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"Laa shay'a waqi'un moutlaq bale kouloun moumkine."
―Il Credo degli Assassini, in levantino[src]

La Confraternita levantina degli Assassini, anche noti come Hashashin o Assassyun, era il ramo dell'Ordine degli Assassini da cui poi si formarono tutte le varie confraternite del globo. Operanti in Terra Santa già durante il XII secolo, occuparono un ruolo fondamentale nell'assicurare la pace durante le Crociate. All'epoca sotto il comando del Mentore Rashid ad-Din Sinan, subirono molte incursioni da parte dei saraceni del sultano Salah Al'Din e dell'esercito crociato, quest'ultimo segretamente facciata dei Cavalieri Templari.

Durante la Terza Crociata ottennero una Mela dell'Eden rinvenuta sotto il Tempio di Salomone. Incaricato di recuperare il manufatto era il Maestro Assassino Altaïr Ibn-La'Ahad, affiancato da Malik e Kadar Al-Sayf. La sua arroganza tuttavia, costo agli Assassini molte perdite, tanto che il Gran Maestro Templare Roberto di Sable, guidò un assalto diretto al loro quartier generale, Masyaf. Nonostante le varie peripezie, però, gli Assassini ottennero la vittoria e la Mela dell'Eden.

Rashid decise però di punire l'arroganza del suo prediletto, declassandolo da priore a novizio. Il Mentore mandò quindi Altaïr alla ricerca di redenzione, assegnandogli l'omicidio di nove uomini. Ma ben presto, Rashid si rivelò un traditore poiché intendeva tenere il potere della Mela dell'Eden per sé. Altaïr, divenuto più saggio, lo uccise e prese il suo posto al rango di Mentore.

Divenuto tale, ampliò considerevolmente il campo di attività della confraternita. Inoltre applicò molte modifiche sia nell'equipaggiamento degli Assassini che nel loro stile di vita, eliminando molte pratiche e rappresentazioni di fedeltà che considerava inutili. Altaïr in persona si occupò di sventare il tentativo di ripresa dei Templari sull'isola di Cipro. Poco dopo, sventò la minaccia mongola presentatasi come il conquistatore Gengis Khan, che si credeva essere in possesso di una delle Spade dell'Eden.

Ma durante l'assenza di Altaïr, il suo rivale Abbas Sofian attuò in golpe, prendendo di diritto il controllo del ramo levantino. Sotto la sua guida gli Assassini conobbero un lungo periodo di buio, durante il quale persero tutto ciò che avevano conquistato grazie ad Altaïr. Quest'ultimo rivendicò il titolo di Mentore solo dopo un lungo ventennio di esilio ad Alamut; il suo ritorno determinò una totale ripresa della confraternita. Anni dopo gli Assassini levantini accolsero i viaggiatori veneziani Niccolò e Maffeo Polo, i quali divennero importanti membri della confraternita, in quanto avrebbero fondato il ramo turco e il ramo italiano dell'Ordine. Le incursioni mongole, sciolsero in seguito il ramo levantino, da cui poi vennero fondati tutti i rami dell'Ordine presenti nel globo.

Storia[]

Primo assedio di Masyaf[]

Non si sa nulla sulle origini degli Assassini nel Levante, in quanto era già operanti durante il XII secolo. Nel 1176 il loro quartier generale, Masyaf, venne assediata dai saraceni di Salah Al'Din, intenzionato a conquistare l'intera Siria. Il loro Mentore, Rashid ad-Din Sinan, incaricò il Maestro Assassino Umar Ibn-La'Ahad di lasciare un messaggio nella tenda del sultano, rilevata dalla spia Ahmad Sofian. La missione ebbe successo, tuttavia durante la fuga Umar fu costretto ad uccidere un nobile saraceno. Le guardie avevano inoltre catturato Ahmad.

Scoperta la morte del suo sottoposto, Salah inviò un messaggio agli Assassini: i saraceni disposero una proposta di pace in cui chiedevano la vita di Umar in cambio di quella di Ahmad. Avrebbero anche rinunciato all'assedio di Masyaf. Gli Assassini tentarono delle deliberazioni sulla negoziazione, ma non ebbero scelta. Umar venne giustiziato alle porte del castello cittadino, sentendo come ultima cosa le grida di suo figlio Altaïr, allora solo undicenne.

Secondo assedio di Masyaf[]

Haras: Hai troppa fiducia nel cuore degli uomini, Altaïr. I Templari conoscono la verità. Gli uomini sono deboli, vili e ignobili.
Altaïr: No. Il nostro Credo dimostra il contrario.
―L'ultimo dialogo tra Haras e Altaïr[src]
Il Custode Del Mentore 5

Gli Assassini affrontano i crociati Templari.

Tredici anni dopo l'assedio saraceno, gli Assassini levantini dovettero sostenerne un secondo, stavolta ad opera dei crociati Templari. Costoro erano riusciti a penetrare dentro Masyaf grazie all'aiuto di una loro spia infiltrata, Haras, il quale si occupò in prima persona di catturare e interrogare Rashid ad-Din Sinan a proposito di un'antico manufatto costantemente cercato dagli Assassini. Fortunatamente l'intervento di Altaïr respinse l'esercito Templare, in quanto ordinò al suo confratello Abbas Sofian di aggirare i crociati insieme agli altri Assassini e di spingerli nella gola della valle.

Intanto lo stesso Altaïr si infiltrò nel castello di Masyaf, salvando il suo Mentore e uccidendo Haras. Nelle sue ultime parole, il Templare sottolineò la debolezza e l'ignobiltà degli uomini, sostenendo con orgoglio i principi Templari. Il suo sicario affermò il contrario; per tutta risposta il Templare affermò di troppo saggio per reputare degno di fedeltà il Credo degli Assassini. Infine, per il coraggio dimostrato, Rashid promosse Altaïr al rango di Maestro Assassino.

Ricerca del Calice[]

Già nel 1190 la minaccia di un'altra crociata in Terra Santa si profilava e gli Assassini iniziarono a focalizzarsi sulla ricerca del Calice, un antico manufatto che si diceva discendere dalla Prima Civilizzazione. Rashid incaricò Altaïr di compiere ricerche in merito. Quest'ultimo eseguì una breve ricognizione in cerca di informazioni, per scoprire durante l'assedio di Aleppo che i Templari, capeggiati da Lord Basilisk, stavano cercando il Calice. Dunque il suo Mentore gli consigliò di andare a trovare Tamir, un mercante alleato dei Templari risiedente a Damasco.

Una volta assassinato quest'ultimo, scoprì che il Calice era rinchiuso nel Tempio del Deserto e che per accedervi erano necessarie tre chiavi, una delle quali in possesso di Fajera, una circense del circo di Damasco. Dopo aver convinto la donna a donargli la chiave in suo possesso, Altaïr si occupò di recuperare le restanti: ottenne la seconda da un prigioniero del Templare Ronald Napule, direttore dell'ospedale di Tiro; l'ultima invece la strappò in combattimento a Lord Basilisk alla corte di Gerusalemme. Inoltre nella medesima città sconfisse il Maestro della Torre e il suo studente, rubando loro una mappa per il Tempio del Deserto.

Altaïr affronta Basilisk

Altaïr affronta Basilisk.

Tuttavia Altaïr arrivò troppo tardi alle rovine del Tempio, poiché Basilisk e gli altri Templari avevano già preso il Calice. Durante il secondo incontro con il Gran Maestro Templare, l'Assassino scoprì che il manufatto da lui cercato non un oggetto d'antichità, bensì una donna in carne ed ossa. Fuggito dal sacrario in rovina, Altaïr venne a conoscenza di un complotto dei Templari: in un tentativo di conquistare la città di Acri, i crociati decisero di avvelenare le falde acquifere della città.

Nuovamente sventati i piani nemici, Altaïr rapì il Calice dai Templari: tale donna si chiamava Adha. Quest'ultima lo avvisò del tradimento di Harash, il secondo in comando del ramo levantino. Confermato quanto detto dalla sua prigioniera, l'Assassino uccise il traditore, da cui scoprì che Adha stava per salpare con Basilisk dal porto di Tiro alla volta dell'occidente. Altaïr tentò di salvarla, ma dopo aver ucciso Basilisk scoprì che la donna si trovava a bordo di un'altra nave. Dopo doversi mesi di faticoso viaggio in mare, Altaïr venne ripagato solo col cadavere di Adha e la consapevolezza di potere solo vendicarla. In una rabbia furiosa ed emotiva uccise tutti i responsabili. La scomparsa del Calice, decretò il fallimento dei piani degli Assassini.

Terza Crociata[]

La Mela dell'Eden[]

"Io mando te, il mio uomo migliore, a svolgere la missione più importante di qualunque altra prima d'ora, e tu ritorni da me con nient'altro che scuse e giustificazioni?!"
―Rashid rimprovera Altaïr dopo il suo ritorno[src]

Fallita l'impresa di recupero del Calice, gli Assassini levantini si concentrarono si un altro manufatto che come il precedente sembrava risalire alla Prima Civilizzazione: una Mela dell'Eden, rinchiusa nelle rovine del Tempio di Salomone. Dunque Rashid inviò a Gerusalemme una squadra formata da Altaïr e i fratelli Malik e Kadar Al-Sayf. Ma durante la missione Altaïr, mostrò la sua arroganza in qualità di priore, violando i primi due principi del Credo: uccise un vecchio operaio e attirò l'attenzione delle pattuglie dei Templari sul gruppo. La missione fallì quando tentò di attaccare il Gran Maestro Roberto di Sable, violando il terzo e più importante principio del Credo.

Fallimento 4

Un Assassino porta la Mela dell'Eden.

Credendo che Malik e Kadar fossero morti durante lo scontro con i soldati di Roberto, Altaïr tornò a Masyaf, ove fu costretto a subire le violente angherie del Mentore. Ma con sgomento di tutti, Malik riuscì a sopravvivere, portando a compito la missione sebbene gli fosse costata la mutilazione di un braccio. Nonostante il successo, l'Assassino portò al suo seguito anche un ingente legione di Templari.

Sospendendo brevemente la punizione, il Mentore incaricò Altaïr di respingere l'assedio nemico. Il priore ebbe successo, respingendo l'esercito di Roberto grazie ad una trappola, permettendo agli Assassini di mantenere il possesso della Mela. Ma nonostante tutto, venne ugualmente condannato a morte con l'accusa di tradimento. Altaïr sopravvisse miracolosamente, subendo come punizione alternativa il declassamento al rango di novizio.

Caccia a Nove[]

"Ho qui un elenco, formato da nove nomi, nove uomini che devono morire. Sono degli appestatori, dei guerrafondai... Il loro potere e la loro influenza contaminano la terra, e assicurano la continuazione delle Crociate. Tu li troverai, li ucciderai... Così facendo spargerai i semi della pace, sia per la regione, sia per te stesso."
―Rashid spiega ad Altaïr i dettagli della sua missione[src]

Declassato al rango più basso della confraternita, Altaïr venne incaricato da Rashid di eliminare i nove esponenti maggiori dell'Ordine Templare così da arrestare i loro piani in Terra Santa. In cambio di ogni assassinio, il Mentore lo avrebbe elevato ad un rango sempre maggiore fino a quello di priore, in modo da riconquistare l'onore perduto. Compiaciuto dell'offerta, l'Assassino iniziò a cercare i suoi bersagli per le maggiori città della Siria. Il primo fu Tamir, un armaiolo di Damasco. A suo seguito vennero il Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri Garniero di Naplusa, lo schiavista di Gerusalemme Talal e il re dei mercanti Abu'l Nuqoud.

Assassinio (Roberto di Sable) 9

Altaïr uccide Roberto di Sable, ultimo bersaglio della Caccia ai Nove.

Successivamente uccise il comandante crociato Guglielmo del Monferrato, il reggente di Gerusalemme Majd Addin, il leader dei Cavalieri Teutonici Sibrando e Jubair Al Hakim, Gran Sapiente di Salah Al'Din. A perire per ultimo fu Roberto di Sable, ucciso da Altaïr durante la Battaglia di Arsuf, prima che il Templare potesse negoziare un pace tra crociati e saraceni contro gli Assassini.

Ma nelle sue ultime parole, Roberto rivelò che il Mentore degli Assassini levantini era un traditore e che corrotto dal potere della Mela, voleva tenerne il potere per se. Deciso a chiarire quanto detto dal Templare, l'ormai rinnovato Maestro Assassino tornò a Masyaf, affermando con sgomento quanto detto dal suo ultimo bersaglio. Dopo una dura battaglia nei giardini di castello cittadino, Altaïr uccise Rashid, prendendo la Mela.

La ribellione[]

"Hai qualcosa da insegnarci? O ci condurrai tutti alla rovina?"
―Altaïr dopo aver strappato la Mela ad Abbas[src]

Subito dopo aver assassinato Rashid, Altaïr ordinò l'allestimento di una pira per cremarne il corpo, sebbene fosse contro gli usi della Confraternita. Mentre vi si dirigeva Altaïr incontrò il confratello Abbass Sofian, che indignato dalle sue azione pretese subito spiegazioni per l'assassinio del loro Mentore. Il priore gli promise di mostrargli il reale potere della Mela una volta completato il breve funerale di Rashid. Ma quando Altaïr iniziò a bruciare il corpo del defunto, Abbas lo accusò di farsi beffe del Credo e di abusare del'alterigia del suo rango.

La Veglia Del Mentore 14

Altaïr salva Abbas.

Ignorandolo, Altaïr si affacciò ad un dirupo tentando di spiegare ai suoi confratelli quanto stava accadendo. Tuttavia venne spinto da Abbas, che lo gettò in preda agli Assassini in lotta tra loro: una fazione leale ad Altaïr, l'altra fedele ad Abbas come lui indignata dal poco rispetto del priore verso i loro costumi.

Nel frattempo Abbas si impossessò della Mela, ma incapace di controllarla venne sopraffatto dal suo potere, causando potentissime tempeste di energia che fecero svenire tutti i cittadini; inoltre sarebbe morto in pochi minuti. Essendo l'unico in grado di resistere alla frequenza emessa dal Frutto dell'Eden, l'Assassino si arrampicò nella torre e una volta raggiunto l'epicentro delle onde di energia, colse la Mela bloccandole. Per aver nuovamente salvato il villaggio di Masyaf, Altaïr venne promosso e accettato come Mentore.

Innovazioni[]

"Abbiamo obblighi precisi verso il popolo, non verso i costumi passati. Se dovremo strisciare, strisceremo. Se dovremo avvelenare, allora useremo il veleno. Se le nostre lame potranno essere impugnate senza l'amputazione di un dito, questa pratica cesserà. Non ci faremo gioco degli iniziati con menzogne, rendendoli stupidi a suon di parole. Saremo chiari e diretti. Sarà tutto nuovo..."
―Le prime decisioni di Altaïr come Mentore[src]

Divenuto Mentore, Altaïr applicò notevoli modifiche allo stile di vita degli Assassini: nominò Malik suo consigliere, e con lui abolì gli omicidi in pubblico sostituendoli con un approccio ancor più discreto, tanto che fece abbandonare ogni base degli Assassini presente in Siria, trasferendo tutti i suoi confratelli a Masyaf. Introdusse il veleno tra le armi a disposizione degli Assassini e modificò notevolmente la lama celata, irrobustendola con una nuova lega d'acciaio e applicandogli una placca per deviare i colpi dei nemici.

Ne ridisegnò anche il progetto, rendendo inutile l'amputazione di un dito per impugnarla; lui considerava questa pratica una falsa promessa del paradiso. Inoltre per la prima volta nella storia dell'Ordine, permise agli Assassini più esperti di portarne due contemporaneamente. Con Malik mise a punto anche nuove tecniche di assassinio, che successivamente tramandarono ai loro confratelli: da sporgenza, in volo e da nascondiglio.

Liberazione di Cipro[]

Poco tempo dopo, Altaïr scoprì che i Templari avevano eletto un nuovo Gran Maestro: il generale crociato Armand Bouchart, il quale li aveva stabiliti a Cipro nel tentativo di organizzare una nuova forza. Quindi il Mentore guidò un assalto al porto di Acri, prendendo come prigioniera Maria Thorpe, una Templare che aveva impersonato Roberto di Sable durante la Caccia ai Nove, tentando di sviare le ricerche di Altaïr. Presa la donna in ostaggio, la costrinse a viaggiare con lui a Cipro. Sbarcato a Limassol dopo settimane di navigazione, l'Assassino entrò subito in contatto con Alessandro di Limassol, leader della Resistenza Cipriota.

Altaïr affronta Federico il Rosso

Altaïr affronta Federico il Rosso e i suoi soldati.

Quindi iniziò subito a cercare il capo dei Templari presente in città e grazie ad Osman, un spia cipriota, scoprì che a ricoprire tale ruolo era il condottiero Federico il Rosso. Quindi Altaïr lo uccise all'interno del Castello di Limassol, per poi assistere all'omicidio di Osman da parte dello stesso Bouchart. Inoltre ordinò l'arresto di Maria, la quale lo aveva invano supplicato di riammetterla nell'Ordine. Quindi l'Assassino procedette a salvarla, scoprendo che Armand era partito per Kyrenia.

Lì Altaïr incontrò Barnaba il cipriota a capo di ribelli cittadini, il quale gli confidò che i Templari avevano occupato il Castello di Buffavento. In cambio di un passaggio sicuro all'interno della fortezza, Barnaba gli commissionò l'omicidio di Giona, uno stimato mercante. Quest'ultimo rivelò in punto di morte che un affiliato di Bouchart noto come il "Il Toro" aveva messo una sontuosa taglia sulla testa di Altaïr. Quest'ultimo uccise il nobile condottiero all'interno della fortezza di Kantara.

Attacco (Armand Bouchart) 6

Altaïr impala Armand Bouchart all'interno dell'Archivio Templare.

Successivamente si occupò di scoprire la fonte da cui Bouchart prendeva le informazioni sulla resistenza, che poi si rivelò una nobildonna, un tempo alleata dei ciprioti, rinchiusa e torturata dal Gran Maestro. L'Assassino riuscì ad ucciderla durante una ricognizione a Buffavento. Poi si occupò di debellare definitivamente la presenza dei Templari a Kyrenia, uccidendo i due figli del Toro: i principi gemelli Shalim e Shahar. Quindi Altaïr tornò a Limassol, dove scoprì che il Barnaba da cui aveva preso ordini a Kyrenia era un agente di Bouchart.

Questi venne poi ucciso da Maria Thorpe all'interno del Castello di Limassol, nei cui sotterranei era racchiuso il vero motivo del trasferimento a Cipro da parte dei Templari: l'Archivio Templare, santuario di tutti i segreti dei cavalieri dei tempio. All'interno di quest'ultimo Altaïr uccise Bouchart e una volta tornato a Masyaf inviò dei confratelli all'archivio, decretando la sua conquista da parte degli Assassini levantini.

Crescita[]

"Talvolta gli altri vengono a trovarmi, a offrirmi cibo o svago. Dicono che dovrei staccarmi da questi studi... Malik mi ha addirittura suggerito di abbandonarli del tutto. Ma non sono ancora pronto a darmi per vinto. Comprenderò questa Mela dell'Eden. Devo farlo... Che sia un'arma? Un registro? O magari entrambi, in qualche modo?"
―Altaïr riguardo ai suoi studi sulla Mela[src]

Tornato dalla sua spedizione a Cipro, Altaïr iniziò a concentrarsi sullo studio della Mela dell'Eden in suo possesso, così che gli Assassini potessero beneficiare dei suoi segreti. Grazie a lui gli Assassini siriani divennero la maggiore confraternita dell'epoca, contando sull'appoggio di numerose alleanze e di molte unità di combattenti sparsi per tutta la Siria nel tentativo di espandersi maggiormente. Lo stesso Altaïr nel 1204 si recò a Costantinopoli nwel tentativo di stabilire alcune gilde anche nell'Impero Bizantino.

Ma le ripercussioni politiche provocate dalla Quarta Crociata resero impossibile un'eulteriore espansione, peranto la confraternita levantina si limitò ad estendere la sua influenza solo entro i confini siriani e ciprioti. Tornato a Masyaf, il Mentore e approvò insieme a Malik la possibilità di permettere ai giovani Assassini di poter vivere insieme alle loro famiglie. Infatti, contrariamente a quanto insegnatogli da Al Mualim, Altaïr pensava che l'amore verso i propri cari avrebbe motivato gli Assassini a compiere anche i sacrifici più ardui. Oltretutto grazie al sapere della Mela riuscì a migliorare notevolmente le tecniche di forgiatura, riuscendo a creare un esemplare di armatura praticamente indistruttibile.

Ne annotò la formula sul suo Codice, tuttavia, per timore che finisse nelle mani sbagliate, decise di segregare l'unico esemplare dell'armatura in luogo segreto e di cancellarne per sempre la formula. Con ulteriori studi l'Assassino scoprì che a piccole dosi e con una grande concentrazione, il Frutto dell'Eden poteva essere impiegato senza effetti negativi. Beneficiando di questo segreto, Altaïr riuscì ad espandere ulteriormente la lama celata dei suoi confratelli, creando il primo modello di Pistola Celata.

Decadimento[]

"Maria, quando lasciammo Masyaf, dieci anni fa, l'Ordine era forte. Ma tutto è stato vanificato. [...] Gli Assassini obbediscono ai suoi ordini ora!"
―Altaïr a sua moglie dopo il loro ritorno da Alamut[src]

Nel 1217 Altaïr viaggiò in Mongolia insieme a Maria Thorpe - divenuta sua moglie - e il suo primogenito Darim, con lo scopo di aiutare il ramo locale ad uccidere il conquistatore Gengis Khan, che credevano possessore di una Spada dell'Eden. In sua assenza aveva nominato Malik come leader provvisorio della Confraternita levantina. Tuttavia il rivale di Altaïr, Abbas Sofian, attuò un golpe divenendo de facto il nuovo Mentore.

Ordinò al confratello Swami di uccidere il figlio minore di Altaïr, Sef, e di nascondere poi l'arma del delitto nella stanza di Malik. Facendo ricadere la colpa su di lui Abbas ordinò la sua incarcerazione nelle segrete di Masyaf e formando un rapido consiglio riuscì a prendere il posto del suo rivale d'infanzia. Sotto il suo governo gli Assassini conobbero un vero e proprio decadimento, perdendo tutto ciò che avevano acquisito grazie al Mentore precedente, incluso l'Archivio di Cipro.

Un Nuovo Regime 6

Altaïr e Maria di fronte ad Abbas e Swami.

Dieci anni dopo, Altaïr e Maria tornarono dalla loro permanenza in Mongolia e una volta scoperto il "tradimento" di Malik e l'elezione di Abbas a Mentore, vennero sistemati in una camera all'interno della Castello. Non convinto della versione raccontatagli, il deposto Mentore liberò Malik dalla sua cella e quest'ultimo gli raccontò tutto ciò che accade durante la sua assenza. Furente, Altaïr chiese ad Abbas una udienza nei giardini della fortezza. Quest'ultimo gli offrì la verità in cambio della Mela dell'Eden in suo possesso. Invece di fare ciò, Altaïr usò il suo potere per obbligare la spia di Abbas, Swami, a suicidarsi.

Tuttavia, frapponendosi tra i due, Maria bloccò il flusso energetico della Mela, concedendo a Swami di riacquistare il controllo sul suo corpo e di pugnalarla all'addome. Con rapido scatto, Altaïr rispose all'azione di Swami, incarnandogli la sua lama nella gola. Dopo che ritornò in se, Altaïr vide sua moglie morire tra le sue braccia, la quale, prima di morire, gli disse di essere sempre forte e onorevole. Tuttavia prima che potesse dare l'ultimo saluto al suo amore, l'Assassino venne attaccato dagli uomini di Abbas, e per questo fu costretto alla fuga.

Prima di lasciare il villaggio, Altaïr decise di portare con se suo figlio Darim, tornato dalla Mongolia alcuni anni prima di lui. Spiegandogli rapidamente la delicata situazione, i due si diressero alle scuderie, dove, una trovati i cavalli, lasciarono Masyaf a gran velocità. Mentre si allontanava dal villaggio, Abbas maledisse e promise vendetta Altaïr per il disonore gettato contro la propria famiglia. Scampato ogni pericolo, i due si misero in viaggio verso Alamut, portando con loro anche la moglie e i figli di Sef.

Ricostruzione[]

"Hai corrotto tutto ciò che avevamo e perso tutto ciò che avevamo ottenuto, sacrificando ogni cosa sull'altare del tuo astio."
―Altaïr si scontra con Abbas[src]
Il Ritorno Del Mentore 7

Altaïr raduna gli Assassini.

Sotto il governo di Abbas, gli Assassini persero tutto quanto da loro ottenuto e molti iniziarono anche a diffidare degli insegnamenti del Credo. Dopo vent'anni di esilio volontario ad Alamut, Altaïr tornò a Masyaf decise a riscattare il ruolo di Mentore uccidendo Abbas. Appena fuori dalle porte della città incontrò un piccolo gruppo di Assassini intenti a parlare di Abbas e degli incubi che lo tormentavano nel sonno. Riconoscendo Altaïr, essi si offrirono di aiutarlo nella sua impresa e chiamarono a raccolta tutti i confratelli che ancora praticavano i suoi insegnamenti. Eliminando tutti i capitani di Abbas meno uno schieratosi con Altaïr, gli Assassini riuscirono a penetrare nel palazzo di Masyaf senza incontrare resistenza.

Infatti, una volta visto che Altaïr tutti gli Assassini si arresero, rendendogli omaggio. Quindi il Mentore si trovò solo faccia a faccia con il suo usurpatore, uccidendolo con una Pistola Celata, decretandone il primo utilizzo in battaglia. Ripresosi il rango di Mentore, Altaïr iniziò a organizzare i preparativi per riportare il ramo levantino al suo splendore. Ma pochi giorni dopo si accinse alle porte di Masyaf un esercito di brigantini guidati dal un generale siriano di nome Fahad, padre di Bayhas - un masnadiero che Altaïr aveva ucciso mentre nella valle cittadina -. Sapendo che gli Assassini non avrebbero retto un nuovo scontro nel loro stato, il Mentore convocò Fahad nel suo studio, e dopo diverse ore di incontro lo convinse a non attaccare Masyaf.

Abbandono di Masyaf[]

Altaïr: Adesso va'. Al ritorno dei mongoli Masyaf deve essere deserta.
Darim: Capisco. Non è affatto una biblioteca. È una cripta.
―Altaïr e suo figlio Darim, alle porte della biblioteca[src]

Grazie alla saggezza di Altaïr gli Assassini del ramo levantino ripristinarono in pochi mesi quanto possedevano prima del mandato di Abbas; inoltre iniziarono a programmare la espansione a livello globale. Altaïr ordinò anche la costruzione di una biblioteca, che oltre ad avere la funzione di cripta per la Mela dell'Eden in suo possesso sarebbe stata anche la sua tomba. Inoltre, per tenere al sicuro la Mela dai Templari o da qualunque altro usurpatore, progettò i cancelli della cripta in modo che potessero essere varcati solo riunendo i cinque Sigilli della memoria che aveva trovato durante l'esilio ad Alamut e formando con essi la costellazione dell'aquila.

Passaggio Di Testimone 7

Altaïr consegna a Niccolò Polo le chiavi della sua biblioteca.

Nel 1257, gli Assassini nel Levante accolsero a Masyaf gli esploratori veneziani Niccolò e Maffeo Polo. In particolare il primo dei due passò molto tempo in compagnia del Mentore, apprendendo da lui ogni segreto sull'Ordine degli Assassini e sulla sua lunga vita. Raccontato quanto appreso a suo fratello, Niccolò e Maffeo decisero di diventare Assassini e passarono sei mesi sotto l'addestramento di Altaïr. Infine i due decisero partire per Costantinopoli, dove avrebbero fondato un nuovo ramo della Confraternita; poi avrebbero fatto ritorno in Italia, dove avrebbero fatto altrettanto.

Ma durante i preparativi per il loro viaggio, Masyaf venne assediata dall'esercito mongolo e per respingerlo Altaïr dovette sfruttare il potere della Mela. Prima che Niccolò e Maffeo partissero, il Mentore gli donò il suo Codice e le cinque chiavi della Biblioteca di Masyaf. Poco dopo la partenza dei due, Masyaf venne assediata da un seconda legione mongolo. Capendo che la città non avrebbe resistito ad un secondo assedio, Altaïr ordinò l'evacuazione di tutta la città. Dove aver spedito gli Assassini del ramo levantino a fondare gilde in tutto il globo, si rinchiuse nella sua biblioteca, poggiando la Mela sull'apposito piedistallo che aveva fatto costruire. Infine morì seduto sulla poltrona, lasciando Masyaf in balia dei mongoli.

Rinascimento[]

Nonostante lo scioglimento avvenuto dopo la presa mongola di Masyaf, gli Assassini nel Levante vennero riformati e divennero nuovamente attivi anche nel periodo del Rinascimento. Nel 1511 erano guidati dal Maestro Assassino Mujir, che lo stesso anno venne catturato dalle autorità mamelucche in un tentativo di indebolire la forte gilda di Gerusalemme. Per fortuna dei confratelli del ramo turco inviate dal Mentore italiano Ezio Auditore da Firenze salvarono Mujir a due giorni dalla sua esecuzione.

Sempre con l'aiuto dei loro confratelli ottomani, gli Assassini nel Levante eliminarono un traditore della Confraternita nei pressi della Cappella dell'Ascensione e fermarono un complotto tra sultano di Damasco Al-Ashraf Qansuh al-Ghawri e l'alto comando dei Safavidi, ai danni della città di Bursa. Le forze combinate degli Assassini levantini ed ottomani riuscirono ad eliminare tutti i i loro generali ed a paralizzare il loro intero apparato militare.

Fonti[]

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