Assassinio è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Altaïr Ibn-La'Ahad, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione[]
Altaïr Ibn-La'Ahad scopre dall'impostore di Roberto di Sable a Gerusalemme, che quest'ultimo è ad Arsuf. Quindi, si reca immediatamente nella località per assassinare il suo bersaglio e portare a termine l'incarico che Al Mualim gli ha assegnato.
Dialoghi[]
Altaïr arriva ad Arsuf e si dirige verso l'accampamento di re Riccardo. Durante il tragitto, si trova costretto a combattere contro alcune pattuglie saracene, le quali erano occupate ad attaccare a distanza l'esercito crociato in marcia contro quello saraceno. Dopodiché, si avvicina sempre più all'accampamento, dove si ritrova a combattere anche contro alcune pattuglie crociate. Alla fine, arriva all'accampamento, dove viene fermato dai soldati.
- Crociato: Non avanzare oltre!
- Altaïr: Aspettate! Porto parole, non acciaio.
- Riccardo: Vuoi proporre i termini della resa, dunque. Alla buon'ora!
- Altaïr: Voi fraintendete. È Al Mualim a inviarmi, non Salāḥ ad-Dīn.
- Riccardo: Un Assassino! Che cosa significa? E fai alla svelta!
- Altaïr: C'è un traditore fra voi.
- Riccardo: E ti ha assoldato per uccidermi? Sei venuto a vantarti prima di colpire? Non mi avrai facilmente.
- Altaïr: Non è per voi che sono qui, ma per lui.
- Riccardo: Parla, dunque! Che io possa giudicare la verità. Chi è questo traditore?
I soldati che gli bloccano la strada, gli permettono di avanzare. Altaïr si avvicina a Riccardo per rivolgergli la parola, prima di essere circondato da diversi cavalieri Templari lì presenti.
- Altaïr: Roberto di Sable.
- Riccardo: Il mio luogotenente.
Riccardo si mette a ridere.
- Altaïr: Egli intente tradire.
- Riccardo: Non è ciò che racconta lui. Cerca vendetta contro la tua gente per le atrocità che avete commesso ad Acri. E io sono incline a credergli. Alcuni dei miei uomini migliori sono stati uccisi per mano vostra.
- Altaïr: Li ho uccisi io e per validi motivi. Prestatemi orecchio. Guglielmo del Monferrato cercava di usare i suoi uomini per prendere Acri con la forza. Garniero di Naplusa voleva sfruttare le sue arti per indottrinare e controllare chiunque resistesse. Sibrando intendeva controllare i porti, impedendo l'arrivo di uomini in vostro aiuto. Vi hanno tradito e prendevano ordini da Roberto.
- Riccardo: Ti aspetti che io creda a questa favola bizzarra?
- Altaïr: Voi li conoscevate, più di me. Davvero vi sorprende sapere dei loro malvagi intenti?
- Riccardo: (Si rivolge a un Templare) È la verità?
Un cavaliere Templare con il mantello si leva l'elmo, scoprendo il viso e rivelandosi essere Roberto.
- Roberto: (China il capo a Riccardo) Maestà, è un Assassino quello al nostro cospetto. Costui è un maestro di manipolazione. Certo che non è la verità.
- Altaïr: Non ho alcun motivo di mentire.
- Roberto: Oh, certo che sì. Hai paura di ciò che potrebbe accadere alla tua piccola fortezza. Riuscirà a resistere alla potenza combinata delle armate saracene e crociate?
- Altaïr: Il mio pensiero va al popolo di Terra Santa. Se devo sacrificarmi perché esso abbia pace, che sia.
- Riccardo: Una situazione davvero bizzarra, questa. Con voi due che vi accusate a vicenda.
- Roberto: Non c'è tempo per queste sciocchezze! Devo incontrare Saladino e valutare il suo aiuto. Più a lungo indugiamo, più le cose si fanno difficili.
Fa per andarsene, ma Riccardo lo ferma.
- Riccardo: Aspettate, Roberto.
- Roberto: Perché? Che cosa intendete? Non vorrete certo credergli?
- Riccardo: È una decisione ardua, non posso prenderla da solo. Devo affidarla a chi è più saggio di me.
- Roberto: Vi ringrazio.
- Riccardo: No, Roberto. Non a voi.
- Roberto: E a chi?
- Riccardo: Al Signore. Che siano le armi a decidere. Di certo Iddio starà dalla parte di colui che segue una giusta causa.
- Roberto: Se questo è il vostro volere.
- Riccardo: Lo è.
- Roberto: E sia. Alle armi, Assassino.
Roberto si rimette l'elmo e i suoi uomini sguainano le spade e si preparano ad affrontare Altaïr. Nel mentre, Roberto rimane fuori dal combattimento e lo osserva. Tuttavia, quando Altaïr uccide tutti i suoi aggressori, Roberto affronta Altaïr.
- Roberto: Il tempo dei giochi è finito.
Alla fine, Altaïr riesce a vincere sul suo avversario, ferendolo a morte.
- Altaïr: Dunque, è finita. I tuoi intrighi, come te, sono alla fine.
- Roberto: (Ride) Che ne capisci tu di intrighi. Non sei che un burattino. Ti ha tradito, ragazzo, proprio come ha fatto con me.
- Altaïr: Parla chiaro, Templare, oppure taci.
- Roberto: Ti ha mandato a uccidere nove uomini, eh? I nove che custodivano il segreto del tesoro.
- Altaïr: E allora?
- Roberto: Non furono in nove a trovare il tesoro, Assassino. Non nove, ma dieci.
- Altaïr: Un decimo? Nessuno con quel segreto può vivere. Dimmi il suo nome.
- Roberto: Oh, ma tu lo conosci bene. E dubito che gli toglieresti la vita di buon grado come hai tolto la mia.
- Altaïr: Chi è?
- Roberto: Il tuo signore, Al Mualim.
- Altaïr: Ma lui non è un Templare.
- Roberto: Ti sei mai chiesto come facesse a sapere sempre tutto? Dove trovarci, quanti eravamo, quali erano i nostri fini?
- Altaïr: Egli è il maestro degli Assassini.
- Roberto: Sì, maestro di menzogne. Tu e io non siamo che pedine nel suo grande gioco. E ora, alla mia morte, resterai solo tu. Credi che ti lascerà vivere sapendo ciò che fai?
- Altaïr: Non ho interesse nel tesoro.
- Roberto: Ma lui sì. La sola differenza tra me e il tuo signore è che lui non vuole spartirlo.
- Altaïr: No.
- Roberto: Ironico, vero? Che io, il tuo più acerrimo nemico, ti tenessi al riparo dai guai. Ma ora mi hai tolto la vita e, di conseguenza, condannato la tua.
Alla fine della battaglia, gli uomini di Riccardo sfoderano le loro armi, ma il re fa segno di abbassarle. Poi, si avvicina ad Altaïr, mentre i suoi uomini si allontanano.
- Riccardo: Ti sei battuto bene. Dio, oggi, ha favorito la tua causa, Assassino.
- Altaïr: Dio, non c'entra niente. Io ho combattuto meglio.
- Riccardo: Ah, forse tu non credi in lui, ma pare che lui crede in te. Prima che tu vada, ho una domanda.
- Altaïr: Chiedete, dunque?
- Riccardo: Perché? Perché fare tutta questa strada? Rischiare la tua vita mille volte solo per uccidere un uomo?
- Altaïr: Ha minacciato i miei fratelli e ciò in cui crediamo.
- Riccardo: Ah, vendetta, dunque?
- Altaïr: No, non vendetta. Giustizia, perché ci sia la pace.
- Riccardo: È perciò che combatti? Per la pace? Non vedi la contraddizione?
- Altaïr: Con taluni non si può ragionare.
- Riccardo: Come con quel pazzo di Saladino.
- Altaïr: Credo che egli vorrebbe vedere la fine di questa guerra quanto voi.
- Riccardo: Così ho sentito, ma non visto.
- Altaïr: Pur se non lo dice, è ciò che la gente vuole. Saraceni e crociati allo stesso modo.
- Riccardo: La gente non sa ciò che vuole. Per questo si rivolge a uomini come noi.
- Altaïr: Allora, spetta a uomini come voi fare ciò che è giusto.
- Riccardo: Assurdo. Siamo venuti al mondo, scalciando e urlando, violenti e instabili. È questo che siamo, non possiamo farci nulla.
- Altaïr: No, siamo ciò che scegliamo di essere.
- Riccardo: Eh! Voialtri, sempre a giocare con le parole.
- Altaïr: Affermo il vero. Non c'è inganno in quel che dico.
- Riccardo: Lo sapremo presto! Temo però che oggi non potrai ottenere ciò che vuoi. In questo stesso instante, quel maledetto Saladino fa strage dei miei uomini e devo assisterli. Ma forse, avendo visto quanto è vulnerabile, riconsidererà le sue azioni. Sì, col tempo, ciò che cerchi potrebbe realizzarsi.
- Altaïr: Voi non eravate più al sicuro di lui. Non scordatelo. Coloro che vi siete lasciato alle spalle a governare in vostra vece, non intendevano servirvi più a lungo del dovuto.
- Riccardo: Sì, sì ne sono consapevole.
- Altaïr: Prenderò congedo, allora, il mio signore e io abbiamo molto da discutere. Sembra che nemmeno lui sia privo di colpe.
- Riccardo: È solo umano, come tutti noi. Persino tu.
- Altaïr: Vi auguro salute e pace.
Altaïr lascia l'accampamento per fare ritorno a Masyaf.
Risultato[]
Altaïr riesce ad assassinare Roberto di Sable e apprende che anche Al Mualim si era legato ai Templari. Di conseguenza, Altaïr parte per Masyaf per affrontare il suo maestro.