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"Mi sta bene allora. Non sono più un padre, ormai. Non sono più un marito. Non sono più un Medjay. Sono un Occulto."
―Bayek accetta di diventare un Occulto, 47 a.C.[src]

Bayek di Siwa (85 a.C. - ?) è stato uno degli ultimi medjay dell'Egitto e il fondatore, insieme a sua moglie Aya, degli Occulti.

Cresciuto nel remoto villaggio di Siwa, Bayek ereditò il ruolo di medjay da suo padre Sabu e dedicò la sua vita a proteggere la sicurezza e il benessere della sua gente.

La sua vita ebbe una risvolta drammatica quando nel 49 a.C. l'Ordine degli Antichi causò la morte di suo figlio Khemu in seguito al rifiuto di cooperare all'apertura della Cripta di Siwa. Da lì in poi il dolore spinse lui e sua moglie a cercare vendetta per loro figlio, uccidendo sistematicamente ogni persona coinvolta negli eventi, per poi scoprire dalla regina in esilio Cleopatra che il potere e le ramificazioni dell'Ordine fossero molto più grandi di quanto credessero. Nonostante ciò, Bayek seguì Aya nel servire Cleopatra come medjay personale, immischiandosi così nella guerra civile alessandrina contro Tolomeo XIII.

In seguito alla fine del conflitto, Cleopatra e il suo alleato Gaio Giulio Cesare si allinearono all'Ordine degli Antichi. In risposta, Bayek riunì i suoi principali alleati ad Alessandria per fondare gli Occulti, con lo scopo di lottare per proteggere gli innocenti e difendere la loro libertà.

Da lì in poi Bayek guidò quella che in futuro divenne il ramo egiziano degli Assassini, reclutando nuovi membri da diversi ranghi della società e arrivando a espandere l'organizzazione fino alla penisola del Sinai nel 38 a.C. per combattere l'oppressione e le atrocità dei nuovi governatori romani. In quanto progenitore della Confraternita degli Assassini, piantò i semi della loro filosofia lasciando loro in eredità un Credo basato sulla discrezione e la protezione degli innocenti.[1]

Biografia[]

Gioventù[]

Vita a Siwa[]

Bayek nacque nella a Siwa nell'85 a.C. dal medjay Sabu e sua moglie Ahmose. Quando era ancora bambino, un gruppo di banditi guidati da Menna attaccò la sua casa di famiglia. La maggior parte di loro venne uccisa da Sabu, ma anche sua madre partecipò agli scontri. Bayek strinse una forte amicizia con Hepzefa, un altro abitante di Siwa, e con Kensa, una ragazza nubiana che gli insegnò come cacciare. Era anche in confidenza con Menehet, un sacerdote di Sekhmet a Yamu i cui figli consideravano Bayek come uno zio. Bayek gareggiava occasionalmente anche con Sennefer, che successivamente lasciò Siwa per vivere a Canopo sotto il nome di Clarida.[1]

Ricerca del padre[]

Nel 70 a.C. Bayek viveva ancora a Siwa con i genitori. Al tempo aveva iniziato una relazione con Aya di Alessandria, una ragazza greca da cui era innamorato. Il padre di Bayek non approvava però la loro relazione sapendo che Aya sognava di vivere ad Alessandria e aveva paura che le sue origini meticce potessero corrompere i suoi insegnamenti. Bayek aveva infatti iniziato l'addestramento per diventare un medjay, protettore della sua gente. Un giorno, un messaggero consegnò un messaggio a Sabu che, dopo essersi consultato con Rabiah, decise di lasciare Siwa senza dare altra spiegazione oltre che la città sarebbe stata più al sicuro senza di lui. Dopo averne discusso con Rabiah e Ahmose, Bayek decise di andare alla sua ricerca, iniziando dalla città di Zawty in cerca del messaggero. Durante il viaggio conobbe Tuta, un ragazzino che cercl di rapinarlo. Dopo aver inseguito sui tetti il ladro, Bayek venne quasi strangolato dal padre di Tuta, Paneb, ma venne fortunatamente salvato da Aya, che lo aveva seguito. Dopo aver atterrato Paneb i due scapparono insieme anche a Tuta verso Tebe.[2]

Lì i tre incontrarono Kensa ma non riuscirono a trovare il padre di Bayek. Scoprirono però che Menna potrebbe essersi stabilito vicino Tebe, quindi insieme ad Aya, Kensa, Tuta, Seri e Neka, Bayek decise di dargli la caccia. Neka venne catturato e torturato, ma venne coraggiosamente salvato dagli altri. Durante la battaglia Menna fuggì a bordo di un carro e venne inseguito da Bayek e Kensa, che riuscì a uccidere il guidatore con una freccia, causando un incidente fatale per Menna. Khensa scoprì poi che Sabu fosse prigioniero sull'isola di Elefantina e Bayek si mise sulle sue tracce con Aya. Nascosti da una tempesta di sabbia, si infiltrarono sull'isola dove però non trovarono Sabu ma uno squilibrato usato come esca. Dopo essere fuggiti riuscirono però a incontrare finalmente Sabu, libero. La riunione venne interrotta dall'arrivo del sicario Bion, che cadde però in una trappola da cui riuscì comunque a liberarsi prima di fuggire.[2]

Fine dell'addestramento[]

Negli anni seguenti Sabu continuò ad addestrare Bayek per farne un medjay, mentre nel frattempo quest'ultimo allenava a sua volta Aya. I tre passarono anni ad allenarsi mentre viaggiavano da un villaggio all'altro. La relazione con Aya evolse fino a spingere Bayek a chiederle di sposarlo, ma lei rifiutò perché non si sentiva pronta alla vita da medjay e lei era ancora intenzionata a lavorare nella Biblioteca di Alessandria. Venuta a sapere della zia malata, Aya dovette lasciare poi l'addestramento, ma durante il viaggio venne attaccata da ladri di cavalli a una pozza d'acqua. Aya riuscì a respingerli finché Bion non intervenì in suo aiuto. Senza rendersene conto, Aya mise Bion sulla strada giusta verso il campo di allenamento. Una volta arrivato Bion scoccò delle frecce che colpirono Sabu prima di gettarsi all'attacco di Bayek, che venne ferito da un colpo della sua spada. Sabu intervenne con le sue ultime forze spingendo Bayek nel fiume vicino per salvarlo, cadendo poi nello scontro.[2]

Bayek venne salvato dalle acque del fiume da alcune persone che si presero cura di lui a bordo di una barca. Dopo essersi ripreso, Bayek acquistò un cavallo per tornare a Siwa, dove trovò Aya al sicuro con sua zia ma venne a sapere che Bion fosse nei paraggi. Temendo per la vita di sua madre, si diresse verso di lei insieme ad Aya. Bion li stava però aspettando e li attaccò, ma durante lo scontro Ahmose riuscì a ferirlo mortalmente. Prima di spirare, Bion rivelò loro che lo sterminio dei medjay gli era stato ordinato da un uomo chiamato Raia. Poco dopo la morte di Bion, Bayek divenne protettore di Siwa e sposò Aya, con cui crebbe loro figlio Khemu. Anni dopo Bayek viaggiò ad Alessandria e uccise Raia in casa sua. Come ultimo medjay, Bayek era visto come protettore dalla sua comunità da cui era molto rispettato, mentre era tuttavia visto come una scomoda reliquia da chi era al potere.[2]

In cerca di vendetta[]

Morte di Khemu[]

Il falso oracolo 7

Bayek allena Khemu al tiro con l'arco.

Come padre, Bayek addestrò suo figlio con l'intenzione di farne un medjay, insegnandogli le antiche tradizioni egizie attraverso le costellazioni. Bayek riuscì ad addomesticare anche un'aquila chiamata Senu, con cui condivideva una relazione simbiotica che gli permetteva di vedere attraverso i suoi occhi. Nel 49 a.C. il faraone Tolomeo XIII fece visita a Siwa accompagnato da uomini mascherati. Per celebrare l'arrivo del faraone, l'oracolo di Amon chiese a Bayek di catturare uno stambecco. Bayek diede quindi la caccia all'animale con suo figlio e Chenzira, amico di Khemu. Dopo aver recuperato le pelli dell'animale, Bayek mise alla prova il coraggio di suo figlio e gli chiese di saltare da una scogliera sul lago. Spaventato dalle altezze, Khemu si rifiutò, facendo capire a Bayek che non fosse ancora pronto. In quel momento vennero interrotti dall'arrivo di uomini armati che tenevano Chenzira in ostaggio. Bayek ordinò subito a Khemu di andare da sua madre mentre lui si apprestava ad affrontare gli uomini, che però riuscirono a sopraffarlo, facendogli perdere i sensi.[3]

Il falso oracolo 21

Bayek viene interrogato dagli Antichi.

Svegliatosi con le mani legate all'interno del Tempio di Amon, Bayek venne costretto da un uomo mascherato, l'Ibis, a farsi seguire nei sotteranei del tempio, dove ad attenderlo trovò quattro uomini insieme a Khemu. Gli uomini mostrarono a Bayek una reliquia e gli chiesero di aprire la cripta sotto al tempio sfruttando le sue conoscenze di medjay. Bayek non aveva tuttavia alcuna idea al riguardo, ma prima che potesse venire ulteriormente interrogato anche il faraone arrivò al tempio. Khemu approfittò quindi del momento di distrazione per rubare un pugnale con cui Bayek si liberò prima di gettarsi all'attacco dei mascherati. Durante lo scontro però uno di loro sfruttò l'impeto di Bayek reindirizzandolo per fargli colpire involontariamente Khemu all'addome, uccidendolo. Prima che potesse fare altro, un altro mascherato lo colpì in testa. I mascherati, dato Bayek per morto, lasciarono quindi il tempio.[3]

Assassinio di Rudjek[]

Bayek seppellì suo figlio nella Montagna dei morti insieme al resto della sua famiglia. Avendo pugnalato suo figlio al cuore negandogli l'accesso al Campo dei Giunchi, si sentì molto in colpa per la sua morte. Intento a vendicare Khemu, Bayek si tatuò i nomi in codice dei mascherati sul suo braccio per poi cancellarli una volta uccisi e partì alla loro ricerca con Aya, che si separò per andare a dar loro la caccia ad Alessandria, mentre Bayek continuò la sua caccia in Egitto. Intanto a Siwa Hepzefa, amico d'infanzia di Bayek, assunse le sue funzioni proteggendo il villaggio in sua assenza. Nel corso del viaggio Bayek conobbe Tahira, una cacciatrice che divenne protettrice della fauna locale grazie all'ispirazione di Bayek.[4]

Assassinio dell'Airone 6

Bayek affronta Rudjek, l'Airone.

Dopo un anno di ricerche Bayek scoprì la vera identità dell'Airone, Rudjek, che era il nomarca del Nomo di Saqqara. Bayek gli diede la caccia fin dentro la Piramide romboidale di Snefru, dove affrontò Ipato, guardia del corpo dell'Airone, riuscendolo a mettere fuori combattimento. Nonostante le gravi ferite riportate nello scontro, Bayek affrontò anche Rudjek che, cercando di distrarlo con delle minacce, gli lanciò un coltello che Bayek parò con la sua stessa maschera, che utilizzò poi per uccidere Rudjek sbattendogliela in faccia. Eliminato il primo della sua lista, Bayek riprese il suo viaggio ma a causa delle ferite perse i sensi. Nefertari, guaritrice di Nitria, una delle principali miniere di natron di tutto l'Egitto, lo curò medicandogli le ferite. Una volta riposato e curato, Bayek partì subito in un lungo viaggio di ritorno verso casa.[4]

Ritorno a Siwa[]

Rimpatriata 1

Bayek combatte contro Ipato.

Qualche tempo dopo Bayek arrivò a delle rovine di una tomba risalente all'Antico Regno, ormai quasi sepolte dalla sabbia, dove venne attaccato da Ipato, che desiderava vendicare la morte di Rudjek. Nel bel mezzo del combattimento Ipato colpì ripetutamente il pavimento, facendolo crollare. Bayek e Ipato caddero insieme, e pur rimanendo illesi continuarono a lottare nonostante l'offerta di una tregua da parte di Bayek. Durante lo scontro, Ipato ebbe la peggio trovando la morte.[5]

Bayek continuò quindi a esplorare la tomba alla ricerca di un'uscita, trovando il suo amico Hepzefa intento a combattere un gruppo di soldati un tempo affiliati a Rudjek.[5] Una volta liberatisi di loro, i due medjay tornarono a Siwa, dove quest'ultimo gli spiegò che dopo la sua partenza Tolomeo fece costruire un presidio nominando Medunamun, il membro dell'Ordine noto come L'Ibis, nuovo Oracolo di Amon per fargli tenere il villaggio sotto il suo dominio. I due arrivarono a casa di Hepzefa, dove Bayek iniziò subito a prepararsi per uccidere il suo prossimo bersaglio, rifiutando di riposarsi su consiglio di Hepzefa. L'arrivo della guaritrice Rabiah gli fece cambiare idea, e Bayek le permise di curarlo mentre lui si riposava.[6]

L'oasi 4

Rabiah cura le ferite di Bayek.

Una volta sveglio Bayek parlò nel cortile con Hepzefa, che gli consegnò un nuovo arco da provare. Poco dopo un abitante corse verso Hepzefa, avvertendolo che gli uomini di Tolomeo fossero alla sua ricerca. Bayek ed Hepzefa si nascosero quindi nell'erba alta lì vicino, attendendo l'occasione per cogliere gli uomini alle spalle e ucciderli. Bayek ritrovò poi anche Senu, curata da Rabiah dopo essere rimasta ferita.[6]

Conoscendo la potenza di Medunamun e le conseguenze del suo governo tirannico, Hepzefa consigliò a Bayek di rafforzare il suo equipaggiamento e dare una mano ai cittadini in difficoltà.[6] Bayek aiutò quindi Benipe, il fabbro di Siwa, a recuperare i suoi attrezzi nell'accampamento di Shetjeh. In cambio, Benipe gli offrì un'arma a sua scelta tra un'arco, uno scudo, una mazza e una lancia.[7]

Facendo rientro nella sua casa, Bayek ritrovò la Khopesh di suo padre e una statuetta di Horus fatta da suo figlio.[1]

Dopo aver letto una lettera scritta da un'abitante chiamata Issa, Bayek visitò il Tempio di Amon, dove trovò un gruppo di contadini messi in una gabbia per aver protestato contro l'aumento delle tasse. Nella gabbia vide anche il cadavere di Teremun, marito di Issa, a cui decise di riportare il corpo. Una volta arrivato però scoprì che anche la sua famiglia era stata uccisa dai soldati tolemaici, che hanno dato fuoco al loro capanno con loro all'interno.[8]

Bayek visitò poi la caverna di Amanai, una sorgente da cui gli abitanti di Siwa prendevano l'acqua. Lì si incontrò con Kett, che lo informò dei banditi che avevano preso possesso della zona per estorcere denaro ai contadini che volevano rifornirsi. Bayek si infiltrò quindi nella caverna e uccise i banditi, restituendola quindi al villaggio.[9]

Una volta liberata la sorgente Bayek si recò alla Montagna dei morti dove trovò Fenuku, un amico di Khemu, fuori da una tana delle iene. Fenuku gli disse che suo fratello maggiore Chenzira voleva guardare i teschi delle iene nella caverna quando le iene hanno fatto ritorno, facendolo scappare all'interno della tomba. Bayek mandò quindi Fenuku a casa e si mise alla ricerca di Chenzira, trovandolo all'interno di una camera. Dopo averlo accompagnato fuori, affrontò le iene e mandò anche lui a casa.[10]

Tornato al villaggio Bayek visitò Rabiah a casa sua, scoprendo che aveva creato una clinica improvvisata per curare gli abitanti feriti dai tolemaici. Le scorte di Rabiah provenienti da Yamu erano state sequestrate dai soldati che le volevano tenere per sé stessi, mentre altre erano affondate all'interno del lago. Bayek la aiutò quindi a recuperare il maltolto e lo portò alla sua "casa della vita". Lì aiutò nuovamente Rabiah uccidendo i soldati che avevano attaccato il rifugio e scacciato i feriti.[11]

Il falso oracolo 29

Bayek osserva il cadavere di Medunamun.

Finito di aiutare gli abitanti, Bayek fece ritorno al complesso del tempio, dove liberò i sacerdoti sottomessi da Medunamun prima di affrontarlo. L'Antico, privo di rimorsi per la morte di Khemu, venne colpito ripetutamente da Bayek con una reliquia sferica che stava studiando.[3] Siwa era libera dalla tirannia di Medunamun, pertanto Bayek tornò da Hepzefa per chiedere informazioni su dove trovare Aya. Hepzefa lo diresse quindi verso la Grande Biblioteca di Alessandria, dove avrebbe dovuto cercare una statua di Serapide.[12]

Viaggio ad Alessandria[]

Agguato nel tempio 1

Bayek si ritrova con Menehet.

Dopo aver attraversato il deserto, Bayek fece una fermata intermedia al Tempio di Sekhmet a Yamu per fare visita a Menehet, che fu felice di mostrare lui tutti i rinnovamenti fatti al tempio, che lo lasciarono impressionato per via dello sfarzo. Quando raggiunsero la piscina del tempio i figli di Menehet si avventarono su Bayek alle spalle per salutarlo, prima di scappare via per giocare a nascondino con lui. Durante il gioco però i bambini si misero in pericolo, con Keba che rimase intrappolato in un pozzo e Soris che finì quasi attaccato da una iena.[13]

Mentre i bambini e Bayek finivano di giocare, un visitatore si lamentò con Menehet della presenza di finti gatti mummificati al mercato, ma nonostante l'estraneità di Menehet ai fatti le sue spiegazioni non servirono a placare la rabbia del visitatore, che andò via più adirato di prima. Avendo ascoltato parte delle lamentele, Bayek si offrì di aiutare Menehet con la questione investigando per suo conto sui falsari.[14]

Una volta affrontati i banditi che erano dietro al traffico dei falsi idoli, Mehenet fu costretto a chiedere nuovamente aiuto a Bayek per trovare Pamu, un lottatore egiziano che avrebbe dovuto impersonare il guerriero di Sekhmet per affrontare il guerriero di Isfet durante la rievocazione della battaglia tra i due dèi di quella sera. Dopo aver trovato Pamu ancora ubriaco, si offrì di prendere il suo posto per salvare il suo amico. Menehet lo ringraziò e lo diresse verso il gran sacerdote per ottenere il suo permesso.[15]

Terminati i festeggiamenti, Menehet ringraziò Bayek per la sua esibizione spettacolare contro Isfet e gli permise di tenere per sé il costume di Sekhmet e il bastone in segno di rispetto. Comprendendo che fosse giunto per lui il momento di riprendere il viaggio verso Alessandria lo salutò, con la speranza di rivederlo in futuro.[15]

Aya 01

Bayek incontra Fano

Bayek arrivò ad Alessandria e si mise in cerca di una statua di Serapide alla Grande Biblioteca. Una volta trovata, Bayek venne accolto da Fano, cugino di Aya, che gli spiegò di essere stato incaricato da lei stessa per condurlo all'entrata del suo nascondiglio. Aya accolse Bayek con passione dopo circa un anno di lontananza, e i due si aggiornarono sui progressi fatti nella caccia ai mascherati responsabili della morte di loro figlio: Aya aveva infatti recentemente ucciso due di loro: Atteone, conosciuto come l'Avvoltoio e Ktesos, conosciuto come l'Ariete, che aveva seguito Aya fino a casa sua in seguito alla morte di Atteone.[16]

Aya mostrò quindi a Bayek un papiro reale con l'emblema del Serpente, collegando quindi la corte tolemaica all'Ordine. Aya ottenne l'informazione da Apollodoro, che stava facendo spiare i loro stessi bersagli per conto di Cleopatra. Bayek non si fidava della pretendente al trono per via delle accuse sul suo conto ma decise di fidarsi del giudizio di Aya, che gli consegnò una Lama Celata, la stessa che il persiano Dario utilizzò per uccidere il tiranno Serse, per uccidere l'ultimo mascherato rimasto, il Serpente, per portare a termine la vendetta di Khemu. Inoltre, in seguito alla morte di Atteone e Ktesos, Aya era ricercata dagli uomini del comandante Gennadio, di cui Bayek decise di occuparsi.[16]

Assassinio del Serpente[]

Bayek trovò Gennadio intento a perlustrare il quartiere ebraico, perciò si infiltrò all'interno del presidio di Akra e lo uccise. Prima di morire, Gennadio disse a Bayek che stava soltanto facendo valere la legge per punire gli omicidi di Aya, che la sua vendetta non aveva diritto di oltrepassare le leggi e che gli altri phylakes gli avrebbero dato la caccia.[17]

In seguito alla morte di Gennadio Bayek si infiltrò all'interno del palazzo reale in cerca del Serpente. Arrivato allo studio dello scriba reale, Bayek trovò uno scrigno contenente lettere dirette a Medunamun in cui indicava che stava mantenendo il faraone Tolomeo XIII sotto la sua influenza mentre Gennadio si occupava di investigare su Aya. Sicuro che Eudoro fosse il Serpente presente alla Cripta di Siwa, Bayek si diresse verso le terme da lui abitualmente frequentate.[18]

Origins Quest08EndOfTheSnake Part03

Bayek prova ad affogare Eudoro

Entrato all'interno del complesso termale, Bayek passò sul controsoffitto per raggiungere la stanza di Eudoro. Dopo essersi lanciato su di lui dall'alto, Eudoro si difese dall'attacco provando a strangolare Bayek, che attivò però la sua lama celata che trafisse il collo di Eudoro recidendo però il suo anulare nella concitazione. Nei suoi ultimi momenti, Eudoro gli disse che il Serpente non sarebbe mai morto. Mentre usciva dalle terme Bayek prese un tizzone ardente con cui cauterizzò la sua ferita[18] e fece ritorno da Aya sulla cima del Paneion, dove, trovando conforto nel compimento della vendetta, condivisero una notte di passione.[16]

Guerra civile alessandrina[]

Lavoro per Cleopatra[]

Origins Quest09Egypt'sMedjay Part01

Bayek incontra Apollodoro

Bayek rimase dubbioso sul compimento della loro vendetta, sospettando che ci fossero altre persone coinvolte nella morte di suo figlio nonostante il parere contrario di Aya, che gli suggerì quindi di incontrare Apollodoro per chiedergli altre informazioni. Su suggerimento di sua moglie, Bayek si recò quindi all'Ippodromo Lageion nel nomo di Canopo per contattare un informatore di Apollodoro. L'informatore diresse quindi Bayek verso il faro, dove avrebbe incontrato Apollodoro dopo il tramonto. Lì, Apollodoro chiese al medjay di salvare Damaste, un altro informatore che era stato catturato con un papiro diretto a Foxida, un navarco al servizio di Cleopatra.[19]

Origins Quest09Egypt'sMedjay Part06

Bayek si presenta a Cleopatra

Trovate le informazioni e salvato Damaste, Apollodoro invitò Bayek alla sua tenuta personale per incontrare la regina, a cui Aya faceva da guardia. Bayek fece così la conoscenza di Cleopatra e del gran sacerdote di Ptah a Menfi, Pasherenptah. Lei gli spiegò che l'Ordine degli Antichi stava manovrando le scelte di suo fratello, compreso il suo esilio. Rivelò anche che per Serpente si intendeva l'intero Ordine, mentre Eudoro era conosciuto al suo interno come l'Ippopotamo. Le spie di Apollodoro avevano scoperto altri quattro nomi: lo Scarabeo, che terrorizzava il delta del Nilo con la sua violenza, la Iena, che aveva diffuso morti e scomparse a Giza, la Lucertola, che esercitava il suo potere a Menfi diffondendo miseria e malattie e infine il Coccodrillo, che aveva oppresso tutta l'Oasi del Fayyum. Di fronte a queste nuove informazioni, Bayek accettò di diventare il medjay di Cleopatra e uccidere i membri dell'Ordine restanti. In segno di ciò, accettò di sostituire il suo vecchio distintivo da medjay con uno nuovo in oro.[19]

ACO The Weasel Memory Screenshot

Bayek conforta Pelia

Prima di lasciare la tenuta a Bayek venne chiesto dal custode Pelia di recuperare una lettera contenente informazioni per Apollodoro visto che sua figlia Ruia, a cui aveva affidato il compito, non aveva ancora fatto ritorno. Mentre cercava la lettera, Bayek trovò il cadavere di Ruia. Il medjay informò quindi Pelia e investigò sulla sua morte. Scoprì quindi che il maestro d'armi Dimno l'avesse uccisa perché si era rifiutata di leggergliela. Dimno provò a uccidere anche Bayek per non essere scoperto, ma rimase sconfitto dal medjay, che consegnò poi la lettera a Pelia.[20]

Ricerca dello Scarabeo[]

Origins Quest10TheScarab'sSting Part01

Bayek raccoglie informazioni da Harkuf

Bayek arrivò a Sais, un villaggio nel nomo di Sapi-Res, dove incontrò Harkuf, un informatore di Apollodoro. Da lui scoprì che la zona era governata col pugno di ferro da Sefetu, conosciuto anche come l'Incendiario, al servizio dello Scarabeo, una figura misteriosa circondata da storie su sparizioni e persone seppellite vive nel deserto. Harkuf gli disse anche che a un vecchio chiamato Ghupa venne tagliata la lingua dopo aver iniziato a investigare su di lui. Bayek chiese quindi a suo nipote Kauab dove trovare il nonno, ma il bambino rispose che non era ancora tornato dall'accampamento di Pirro. Messosi alla sua ricerca, Bayek lo trovò prigioniero all'interno dell'accampamento e lo salvò. Dopo averlo riaccompagnato dalla sua famiglia, Bayek ricevette da Ghupa una pergamena dello Scarabeo, scoprendo così che stava radunando le truppe a Letopoli. La figlia di Ghupa diresse quindi Bayek da suo marito Taharqa, che si trovava proprio a Letopoli per dirigere i lavori alla città, per farsi aiutare da lui.[21]

Bayek aiutò poi Harkuf a combattere contro Sefetu, uccidendo i suoi arcieri e i suoi esattori delle tasse che rendevano la vita impossibile agli abitanti. Incontratosi con il capitano del porto Zervo, lo aiutò a recuperare la sua feluca con cui contrabbandava beni per la popolazione di Saif. Bayek conobbe anche Jeska, un'informatrice di Harkuf che era creduta morta. Dopo averla aiutata a uccidere i soldati dell'Incendiario che avevano appena dato alle fiamme un villaggio, Jeska scoprì che Harkuf era stato imprigionato da Sefetu al Forte Nikiou. Bayek si infiltrò quindi all'interno del forte, salvando Harkuf e uccidendo Sefetu, ponendo quindi fine all'influenza dell'Incendiario nella regione.[22]

Bayek visitò quindi Taharqa a Letopoli per chiedergli aiuto nella sua ricerca, ma prima di ottenere una risposta Taharqa venne avvisato su un attacco da parte dei banditi che avevano attaccato la città coperti dalla tempesta di sabbia, e chiese a Bayek un aiuto in cambio di una risposta. Dopo aver difeso la città e sconfitto i banditi all'interno del loro nascondiglio, Taharqa invitò Bayek a unirsi alla sua famiglia per cena, dove gli avrebbe parlato dello Scarabeo. Tuttavia Taharqa drogò il bicchiere di Bayek, che realizzò la sua vera identità solo dopo aver notato il suo sorriso e l'anello a forma di scarabeo un istante prima di svenire.[23]

Origins Quest11TheScarab'sLies Part17

Bayek uccide Taharqa

Bayek si svegliò trovandosi seppellito fino al collo nel mezzo del deserto, lasciato a morire circondato da altre vittime precedenti di Taharqa. Bayek riuscì tuttavia a salvarsi, riuscendo a tirare fuori un braccio per aggrapparsi alle briglie della sua cavalcatura, spinta a correre da Senu. Dopo aver recuperato la sua attrezzatura da un accampamento militare vicino, Bayek fece ritorno a Letopoli in cerca di vendetta, riuscendo a uccidere Taharqa gettandosi su di lui dall'alto mentre era intento a pregare nel tempio. Kauab vide la morte di suo padre e giurò vendetta a Bayek, che spiegò alla moglie della sua vittima che suo marito fosse in realtà lo Scarabeo. Bayek lasciò quindi il tempio, dispiaciuto dei risvolti della storia.[23]

Caccia tra le grandi piramidi[]

Origins Quest13TheHyena Part02

Bayek chiede a Mered della Iena

Arrivato a Giza Bayek incontrò Mered, un mercante che forniva informazioni ad Apollodoro. L'uomo gli disse che il vero nome della Iena fosse Khaliset, e gli chiese poi di recuperare il "suo" cavallo da alcuni banditi in cambio di altre informazioni. Una volta compiuta la missione il mercante gli rivelò che la Iena stesse cercando della silice nel deserto, facendo fare nel mentre una brutta fine a chiunque si frapponesse al suo cammino. Scoperto che vivesse solitamente all'interno di una caverna tra le colline, Bayek vi si recò per investigare su di lei, uccidendo le iene che vivevano nel posto. Nella base Bayek riuscì a liberare un prigioniero, che gli disse che Khaliset aveva preso gli altri prigionieri con lei. Investigando ulteriormente il medjay trovò una mappa della piramide di Cheope e vi si diresse in cerca della Iena.[24]

Mentre esplorava la piramide Bayek trovò al suo interno un complesso Isu, dove un piedistallo riprodusse un messaggio destinato a Layla Hassan, un'impiegata dell'Abstergo Industries che avrebbe rivissuto i ricordi di Bayek attraverso l'Animus. Vicino al piedistallo Bayek trovò della silice, i cadaveri di altri prigiionieri e il sarcofago di Eshe, la figlia di Khaliset. Dagli indizi trovati Bayek dedusse che lo scopo di Khaliset fosse quello di cercare un modo per far risorgere sua figlia attraverso i sacrifici, la silice e gli strani poteri del luogo. Khaliset apparì poco dopo, furiosa con Bayek per aver disturbato la tomba di sua figlia. Bayek la inseguì attraverso i cunicoli della piramide, riuscendo poi a ucciderla in seguito a una battaglia nel mezzo di una tempesta di sabbia al di fuori della piramide.[24]

Liberazione di Menfi[]

Origins Quest14TheLizard'sMask Part02

Pasherenptah e Bayek osservano il toro Api

Quando Bayek arrivò a Menfi, Pasherenptah chiese il suo aiuto per aiutarlo a eliminare la maledizione che stava colpendo sia la città che sua moglie.[25] Esplorando una tomba, scoprì che le mummie al suo interno fossero putride, diffondendo così un odore terribile nella città. Recatosi al tempio per la mummificazione, Bayek scoprì che il capo imbalsamatore era stato costretto a contaminare il natron usato per la mummificazione con della sabbia da un sacerdote di Anubi con una fascia blu. Bayek si occupò quindi di uccidere i banditi che ricattavano il sacerdote.[26] Bayek venne assoldato poi da Thutmose per uccidere i coccodrilli violenti che si aggiravano vicino al tempio di Menfi attaccando i cittadini. Thutmose scoprì poi che i coccodrilli venivano attizzati dai gemelli Tuia e Tjanefer che stavano gettando parti di corpo umano nelle acque, pertanto Bayek si occupò di loro, scoprendo che fossero stati assunti dalla Lucertola.[27]

Bayek raggiunse poi casa del veggente di Taimhotep, moglie di Pasherenptah, in cui stava partecipando al rituale per liberarsi dalla maledizione che la fece abortire tre volte in un anno. Taimhotep e Bayek bevvero quindi un liquore allucinogeno che fece cadere Bayek nel sonno, durante il quale fece nuovamente un incubo ricorrente in cui lottava col serpente Apopi e finiva per vedere suo figlio nei campi dei giunchi.[28] Svegliatosi, il veggente rivelò che Taimhotep fosse malata perché qualcuno lo avvelenava con carne umana. Uscito dalla casa, Bayek incontrò Aya, arrivata a Menfi con Cleopatra. I due si aggiornarono sui progressi fatti quando Bayek le parlò del suo desiderio di viaggiare insieme, ma Aya rimase determinata a restare con la regina. Nel frattempo, decisero comunque di indagare insieme su cosa stesse affliggendo il toro Api.[25]

Origins Quest14TheLizard'sMask Part21

Aya e Bayek interrogano le sacerdotesse

Nel corso delle loro investigazioni al tempio di Ptah, Bayek e Aya scoprirono che le sacerdotesse gemelle avessero avvelenato il toro del tempio per far credere alla popolazione che il dio Api fosse contro l'arrivo di Cleopatra in città. Le due confessarono però anche di essere state costrette in seguito al rapimento di loro fratello Pancrate. Bayek riuscì però a salvare l'uomo, che gli disse che il suo rapimento fosse stato ordinato da un sacerdote di Anubi con una fascia blu e una forte tosse. Praticamente certo che la descrizione corrispondesse a quella della Lucertola, Bayek scoprì da Pasherenptah che si trattasse del suo fidato consigliere Hetepi. Grazie alle sue caratteristiche particolari, Bayek fu quindi in grado di riconoscerlo tra gli altri sacerdoti e lo uccise, liberando Menfi dalle sue maledizioni. In seguito, Cleopatra si presentò trionfante alla popolazione durante le celebrazioni di Api. Una volta terminato il tutto, Bayek e Aya furono nuovamente costretti a separare le proprie strade.[29]

Tempo dopo Bayek aiutò il veggente a consegnare degli amuleti per proteggere un avventuriero, un'amante e un mendicante. Terminato il compito, il veggente compì un rituale per liberare il medjay dal suo sogno. Bayek recuperò dal Nilo una statuetta del dio Khnum, che rimpiazzerà Bayek nella sua lotta contro Apopi. Dopo ore di meditazione, il veggente sparì senza farsi notare.[28]

Bayek incontrò anche la panettiera Teta, che gli chiese di salvare il suo assaggiatore Sasobek. L'uomo rivelò a Bayek che qualcuno era intenzionato ad avvelenare le torte dirette a Taimhotep, perciò il medjay distrusse le scorte a lei destinate salvandole la vita.[30] Bayek aiutò poi anche Taimhotep stessa a compiere un rituale per assicurarle un figlio maschio. Dopo aver recuperato un talismano, lingue di fenicottero e piume d'airone, scortò lei e la sua aiutante alla Piramide di Djoser. Bayek osservò il rituale, pensando nel frattempo alla preghiera del medjay che avrebbe voluto insegnare a suo figlio.

Lotta al Coccodrillo[]

ACO The Crocodile's Scales 7

Bayek si presenta a Hotephres

Bayek venne inviato da Apollodoro in cerca di un libro mastro in possesso di Hotephres, che lo aveva rubato da un magistrato greco e che avrebbe potuto contenere la vera identità del Coccodrillo. A insaputa di tutti però, Hotephres aveva affidato il libro a sua moglie Khenut, ma sua figlia Shadya lo prese di nascosto per tenerlo con sé. Come risultato di ciò, mentre Bayek cercava il libro in casa loro Khenut e Shadya vennero rapite dagli uomini del Coccodrillo, che recuperò il libro e fece uccidere la piccola Shadya gettandola in acqua legata a un masso vicino al faro di Euemeria.[31]

Grazie alla descrizione degli uomini del Coccodrillo fatta da Khenut, Bayek si mise in cerca di un guerriero con i capelli rossi all'arena di Crocodilopoli per vendicare Shadya. Una volta lì venne informato che per accedere ai combattimenti aveva bisogno di una raccomandazione da parte di un altro gladiatore, scoprendo però che ci fosse già qualcuno da Siwa tra loro. Bayek si ritrovò quindi con la sua vecchia amica e compagna di avventure Kensa, con cui fece coppia all'interno dell'arena. Tra un combattimento e l'altro Bayek venne a sapere che ai migliori gladiatori venissero affidate tramite il padrone dell'arena, Felice Marziale, delle missioni segrete e ben pagate, per quanto pericolose. Ottenuto l'incontro contro i Fratelli Gallici Diovico e Viridovice. Dopo averli sconfitti, Bayek scoprì da loro l'identità del Coccodrillo: Berenice, la nomarca del Fayyum e vera omicida di Shadya, ma litigò subito dopo con Kensa, sentitasi tradita dalla totale mancanza di fiducia da parte del suo amico, che avrebbe volentieri aiutato.[32]

Bayek rintracciò quindi Berenice alla sua tenuta nel granaio di Kerkesoucha, dove trovò Berenice sotto scorta di Kensa, assoldata come sua guardia del corpo. Bayek oltrepassò comunque la sua protezione e la uccise, giurando di distruggere ciò che rappresentava e tutti quelli come lei. Bayek le ripeté poi il nome di Shadya, in modo tale che sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe sentito prima di morire.[32]

Aya inviò a Bayek una lettera in cui lo invitava a incontrarsi con lei a Heracleion, ma trovandosi in zona decise prima di passare a trovare Hotephres e Khenut a Filadelfia, trovandoli distrutti dalla perdita di Shadya. Bayek aiutò quindi Khenut compiendo un rituale per la morte di Shadya e diede alla coppia una nuova causa per cui lottare, ispirando loro e i contadini locali a ribellarsi agli abusi dei soldati tolemaici che estorcevano loro più grano del dovuto.[33] Bayek liberò quindi il capo dei ribelli egiziani e uccise poi il capitano di Forte Bubasti, unendosi all'attacco al forte da parte di contadini e ribelli. Liberato il Fayyum, disse addio a Hotephres e Khenut ispirandoli a continuare a fare la loro parte.[34]

Alleanza con Cesare[]

Mentre attraversava il nomo di Heracleion per raggiungere Aya, Bayek incontrò nuovamente la sua vecchia amica Tahira, che si era stabilita nella zona dandosi la missione di proteggere la fauna locale dai romani, che stavano praticando intensivamente la caccia. Insieme, i due vecchi compagni riuscirono a salvare un coccodrillo catturato e portato a Natho all'interno del loro complesso, restituendo l'esemplare alle rovine del tempio di Sobek, dove viveva.[35]

Arrivato a Heracleion, Bayek scoprì da Cleopatra che dietro allo Sciacallo si nascondesse il romano Lucio Settimio e cominciò quindi a indagare su un membro dei Gabiniani: Venator, suo uomo di fiducia. Iniziando le sue ricerche dal bordello locale, Bayek scoprì che Venator stava progettando insieme ai suoi compagni un attento piano per uccidere Cleopatra, ma grazie a una copia scritta del piano riuscì a sventarlo uccidendo gli esecutori. Rientrato a palazzo Bayek si riunì finalmente con Aya, rientrata da poco, ma il loro incontro venne subito interrotto dall'attacco frontale dei gabiniani contro il palazzo. Dopo aver affrontato i primi soldati, Bayek si scontrò anche con Venator stesso, che ebbe la peggio.[36]

Terminata la battaglia, Cleopatra ordinò a Bayek e Aya di precederla al luogo di sbarco di Pompeo per avvisarlo del suo arrivo, ma una volta arrivati scoprirono che Settimio li avesse preceduti, sterminando i soldati e decapitando il loro generale.[36] In un disperato tentativo, dopo aver raggiunto Alessandria in nave Cleopatra tentò quindi di infiltrarsi nel palazzo reale per fermare le trattative tra Tolomeo e Cesare, convincendo quest'ultimo a passare dalla sua parte. Per entrare la regina si nascose quindi in un tappeto arrotolato trasportato da Apollodoro, che insieme a Bayek e Aya si finse un portatore di doni in omaggio a Cesare.[37]

Battaglia del Nilo[]

Lo stratagemma funzionò, e la mattina seguente Cleopatra chiese a Bayek e Aya di trovare un passaggio alternativo per entrare nella tomba di Alessandro Magno e sbloccare la sua porta, chiusa da un terremoto. La coppia riuscì a portare a termine il compito e una volta dentro aprirono il portone a Cleopatra e Cesare, che vennero raggiunti da Flavio Metello, giunto lì per avvisarli della cattura degli emissari da parte dei tolemaici. Aya e Bayek partirono quindi per salvarli, mentre Flavio e Cesare discutevano interessati della tomba e dello scettro ivi contenuto.[37]

Aya scoprì dall'emissario catturato che Settimio stesse preparando un attacco dalle forze di Cesare, che chiese quindi a Bayek di modificare con della polvere la luce del faro, richiamando così la flotta. Il medjay affidò però il compito a sua moglie per dimostrare le sue capacità al romano, a cui rimase a fianco in attesa.[37] Arrivato il segnale, i due si diressero in fretta verso il campo di battaglia, dove uccise Potino, lo Scorpione, mentre quest'ultimo era a bordo di un elefante. Subito dopo raggiunse quindi anche Settimio, ma poco prima di poterlo finire Cesare intervenì, salvandogli la vita. Nel frattempo, sotto gli occhi di Aya, Tolomeo morì nel Nilo in seguito a un attacco da parte dei coccodrilli.[38]

Fondazione degli Occulti[]

Attacco a Siwa[]

Due settimane dopo Cleopatra proclamò la sua ascesa al trono di fronte alla popolazione alessandrina accompagnata da Cesare e Settimio, siglando il suo cambio di alleanze in favore dell'Ordine degli Antichi.[38] Aya e Bayek fermarono per strada Apollodoro per protestare del tradimento di Cleopatra nei loro confronti, ricevendo in cambio solo vaghe spiegazioni. In risposta a ciò, Bayek radunò ad Alessandria alcuni alleati con la speranza di formare una confraternita con cui continuare a resistere all'Ordine degli Antichi e proteggere la libertà della popolazione.[39]

Ricordando il particolare interesse degli Antichi per la tomba di Alessandro, Bayek e Aya vi si recarono per investigare più a fondo, assistendo una volta entrati a un agguato nei confronti di Apollodoro, che rimase ferito mortalmente. Prima di morire però, Apollodoro riuscì ad avvertirli di aver scoperto che Flavio fosse "il Leone", a capo degli Antichi, e che aveva preso il globo e lo Scettro di Alessandro per portarli alla cripta di Siwa.[39]

Appena arrivati a Siwa, la coppia trovò la popolazione locale ridotta in stato confusionario. All'interno del tempio di Amon trovarono la porta della cripta già aperta e al suo interno un ologramma della Terra. Addentrandosi Bayek vide anche il corpo del suo caro amico Hepfeza, ucciso al suo interno da Flavio e Settimio. Deciso a vendicarsi, Bayek diede una degna sepoltura all'amico e visitò la tomba di suo figlio insieme ad Aya prima di partire all'inseguimento di Flavio in Cirenaica, mentre sua moglie sarebbe tornata ad Alessandria in cerca di Settimio.[40]

Liberazione della Cirenaica[]

Tra le montagne verdi tra Siwa e Cirene Bayek si imbatté in una fattoria popolata da abitanti in preda alla follia, causata dal passaggio di Flavio con la reliquia. Lì Bayek si trovò a fare coppia con Praxilla, una giovane donna scampata al passaggio di Flavio, con cui cercò dei sopravvissuti ai romani nell'edificio, trovando l'anziana Nenet, che raccontò loro del rapimento della popolazione da parte dei soldati. Praxilla si diresse poi verso Balagrae con Nenet e indirizzò Bayek dal suo amico Diocle a Cirene per ottenere più informazioni su Flavio.[40]

Sulla strada per Cirene Bayek continuò a trovare altri abitanti stregati dalla figura di Flavio, e una volta in città Diocle disse a Bayek che avrebbe potuto trovare Flavio all'interno dell'acropoli. Raggiunto il tempio principale, Bayek si trovò faccia a faccia con Flavio al suo interno. Durante lo scontro tra i due, Flavio utilizzò i poteri della Mela per creare illusioni e fasci di energia, ma nonostante ciò Bayek fu in grado di resistere e uccidere finalmente il responsabile della morte di suo figlio. Recuperato il manufatto, tornò ad Alessandria per aggiornare Aya sugli eventi recenti.[40]

Prima di partire però, Bayek restò ancora un po' nella regione per aiutare Praxilla e Diocle a liberare la regione dal giogo dei romani. Bayek salvò anche Kade, il figio di Nenet, e collaborò con l'architetto Vitruvio nel sabotare le forze romane in zona.[41] Collaborando con Diocle, Bayek lo aiutò a salvare la città dal magistrato Leandro, uomo molto fedele a Flavio.[42]

Creazione della Confraternita[]

Ad Alessandria Aya informò Bayek della sua intenzione di stabilirsi a Roma per portare anche lì la loro lotta contro gli Antichi nonostante la contrarietà del marito. Aya presentò poi a Bayek i senatori romani Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, anche loro decisi a contrastare l'Ordine degli Antichi e Giulio Cesare.[43]

Prima che partisse, Bayek raggiunse Aya sulla spiaggia, dove parlarono della fine della loro relazione per via della loro lotta, che li aveva portati a sacrificare le loro vite per uno scopo superiore. Insieme, i due parlarono dei principi di discrezione che avrebbero guidato il Credo della nuova confraternita, che avrebbe preso il nome di Occulti.[43]

A Menfi Bayek stabilì poi il primo covo da cui gli Occulti avrebbero operato e reclutato nuovi seguaci della causa. Con l'aiuto di Aya, che decise di farsi chiamare Amunet, gli Occulti formarono un loro circolo a Roma mentre lui continuò a lavorare insieme a Tahira.[44]

Attività in Sinai[]

Richiesta di aiuto[]

Alcuni anni dopo, Bayek ricevette un messaggio dallo scriba Otis in cui affermava di aver scoperto dal nabateo Gamilat delle mire su Siwa da parte dei romani accampati a Saragina. All'interno dell'accampamento Bayek trovò degli ordini che mostravano l'intenzione dei romani di corrompere diverse autorità col fine di conquistare l'Egitto. Bayek riuscì a fermare in tempo le varie tangenti inviate, ma trovò poi Otis morto in casa sua, ucciso dopo essersi fatto scoprire. In un vaso Bayek trovò un messaggio a lui diretto, in cui riassumeva il complotto da lui scoperto, ordito dal generale Rufio.[45]

Nel 38 a.C. Bayek ricevette una lettera da Tahira, ora a capo degli Occulti nel Sinai, in cui lo si informava di una rivolta nella regione contro i romani. Negli scontri recenti due Occulti rimasero uccisi e il peggioramento della situazione la spinse a chiedere la presenza di Bayek nella regione. Tahira lo informò di essersi alleata con Gamilat, ora capo di un gruppo di ribelli locali e di aver predisposto una nave per attraversare il Mar Rosso.[46]

Caccia ai luogotenenti[]

Arrivato alla cava di Clysma, Bayek scoprì che i racconti sulle sue azioni passate erano diventate leggende conosciute anche lì.[46] Trovato il covo locale, incontrò lì Tahira, che gli presentò Gamilat. Insieme, i due aggiornarono Bayek sulla situazione corrente, spiegandogli la necessità di uccidere i tre luogotenenti del generale Rufio.[47]

Bayek iniziò a investigare sulla scomparsa dell'Occulto Osorkon, che era stato incaricato di sorvegliare la cava prima di sparire. Dopo averlo trovato e salvato, Osorkon mandò Bayek in cerca di Shaqilat, una donna che aveva visto liberare i bambini schiavi dagli uomini di Tacito, il luogotenente che si occupava di dirigere i lavori nella cava. Bayek aiutò la donna a difendersi dall'attacco punitivo da parte dei romani, restando impressionato dalla sua abilità nel combattimento. Intenzionato a reclutarla tra le fila degli Occulti, Bayek riuscì a convincere Shaqilat a unirsi alla Confraternita, nonostante i suoi dubbi iniziali.[48]

Bayek si incontrò poi con Tahira alla cava per uccidere Tacito e, dopo essersi infiltrato nel sito per portare al termine il suo compito, fece in modo di scatenare una rivolta locale liberando gli schiavi e finendo di uccidere i loro sorveglianti.[49] In seguito si incontrò anche con l'Occulta Maqwat, che lo informò sulle attività del luogotenente Ampelio, impegnato a supervisionare le attività dei commercianti dell'area, arricchendosi brutalmente sulle loro spalle. Dopo aver ucciso anche Ampelio nella sua fortezza al Muro del Principe,[50] Bayek recuperò il corpo di un altro Occulto, che aveva perso la vita dopo aver tentato di infiltrarsi.[51]

Nel frattempo, Bayek scoprì di una taglia messa sulla sua testa e dopo aver eliminato i due sicari inviati a ucciderlo rintracciò il loro mandante, scoprendo con sorpresa che si trattasse di Kauab, il figlio di Taharqa in cerca di vendetta per la morte di sua padre avvenuta anni prima. Dopo aver sfidato Bayek a pugni, Kauab ebbe la peggio ma l'Occulto riuscì abilmente a convincerlo a cambiare idea sull'intenzione di vendicarsi e unirsi alla sua causa, entrando negli Occulti.[52]

Viaggiando a nord, verso la città di Arsinoe, Bayek si riunì con Gamilat, con cui si infiltrò nella piramide di Amenmesse in cerca di Ptahmose, il tagliapietre di Rufio, intenzionato a saccheggiare le ricchezze e la storia dell'Egitto. Dopo averlo rintracciato e ucciso,[53] Bayek fece ritorno al covo per fare il punto della situazione con Tahira, ma nel mezzo dell'incontro la base venne attaccata dai romani che incendiarono l'edificio. Mentre scappavano dall'ingresso nascosto, gli Occulti si trovarono la strada sbarrata da altri romani, che li fecero prigionieri.[54]

Riunione con Amunet[]

Condannato alla crocifissione dai romani, Bayek venne tempestivamente salvato dall'intervento di Amunet, messa in allerta dalle voci sulle attività degli Occulti in zona, arrivate fino a Roma. Insieme, i due si occuparono di recuperare Kashta e Tahira, ancora prigionieri a Forte Clostra. Nonostante il loro successo però, Tahira non riuscì a sopravvivere alle ferite della tortura dei romani e morì poche ore dopo tra le braccia di Bayek. Amunet chiese a Kashta di seppellirla sulle montagne, mentre lei e Bayek si sarebbero occupati di uccidere Rufio, arrivato anche lui di recente da Roma per contrastare le crescenti minacce ai suoi piani.[54]

Sulla strada, Bayek e Amunet si trovarono costretti a contrastare un massacro della popolazione da parte dei romani, che stavano dando fuoco a un villaggio. Terminato l'attacco, Bayek si diresse verso la nave di Rufio, dove riuscì a ucciderlo.[55] In seguito alla sua morte Amunet gli parlò della pratica di Gamilat di provocare i romani per invitarli a reagire nei confronti della popolazione, sfruttando la cosa per reclutare sempre più ribelli al costo di molteplici vite innocenti, argomento accennatogli anche da Tahira poco prima dell'attacco.[56]

Deciso a confrontarsi sulla questione con Gamilat, Bayek e Amunet raggiunsero l'accampamento dei ribelli in cerca di lui, ma scoprirono che era andato a caccia. Approfittando della situazione, Amunet restò all'accampamento per tenere d'occhio i ribelli mentre Bayek si occupava di cercarlo. Una volta faccia a faccia, Gamilat si rifiutò di cambiare i suoi metodi, vedendo la morte degli innocenti come un martirio necessario, costringendo quindi l'ormai ex alleato ad affrontarlo e ucciderlo per garantire la sicurezza dei civili. Prima di separarsi nuovamente, Bayek e Amunet ricostruirono una nuova base nel Sinai tra le montagne vicino Arsinoe e stabilirono un piano per espandere la confraternita a Petra e nella Giudea.[56]

La maledizione dei faraoni[]

Arrivo a Tebe[]

Sempre nel 38 a.C. Amunet inviò una lettera a Bayek riguardo le voci su un manufatto in Alto Egitto da recuperare a ogni costo. Bayek viaggiò quindi verso Tebe, dove appena arrivato venne accolto da un egiziano dai capelli rossi, Sutekh. Attimi dopo si manifestò all'improvviso un'apparizione della regina Nefertiti, che iniziò a uccidere i presenti vicini a lei. Bayek affrontò quindi l'entità riuscendo a ricacciarla via, portandolo a sospettare del coinvolgimento del manufatto nella vicenda. Per ottenere più informazioni, Bayek andò a Luxor da Merti, il contatto di Amunet in zona. Merti gli raccontò di una reliquia rubata da una tomba di un faraone che potrebbe essere collegata alla maledizione. La donna gli consigliò di iniziare le ricerche nel mercato nero e di chiedere anche alla gran sacerdotessa di Amon, Isidora, al Tempio di Karnak.[57]

Ricerca di indizi[]

Iniziando dal mercato nero, Bayek incontrò il mercante Siamun, che dopo aver provato senza successo a farlo cadere in un'imboscata gli confessò di sapere di un'asta esclusiva tenuta da un uomo chiamato Irsu. Interessato all'asta, a Bayek venne detto di cercare l'antiquaria Tahemet per recuperare l'invito. L'Occulto la trovò intenta a scommettere soldi con altri, tra cui un soldato e Sutekh, anche lui interessato all'invito. Dopo aver perso, Tahemet accusò il soldato di barare scatenando un breve scontro che venne risolto da Bayek, che chiese poi a Tahemet della maledizione e delle profanazioni, scoprendo che dietro ciò c'era Irsu e i suoi uomini che avevano rubato qualcosa dalla tomba di Nefertiti.[58]

Recuperato l'invito, Bayek si recò all'asta ma trovò davanti a sé soldati e mercanti uccisi. Investigando sull'accaduto, dedusse che alcuni mercanti fossero stati catturati e tenuti prigionieri al tempio di Hatshepsut, dove trovò Irsu gravemente ferito rinchiuso in una gabbia. L'uomo gli disse con le sue ultime forze che suo nipote avesse rubato l'oggetto trafugato dalla tomba prima di fuggire a occidente. Rintracciato il ladro, Bayek scoprì che si trattasse di Sutekh, che voleva riportare l'oggetto alla tomba di Nefertiti. Bayek si offrì di riportarlo al posto suo, ma scoprì che non si trattava di un globo simile a quello che sospettava. Recatosi comunque alla tomba di Nefertiti nella Valle dei Re, trovò lì un portale che lo condusse all'interno dei campi dei giunchi. Una volta raggiunto il tempio all'interno dove riportare la reliquia, scoprì che per accedere avrebbe dovuto purificarsi. Compiuti i rituali necessari, restituì la reliquia al trono di Nefertiti, facendo così apparire la stessa regina che aveva già affrontato. Sconfitta di nuovo, Bayek portò così pace alla sua anima ed ebbe una visione della sua vita con il marito Akhenaton e il loro bambino, mentre lei aveva una reliquia in mano simile a quella che Bayek stava cercando, convincendolo ulteriormente dei suoi sospetti.[59]

Il faraone Akhenaton[]

Bayek viaggiò verso il Tempio di Karnak per parlare con Isidora della maledizione, scoprendo che secondo la sacerdotessa la maledizione fosse una punizione degli dèi per la profanazione delle tombe e venne diretto alle coltivazioni fuori Tebe, dove avevano evitato gli effetti negativi della maledizione. Scettico al riguardo, appena arrivato Bayek scoprì che i banditi avevano catturato il sacerdote Djehuty, che stava mantenendo la popolazione al riparo dalla maledizione. Dopo aver salvato il sacerdote, quest'ultimo lo invitò al suo rituale notturno dedicato al faraone Akhenaton, turbandolo riguardo a questo culto dedicato a colui che ritenevano essere figlio di Aton. Intentato a scoprire più cose a riguardo, a Bayek venne consigliato di cercare nell'archivio di Tebe.[60]

Lì Bayek scoprì di un tempio nascosto a Karnak dedicato ad Akhenaton, in cui una volta trovato scoprì dalle iscrizioni presenti che il faraone fosse in possesso del manufatto, grazie al quale si faceva venerare come reincarnazione di Aton. Con il suo potere, il faraone soppresse il culto degli dèi sostituendolo con il nuovo credo monoteistico di Aton che terminò con la sua morte pur persistendo in segreto nel villaggio fuori Tebe, motivo per cui gli abitanti rimasero immuni alla maledizione.[60]

Bayek parlò con Isidora delle sue nuove scoperte, convincendola che la maledizione non fosse volere di Amon ma del possessore attuale del manufatto. Per fermare Akhenaton, a Bayek venne assegnato il compito di consacrare la sua tomba al vero dio Amon, utilizzando per lo scopo una statua d'oro di Amon precedentemente rubata dal greco Ticone. Bayek si occupò quindi di ucciderlo e recuperare la sua lista di oggetti razziati, scoprendo che la statua dorata di Amon si trovasse nel tempio di Hatshepsut. Dopo aver raccolto un po' di polvere dorata, si diresse quindi alla tomba di Akhenaton nella Valle dei Re.[61]

All'interno della tomba Bayek trovò un altro portale, che lo trasportò all'interno della visione dell'aldilà di Akhenaton. Ricordandosi del rituale di Djehuty, in cui si parlava dello spirito del faraone contenuto nelle statue, osservando una di esse notò che i raggi dell'Aton splendessero sulla copia del manufatto rappresentata nella statua. Una volta distrutte tutte le repliche, i raggi dell'Aton si concentrarono sul trono del faraone, su cui Bayek sparse la polvere d'oro raccolta. Grazie a ciò anche l'apparizione di Akhenaton si mostrò a lui, e dopo averla sconfitta Bayek assisté alla visione del funerale del faraone, vedendo il manufatto finire in mano al suo successore.[61]

Ricerca della reliquia[]

Data a Isidora la conferma della sconfitta di Akhenaton e Nefertiti, lei gli suggerì di continuare a investigare ulteriormente sulle attività di Ticone. Trovata la sua villa, Bayek approfittò del funerale del suo propietario per infiltrarvisi, scoprendo che Ticone aveva accordi con Athames, lo Stratega di Yebu, nel saccheggiare le tombe della regione spartendosi preventivamente i territori e anche che Irsu aveva lavorato con lui. Bayek trovò inoltre il rapporto su una nave appartenente a un individuo chiamato Loto, anche lui in cerca del manufatto, e si mise in cerca della nave a Siene.[57]

Arrivato lì Bayek si recò dallo scriba per cercare i documenti riguardanti la nave per identificare il Loto, ma non trovò nessuno nella sua casa. Un uomo chiamato Atut disse quindi a Bayek che lo scriba non si faceva vedere da qualche tempo e lo indirizzò verso il villaggio da cui si riforniva di carta. Sulla strada Bayek trovò il corpo dello scriba, caduto in seguito a un attacco dei banditi rifugiati lì vicino. Una volta recuperati i documenti, Bayek scoprì che la nave fosse ormeggiata a Yebu, ma una volta a bordo trovò la scena di un massacro compiuto sul ponte. Seguendo una traccia di sangue, Bayek incontrò un uomo seminudo che gli disse di essere stato rapinato da un demone con i capelli rossi uscito dal fiume, poi fuggito nel villaggio dei trafficanti. Arrivato al villaggio Bayek identificò il ladro e scoprì che si trattasse nuovamente di Sutekh, che gli raccontò dei soldati giunti a bordo alla ricerca di Merti, portandolo a concludere che il contatto di Amunet fosse il Loto.[62]

Raggiunta la sua villa, la casa del Loto blu, Bayek uccise i soldati appena giunti per cercarla e parlò con lei della reliquia, venendo così a sapere che aveva interrotto le sue ricerche dopo che i suoi uomini ebbero ucciso una persona che tentò di fermare le loro razzie. Merti non sapeva ancora chi lo avesse, ma per aiutarlo nelle sue ricerche gli consegnò un papiro in cui si parlava dell'utilizzo della reliquia in un antico rituale di Maat, aggiungendo di averlo comprato da un'antiquaria alla necropoli dei nobili. Mentre i due se ne stavano andando, un'Ombra di Anubi apparì e attaccò Bayek.[62]

Dopo aver sconfitto la creatura, Bayek seguì gli indizi di Merti e si recò alla necropoli, dove vide Isidora litigare con Tahemet, accusata di aver tradito i tebani avendo aiutato Athames e i suoi uomini nelle razzie. Tuttavia, Tahemet aveva concesso il suo aiuto solo per scampare alla prigione e salvare quante più reliquie possibile dalla razzia. Dopo che Isidora se ne andò, Bayek chiese a Tahemet del rituale scoprendo così che le incisioni si trovassero nelle tombe, che però erano sorvegliate dagli uomini di Athames. Una volta eliminate le guardie, Bayek scoprì che la reliquia veniva tramandata tra le sacerdotesse di Amon, scoprendo così che il vero possessore era Isidora,[62] che aveva visto sua madre venire uccisa dai profanatori di tombe scatenando in lei il desiderio di vendetta.[63]

Confronto con Isidora[]

Bayek viaggiò al tempio di Karnak per fermare Isidora, trovando però il luogo sorvegliato dai guerrieri di Amon. Nonostante ciò Bayek raggiunse e uccise Isidora, scoprendo però che fosse un clone creato dalla reliquia. All'interno della sua stanza Bayek scoprì nuove informazioni sul rituale e sul manufatto: in seguito al regno di Akhenaton suo figlio Tutankhamon entrò in suo possesso e lo utilizzò per restaurare la vecchia religione prima di consegnarlo alle sacerdotesse, arrivando così a Nitokris, la cui morte ispirò Isidora a concludere il rituale, per cui aveva bisogno del sangue di Ramsete il Grande contenuto nei suoi discendenti dai "capelli di fiamma". Isidora aveva intenzione di completare il rituale per punire i ladri ma il suo desiderio di vendetta aveva offuscato le sue intenzioni.[57]

Bayek capì che permetterle di continuare la sua opera avrebbe messo a rischio le vite di sempre più persone innocenti e viaggiò quindi alla tomba di Tutankhamon per fermarla, ma quando la raggiunse venne trasportato nella Duat dove fu costretto ad affrontare anche Tutankhamon. Sconfitto anche lui e tornato al mondo reale Bayek ferì mortalmente Isidora, ma prima che lei morisse Bayek le augurò di essere perdonata da Amon per le sue azioni.[57]

Bayek recuperò il Frutto dell'Eden e salvò Sutekh, che era stato catturato per compiere il rituale. Il ragazzo gli chiese cosa avesse intenzione di fare di un oggetto tanto pericoloso, e Bayek decise di affidarlo proprio a lui per farglierlo seppellire in un posto in cui non sarebbe mai stato trovato.[57] Qualche tempo dopo, Bayek si imbatté nel deserto nel cadavere di Sutekh, caduto preda dei cobra. Bayek vide però che non aveva più la reliquia con sé e sperò che l'avesse nascosta per bene.

Curiosità[]

  • Bayek in geroglifico sta per "falco" o "avvoltoio".
  • Bayek possiede una piccola cicatrice sul labbro, una caratteristica che avevano anche altri Assassini come Altaïr Ibn-La'Ahad, Ezio Auditore da Firenze, Aveline de Grandpré e Desmond Miles.
  • Bayek nel braccio destro aveva inciso i nomi di tutti i suoi bersagli dell'Ordine, e dopo averli uccisi tirava una riga con una lama per indicare la loro avvenuta uccisione. Questo prima di far uso delle piume di Senu, a partire dall'assassinio di Medunamun (l'Ibis), dove abbandonerà questa usanza.
  • Bayek ha dato origine alla tradizione di amputarsi il dito per utilizzare la lama celata; tuttavia, nel suo caso, l'amputazione fu un incidente dovuto all'inesperienza con l'arma, tagliandosi l'anulare durante l'assassinio di Eudoro.
  • Bayek, così come sua moglie, può essere reclutato come quartiermastro sull'Adrestia in Assassin's Creed: Odyssey, tramite Ubisoft Club, nonostante sia nato alcuni secoli dopo le vicende.

Apparizioni[]

Fonti[]

  1. 1,0 1,1 1,2 Assassin's Creed: Origins
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 Assassin's Creed: Origins - Desert Oath
  3. 3,0 3,1 3,2 Assassin's Creed: Origins - Il falso oracolo
  4. 4,0 4,1 Assassin's Creed: Origins - Assassinio dell'Airone
  5. 5,0 5,1 Assassin's Creed: Origins - Rimpatriata
  6. 6,0 6,1 6,2 Assassin's Creed: Origins - L'oasi
  7. Assassin's Creed: Origins - Colpire l'incudine
  8. Assassin's Creed: Origins - Riunione di famiglia
  9. Assassin's Creed: Origins - Topi d'acqua
  10. Assassin's Creed: Origins - Rifugio
  11. Assassin's Creed: Origins - Il guaritore
  12. Assassin's Creed: Origins - Che Amon ti accompagni
  13. Assassin's Creed: Origins - Agguato nel tempio
  14. Assassin's Creed: Origins - Altra offerta votiva
  15. 15,0 15,1 Assassin's Creed: Origins - Signora della strage
  16. 16,0 16,1 16,2 Assassin's Creed: Origins - Aya
  17. Assassin's Creed: Origins - Gennadio il comandante
  18. 18,0 18,1 Assassin's Creed: Origins - Fine del Serpente
  19. 19,0 19,1 Assassin's Creed: Origins - Il medjay d'Egitto
  20. Assassin's Creed: Origins - La serpe
  21. Assassin's Creed: Origins - Il morso dello Scarabeo
  22. Assassin's Creed: Origins - L'esattore
  23. 23,0 23,1 Assassin's Creed: Origins - Le menzogne dello Scarabeo
  24. 24,0 24,1 Assassin's Creed: Origins - La Iena
  25. 25,0 25,1 Assassin's Creed: Origins - La maschera della Lucertola
  26. Assassin's Creed: Origins - Un odore pestilenziale
  27. Assassin's Creed: Origins - Acque insanguinate
  28. 28,0 28,1 Assassin's Creed: Origins - Un sogno di cenere
  29. Assassin's Creed: Origins - Il volto della Lucertola
  30. Assassin's Creed: Origins - Il dilemma della panettiera
  31. Assassin's Creed: Origins - Le squame del Coccodrillo
  32. 32,0 32,1 Assassin's Creed: Origins - I denti del Coccodrillo
  33. Assassin's Creed: Origins - Il riposo di Shadya
  34. Assassin's Creed: Origins - Combattere per il Fayyum
  35. Assassin's Creed: Origins - Ricongiungimento
  36. 36,0 36,1 Assassin's Creed: Origins - La via dei gabiniani
  37. 37,0 37,1 37,2 Assassin's Creed: Origins - Aya: lama della dea
  38. 38,0 38,1 Assassin's Creed: Origins - La battaglia del Nilo
  39. 39,0 39,1 Assassin's Creed: Origins - Le conseguenze
  40. 40,0 40,1 40,2 Assassin's Creed: Origins - La cerimonia finale
  41. Assassin's Creed: Origins - Giocare con il fuoco
  42. Assassin's Creed: Origins - Potere assoluto
  43. 43,0 43,1 Assassin's Creed: Origins - L'ultimo medjay
  44. Assassin's Creed: Origins - La nascita del Credo
  45. Assassin's Creed: Origins - Minaccia incombente
  46. 46,0 46,1 Assassin's Creed: Origins - Gli Occulti
  47. Assassin's Creed: Origins - La terra dei turchesi
  48. Assassin's Creed: Origins - L'ascesa di Shaqilat
  49. Assassin's Creed: Origins - Dove muoiono gli schiavi
  50. Assassin's Creed: Origins - Il Muro del Principe
  51. Assassin's Creed: Origins - Onora tuo fratello
  52. Assassin's Creed: Origins - Ombre dello Scarabeo
  53. Assassin's Creed: Origins - Il sole al tramonto
  54. 54,0 54,1 Assassin's Creed: Origins - Non esistono catene indistruttibili
  55. Assassin's Creed: Origins - Sic semper tyrannis
  56. 56,0 56,1 Assassin's Creed: Origins - Per un bene superiore
  57. 57,0 57,1 57,2 57,3 57,4 Assassin's Creed: Origins - Maledizione dei faraoni
  58. Assassin's Creed: Origins - Non c'è onore a Tebe
  59. Assassin's Creed: Origins - La signora della grazia
  60. 60,0 60,1 Assassin's Creed: Origins - Il ritorno di Aton
  61. 61,0 61,1 Assassin's Creed: Origins - L'eretico
  62. 62,0 62,1 62,2 Assassin's Creed: Origins - Sangue sull'acqua
  63. Assassin's Creed: Origins - Una bambina senza madre

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