L'Armée française è l'esercito delle forze armate francesi.
Storia[]
Rinascimento[]
Nel 1499, in pieno Rinascimento, il re di Francia Luigi XII strinse in segreto un'alleanza con Cesare Borgia, figlio del papa Alessandro VI, grazie agli ottimi rapporti che c'erano tra questo ed Octavian de Valois, suo lontano cugino. Vista l'intenzione di Cesare di porre tutta l'Italia sotto il dominio dello Stato Pontificio, cosa che avrebbe portato benefici al regno di Francia, Luigi XII inviò un esercito guidato dal barone di Valois in aiuto del Borgia.[1]
I soldati francesi si stanziarono nel Castro Pretorio a Roma, dove rimasero nei tre anni successivi. All'inizio del 1500, un grosso contingente di soldati francesi guidato dal barone di Valois aiutò l'esercito dello Stato Pontificio di Cesare Borgia ad assediare il borgo di Monteriggioni, il quartier generale degli Assassini italiani. Successivamente a questo evento, i soldati francesi del barone di Valois intrapresero una guerra con i mercenari guidati dall'Assassino Bartolomeo d'Alviano, il cui quartier generale si trovava poco distante dal castro Pretorio.[1]
Nell'agosto del 1503, l'Assassino Ezio Auditore da Firenze aiutò i mercenari dell'amico Bartolomeo d'Alviano a sconfiggere i soldati del barone di Valois, reo di avere rapito Pantasilea Baglioni, moglie del condottiero italiano. Dopo essersi travestiti da soldati francesi, Ezio ed i mercenari riuscirono ad accedere al Castro Pretorio fingendo di portare con loro Bartolomeo d'Alviano come prigioniero. Una volta dentro, Ezio ed i mercenari attaccarono i soldati francesi, spingendo il barone di Valois a fuggire nella parte più interna dell'accampamento con la sua prigioniera. Ezio riuscì tuttavia ad eludere i soldati francesi ed a raggiungere il barone, che assassinò, liberando Pantasilea. Al termine della battaglia, i soldati francesi ancora in vita abbandonarono l'Italia e fecero ritorno in Francia, lasciando Cesare Borgia senza un importante appoggio militare.[1]
Nel 1509, il regno di Francia si scontrò con la Serenissima Repubblica di Venezia; ad Agnadello le truppe francesi riuscirono a sconfiggere quelle guidate da Bartolomeo d'Alviano, che non riuscì così ad impedire agli Assassini stanziati in città di perdere il Frutto dell'Eden noto come Sindone. Quattro anni dopo, invece, l'esercito francese, in cui ora serviva Bartolomeo d'Alviano, appoggiò quello veneziano contro la città di Milano.[2]
XVIII secolo[]
Dopo la scoperta del Nuovo Mondo, la Francia colonizzò diversi territori nel continente americano, dove stanziò diversi reparti del proprio esercito per difenderli dagli altri imperi coloniali europei. Tra i diversi territori in cui operarono alcuni reparti dell'Armée française vanno ricordati quelli nell'odierno Canada, nella parte settentrionale degli odierni Stati Uniti d'America[3] e la Louisiana in Nord America,[4] e parte dell'isola di Saint-Domingue nelle Indie Occidentali.[5]
Durante la guerra franco-indiana, i soldati dell'esercito francese strinsero alleanza con diverse tribù di nativi americani, tra cui gli Shawnee, gli Abenaki ed i Lenape, con cui attaccarono i soldati britannici guidati dal generale Edward Braddock.[3] Nonostante la vittoria in quello scontro, l'esercito francese perdette la guerra, obbligando la Francia a cedere le proprie colonie all'Inghilterra.[6] Tuttavia, prima di cedere ufficialmente la colonia nord americana dal Quebec ai vincitori, la Francia riuscì a cedere in segreto la colonia della Louisiana alla Spagna.[4]
Anni dopo, durante la guerra di indipendenza americana, numerosi soldati dell'Armée française guidati dal marchese di Lafayette aiutarono l'Esercito Continentale contro i soldati della madrepatria Inghilterra, con cui stavano lottando per la propria indipendenza.[3]
Dopo la Rivoluzione francese, l'imperatore Napoleone Bonaparte guidò l'esercito francese a diverse vittorie in Europa grazie alla Mela dell'Eden di cui era in possesso.[7]
Note[]
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