Cristoforo Colombo (31 ottobre 1451 – 20 maggio 1506) è stato un navigatore ed esploratore italiano al servizio della regina spagnola Isabella I di Castiglia; è rinomato come uno dei navigatori più celebri del rinascimento poiché primo tra tutti a lanciarsi nell'audace spedizione verso il lato occidentale del mondo allora conosciuto. La sua impresa, seppur inizialmente ostacolata dall'Ordine dei Templari, culminò con la scoperta delle Americhe - da lui inizialmente ritenute terre indiane allo scopo di dimostrare la sfericità del globo terrestre.
Biografia[]
Primi anni[]
Nativo della repubblica di Genova esercitò la professione di marinaio sin da giovane, in quanto mercante di stoffe e sete per conto di suo padre Domenico. Più tardi la sua famiglia si trasferì a Savona e prese in gestione un'osteria, motivo per cui dovette temporaneamente interrompere la sua carriera in mare. A circa vent'anni riprese la sua attività servendo per conto di alcuni nobili italiani, in particolare Renato d'Angiò; solo successivamente conseguì l'apprendistato da mercante lavorando per le famiglie genovesi dei Centurione e Spinola.
I suoi primi viaggi in qualità di mercante ufficiale li compì in Grecia e lungo i territori della corona di Gran Bretagna, spingendosi anche fino alla coste islandesi. Le sue ultime attività della sua prima carriera da mercante e marinaio le svolse in Portogallo e in Liguria, ove sposò la figlia del governatore di Porto Santo. Qui iniziò il commercio in proprio, non ottenendo però niente se non un discreto successo.
Viaggio in occidente[]
Intorno alla seconda metà del XV secolo, Colombo iniziò a teorizzare l'esistenza di terre inesplorate oltre il confine delle Azzorre, e credendo che si trattasse nientemeno del continente asiatico riprese i suoi viaggi in Europa allo scopo di fare ricerche che confermassero la sua teoria e di un sovrano disposto a finanziare la realizzazione di un progetto dedito alla loro scoperta. Sfruttando manoscritti provenienti dalle corti portoghesi e le documentazioni di Marco Polo, Cristoforo ottenne certezza delle sue teorie.
Pertanto nel 1483 cercò di ottenere un supporto finanziario da re Giovanni II, che però non accettò. Due anni dopo chiese invano il supporto del regno di Aragona, sinché il duca Luis de la Cerda e il ministro delle finanze Luis de Santángel non convinsero la regina Isabella I di Castiglia a conceder udienza all'esploratore. L'incontro venne però rimandato più volte e Colombo vide il suo progetto respinto più volte dalla commissione della regina.
Nel 1491 venne convocato a Venezia dal cardinale Rodrigo Borgia, in segreto Gran Maestro dell'Ordine dei Templari intenzionato ad assassinare Cristoforo - i Templari infatti sapevano dell'esistenza di terra inesplorata verso occidente e ritenevano pericolosa la sua scoperta in quanto avrebbe causato incredibile scalpore nella società del tempo e destato la sete di imperialismo delle monarchie europee. Cristoforo fortunatamente venne salvato dall'intervento di Santángel, suo accompagnatore ed in segreto membro della Confraternita degli Assassini, e del suo confratello Ezio Auditore da Firenze.
Tornato alla corte di Castiglia, l'anno successivo la regina Isabella e re Ferdinando V appoggiarono la sua iniziativa e gli conferirono tre caravelle per il suo viaggio e il titolo preventivo di viceré su tutte le terre che avrebbe scoperto e assoggettato al dominio spagnolo. Partito all'alba del 3 agosto, Colombo raggiunse i Caraibi - da lui credute le Indie - e dimostrò la veridicità delle sue teorie. Successivamente compì altri tre viaggi, circumnavigando la Costa Rica, Haiti, Panama, Cuba e il restante territorio caraibico.
Ultimi anni[]
Durante i suoi ultimi anni Colombo decise di restare in Spagna seppur in territorio ostile, poiché i regnanti non mantennero le promesse fatte a causa di una non chiara comprensione dell'importanza delle scoperte geografiche dell'italiano. Nonostante avesse spiegato di persona a re Ferdinando le motivazioni delle sue aspre rivendicazioni, non ottenne mai il riconoscimento desiderato. Infine si ritirò a Valladoid, ove morì a causa di un arresto cardiaco dovuto alla sindrome di Reiter. Venne sepolto alla cattedrale di Siviglia.
Fonti[]
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