Assassin's Creed Wiki

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"Non possiamo combatterli, ma possiamo ancora vanificare i loro sforzi"
―Un'Assassino mongolo sconosciuto[src]

La Confraternita mongola degli Assassini era il ramo dell'Ordine degli Assassini che operava in Mongolia. In stretti rapporti con il ramo cinese e il ramo levantino, ebbero un ruolo fondamentale nella caduta del generale mongolo Gengis Khan e di quasi tutta la sua dinastia.

Storia[]

La Spada dell'Eden[]

Non si hanno informazioni sulle operazioni del ramo mongolo sino al XIII secolo, quando si ritrovarono costretti ad affrontare l'imminente sviluppo dell'impero mongolo guidato dal condottiero Gengis Khan, il quale stava da tempo assediando e distruggendo molte città, tra le quali la grande Xing-gin. La sua campagna di conquista stava anche rallentando l'espansione degli Assassini verso est. Inoltre ebbero motivo di credere che la spada fosse un Frutto dell'Eden. Uno dei loro membri, Qulan Gal chiese aiuto al Mentore degli Assassini nel Levante Altaïr Ibn-La'Ahad in un tentativo di eliminare la piaga mongola.

Questo'ultimo partì nel 1217 con sua moglie Maria Thorpe e suo figlio Darim; incontrarono Qulan Gal vicino le rovine di Xing-gin. I tre si recarono dunque all'accampamento dei soldati mongoli, e una volta scoperta l'ubicazione della tenda di Gengis Khan, Altaïr e Qulan si infiltrarono nella zona, coperti dall'abilità di Darim come balestriere. Il primo tentativo fallì, poiché Altaïr venne scoperto da una guardia e ferito ad una gamba. Incapace di proseguire la missione, lasciò a Darim il compito di assistere Qulan nell'assassinio del loro bersaglio.

Con uno stratagemma, i due Assassini attirarono il conquistatore fuori dalla sua tenda; spaventato Gengis Khan tentò di fuggire a cavallo. Qulan Gal riuscì però a fermarlo, uccidendo il suo cavallo con una lancia. Infine Darim mise fine alla vita del conquistatore con un colpo di balestra alla sua testa. Altaïr rimase in Mongolia per i dieci anni successivi, ampliando l'Ordine in quelle zone.

Guerra contro i Khan[]

Poco tempo dopo la morte del conquistatore, Qulan Gal liberò il suo apprendista, Nergüi, che sarebbe stato il principale fautore del crollo dei Khan. Infatti una volta completato il suo addestramento, nel 1241, venne informato dal suo maestro che Batu Khan, cugino dell'imperatore aveva guidato la sua Orda d'Oro lungo i confini della Russia. Pertanto al fine di rallentare la sua avanzata, Nergüi venne incaricato di uccidere l'imperatore Ögedei Khan, mentre Gal avrebbe ucciso suo fratello Chagatai. Senza nessun erede al trono imperiale, Batu fu costretto a tornare in Mongolia per salvaguardare l'onore della sua famiglia, salendo infine al trono. Ventidue anni dopo, scoprirono che il principe russo Alexander Nevsky aveva stretto un'alleanza con Hülegü Khan, mettendo il suo esercito personale a servizio dell'Orda d'Oro. Sospettando che il generale russo fosse un Templare, Nergüi lo raggiunse nel suo accampamento e lo affrontò in un duello.

Nel mezzo dello scontro, Nevsky giustificò le sue azioni dicendo che lo faceva solo per proteggere il suo paese dalla distruzione dei mongoli, ma il suo avversario gli ricordò i gravi danni che gli Assassini avevano causato ai Khan e i loro alleati. Lo scontro terminò a favore di Nergüi. Nelle sue ultime parole, Alexander dichiarò di come aveva avvelenato Batu Khan per vendicare la morte di suo padre. Con la morte di Batu si fece avanti suo figlio Hülegü, che morì per mano Nergüi nel 1265, in un segno di vendetta per la distruzione degli Assassini levantini a Masyaf. Come ultimo erede della potente famiglia Khan, salì Kublai, che a differenza degli altri si dimostrò ben voluto dagli Assassini mongoli.

Fonti[]

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