I cannoni usati per l'imboscata.
Camerino è una città della provincia di Macerata nella regione Marche, in Italia.
Storia[]
Durante il Rinascimento, Camerino fu una delle tante città che entrò nelle mire espansionistiche di Cesare Borgia, il quale tentava di riunire l'intera penisola italiana sotto il suo controllo. Perciò, Ezio Auditore da Firenze inviò una squadra di Assassini guidata da Francesco Vecellio in città con l'incarico di impedire che la città finisse sotto il controllo del Borgia.[1]
Una volta a Camerino, gli Assassini si incontrarono con l'abate Bernardino, un fermo oppositore dei Borgia, dal quale ricevettero importanti informazioni. Alla fine, Francesco e i suoi escogitarono un piano per fermare i mercenari dei Borgia.[1]
Sapendo che i mercenari si sarebbero aspettati una discreta resistenza da parte della città, gli Assassini si assicurarono che la trovassero sulle mura della città, dove Cipriano Enu e altri dei suoi si sarebbero occupati di distrarli. Nel mentre, gli altri trasportarono i cannoni fuori dalle mura sulla strada principale e li nascosero dietro a dei cespugli, assicurandosi che fossero perfettamente invisibili. Grazie all'ottima organizzazione, l'imboscata andò a buon fine. Infatti, come previsto i mercenari dei Borgia si concentrarono sulle mura della città, dove Cipriano e i suoi si occuparono di aprire il fuoco sui loro avversari. Mentre quest'ultimi si ritirarono per cercare un riparo ed evitare gravi perdite, gli altri Assassini spararono con i cannoni, decimando le forze avversarie, i quali si ritrovarono costretti a disperdersi e ritirarsi.[1]
La vittoria dello scontro permise che l'abate Bernardino non temesse ripercussioni, il quale avrebbe continuato ad aiutare gli Assassini, e che Camerino rimanesse ancora una volta indipendente.[1]