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Nel 1187, [[Raimondo III di Tripoli]], rivale di Guido, trattò segretamente una tregua con i Saraceni, permettendo a Saladino ed al suo esercito di passare indisturbati nel suo territorio per invadere il Regno di Gerusalemme. Guido, per scongiurare l'invasione, inviò una delegazione a Raimondo per riappacificarsi con quest'ultimo. Ma la piccola delegazione venne intercettata da un distaccamento saraceno di 7.000 unità guidato dal figlio di Saladino, venendo sterminata. Nonostante tutto Baliano di Ibelin, non essendo presente durante il massacro, riuscì ad arrivare da Raimondo. Grazie alla mediazione diplomatica di Baliano, Raimondo accettò, seppur con riluttanza, di riconciliarsi con Guido. Ciò portò Saladino a decidere di attaccare la fortezza di Tiberiade, appartenente a Raimondo. Quindi Raimondo e Guido riunirono il grosso delle loro forze ad [[Acri]]. Da lì con il loro grande esercito avrebbero viaggiato fino a Tiberiade per contrastare l'esercito saraceno di Saladino.
 
Nel 1187, [[Raimondo III di Tripoli]], rivale di Guido, trattò segretamente una tregua con i Saraceni, permettendo a Saladino ed al suo esercito di passare indisturbati nel suo territorio per invadere il Regno di Gerusalemme. Guido, per scongiurare l'invasione, inviò una delegazione a Raimondo per riappacificarsi con quest'ultimo. Ma la piccola delegazione venne intercettata da un distaccamento saraceno di 7.000 unità guidato dal figlio di Saladino, venendo sterminata. Nonostante tutto Baliano di Ibelin, non essendo presente durante il massacro, riuscì ad arrivare da Raimondo. Grazie alla mediazione diplomatica di Baliano, Raimondo accettò, seppur con riluttanza, di riconciliarsi con Guido. Ciò portò Saladino a decidere di attaccare la fortezza di Tiberiade, appartenente a Raimondo. Quindi Raimondo e Guido riunirono il grosso delle loro forze ad [[Acri]]. Da lì con il loro grande esercito avrebbero viaggiato fino a Tiberiade per contrastare l'esercito saraceno di Saladino.
   
==La battaglia==
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===La battaglia===
 
Arrivati a Seforia, Raimondo volle che l'esercito rimanesse sulla difensiva e che non affrontasse in campo aperto l'esercito saraceno, convinto che i crociati avrebbero perso. Invece sia Gerardo di Riderfort che Rinaldo accusarono Raimondo di codardia, quindi Guido accettò l'idea di attaccare in campo aperto Saladino.
 
Arrivati a Seforia, Raimondo volle che l'esercito rimanesse sulla difensiva e che non affrontasse in campo aperto l'esercito saraceno, convinto che i crociati avrebbero perso. Invece sia Gerardo di Riderfort che Rinaldo accusarono Raimondo di codardia, quindi Guido accettò l'idea di attaccare in campo aperto Saladino.
   
 
Il 3 luglio l'esercito crociato cominciò la marcia da Seforia, con Raimondo che guidava l'avanguardia, Guido il grosso dell'esercito e Baliano, Rinaldo guidavano la retroguardia composta maggiormente dagli Ordini religiosi cavallereschi. Saladino inviò varie rappresaglie per fiaccare l'esercito crociato e verso metà giornata fece marciare il proprio esercito contro quello crociato, provato della lunga marcia. A causa dei vari attacchi e della mancanza di acqua fresca, l'esercito crociato dovette fermare la marcia accampandosi nel mezzo della pianura. Intanto i sarceni li circondarono e durante la notte diedero fuoco alla zona circostante all'accampamento crociato. Nella mattinata, i saraceni attaccarono l'esercito crociato sfruttando il vantaggio della cecità dei crociati causato dal fumo. I crociati cercarono di rispondere all'attacco ma a causa dell'impedimento di una ritirata e del tradimento di cinque cavalieri disertori di Raimondo, che confessarono ai saraceni la reale situazione dei crociati, diventò inutile. Ritiratosi ai Corni di Hattin, i crociati vennero totalmente distrutti dalle cariche della cavalleria saracena.
 
Il 3 luglio l'esercito crociato cominciò la marcia da Seforia, con Raimondo che guidava l'avanguardia, Guido il grosso dell'esercito e Baliano, Rinaldo guidavano la retroguardia composta maggiormente dagli Ordini religiosi cavallereschi. Saladino inviò varie rappresaglie per fiaccare l'esercito crociato e verso metà giornata fece marciare il proprio esercito contro quello crociato, provato della lunga marcia. A causa dei vari attacchi e della mancanza di acqua fresca, l'esercito crociato dovette fermare la marcia accampandosi nel mezzo della pianura. Intanto i sarceni li circondarono e durante la notte diedero fuoco alla zona circostante all'accampamento crociato. Nella mattinata, i saraceni attaccarono l'esercito crociato sfruttando il vantaggio della cecità dei crociati causato dal fumo. I crociati cercarono di rispondere all'attacco ma a causa dell'impedimento di una ritirata e del tradimento di cinque cavalieri disertori di Raimondo, che confessarono ai saraceni la reale situazione dei crociati, diventò inutile. Ritiratosi ai Corni di Hattin, i crociati vennero totalmente distrutti dalle cariche della cavalleria saracena.
   
==Conclusione==
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Degli 80.000 uomini dell'esercito crociato, solo 3.000 riuscirono a fuggire, tra cui Raimondo e Baliano, mentre Guido, Rinaldo, Guglielmo del Monferrato, Gerardo e tanti altri furono catturati e resi prigionieri. Alcuni di loro furono trasportati nella tenda di Saladino, il quale offrì un calice di acqua fresca al re di Gerusalemme. Quest'ultimo la donò al suo compagno fidato, Rinaldo, ciò portò rabbia al Saladino che gettò il calice e subito dopo giustiziò Rinaldo con la sua stessa lama. Con la distruzione di quasi tutto l'esercito crociato, le città del regno di Gerusalemme furono senza difese. Infatti in due anni i Saraceni conquistarono la maggior parte delle città sotto il controllo dei crociati, tra cui Acri, Gerusalemme, Giaffa e tante altre. Si salvarono [[Tiro]] e [[Antiochia]].
 
Degli 80.000 uomini dell'esercito crociato, solo 3.000 riuscirono a fuggire, tra cui Raimondo e Baliano, mentre Guido, Rinaldo, Guglielmo del Monferrato, Gerardo e tanti altri furono catturati e resi prigionieri. Alcuni di loro furono trasportati nella tenda di Saladino, il quale offrì un calice di acqua fresca al re di Gerusalemme. Quest'ultimo la donò al suo compagno fidato, Rinaldo, ciò portò rabbia al Saladino che gettò il calice e subito dopo giustiziò Rinaldo con la sua stessa lama. Con la distruzione di quasi tutto l'esercito crociato, le città del regno di Gerusalemme furono senza difese. Infatti in due anni i Saraceni conquistarono la maggior parte delle città sotto il controllo dei crociati, tra cui Acri, Gerusalemme, Giaffa e tante altre. Si salvarono [[Tiro]] e [[Antiochia]].
   
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==Curiosità==
 
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*Secondo Ernoul, la notizia della disastrosa sconfitta nella "Battaglia di Hattin" portò la mote di Papa Urbano III.
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*Secondo Ernoul, la notizia della disastrosa sconfitta nella "Battaglia di Hattin" portò la morte di Papa Urbano III.
   
 
==Fonti==
 
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Versione attuale delle 19:05, 23 ott 2019

La Battaglia di Hattin è stato una battaglia combattuta tra gli eserciti crociati del Regno di Gerusalemme sotto il comando di Guido di Lusignano e le forze saracene guidate da Saladino il 4 luglio 1187.

Storia

Antefatti

Baldovino IV, re di Gerusalemme, riuscì a far prevalere la pace tra i crociati ed i saraceni e a farli convivere nel suo regno. I suoi sforzi però furono costantemente oltraggiati e discussi dal dissenso di alcuni generali crociati, tra cui Guido di Lusignano, Rinaldo di Châtillon e dal patriarca latino Eraclio.

Dopo la morte di Baldovino IV nel 1185 e di suo nipote e nuovo re di Gerusalemme, Baldovino V, nel 1186 portò all'incoronazione di Guido di Lusignano, avendo sposato Sibilla, la sorella di Baldovino IV e madre di Baldovino V.

Nel mentre Saladino unificò sotto la sua guida gli stati musulmani che circondavano il regno cristiano.

Nel 1187, Raimondo III di Tripoli, rivale di Guido, trattò segretamente una tregua con i Saraceni, permettendo a Saladino ed al suo esercito di passare indisturbati nel suo territorio per invadere il Regno di Gerusalemme. Guido, per scongiurare l'invasione, inviò una delegazione a Raimondo per riappacificarsi con quest'ultimo. Ma la piccola delegazione venne intercettata da un distaccamento saraceno di 7.000 unità guidato dal figlio di Saladino, venendo sterminata. Nonostante tutto Baliano di Ibelin, non essendo presente durante il massacro, riuscì ad arrivare da Raimondo. Grazie alla mediazione diplomatica di Baliano, Raimondo accettò, seppur con riluttanza, di riconciliarsi con Guido. Ciò portò Saladino a decidere di attaccare la fortezza di Tiberiade, appartenente a Raimondo. Quindi Raimondo e Guido riunirono il grosso delle loro forze ad Acri. Da lì con il loro grande esercito avrebbero viaggiato fino a Tiberiade per contrastare l'esercito saraceno di Saladino.

La battaglia

Arrivati a Seforia, Raimondo volle che l'esercito rimanesse sulla difensiva e che non affrontasse in campo aperto l'esercito saraceno, convinto che i crociati avrebbero perso. Invece sia Gerardo di Riderfort che Rinaldo accusarono Raimondo di codardia, quindi Guido accettò l'idea di attaccare in campo aperto Saladino.

Il 3 luglio l'esercito crociato cominciò la marcia da Seforia, con Raimondo che guidava l'avanguardia, Guido il grosso dell'esercito e Baliano, Rinaldo guidavano la retroguardia composta maggiormente dagli Ordini religiosi cavallereschi. Saladino inviò varie rappresaglie per fiaccare l'esercito crociato e verso metà giornata fece marciare il proprio esercito contro quello crociato, provato della lunga marcia. A causa dei vari attacchi e della mancanza di acqua fresca, l'esercito crociato dovette fermare la marcia accampandosi nel mezzo della pianura. Intanto i sarceni li circondarono e durante la notte diedero fuoco alla zona circostante all'accampamento crociato. Nella mattinata, i saraceni attaccarono l'esercito crociato sfruttando il vantaggio della cecità dei crociati causato dal fumo. I crociati cercarono di rispondere all'attacco ma a causa dell'impedimento di una ritirata e del tradimento di cinque cavalieri disertori di Raimondo, che confessarono ai saraceni la reale situazione dei crociati, diventò inutile. Ritiratosi ai Corni di Hattin, i crociati vennero totalmente distrutti dalle cariche della cavalleria saracena.

Conclusione

Degli 80.000 uomini dell'esercito crociato, solo 3.000 riuscirono a fuggire, tra cui Raimondo e Baliano, mentre Guido, Rinaldo, Guglielmo del Monferrato, Gerardo e tanti altri furono catturati e resi prigionieri. Alcuni di loro furono trasportati nella tenda di Saladino, il quale offrì un calice di acqua fresca al re di Gerusalemme. Quest'ultimo la donò al suo compagno fidato, Rinaldo, ciò portò rabbia al Saladino che gettò il calice e subito dopo giustiziò Rinaldo con la sua stessa lama. Con la distruzione di quasi tutto l'esercito crociato, le città del regno di Gerusalemme furono senza difese. Infatti in due anni i Saraceni conquistarono la maggior parte delle città sotto il controllo dei crociati, tra cui Acri, Gerusalemme, Giaffa e tante altre. Si salvarono Tiro e Antiochia.

Subito dopo che in Europa si seppe della notizia della lunga serie delle sconfitte dei crociati e della perdita della maggior parte dei loro territori, Papa Gregorio VIII emise una bolla per invogliare i regnanti europei a iniziare una nuova crociata.

Curiosità

  • Secondo Ernoul, la notizia della disastrosa sconfitta nella "Battaglia di Hattin" portò la morte di Papa Urbano III.

Fonti