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La cisterna di Yerebatan (Yerebatan Sarnici) o Cisterna Basilica è la più grande delle centinaia di antiche cisterne che si trovano nel sottosuolo della città di Costantinopoli. La cisterna fu costruita nel VI secolo mentre regnava l'Imperatore Bizantino Giustiniano I.

Storia[]

La Yerebatan Sarnici, o cisterna sotterranea, è la più grande di Costantinopoli. Usata originariamente come basilica, da qui il suo secondo nome, Cisterna Basilica, questo enorme spazio, ornato da centinaia di colonne di marmo, fu adibito nel VI secolo a luogo di raccolta delle acque, fungendo da bacino idrico per il complesso del palazzo imperiale bizantino che si trovava di poco a est.

Nel 1257, i fratelli veneziani Niccolò e Maffeo Polo nascosero all'interno della Cisterna di Yerebatan una delle Chiavi che permettevano di aprire la porta della biblioteca segreta dell'Assassino Altaïr Ibn-La'Ahad, a Masyaf, e una mappa che, se decifrata, mostrava la posizione di alcuni libri nascosti nella città di Costantinopoli che, a loro volta, rivelavano la posizione delle altre quattro chiavi necessarie per entrare nella biblioteca.

Dopo la fine dell'occupazione latina e il ritorno dei Paleologi, la cisterna cessò di essere utilizzata e gran parte dei cittadini ne perse la memoria. Quando gli ottomani conquistarono la città nel 1453, era ufficialmente caduta nel dimenticatoio.

Nel 1511 il Mentore degli Assassini Ezio Auditore da Firenze entrò nella Cisterna di Yerebatan, attraverso un passaggio celato nella bottega della libraia di origine veneziana Sofia Sartor, allo scopo di trovare la Chiave. All'interno della Cisterna, Ezio trovò molti soldati Templari, anch'essi alla ricerca della Chiave nascosta. Nonostante la loro presenza, Ezio si fece strada attraverso la Cisterna trovando infine la Chiave di Altaïr e, con essa, la mappa celante la posizione delle altre Chiavi. Nel 1512, Ezio nascose tutte le Chiavi all'interno della Cisterna di Yerebatan.

Voci dell'esistenza della cisterna continuavano a circolare nell'immaginario collettivo, alimentate da uomini e donne che sostenevano di avere un bacino pescoso sotto le loro case. Fu solo alla fine del regno di Solimano il Magnifico che un diplomatico in visita riscoprì l'entrata della cisterna: mise subito al corrente il sultano, che ne fu sorpreso e divertito.

Fonti[]

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