La caduta di Masyaf è stato un evento avvenuto durante la metà del XIII secolo in cui il nipote di Gengis Khan, Hülegü, guidò un assalto contro la fortezza degli Assassini di Masyaf nel tentativo di annientare la Confraternita levantina per il ruolo avuto nella morte di suo nonno nel 1227.
L'attacco causò il definitivo scioglimento degli Assassini residenti a Masyaf, che rimase completamente deserta nel momento in cui i mongoli ritornarono per reclamare la vittoria. Prima dell'assedio, la maggior parte delle fortezze degli Assassini a est del Levante erano già state distrutte.
Storia[]
Causa[]
Per arrestare la grave minaccia rappresentata dai mongoli, protagonisti di un'inarrestabile marcia dall'est, Altaïr Ibn-La'Ahad, sua moglie Maria Thorpe, il loro figlio Darim e il loro confratello mongolo Qulan Gal giunsero a Xingqing per infiltrarsi nell'accampamento mongolo, dove si supponeva si trovasse Gengis Khan. Lì, Qulan e Altaïr si intrufolarono nell'accampamento con l'obiettivo di assassinare il Khan, ma Altaïr accidentalmente si fece scoprire dalle guardie, che lanciarono l'allarme. Compreso il pericolo, il Khan fuggì dall'accampamento a cavallo, ma la sua cavalcatura venne abbattuta da una freccia scoccata da Qulan. Disarcionato, Gengis Khan venne assassinato con una freccia scagliata dalla balestra di Darim.[1][2][3]
Lo scioglimento[]
L'attacco[]
- "Padre! Un'avanguardia di Mongoli è riuscita a passare. Hanno invaso il villaggio!"
- ―Darim avverte il padre dell'arrivo dei mongoli, 1257[src]
Nel 1257, l'esercito mongolo marciò per il Levante, distruggendo tutte le fortezze degli Assassini lì situate. Mentre l'esercito avanzava verso Masyaf, il Mentore della Confraternita levantina, Altaïr Ibn-La'Ahad, ricevette la visita di Niccolò Polo e da suo fratello Maffeo Polo. Con il primo dei due, ebbe il piacere di raccontarsi parlando di eventi importanti e al tempo stesso personali della sua vita oltre a raccontare storie riguardo l'Ordine. Alla fine, nell'agosto del 1257, i mongoli giunsero a Masyaf e inviarono un piccolo gruppo di schermagliatori della sua avanguardia per attaccare gli Assassini, con la forza principale non molto lontano.[3]
Anche se la maggior parte degli Assassini ebbero lasciato la fortezza per fondare nuove gilde nel mondo oppure rinforzare quelle già esistenti, diffondendo di conseguenza il Credo, ne rimasero comunque abbastanza al suo interno per tenere temporaneamente a bada un eventuale attacco dei mongoli. Durante l'assalto, i mongoli riuscirono ad entrare nel villaggio e a giungere fino ai piedi della fortezza, prima di essere costretti a ritirarsi. Durante la battaglia, Altaïr si fece incontrare dai due fratelli Polo nel cortile principale della fortezza. Una volta lì, Altaïr trasmise il lavoro della sua vita ai Polo; il suo Codice.[3][4]
Altaïr scortò quindi i due fratelli fuori da Masyaf, usando il potere della mela dell'Eden per respingere i mongoli. Prima di salutare definitivamente i fratelli Polo, Altaïr affidò loro un ultimo compito: la custodia dei suoi sigilli della memoria, che fungevano anche da chiavi per la sua biblioteca sotterranea, e di nasconderli se necessario. Quando i fratelli Polo lasciarono Masyaf, Altaïr guidò gli Assassini rimanenti nella lotta contro i mongoli sopravvissuti.[3][4]
La biblioteca[]

Altaïr nasconde la Mela.
Con i fratelli Polo fuggiti sani e salvi, Altaïr fece evacuare gli Assassini e i pochi abitanti del villaggio rimasti a Masyaf, prima che il principale esercito mongolo arrivasse per distruggere la cittadella. Tuttavia, Altaïr rimase a Masyaf, con l'intenzione di rinchiudersi nella biblioteca. Prima di entrare nella biblioteca, Altaïr si incontrò con suo figlio Darim spiegando che la biblioteca sarebbe dovuta rimanere nascosta a tutti i costi e che avrebbe dovuto andarsene prima del ritorno dei mongoli. Dopo aver abbracciato suo figlio e averlo salutato, Altaïr entrò nella biblioteca e sigillò la Mela.[4]
Successivamente, Altaïr si sedette dopo aver impresso quest'ultimo ricordo sul suo sesto ed ultimo sigillo, prima di morire definitivamente all'età di 92 anni.[4]
Conseguenze[]
Masyaf[]
Dopo l'attacco mongolo, Masyaf fu completamente abbandonata dagli Assassini, i quali cessarono di esistere pubblicamente e iniziarono ad operare universalmente attraverso una numerosa e ramificata serie di gilde con sedi in tutto il mondo conosciuto.[3][4]
I fratelli Polo[]
Due giorni dopo la loro fuga da Masyaf, i fratelli Polo persero il Codice che Altaïr gli aveva affidato a causa dell'attacco di una pattuglia mongola. Disperatisi per la perdita e impossibilitati a recuperare il Codice, i fratelli Polo dovettero continuare il loro viaggio per Costantinopoli, dove poterono almeno portare a termine gli altri incarichi loro assegnatigli.[3]
Infatti, i due fratelli fondarono una stazione commerciale a nord-ovest della basilica di Santa Sofia e fondarono una gilda locale degli Assassini. Inoltre, decisero di nascondere i sigilli della memoria del loro Mentore in cinque punti della città.[3][4]
La Mongolia[]
Dopo che Hülegü Khan ebbe effettivamente distrutto gli Assassini levantini, continuò con la sua campagna militare in tutto il Medio Oriente per altri due anni. Tuttavia, alla fine fu braccato e assassinato dall'Assassino mongolo Nergüi nel 1265, in un atto di vendetta per la caduta di Masyaf.[1][2]
Apparizioni[]
- Assassin's Creed: La Crociata Segreta
- Assassin's Creed: Revelations
- Assassin's Creed: Memories
- Assassin's Creed: Reflections
- Assassin's Creed: Unity
Fonti[]
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