e da feroci bruti.[1]

La sua oppressione sul sestiere attirò l'attenzione della Gilda dei ladri di Venezia che, guidati da Antonio de Magianis, posero la loro base all'interno del medesimo sestiere, per controllare meglio la situazione. All'arrivo di Ezio in città, i ladri trovarono in lui il loro più importante alleato. Insieme, cominciarono a lavorare per liberare il sestiere dalla tirannia di Emilio, liberando i loro compagni imprigionati e uccidendo i traditori corrotti. Inoltre, Antonio fece posizionare i propri ladri al posto degli arcieri di Emilio intorno a Palazzo Seta, in modo da rendere l'infiltrazione di Ezio meno pericolosa.[1]

Finalmente, l'11 settembre 1485, quattro anni dopo l'avvio dei preparativi, Antonio decise che era il momento di colpire. Ezio si diresse verso il Palazzo, dove iniziò ad osservare il proprio obiettivo.[3]

Morte[]

Carlo: Il tuo castello di carte sta crollando, Emilio.
Emilio: Non è che un fastidio. Me ne occuperò. Quel povero scemo di Antonio ed i suoi ladri...
Carlo: Non parlo di loro! È l'Assassino che dovresti temere!
Emilio: Perchè? È... È qui a Venezia?
—Emilio e Carlo discutono sulla presenza di Ezio in città.[src]
Tutto Passa 4

Carlo allerta Emilio.

Spiando Emilio, Ezio origliò anche una discussione tra lui e un membro del Consiglio dei Dieci, Carlo Grimaldi, anch'egli un Templare. Durante la discussione, Carlo disse ad Emilio che l'Assassino lo stava prendendo di mira, e quindi di rimanere vigile. Egli parlò anche di un certo incontro che si doveva tenere nella chiesa di Santo Stefano, organizzato da Rodrigo Borgia. Poco prima di andare via, Carlo disse ad Emilio di trovarsi un luogo più sicuro dove stare, almeno fino all'incontro.[3]

Dopo l'incontro con Carlo, Emilio ordinò ad uno dei suoi uomini di andare a preparare una barca per salpare fino al giorno della riunione. Mentre Emilio rifletteva, Ezio riuscì ad infiltrarsi all'interno del cortile, e, una volta vicino all'obiettivo, uccise Emilio con la lama celata. Nei suoi ultimi istanti di vita, Emilio disse ad Ezio che lui cercava unità, stabilità ed ordine, ma che tutto questo comportava un sacrificio.[3]

Caratteristiche e personalità[]

Guardia: Ti avevamo detto di stare a casa.
Mercante: Ma ho pagato il nolo! Ho tutto il diritto di vendere qui!
Guardia: Emilio non è d'accordo!
—Discorso tra un mercante ed una guardia di Emilio[src]
Con amici così 4

Emilio osserva uno Jacopo morente.

Emilio fu un uomo oppressivo ed esigente, poichè si assicurava continuamente che i commercianti di San Polo pagassero il suo affitto, e, in caso contrario, distruggeva le loro bancarelle. Era orgoglioso dei suoi successi, sostenendo che aveva lavorato troppo per essere sconfitto da Ezio e dagli Assassini.

Inoltre, egli era piuttosto critico nei confronti dei suoi "colleghi" Templari, dando spesso la colpa a loro, ogni qual volta un piano non riusciva. Definì Jacopo de' Pazzi un vigliacco durante la riunione nella Toscana, incolpandolo completamente del fallimento della Congiura a Firenze, anche se l'uomo aveva un ruolo minore all'interno della Congiura. Era agguerrito quando i suoi compagni gli davano dei consigli, come accadde con Carlo Grimaldi, anche se quest'ultimo tentava solamente di metterlo in guardia.

Il suo solito abbigliamento, era un normale abito indossato normalmente dalla nobiltà veneziana, cioè una lunga tunica di color verde-giallo. Indossava anche un cappello, che simboleggiava la sua ricchezza.

Ultime parole[]

Tutto Passa 10

Le ultime parole di Emilio.

  • Ezio: Non avere paura.
  • Emilio: Non provo paura, Assassino, ma rimpianto. Volevo unità. Stabilità. Ordine.
  • Ezio: Già, ma a quale prezzo?
  • Emilio: Il progresso impone sacrifici.
  • Ezio: Non provo alcuna gioia in questo, ma non v'è altro modo. Requiescat in pace.

Curiosità[]

  • Il ritratto di Emilio Barbarigo a Villa Auditore dice che morì nel 1484, quando in realtà morì nel 1485.

Galleria[]

Note[]

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 Assassin's Creed II
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 Con amici così... - Assassin's Creed II
  3. 3,0 3,1 3,2 Tutto passa - Assassin's Creed II

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