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"Il duro lavoro non basta per essere onorato dalla società veneziana. Se si desidera qualcosa, bisogna prendersela!"
―Antonio de' Magianis[src]

Antonio de' Magianis (1443 - ?) è stato un membro della Confraternita degli Assassini e capo della gilda dei ladri di Venezia durante il Rinascimento.

Biografia[]

Giovinezza[]

"Ci avevano insegnato che i nobili sono buoni e giusti. Anch'io ci credevo. Mio padre era solo un ciabattino e mia madre una fantesca, ma io aspiravo ad essere molto di più. Studiai sodo, con costanza, ma la nobiltà mi ha chiuso le porte in faccia. Se non sei uno di loro, non ti accetteranno mai."
―Antonio de Magianis sulla sua infanzia[src]

Antonio nacque nel 1443 da una famiglia poverissima a Venezia. I documenti indicano che il padre era un ciabattino, mentre la madre andava a servizio della famiglia Bellini.[1]

Imparò a leggere e a scrivere da autodidatta, nelle pause di apprendimento presso il padre, e fece domanda di ammissione all'Università di Padova: venne rifiutato per le sue umili origini. I documenti reperiti in svariati archivi, indicano che richiese l'ammissione a diverse scuole in Italia, senza essere accettato da nessuna. Attorno al 1465 il suo nome sparì dalle cronache, per riemergere quattro anni dopo, quando partecipò ad una rapina in una lussuosa tenuta veneziana, casualmente propietà del Magnifico Rettore di Padova.[1]

Stando ad una frase riportata da una guardia cittadina, pare che Antonio, prima di fuggire misteriosamente, avesse dichiarato "Il duro lavoro non basta per essere onorato dalla società veneziana. Se si desidera qualcosa, bisogna prendersela!"[1]

Alla fine, Antonio trovò la sua strada, e si unì all'Ordine degli Assassini, e successivamente prese il comando della Gilda dei Ladri di Venezia. Antonio, con i suoi ladri, rubarono ai nobili corrotti di Venezia, restituendo il denaro al popolo, come un Robin Hood italiano. Egli riteneva che rubare ai ricchi fosse un modo per guadagnare, non un'azione criminale.[1]

Infiltrazione nel Palazzo della Seta[]

"Abbiamo lo stesso scopo, anche se per ragioni diverse."
―Antonio ad Ezio[src]
Elementi Base 1 TEC

Antonio accoglie Ezio nella sede della gilda.

Durante il 1480, Ezio Auditore da Firenze arrivò a Venezia, dove venne a contatto con la Gilda dei Ladri locali, con cui condivideva lo stesso obiettivo: uccidere Emilio Barbarigo. Antonio fece amicizia con Ezio, invitandolo nella sede della gilda sua dopo che quest'ultimo portò in salvo Rosa, una ladra.[2]

Antonio informò Ezio che sapeva tutto delle sue azioni recenti, attraverso le Gilde dei Ladri di Firenze e della Toscana. Antonio approvò le sue azioni, anche se era in disaccordo con i metodi di esecuzione non raffinati dell'Assassino.[2] Antonio era anche a conoscenza delle intenzioni di Ezio, cioè uccidere Emilio Barbarigo, e offrì lui il suo aiuto, che Ezio accettò volentieri. I due iniziarono ad elaborare un piano per infiltrarsi al Palazzo della Seta dove uccidere il loro obiettivo.[3]

Inoltre, Antonio disse ad Ezio che tre Ladri della Gilda fornivano segretamente informazioni ad Emilio, e ne consigliò la loro individuazione ed eliminazione, per non intralciare il loro piano.[3] Ezio era d'accordo, e uccise i tre traditori, tornando da Antonio più e più volte, aiutandolo nella conclusione di altri compiti importanti.[4][5][6] Dopo aver risolto tutti i problemi che intralciavano il loro piano, Antonio ed Ezio furono pronti all'attuazione di esso.[7]

Tutto Passa 6 TEC

Antonio espone il piano ad Ezio, Ugo e Rosa.

L'elaborazione del piano durò per quattro lunghi anni, ma, con l'ultima missione completata, che richiedeva l'uccisione degli arcieri che pattugliavano i tetti del Palazzo, Antonio potè incontrare Ezio, Rosa ed Ugo, al quale rivelò l'inizio della parte più difficile del piano. Ezio sarebbe dovuto entrare a Palazzo e uccidere Emilio e le guardie, per poi aprire la porta insieme a Rosa per permettere ad Antonio di entrare a lavoro finito.[7]

Subito dopo aver compiuto il piano, Antonio disse ai suoi ladri di restituire alla gente parte del denaro recuperato, ricompensando anche Ezio del lavoro svolto. Ezio informò Antonio di un certo Carlo Grimaldi che aveva parlato con Emilio poco prima. Antonio disse chi era, cioè un "membro del consiglio dei dieci", e chiese ad Ezio cosa avesse in mente di fare. Ezio rispose semplicemente "assistere a un incontro". Successivamente Ezio diede l'addio ad Antonio e ai suoi ladri, e lasciò il Palazzo.[7]

Infiltrazione nel Palazzo Ducale[]

Ezio: Carlo Grimaldi e i Barbarigo, tramano con un tale chiamato Lo Spagnolo. Intendono uccidere il Doge e sostituirlo con uno dei loro uomini. Avranno in mano Venezia e, con essa, la sua intera flotta.
Antonio: E poi il criminale sarei io!
―Antonio viene a conoscenza del piano Templare contro il Doge[src]

Successivamente, Ezio scoprì il piano dei Templari origliando una loro discussione. Egli scoprì che Carlo Grimaldi aveva pianificato l'uccisione del Doge Giovanni Mocenigo, al fine di sostituire quest'ultimo con il Templare Marco Barbarigo.[8] Antonio venne a conoscenza delle loro intenzioni attraverso Ezio, ed i due non persero tempo, mettendosi subito al lavoro per evitare l'uccisione del Doge. Essi si misero alla ricerca di una possibile entrata sguarnita di guardie a Palazzo Ducale, ma, nonostante le loro continue ricerche, non trovarono nessun ingresso efficace.[9]

Antonio, ironicamente, esclamò che solo gli uccelli sarebbero stati in grado di oltrepassare tutte quelle guardie. Fu così che ad Ezio venne l'idea di farsi assistere dal suo amico Leonardo da Vinci.[9]

Chi Non Risica, Non Rosica 1 TEC

Antonio ed Ezio osservano Leonardo al lavoro.

Poco tempo dopo, Antonio fece visita ad Ezio alla bottega di Leonardo, e l'Assassino presentò lo stesso Leonardo ad Antonio. Ansioso, Antonio disse ad Ezio che Carlo era oramai entrato in possesso del veleno per uccidere il Doge, e che per evitare la morte di quest'ultimo, dovevano darsi una mossa. Apprese le informazioni, Ezio tentò di usare la Macchina Volante di Leonardo, con scarsi risultati, poiché precipitò subito dopo la partenza. Frustrato dalla propria invenzione, Leonardo, pur studiando i progetti, non riuscì ad aumentare la durata del volo, e lanciò i progetti nel fuoco del camino. In quel preciso istante, guardò un pezzo di carta svolazzare sopra al fuoco, e capì immediatamente che il calore avrebbe potuto far prendere quota alla macchina, prolungando di conseguenza la durata del volo.[10]

Pianificati i luoghi dove poter accendere i fuochi, Ezio uccise alcune guardie che intralciavano i loro piani, mentre Antonio mandò i suoi Ladri ad accendere i grandi falò sparsi per l'intera città. Completati entrambi i compiti, Ezio, Antonio e Leonardo si incontrarono su un campanile abbastanza alto, da cui videro che i fuochi erano stati tutti accesi correttamente. Antonio disse che sperava il piano avesse funzionato, poiché mancava poco alla morte del Doge, ed Ezio, udendo le sue parole, si precipitò giù dal campanile.[11]

Omicidio del Doge Templare[]

Ezio: Antonio, sai perché sono qui, vero?
Antonio: Per liberare Venezia da Marco Barbarigo, immagino. Però, Ezio, l'abbiamo già fatto una volta. E questo nuovo Doge Templare è peggiore dell'ultimo.
―Antonio ad Ezio[src]
Damigelle in pericolo 1

Antonio e Teodora nel bordello.

Antonio e Leonardo, svilupparono un'amicizia reciproca tale, che ad un certo punto Leonardo riuscì ad esser in grado di informare Ezio sulla posizione di Antonio. Fu proprio così che Ezio trovò Antonio, e Suor Teodora Contanto, nel bordello La Rosa della Virtù. Al suo arrivo al bordello, Ezio non fu riconosciuto, ma una volta che si tolse la maschera di Carnevale, rivelando la sua identità, Antonio lo riconobbe, e presentò immediatamente Teodora ad Ezio.[12]

I tre si misero subito a parlare dei loro piani per uccidere il nuovo Doge Marco Barbarigo. Tuttavia, prima che avessero il tempo di entrare nei dettagli, un uomo uccise una cortigiana rubando anche i fiorini in suo possesso. Teodora mise alla prova Ezio, inviandolo ad uccidere l'uomo, mentre lei ed Antonio aspettavano il suo ritorno nel bordello.[12]

Ezio svolge la missione senza alcun problema, ed una volta tornato può discutere senza intoppi con Teodora ed Antonio, mentre le cortigiane piangono la loro compagna morta. Al fine, si giunge alla conclusione di ottenere la Maschera d'Oro attraverso dei giochi di Carnevale, poiché essa concede l'entrata alla festa del Doge.[13]

I tre iniziano a dirigersi verso il luogo cui si sarebbe tenuta la festa.[13] Arrivati, Ezio prese parte ai giochi, vincendo tutte e tre le sfide, senza però riuscire ad ottenere la maschera, poiché il giudice era stato corrotto da Silvio Barbarigo mentre Ezio era impegnato nel combattimento con Dante Moro.[14][15][16][17] I tre tornarono al bordello. Poco dopo esser arrivati, una cortigiana disse loro che Dante si stava dirigendo verso il luogo della festa.[18]

Ezio programmò l'uccisione di Dante, ma venne immediatamente fermato da Antonio, il quale disse che sarebbe stato meglio rubare la maschera, senza spargimenti di sangue, poiché sarebbe stato rischioso e, quasi sicuramente, Marco avrebbe annullato la festa. Antonio riuscì a distogliere Ezio, che uscì dal bordello con l'intenzione di raggiungere e depredare Dante. Il furto riuscì, ed Ezio si diresse immediatamente al luogo del ricevimento.[18]

Acquisizione della Mela[]

"Farà male solo per un attimo, fratello. Come tante cose."
―Antonio alla cerimonia d'iniziazione di Ezio[src]

Ezio tornò a far visita ad Antonio con la speranza di scoprire dove si erano nascosti Silvio e Dante. Arrivato, Antonio presentò il futuro Doge di Venezia Agostino Barbarigo, fratello di Marco, ad Ezio. Antoniò informò che Silvio si era barricato all'interno dell'Arsenale di Venezia. Ezio chiese immediatamente ad Agostino, che, vista la nuova carica di Doge, egli avrebbe potuto costringerlo a deporre le armi, ma, purtroppo, Agostino rispose che il Comitato dei Quarantuno ancora non aveva ratificato la sua carica. Antonio ebbe un'idea. Disse ad Ezio di cercare un uomo di nome Bartolomeo d'Alviano.[19]

Adattarsi 10

Antonio alla cerimonia d'Iniziazione di Ezio.

Tempo dopo, mentre Ezio combatteva contro Rodrigo Borgia per ottenere la Mela dell'Eden, Antonio ed i suoi alleati, accorrevano in aiuto del giovane Assassino. Insieme, il gruppo riuscì a sconfiggere Rodrigo Borgia e le sue guardie, ottenendo la Mela, anche se il Gran Maestro dell'Ordine dei Templari riuscì al fine a fuggire. Disorientato, Ezio non capiva il motivo del loro aiuto, e chiese spiegazioni. Niccolò Machiavelli spiegò che tutti i presenti, incluso Antonio, erano membri dell'Ordine degli Assassini. Raccontata tutta la storia, ad Ezio venne consegnata una mappa, su cui era segnata la posizione di una torre, e gli venne detto di presentarsi quella stessa notte in cima alla torre, al fine di iniziarlo nell'Ordine. Ezio si presentò, e venne iniziato, diventando a tutti gli effetti un vero Assassino. Gli venne inciso un marchio sul dito tramite una bruciatura, che effettuò Antonio. Dopo la cerimonia, tutti gli Assassini eseguirono un salto della fede.[20]

Visita dalla Spagna[]

Ezio, Antonio e Luis

Antonio con Luis ed Ezio.

Nel 1491, Antonio fu contattato dall'Assassino spagnolo Luis de Santángel, che era in cerca di protezione per lui ed il suo amico Cristoforo Colombo, mentre cercavano di incontrare Rodrigo Borgia a Venezia. Antonio contattò Ezio e chiese il suo aiuto. Quest'ultimo, inizialmente rifiutò di aiutare l'amico, ma dopo qualche tempo accettò l'incarico, e si recò in Spagna.[21]

Antonio mise Ezio in contatto con Luis. Poco prima della partenza, Ezio parlò con Antonio in un giardino pubblico, nel caso gli sarebbe accaduto qualcosa di spiacevole durante la missione. Inoltre, Antonio, mise Ezio e Luis a contatto con la Gilda dei Ladri di Barcellona. Fu così che Ezio trovò a dover fronteggiare gli inquisitori spagnoli, molti dei quali burattini sotto il controllo dei Templari, per i quali stavano braccando e uccidendo numerosi confratelli del ramo locale.[21]

Viaggio a Roma[]

Mario: Per anni... no, per decadi... abbiamo cercato queste risposte.
Antonio: Forse anche lo Spagnolo... E se è così... se entrasse nella Cripta... Ciò che c'è li dentro è mille volte più potente persino della Mela.
―Antonio partecipa alla riunione insieme agli altri Assassini[src]
La X Segna Il Posto 1

Antonio alla riunione a Monteriggioni.

Nel 1499, Antonio incontrò gli altri Assassini a Monteriggioni, per elaborare un piano contro Rodrigo Borgia, al fine di evitare che quest'ultimo trovasse la Cripta.[22]

Ezio usò il potere della Mela per evidenziare la posizione della Cripta, che era segnata sulle pagine del Codice. Scoprirono che essa era a Roma. Saputa la sua posizione, gli Assassini si misero d'accordo nel creare problemi all'interno della città, per dare ad Ezio la possibilità di infiltrarsi nella Cappella Sistina e uccidere Rodrigo.[22]

Caratteristiche e personalità[]

"Chi sono i veri nobili di Venezia? Uomini come Carlo Grimaldi e Marco Barbarigo? No! Io ti dico che siamo noi; i ladri, i mercenari, le puttane."
―Antonio esprime il suo parere riguardo la nobiltà veneziana[src]
Tutto Passa 7 TEC

Antonio parla con i suoi ladri.

Antonio era un uomo con una grande considerazione della giustizia, e, per questo motivo, lui ed i suoi ladri rubavano ai cittadini ricchi e corrotti di Venezia, aiutando i poveri.

Secondo il suo parere, i ladri, i mercenari e le cortigiane, spesso considerati la classe più bassa, erano in realtà gli eroi della società. Inoltre, egli odiava e disprezzava la nobiltà corrotta, poiché cercava di trasformare i propri cittadini in giocattoli da usare a proprio piacimento.

Antonio era il leader della Gilda dei ladri, e dimostrava grande fiducia e apprezzamento ai suoi ladri, ma, pur essendo il leader, in caso di bisogno era sempre pronto all'azione. Egli si agitava facilmente quando i suoi piani non riuscivano, ma manteneva una certa calma, che lo aiutava a reagire.

Oltre ad apprezzarli, dimostrava grande attenzione ai suoi ladri, a cui era molto affezionato, cercando sempre di tenerli il più possibile fuori dai guai. Grazie al suo comportamento di "famiglia", poiché è così che Antonio considerava i suoi ladri, una grande "famiglia", i ladri gli mostravano grande ammirazione e lo rispettavano a dovere.

Curiosità[]

Apparizioni[]

Fonti[]

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 Assassin's Creed II
  2. 2,0 2,1 Resterà Il Segno - Assassin's Creed II
  3. 3,0 3,1 Elementi Base - Assassin's Creed II
  4. Evasione - Assassin's Creed II
  5. Stratagemma - Assassin's Creed II
  6. I Panni Sporchi... - Assassin's Creed II
  7. 7,0 7,1 7,2 Tutto Passa - Assassin's Creed II
  8. Parenti Serpenti - Assassin's Creed II
  9. 9,0 9,1 Se Alla Prima Non Va... - Assassin's Creed II
  10. Chi Non Risica, Non Rosica - Assassin's Creed II
  11. Battesimo Dell'Aria - Assassin's Creed II
  12. 12,0 12,1 Damigelle In Pericolo - Assassin's Creed II
  13. 13,0 13,1 La Suora Saggia - Assassin's Creed II
  14. Sono Partiti! - Assassin's Creed II
  15. Bandiera - Assassin's Creed II
  16. Nastro Annodato - Assassin's Creed II
  17. I Bari Fanno Una Brutta Fine - Assassin's Creed II
  18. 18,0 18,1 Esplosioni! - Assassin's Creed II
  19. Una Svolta Spiacevole - Assassin's Creed II
  20. Adattarsi - Assassin's Creed II
  21. 21,0 21,1 Assassin's Creed II: Discovery
  22. 22,0 22,1 La X Segna Il Posto - Assassin's Creed II

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