Con amici così... è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Ezio Auditore da Firenze, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione[]
Ezio Auditore da Firenze pedina Jacopo de' Pazzi sino all'antico teatro romano, dove assiste a un incontro tra Jacopo, Rodrigo Borgia ed Emilio Barbarigo. Rodrigo, per punire Jacopo del fallimento, lo ferisce mortalmente. Dopo aver parlato con Ezio, se ne va lasciandolo alle prese con alcune guardie. Ezio però riesce ad eliminarle tutte, dopodiché pone fine alle sofferenze di un morente Jacopo de' Pazzi.
Dialoghi[]
Ezio Auditore da Firenze vede Jacopo de' Pazzi lasciare la chiesa di Santa Maria Assunta.
- Ezio: Se riesco a tenere a freno la lama e a seguirlo, mi condurrà dai suoi fratelli Templari. Avrò altri nomi per il mio elenco...
Ezio segue Jacopo per le strade di San Gimignano.
- Ezio: Ma che succede qui? Sono in ritardo? Non mi hanno visto, questo è certo.
Che state complottando tu e gli altri, Jacopo?
Quella lettera accennava a Venezia... Ci sono altri Templari?
Jacopo, sempre seguito da Ezio, arriva al teatro romano, dove lo stanno aspettando Rodrigo Borgia ed il mercante veneziano Emilio Barbarigo.
- Ezio: Quanti altri sono responsabili della morte di mio padre?
Ezio ascolta i Templari discutere.
- Jacopo: Chiedo venia, Maestro. Ho fatto il possibile, ma l’Assassino era troppo forte.
- Rodrigo: Evidente. Altrimenti gli altri sarebbero qui con voi. Per non parlare del fatto che Firenze rimane nelle mani dei Medici.
- Jacopo: È colpa di Francesco! La sua impazienza l’ha reso avventato! Ho tentato di essere la voce della ragione...
- Emilio: Più che altro la voce della codardia.
- Jacopo: Proprio voi parlate, signor Barbarigo. Se ci aveste mandato armi di qualità invece di questo ciarpame che voi veneziani chiamate ar-
- Rodrigo: (Interrompendo Jacopo) Tacete! Ci siamo fidati della vostra famiglia e ci avete ripagato con inazione e incompetenza! Quindi chiamato a rispondere del vostro fallimento vi inventate scuse e ci insultate?! Come vi aspettate che reagisca?
- Jacopo: Non saprei...
- Rodrigo: Sta bene. Lo so io.
Rodrigo estrae un pugnale e lo pianta nel petto di Jacopo.
- Jacopo: (Urla di dolore) No... Vi prego... Non...
- Emilio: (Risata) "Vi prego non" che cosa?
Emilio spinge Jacopo, che cade a terra.
- Jacopo: Posso... rimediare. Solo... risparmiatemi...
- Rodrigo: No.
Rodrigo estrae la spada e colpisce Jacopo al collo.
- Rodrigo: Che lordura.
(Si rivolge ad Ezio) Mi dispiace averti strappato la preda, Assassino.
Due guardie trattengono Ezio.
- Rodrigo: Credevi davvero che non mi aspettassi la tua presenza? Che non l’avessi voluta? Sono metodi che usiamo da molto più di te.
(Si rivolge alle guardie) Uccidetelo.
Rodrigo e Emilio si allontanano, lasciando Ezio alle prese con le guardie.
- Ezio: So che state solo obbedendo agli ordini, perciò lasciatemi e vi risparmierò la vita.
- Guardia: Ah! Senti que-
Ezio estrae la lama celata e uccide le guardie.
Altri soldati attaccano Ezio, che però riesce ad ucciderli tutti.
Dopodiché si avvicina a Jacopo e pone fine alle sue sofferenze.
- Ezio: Vai, amico, libero da fardelli e paure. Requiescat in pace.
Jacopo de' Pazzi muore.
Risultato[]
Tutti i congiurati dei Pazzi sono morti e Ezio aggiunge Emilio Barbarigo alla lista dei suoi bersagli.
Curiosità[]
- Se il giocatore non preme il tasto al momento giusto, quando Ezio dovrebbe uccidere le guardie, il giovane se le scrollerà di dosso, combattendole insieme alle altre.
- Il nome di questo ricordo deriva dall'aforisma "Con amici simili, chi ha bisogno di nemici?" di Charlotte Brontë.
- Stranamente, i bruti e i segugi che combattono Ezio alla fine hanno gli stemmi e i colori di Venezia, sebbene servano Rodrigo Borgia.
- Può essere, tuttavia, che siano invece guardie di Emilio Barbarigo, che è veneziano.