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"C'era una volta tale Duccio, un ratto dai gusti libertini. Ogni volta che mostrava il muso, a suonargliele ero tra i primi."
―Ezio Auditore[src]

Duccio de Luca (1462 - 1520) è stato un nobile fiorentino e, successivamente, un mercante. 

Biografia[]

Gioventù[]

Nel 1476, Duccio venne promesso a Claudia Auditore da Firenze. Tuttavia la tradiva con molte altre giovani, dicendo che il padre pensava che potesse avere "meglio di una Auditore".[1][2]

Claudia, dopo aver saputo dei tradimenti di Duccio dalle amiche, chiese al fratello Ezio Auditore di dargli una lezione. Ezio cercò Duccio, e, dopo averlo trovato vicino al Duomo con una delle sue tante ragazze, lo picchiò, intimandogli di stare lontano da Claudia.[1]

Vita da mercante[]

In seguito, Duccio divenne un mercante, non trovando però fortuna. Cercava di ingannare i clienti, ma spesso era lui ad essere ingannato. Le persone che avevano a che fare con lui non avevano una buona opinione di Duccio.[3]

Nel 1506, mentre era in visita a Roma, Duccio comprò ad un'asta un quadro di Leonardo da Vinci, la Dama con l'ermellino. Nella città eterna venne a sapere che Claudia era diventata la matrona de La Rosa in Fiore, un famoso bordello romano.[4]

Quando si apprestava a salpare, incontrò nuovamente Ezio, in cerca del quadro di Da Vinci. Duccio provocò Ezio, parlando male della sorella, ignorando i consigli di Ezio sul fare attenzione a ciò che diceva. Ezio aggredì quindi Duccio e i suoi amici, riuscendo a mettere tutti al tappeto. Dopo averlo afferrato per la camicia Duccio, Ezio gli chiese dove fosse il dipinto. Duccio rispose alla domanda, ma poi lo insultò nuovamente. L'Assassino lo colpì quindi al volto, facendolo svenire mentre cadeva a terra.[4]

Ultimi anni e morte[]

"Ah! Il diavolo in persona! Vade retro!"
―Duccio dopo aver visto Ezio[src]

Anni dopo, nel 1511, Duccio giunse a Costantinopoli per affari, e incontrò Sofia Sartor, una bibliotecaria di origine veneziana. Tentò di corteggiare la donna, dicendole che era stato il fato a farli incontrare, malgrado Sofia fosse disgustata. Nel frattempo furono raggiunti da Ezio, e Duccio fuggì terrorizzato additandolo come il demonio.[2]

Successivamente l'Assassino lo incontrò nel distretto di Costantino mentre era ubriaco, e lo picchiò nuovamente.[5] Negli anni seguenti, l'attività di Duccio fallì, e riuscì a sopravvivere a malapena. Morì poi di rabbia, probabilmente contratta dal morso di un cane, nel 1520.[3]

Curiosità[]

Galleria[]

Note[]

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