Dietro le quinte è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Ezio Auditore da Firenze, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione[]
Ezio Auditore da Firenze si infiltra nel Colosseo e, insieme ai suoi apprendisti travestiti con i costumi rubati agli uomini di Micheletto Corella, entra in scena per impedire al sicario di uccidere Pietro Rossi. Individuato Micheletto grazie all'occhio dell'aquila, Ezio attende il momento giusto e lo attacca.
Dialoghi[]
Ezio Auditore da Firenze inizia a scalare le pareti del Colosseo e, una volta raggiunto il terzo anello, vede che la rappresentazione della Passione di Cristo è già iniziata.
- Pietro: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
- Ezio: Diavolo. Qual'è la croce di Pietro?
- Centurione: Udite, udite come prega Elia di portarlo via con sé.
- Legionario: Aspettiamo di vedere se Elia scenderà davvero a prenderlo.
- Pietro: La mia sete è grande. La mia sete è grande.
Uno degli attori vestiti da soldati romani si avvicina a Pietro e gli porge, con l'aiuto della lancia, una spugna imbevuta di vino per dissetarlo.
- Centurione: Sì, ma non berrai più.
Ezio inizia a farsi strada verso le quinte dove lo aspettano i suoi apprendisti travestiti, eliminando tutti gli archibugieri presenti. Nel frattempo, la rappresentazione della Passione di Cristo prosegue.
- Pietro: Signore Dio onnipotente, sia fatta la tua volontà. Lascio a te il mio spirito; prendilo, Signore, nelle tue mani. Tutto è compiuto.
- Giuseppe: Signore, lo dico a voi, costui era il figlio di Dio onnipotente. So che è così. Lo so perché con le sue parole ha compiuto la profezia e in lui si è manifestata la divinità.
- Sacerdote: (Al centurione) Centurione, sei soltanto uno sciocco e non sai leggere. Quando vedremo il suo cuore sanguinare, allora ti crederemo.
(A Longino) Longino, prendi in mano questa lancia. - Centurione: Si, prendi questa lancia e fai attenzione. Dovrai fare, così come ha detto il sacerdote, una cosa di grande importanza.
- Longino: (Al centurione) Farò come mi ha detto, ma a vostro rischio e pericolo. Ciò che farò potrei non riuscire a vederlo, nel bene e nel male.
(A Pietro) Alto re dei Cieli, io ti vedo qui. Sulla mia mano e sulla mia lancia, getta acqua corrente; e sui miei occhi ne cada tanta da farmi vedere l'uno e il tutto. Signore, da dove proviene quest'acqua? Ahimè, ahimè, me tapino, cosa ho fatto? Io vedo un uomo, a dire il vero, e l'ho ucciso. Pietà, Signore, ti imploro, perché non sono ciò che ho fatto. Gesù, molto sentii parlare di te; di come i malati e i ciechi, attraverso la tua pietà, guaristi in questa città. Così come hai guarito me oggi. La tua volontà servirò. E con te sarò. Perché so bene che entrò tre giorni risorgerai. Signore, abbi pietà di me.
Ezio raggiunge i suoi apprendisti dietro le quinte e si traveste per entrare in scena insieme a loro.
- Ezio: Devo salire sul palco.
Ezio guida i suoi apprendisti sul palco, dove la rappresentazione prosegue.
- Giuseppe: Ah, Signore Dio, con quale cuore hai ucciso quest'uomo che vedo morto, appeso in croce, che mai fece alcun male? Di certo, egli è il figlio di Dio. Che venga fatta una tomba in cui possa essere seppellito, poiché egli è il re della beatitudine.
- Centurione: Giuseppe, sono certo che questi è il figlio di Dio onnipotente. Andate a chiedere il corpo a Pilato per farlo seppellire. Io vi aiuterò a deporlo, devotamente.
- Giuseppe: Pilato, vi chiedo di concedermi una grazia speciale. Di questo profeta morto qui oggi, lasciami portar via il corpo.
- Pilato: (A Giuseppe) Giuseppe, in buona fede tutto è pronto! Se quel centurione dice che è morto, io non lo negherò.
(Al centurione) Centurione, Cristo è morto?
Ezio nota che l'uomo a cui Pilato si rivolge è Micheletto travestito, e lo atterra prima che possa uccidere Pietro.
- Micheletto: Ah, non salverai Pietro. Il vino che ha bevuto è avvelenato. Come promesso a Cesare, ho fatto le cose per bene.
Ezio ritira la sua lama celata e lascia Micheletto.
- Micheletto: Non sono ancora morto.
- Ezio: Non sono qui per ucciderti. Chi è causa dell'ascesa al potere di qualcun'altro è causa anche della propria distruzione.
Micheletto fugge ed Ezio corre in soccorso di Pietro.
Risultato[]
Dopo aver saputo che Pietro è stato avvelenato, Ezio risparmia Micheletto e corre in aiuto dell'attore.
Curiosità[]
- Ezio, parlando con Micheletto, cita una frase del Principe di Machiavelli.